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Autore: Voglioniall    20/04/2014    1 recensioni
Ho scritto un po' di tempo fa riguardante questo tema per esperienza personale, o quasi, visto che la diretta interessata era mia sorella. Non pretendo che leggiate tutto, ma è una cosa che mi sta a cuore e vorrei che leggeste il mio pensiero e ciò che ho da dire. Non so davvero, ci tengo molto. Una specie di storia, o non saprei come definirla, che parla di un tema abbastanza delicato come l'anoressia o la bulimia,comunque disturbi conseguenti...mi dite cosa ne pensate?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una vita apparentemente perfetta, troppo bella per essere vera. Buoni vuoti a scuola, grandi capacità nella danza e un quadretto familiare assolutamente nella norma. Allora cos'è che spinge la maggior parte delle ragazze al giorno d'oggi ad odiare la propria immagine riflessa nello specchio tanto da intraprendere inutili diete e da non riuscire a fermarsi neanche quando le ossa spuntano e disegnano linee marcate sulla pelle? Il mostro che incombe ormai da parecchi anni a questa parte sugli adolescenti sembra allungare ancora di più gli artigli sul loro mondo: non hanno via di fuga, raggiungere quei modelli di bellezza o essere tagliati fuori, questa è la scelta. Anoressia o bulimia, disturbi alimentari conseguenti sono oggetto di studio di moltissimi psicologi ed equipe specializzate. Ma avete,o hanno,mai provato davvero a riflettere sul problema con la mente di un'adolescente? Chiaramente no, perchè considerata troppo infantile o troppo effimera. Uscire fuori di casa e vedere davanti ai tuoi occhi un mondo che non t'appartiene più, troppo scuro, troppo duro. Le continue pressioni, il fatto di non sentirsi mai abbastanza, le cose dette e quelle rimaste nascoste nell'angolo più buio della mente;le delusioni, i voti a scuola che cominciano a calare via via e l'amore che corre veloce come se fosse in un percorso ad ostacoli. Troppo superficiale per gli adulti vero? Non chiedetevi perchè l'abbiano fatto, perchè gettino via cosi, in una folata di vento in una notte d'autunno, la loro giovane vita, piuttosto chiedetevi il perchè siano state spinte ad un gesto cosi estremo. Ma al di la dei continui modelli di bellezza che ci vengono propinati dai mass-media e che bombardano i giovani da qualsiasi angolazione possibile, il mondo stesso degli adolescenti è come una trappola mortale: basta un niente per ritrovarsi in paradiso, e altrettanto una macroscopica delusione per giacere nell'angolo più remoto della stanza. Tacchi a spillo, borsa firmata e cervello quanto una nocciolina batteranno sempre di gran lunga una ragazza che preferisce starsene a leggere un libro il sabato sera, piuttosto che girovagare per strada ubriaca. E il problema sta proprio in questo: scegliere di essere la ragazza che indossa una semplice felpa, con il trucco un po' sbavato e una gara di formula 1 nella testa ti taglia completamente fuori da un mondo costruito su misura, che a me sta troppo stretto. Dove è andata a finire la solita frase "ognuno è diverso a modo suo"? Per il solo fatto di essere se stessi, ci si dovrebbe sentire speciali, anche se magari la maglietta sta troppo stretta sui fianchi o la cintura dei jeans che usavi una volta non serve più, anche se quel sorriso che sfoderi ogni giorno non è perfetto, è pur sempre un sorriso. Viviamo di sorrisi ormai e ci sono stati portati via quelli più belli, quelli spensierati di una ragazza innamorata o di un bel voto a scuola, quelli di una corsa in moto o una caduta proprio davanti alla folla. E' tutto una continua battaglia, contro se stessi e contro quel mostro riflesso nello specchio, contro la propria famiglia e i propri amici, contro quel qualcosa che un tempo si amava fare. Perchè nel ragazzo scatta anche un meccanismo di frustrazione e di penitenza contro se stessi: tu non puoi essere più felice, non sei magro, quindi non meriti di divertirti. Sono rare le volte in cui i genitori o addirittura i professori riescono a cogliere i pezzi di un semplice studente che a poco a poco si sbriciola tra i banchi e molto spesso quando ci si rende conto è troppo tardi. Troppo tardi per capire che tutti quegli impegni a lavoro potevano aspettare, che tutte le faccende, i documenti o le telefonate importanti potevano essere messe da parte, perchè tutto questo non potrà mai ridonarti il figlio che eri abituato a conoscere, non potrà ridartelo mai più. E allora, professori, troppo impegnati a seguire il programma disciplinare, guardate negli occhi dell'alunno che vi sta di fronte e cominciate a considerarla come qualcosa in più che un semplice numero in una classe, prendete paletta e scalpello e scalfite quel muro che si sono costruiti, perchè vi assicuro che non aspettano altro. Un muro di mattoni, che può essere abbattuto da un momento all'altro. Un muro che si sono costruiti nei confronti del dolore e della sensazione di sentirsi inadeguati, fuori posto come pezzi di un puzzle alla deriva. Cercate di spronarli, di cogliere quella sfumatura positiva nel loro carattere che odiano tanto in modo tale da spingerli a rialzarsi, se non in piedi, almeno in ginocchio. A rialzarsi dal water, a non tenere mai più la testa china e ad apprezzare ogni sfumatura del loro corpo, ad aiutarli nello studio, ad incentivarli, perchè alla fine tutto si supera. E i genitori, mamma, papà, vostra figlia non è più quella bambina che litiga con suo fratello per un ovetto kinder, non lo mangia ormai da tempo. Non è più quella bambina spensierata,felice, cova dentro qualcosa più grande di lei, porta un macigno troppo grande per le sue deboli spalle. Portatelo con lei, perchè non mangia più, non beve più, e non è la semplice scusa di un giorno. Le ore passate nel bagno non servono più a passare il fondotinta o il mascara, le servono ad odiarsi ancora di più, a stringersi quei lembi di pelle intorpiditi e a detestarli con tutta se stessa. Aprite gli occhi e non lasciatevi ingannare, partecipate alla vita dei vostri figli attivamente, perchè una volta arrivati al capolinea, il treno ormai è gia troppo lontano. Questo è quello di cui si dovrebbe parlare. Al di là della semplice definizione di anoressia e bulimia, c'è tutta una serie infinita di battaglie perse e riperse da parte del ragazzo o della ragazza che lo portano a desiderare di essere un piccolo granello di polvere per non essere osservato da nessuno. Subentra, infatti, anche un atteggiamento di negazione del problema ovviamente e di allontanamento da parte delle figure genitoriali che potrebbero appunto spingere questi ultimi a desistere dalla loro determinazione: non deve accadere. Anche se vedere il proprio figlio ridotto a pelle e ossa, spento uccide un po' anche loro, devono rimboccarsi le maniche, perchè non sempre tutto è rose e fiori, molto spesso anche questi appassiscono e bisogna darsi da fare per farli rinascere. Si tende quasi sempre a vivere in un 'ampolla di vetro. E allora, provate a romperla questa bolla, a scavalcarla e andare oltre le apparenze, in modo tale da riuscire a dare una luce ad un futuro per i giovani ormai coperto di ombre.Quando devo affrontare questi temi, mi capita spesso di richiudere con orrore le pagine della mente, che potevano sembrare innocue agli occhi degli altri, ma per me erano come lava incandescente. Il rumore tonfo che provocano, soffia nell'aria un flusso di parole, sembra che tutte le lacrime che rigano sornione il viso e che vanno a tuffarsi lente sulle pagine sgualcite, increspandole, si impadronissero della stanza. Mi sembra di rivederla quella ragazza, le notti d'inverno.Accovacciata sul letto, con le gambe incrociate, come stesse praticando Yoga, infila velocemente la forcina nella crocchia arruffata che crea nervosamente, afferra la penna come un ancora di salvataggio, e si aggrappa a quel diario, come l'unica cosa certa della sua vita.Quella ragazza che si considerava una nota stonata in una perfetta sinfonia,come se Mozart avesse avuto un crampo e ne fosse derivata lei. Sembra di essere lì, accanto a lei, con gli zigomi infossati, le dita affusolate, le guance accaldate, le mani a ricoprire quel lembo di pelle che non le era mai piaciuta. Ma questo non aveva trovato il coraggio di scriverlo nel diario. Non voleva ammetterlo. Imprimere lì,tutto nero su bianco, scribacchiare cio' che ogni giorno doveva affrontare, una continua lotta con se stessa, forse la più orribile di tutte:altro che Seconda Guerra Mondiale, altro che rivoluzione russa,le case distrutte, l'anima spezzata, le aveva lei. Con un gesto deciso della mano, si scaccia via quel ricordo che ormai sembrava tormentarla come non faceva da tempo, come qualcosa di impercettibile che rimane nella sua vita, nella sua quotidianità come un alone oleastro. Possiamo semplicemente sperare, che quella ragazza così debole davanti allo specchio, con le tendine della stanzetta chiuse a mo' di protezione,veda una donna riflessa, quella che impressa lì sarà tutta un'altra cosa. Sì,è bellissima, si lei ha vinto. Ma la cosa più importante sarà che non la guerra, ma la battaglia, quella sì l'avrà portata a termine.
  
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