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Autore: Alice Flange    20/04/2014    1 recensioni
*Arya Stark/ Il Mastino* Dopo svariate complicazioni nel rapporto tra questi due personaggi, essi si ritrovano a viaggiare insieme. Stanno condividendo un'avventura.
Ma quali sono i loro pensieri?
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arya Stark, Sandor Clegane
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Premesse: prima che leggiate questo breve e modesto componimento, ci tengo a farvi sapere che ho letto solo il primo libro della serie “A Song of Ice and Fire”, ovvero “A Game of Thrones”, quindi non ho idea di come i capitoli seguenti descrivano il rapporto che si instaura tra Arya e il Mastino.

Di conseguenza i sentimenti che provano entrambi i personaggi l'uno nei confronti dell'altra sono stati creati dalla mia malefica mente di fangirl dopo aver visto gli episodi dell'omonima serie trasmessa dalla HBO.
Ecco tutto, ci tenevo solo a chiarire.-Buona lettura!

 

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Dopo essere usciti dalla locanda con orgoglio, un nuovo cavallo e un debito saldato ed aver percorso svariate miglia per quelle terre ormai da tempo insicure, Arya e il Mastino decidono di trattenersi per la notte in un bosco, sotto grandi ed antichi alberi, che riuscivano a donare conforto persino a due valorosi combattenti come loro.

 

 

 

Con un sospiro impregnato di stanchezza e chissà quale altro triste pensiero, il Mastino depositò alcuni pezzi di legna sul suolo fangoso sperando che quest'ultimo non avrebbe impedito loro di accendere un falò.

Era assolutamente contrario a questa idea in realtà, era quasi sicuro che qualcuno li avrebbe notati in lontananza, fra i tronchi ben distanziati. Non c'è bisogno di dire, inoltre, che il fuoco non era ancora diventato per lui un alleato.

Lo temeva, nonostante tutto.

Alzò lo sguardo verso la ragazza e con un cenno del capo biascicò:-Su, datti da fare...accendi il fuoco.- dopodiché si sedette per riprendere fiato.

Vide Arya rivolgersi a lui con una smorfia, avvicinandosi svogliatamente alla legna ammonticchiata di fianco all'uomo, armata di un paio di pietre pomici, che iniziò a sfregare una contro l'altra cercando di fare meno baccano possibile. I suoi movimenti erano sciolti, delicati ed al tempo stesso già esperti.

Non poté fare a meno di lasciarsi scappare un sorriso, nonostante la sua fama di uomo temibile e spaventosamente serio.

Le abilità e il coraggio di quella giovane lupa lo sorprendevano di giorno in giorno.

Cominciò a pensare che forse si stava comportando troppo duramente con lei, in fondo era solo una ragazzina, una ragazzina che aveva tanto sofferto.

E la ammirava.

La determinazione che in ogni sguardo riusciva a leggere nei suoi occhi era notevole.

Forse non erano poi così diversi loro due.

Fuggitivi, amanti delle sfide e guerrieri meritevoli, capaci di combattere ogni giorno scottanti eventi di un passato non poi così lontano.

Distolse lo sguardo senza abbandonare quei pensieri e sospirò ancora una volta.

Nell'aria aleggiava il silenzio che da tempo caratterizzava quel loro viaggio eremitico.

 

 

Le fiamme divamparono di fronte a lei.

Soddisfatta, si mise in piedi con un ultimo sforzo e ripose le pietre consumate nella bisaccia. Il Mastino non voleva accendere un falò, ma lei aveva insistito.

Dopo una delle tante giornate movimentate necessitava solamente di qualcosa con cui scaldarsi. Si sedette vicino alle fiamme vermiglie e tese le mani verso di esse, come mai ci si aspetterebbe da un lupo.

Sentiva il bisogno di trovare un argomento di conversazione, qualcosa per rompere l'imbarazzante e opprimente silenzio che li divideva. L'uomo che si trovava davanti, però, sembrava afflitto e turbato da chissà quale preoccupazione.

Riusciva a leggerglielo in faccia, quel viso così deturpato e impenetrabile per lei era familiare, quell'espressione aveva solcato i tratti di altri uomini a lei cari. Il padre, Jon.

Il Mastino non riusciva a fare altro che guardarsi in giro, in cerca di qualche nemico, di qualcosa che non andasse nella calma di quella sera già inoltrata.

Arya, d'istinto, buttò un'occhiata intorno a sé, constatando che non vi era anima viva, poteva stare tranquilla per il momento.

Non temeva ciò che poteva nascondersi nell'oscurità della notte, sapeva che sarebbe stata in grado di combatterlo, dando il meglio.

Poi si sentiva protetta. Protetta da quell'uomo che aveva tanto odiato e che in parte detestava ancora.

Non l'avrebbe mai perdonato per aver ucciso uno dei suoi amici.

D'altro canto da quando viaggiavano insieme l'aveva trattata con rispetto e, doveva ammetterlo, le aveva salvato la pelle in più di un' occasione. Provava in un certo senso, un sentimento di gratitudine.

Si voltò a guardarlo ancora una volta, un fedele guardiano che senza badare alla stanchezza vigilava con risolutezza il crepuscolo.

Le parole le uscirono inconsciamente:-...Grazie.-

 

 

Egli incontrò lo sguardo della ragazzina che lo colse quasi impreparato.

Si limitò ad annuire rispondendo:- La prossima volta se non presti un po' d'attenzione a quello che fai giuro che ti lascio in mezzo al bosco.-

Si trattenne per qualche attimo. Poi, in segno di resa, espresse un cenno di sorriso.

La giovane Stark sorrise a sua volta, accoccolandosi subito dopo al tronco di un albero, chiudendo gli occhi stanchi.

Si addormentò per la prima volta dopo un tempo che sembrava incredibilmente distante con il sorriso sulle labbra.

 

Spensierato, sincero.

  
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