Film > Le 5 Leggende
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Autore: BeyonBday    21/04/2014    2 recensioni
Jack Frost ha un problema, un suo amico non si ricorda più di lui e delle loro scorribande, la loro amicizia sta' per collassare e tutto per colpa di alcune manciate di sabbia azzurra che vi è andata persa.
Genere: Avventura, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: I Cinque Guardiani, Jack Frost, Nuovo personaggio, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A Mirror's Wish'
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Il paesaggio stava iniziando a stancare entrambi.
Erano ore che camminavano in quel deserto bianco, riposandosi di tanto in tanto su divani immaginati da Jack.
-Stiamo girando in torno…- ammise l’albino, ricurvo su sé stesso, con la testa a ciondolante tra le ginocchia e le mani molli.
-Puoi far apparire un Tom Tom?- propose Alan, spaparanzato sul divanetto con le braccia lungo il poggia testa, concentrato a scrutare ciò che sarebbe dovuto essere un cielo limpido, riposando gli occhi di tanto in tanto.
-Un che? – domandò basito, guardandolo.
-Un navigatore satellitare. Così troviamo la strada, no?- rispose senza muoversi, portando le iridi bi-colore sull’immagine dell’inverno.
Frost iniziò a ridere, alzandosi e strofinandosi nervosamente il volto con le dita pallide.
-Tranquillo fiorellino. Un modo lo troviamo.- lo rassicurò il rosso, portando le braccia sulle gambe.
-No! Voglio uscire! Dobbiamo uscire! Le tue ferite hanno bisogno di cure che qui non ci sono!  Io…io… PORCO RHA!- era frustrato, Alan si sorprese nel vederlo in quello stato, di solito era lui quello con la pazienza pari a zero –Magari…se provo a immaginare l’uscita…- continuò, cercando a tentoni la soluzione.
Burn schioccò la lingua sul palato.
-Non credo che sia così facile. E poi ho come l’impressione che il casino in cui siamo sia un ultimo regalino di Ian. Tanto per farci ammattire.-
 I due si guardarono sospirando all’unisono.
-Comunque le tue ferite si sono riaperte…dobbiamo velocizzare l’azione almeno per quello.- dichiarò il Guardiano aguzzando la vista.
-Il primo soccorso me lo posso fare da solo.- rispose tranquillo, esaminando il buco che li trapassava la mano.
-E come? QUI NON C’È NULLA!- sbottò stanco.
-Jack? – lo chiamò tranquillo l’amante.
-Che c’è?!-
-Potresti, gentilmente, immaginare una cassetta del pronto soccorso?- chiese con naturalezza e pochi secondi dopo il ragazzo, sbuffando, gli passò una valigetta arancio fluo.
-North e Dentolina, sarebbero stati in grado di medicarti sul posto usando solo una camicia, io nemmeno quello. Non sono in grado di fare ‘ste cose.- continuò ad auto criticarsi, mentre Alan lo ascoltava fasciandosi la mano con le bende alla bene e  meglio.
-Calmoniglio invece ha sempre dietro quei suoi rimedi naturali. CAVOLO! Ma perché devo sempre essere allo sbaraglio?-
-Parchè non saresti in grado di organizzarti nemmeno se lo volessi.- rispose lo Spirito a denti stretti, legandosi la fasciatura del braccio trovando, in seguito, una certa difficoltà nel medicarsi il busto e la schiena.
-Mi dai una mano?- chiese porgendo le garze bianche al ragazzo distratto, che iniziò a medicarlo in maniera abbastanza consona.
-E questo mi porta ad essere inutile!- decretò allacciando l’estremità della benda, rendendosi conto di ciò che aveva appena contribuito a fare.
-Oh… ehm…- l’albino era paonazzo.
-Non sei inutile come credi. La ringrazio infermiera.- ghignò l’estate, rubando un bacio alle labbra fini di Jack.
I due rimasero in silenzio, mentre il rosso concludeva il suo operato, volgendo poi lo sguardo a Frost.
-Dammi i polsi e le caviglie, almeno ti disinfetto le lacerazioni.-  prendendogli delicatamente la mano e portandola sul grembo.
-Nessuno più le chiama più lacerazioni…solo i tizi che fanno le autopsie sui cadaveri, nelle serie tv.- sorrise Jack, gemendo di dolore nel sentire il contatto con l’alcool.
-I Coroner? Può darsi, ma dimentichi che sono ancora bene educato alle volte.- sorrise seducente, passando a medicare l’altro braccio.
-Educato? Tu? Ma se ho sentito uscire dalla tua bocca, parole che nemmeno ho mai sentito pronunciare.- 
Alan lo guardò, alzando un sopracciglio e stringendo la persa sulla gamba del moroso, facendolo urlare.
-WAAAH! Stramaledettissimo figlio di…-
-Ah, ah, Ah…Jack, modera i termini.- sorrise trionfante lo spirito, mentre l’albino si mordeva la lingua per non finire la frase.
Burn continuò il suo operato, concentrato sul da farsi, mentre si occupa dello stinco dell’amato, il quale  lo osservava  quieto, domandandosi da dove derivasse la bravura del compagno.
Insomma, i ballerini prima di riuscire a completare un esercizio in maniera decente, alle volte, si fanno anche del male, ma di sicuro non così tanto da richiedere certe cure.
-Cosa mi nascondi?- la voce di Frost era bassa, sembrava stesse parlando più a sé stesso che ad altri, tant’è che Alan alzò il volto verso di lui.
Le iridi celesti di sbarrarono nello stesso istante in cui si immersero in quella argentea e dorata, sorprese che il proprietario avesse intercettato la voce.
-Cosa?-  il rosso non si mosse, allontanò le mani dalla palle candida e Jack tremò per la separazione, voleva sentire di nuovo quel calore.
-Io… nulla… parlavo tra me e me. Eheh- sorrise isterico grattandosi la nuca.
Alan non si mosse, portando sul suo viso una maschera di indifferenza.
Il Guardiano ci rimase malissimo, abbassò lo sguardo e iniziando a torturarsi le dita parlò:
-Mi chiedevo se… tu mi avessi detto tutta la verità sulla tua vita. Insomma, che io ricordi… non mi hai mai parlato di aver intrapreso lezioni di primo soccorso. Perché queste non sono cure qualsiasi vero?- chiese, accarezzandosi i polsi, tornando a guardare il rosso, che però si era seduto  con la schiena ricurva e la frangia rossa che gli copriva gli occhi.
-Ti basti sapere che ho imparato tutto a mie spese. – rispose freddo, tornando a guardare il signore del Gelo  – Non ho intenzione di dirti altro. Non oggi. Non in questo momento.-  concluse serio, per poi scoccare un sorriso ammaliante a Jack.
-C’ha io vorrei uscire. Ho bisogno di una doccia.- sdrammatizzò, tirando in piedi il compagno.
-Faccia strada Milady.- si inchinò, facendolo passare, approfittandone per mollargli una sonora pacca sul nobile deretano.
-HEI!- urlò scandalizzato l’albino.
-Quanto mi è mancato.- 
-Cosa? Il mio sedere?- chiese incrociando le braccia, vedendolo andare avanti.
-No…Lo SCHOK che fa quando lo colpisco.- confessò, iniziando a correre, vedendo Jack dietro di lui, pronto a stenderlo con un pugno.
*°*°*°*
Le ore passavano e nulla cambiava.
Frost marciava spedito verso l’orizzonte, mentre alle sue spalle Alan iniziava a tentennare,camminava dietro il Guardiano, ma ricurvo, trascinando di tanto in tento i piedi, rischiando di inciampare.
-Al? Sei silenzioso… che succede?- l’albino voltandosi incontrò gli occhi stanchi del ragazzo, al quale cedettero le gambe, abbracciandosi mentre tramava come una foglia.
-ALAN! Che ti succede?- Jack scattò verso di lui, scivolando al suo fianco, prendendolo tra le braccia prima che la sua testa toccasse terra.
Era freddo.
Per la prima volta in tutta la sua vita, l’albino sentì quel corpo che tremava spasmodicamente per il troppo freddo.
-Scusa. – ansimò il rosso, sprigionando una nuvoletta di condensa dalle labbra violacee.
Frost lo abbracciò, guardandosi in torno spaesato , cercando la via d’uscita.
 
*°*°*
 
Calmoniglio prese la rincorsa e, per l’ennesima volta, andò contro lo specchio venendo sbalzando di nuovo indietro.
-Ci riprovo io…- propose, appoggiandogli una manina sulla spalla, per poi scattare verso la superficie riflettente, ma l’uomo nero si mise in mezzo parando l’oggetto col suo stesso corpo, placando il cammino della Guardiana.
-Così rischiate di rompere l’unica possibilità di riportarli indietro sani e salvi. Se non appare Jack, o nelle peggiori delle ipotesti, Ian. Non possiamo fare nulla.- cercò di farli ragionare e fortunatamente ci riuscì.
-Dove hai trovato lo specchio?- la voce di Nord era dura e i suoi occhi erano freddi messaggeri di pensieri violenti degni solamente del pericoloso Nicholas Nord.
Il Re degl’ incubi lo guardò, portandosi un braccio dietro la schiena mentre con la mano libera andava a massaggiarsi la tempia destra, chiudendo gli occhi dorati.
-L’ho…- iniziò la frase a fatica, continuando con voce più sicura e aprendo gli occhi – l’ho trovato in un antico castello. Pensai che fosse un comune specchio ornamentale, non sapevo che avesse in se una magia tanto complicata.-
Aster incrociò le zampe anteriori, sbuffando.
Sandy si avvicinò a Pitch, creando con la sabbia d’orata tre forme: un castello, un piccolo planisfero e un punto di domanda.
L’uomo comprese la muta domanda, rispondendo di non ricordare l’ubicazione della reggia.
-Quindi? Ora che facciamo? Mi state dicendo che dobbiamo giraci i pollici finché non avviene un qualche miracolo?- domandò il coniglio gigante sbigottito, ma alla sua domanda non venne data una risposta, perché la cosa era assai palese e allo stesso tempo molto snervante.
Il Guardiano della speranza allora si allontanò dal gruppo, avvicinandosi ad una finestra rotta, voltandosi verso la luna pallida che faceva capolino tra le nuvole diramate.
-Avevi detto che dovevo aver fiducia. Io credo ancora. Ma se non sistemi le cose, e anche in fretta oserei dire, le sistemo io. –
-Hei coniglio…- la voce vellutata di Black s’insinuò nei suoi pensieri, facendolo voltare, per ritrovarsi a pochi centimetri da quelle iridi di oro liquido, che lo osservavano con tanta indifferenza.
-Che vuoi acaro?- rispose secco, tornando a guardare la luna.
Pitch si sedette, elegantemente, su un pezzo di colonna vicino a lui, accavallando le gambe.
-Posso dirti una cosa?- iniziò l’uomo osservando il cielo a sua volta.
-Se proprio devi…- fu la risposta.
-Ho bisogno di una mano per capire dei passaggi che a me mancano. Ti dispiacerebbe aiutarmi?-
Il Poolka lo guardò quasi confuso.
-Perché sei venuto da me? È Nord quello dei piani e dei ragionamenti contorti. Hai sbagliato Guardiano.- sbuffò, accovacciandosi.
-Nord al momento non è al massimo delle sue capacità. Tu invece sei avido di verità e so anche che vuoi capire da dove è uscito quel malato di Ian. Ci sono troppe incongruenze in questa storia… sono sicuro che c’è qualcosa che non quadra neppure a te. Avanti… insinua anche a me i tuoi dubbi. –
Aster sospirò prima si voltarsi verso Pitch, il quale si era posizionato su una maceria bella grossa che gli dava la possibilità di essere più alto, rispetto al viso del Guardiano della Speranza, di un bel po’ di centimetri.
- Se è stato Ian ad attaccare Alan… perché lui non se ne ricorda? Eppure abbiamo trovato del vetro e della sabbia nera sulla scogliera in cui vi siete dati battaglia, ma tu sostieni anche di non aver mai preso il ricordi di Alan se non erro. Come potrebbe essere stato possibile? C’è qualcosa che non mi convince.- 
Il Guardiano fissò l’esile mano di Black andare a posizionarsi sotto il mento come per riflettere.
-Io non ho mai intrapreso un simile scontro. Non in quel luogo almeno. Ricordo di aver sfidato il giovane Burn, ma anche Jack vi era presente. In quell’occasione io mi procurai una seria ustione…- con un gesto della mano fece sparire un bel bezzo delle tunica nera, mostrando la pelle del  braccio e del petto leggermente raggrinzita – e prima ero decisamente messo peggio. Ringrazio che i bambini siano così malleabili.-
Calmoniglio osservò quella ferita incuriosito.
-Te l’ha fatto Alan? Non lo facevo capace di tanto.-
-Ovviamente l’ho messo nella condizione di farlo. Probabilmente abbiamo risolto il tuo dubbio.-
-L’ho pensato anche io: se Jack era presente, probabilmente Ian si è approfittato della situazione recuperando le schegge e con te momentaneamente K.O. ha agito indisturbato usando il tuo nome e la tua mala fama.-
Pitch lo guardò sorpreso, stirando un sorriso e rivestendosi.
-Noto che l’intelligenza non ti manca, è solamente non sfruttata.-
Sulla fronte del Poolka apparve una vena pulsante, visibile anche al di sotto della pelliccia.
-Se voleva essere un complimento ti è venuto male, acaro di polvere.-
Il silenzio piombò tra i due…
-Coniglio...-
-Che c’è ancora?-chiese seccato.
-Ti si illumina il pelo. – rispose pacato, allungando una mano affusolata verso il patto del Guardiano, affondando delicatamente le dita leggere nella pelliccia bianca estraendo da esse il ciondolo a forma di Uovo che pulsava di una luminosa luce arancione.
-Che…Che hai fatto?- gli occhi verdi erano attoniti dinanzi a quello spettacolo.
-Perché dev’essere sempre colpa mia?- domandò esasperato, ma rimanendo sempre nella sua composta eleganza.
-CALMONIGLIO!- la voce dalla Guardiana lo richiamò tra essi, mostrandogli, una volta vicino a loro, che il suo gioiello non era l’unico brillare.
Il braccialetto di Sandman.
Gli orecchini a lobo di Dentolina.
L’anello di Nord.
Pitch si sorprese.
-Dove li avete presi?-
-Questi? Sono regali…- rispose la fatina levandosi i gioielli.
-Di chi?-
-Alan…- lo stupore di Babbo Natale era quasi eclissato dalla felicità, se quelle piccole creazioni reagivano forse vi era ancora speranza per salvare i loro giovani amici.
-Mettetevi davanti allo specchio. Forse il fiammifero riesce a trovare la strada di casa. –
Aster si sorprese nel sentire quelle parole e percepì anche il tono sollevato con cui erano state pronunciate, poi si rese conto che si trattava di Pitch e bollo quella sensazione come un’effimera impressione.
 
°*°*°*°*°
-Non ci provare… ti prego, resisti.-
Jack era in crisi, il rosso stava peggiorando e più lui si agitava, più il tempo peggiorava.
Ma non riusciva a tranquillizzarsi.
Cosa avrebbe fatto se avesse perso il suo ragazzo?
Probabilmente si sarebbe depresso, lasciandosi andare e forse lasciando di nuovo capo libero ad Ian.
Non poteva permetterlo, non lo avrebbe perso, non sarebbe riuscito a tollerarlo.
-Jack…- Burn ansimò, accarezzandogli il volto per riportarlo alla realtà.
-Dimmi…-
-Lo senti anche tu…questo leggero calore?-
L’albino strabuzzò gli occhi: lo sentiva.
Era molto flebile, ma c’era.
Forse…
-L’uscita!-
Frsot prese sotto braccio Alan , aiutandolo ad alzarsi anche se a fatica.
-Resta sveglio…tra poco sarai al caldo.-
-Grazie…- rispose dolcemente, portando una mano su quella di Jack che gli stringeva la vita saldamente.
-E di cosa?- rispose dolcemente – Guarda… ci sono delle luci rosse.-
-Le vedo… e il calore aumenta.-
Arrivati al loro cospetto, il Guardiano del divertimento cercò di afferrare una delle lucciole, ma si ritrovò a sbattere contro un superficie invisibile.
-No…nononono.- il panico lo stava nuovamente invadendo, e la bufera, che con la scoperta dei piccoli bagliori si era placata, ora stava diventando ancora più violenta.
-Non è possibile…-
-Jack… calmati ti prego. Così peggiori solo la situazione.-
Le mani bronzee di Alan si posarono sulle gote pallide del compagno, facendo pressione giusto quel poco che serviva per far si che il ragazzo riprendesse fiato, incrociando le iridi oro e argento dell’amante.
-Ora… con calma troviamo la soluzione. So che sei agitato… ma ti prego, calmati.- disse pacato, strofinando il pollice sotto l’occhio per raccogliere una lacrima fuggiasca.
-Perché piangi ora?-
-Perché? Mi chiedi perché? PERCHé STAI MALE ALAN! E SE NON USCIAMO POTRESTI ANCHE PEGGIORARE!- sbottò iniziando a piangere – tu hai scatenato una mezza apocalisse per salvarmi. E io sono riuscito solamente a metterti in un guaio ancora più grande.- finì asciugandosi le lacrime.
Alan sospirò, portando la mano dietro la nuca di Frost, tirandolo verso di sé, portando la sua fronte sulla propria spalla.
-Tu hai fatto tanto per me. E te ne sono grato, mi dai la forza per andare avanti solamente per il fatto che respiri. Ogni volta che cadevo durante il combattimento con Pitch, mi rialzavo perché sapevo che tu dopo mi avresti sorriso. Sono riuscito a sopportare tutto c’ho che Ian mi faceva perché sapevo che tu eri ancora vivo e che mi stavi aspettando…perciò, che non ti senta più insultare il mio ragazzo è chiaro?-
Alan sorrise, baciando la testa candida di Jack, che si rialzò, tirando su col naso, ma sprigionando in seguito uno dei suoi sorrisi più candidi.
I due si rialzarono.
-Portami vicino allo specchio e allontanati.-
Il rosso si appoggiò alla superficie invisibile con entrambe la mani, ma sentiva ancora su di sé la presa del Guardiano.
-Allontanati Fiorellino. Rischio di farti male.-
-Non ti lascio cadere.-
Alan respirò profondamente, raccolse tutto il poco calore che aveva in corpo e in alcuni effimeri secondi le sue mani divennero di puro calore, incrinando lo spazio intorno ad esse.
Ma sembrava essere inutile, perché più veniva danneggiato, più lo specchio tornava integro, avevano una sola possibilità… non dovevano sprecarla.
-Jack… tra poco potrei farti male, ma qualunque cosa accada non mi mollare.-
Il ragazzo diede un cenno d’approvazione deciso.
Burn aumentò la potenza allo stremo delle forze, la superficie danneggiata…
-ASTER! SPACCA LO SPECCHIO!-
Quello che accadde in seguito non fu molto chiaro…
Pezzi di vetro frantumato, un calore particolare che lo avvolse, il bianco che veniva sostituito dal giallo delle prime luci dell’alba…
Tante parole… incomprensibili ovviamente.
Ma poi la stanchezza vinse e il buio avvolse lo spirito del fuoco.
 
 
Moon Ps:
Ja: MA SEI PAZZA!
Bb: Mmh? Che?
Ast: è un mappazzone di capitolo.
BB: e allora? Più roba da leggere U.u
Tutti: Sfruttatrice…
BB: Tacete… salve a tutti, spero di non essere in troppo ritardo ^^, Spero che il capi…
Al: mappazzone…
BB: Mappaz… HEI! Spero vi piaccia comunque… Buona Uggiosa pasquetta a tutti.
 
Saluti da BB
Tutti:E da uno staff moooolto stanco.
 
  
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