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Autore: Placebogirl_Black Stones    21/04/2014    14 recensioni
Nami, figlia di un noto politico e ribelle nata, in continuo conflitto con il padre.
Tashigi, ragazza per bene che scopre il suo lato più sexy e lo usa per sfuggire alle regole.
Boa, giovane pop star egocentrica che nasconde una solitudine incolmabile.
Tre ragazze che si ritrovano alle prese con i problemi della loro età, costrette a passare sei mesi in un istituto di rieducazione. Lì scopriranno che dentro ogni bambina cattiva, c'è una brava ragazza....
- Ispirato all'omonima telenovela colombiana -
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Boa Hancock, Nami, Tashiji, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Niñas Mal

 

La piazza brulicava di giovani di diverse età, che tuttavia non superavano i venticinque.

Era fiera di aver organizzato quella manifestazione, anche se il vero motivo non era certo quello che sembrava.

Non che non le importasse di salvaguardare le zone verdi della città (ci aveva passato i pochi momenti felici della sua infanzia in quei parchi), ma la verità celata dietro a quell’evento era l’ennesima richiesta di attenzione dal padre.

Non lo avrebbe ammesso, perché altrimenti la sua credibilità di ragazza ricca e ribelle si sarebbe frantumata come un vaso di porcellana su un pavimento di pietra.

Agli occhi degli altri doveva sembrare solo un’eroina che difendeva i diritti dei giovani dall’uomo politico che li distruggeva per accrescere il suo potere.

Silvers Rayleigh, Senatore del paese, attualmente in carica per diventare Governatore, conosciuto da tutti come “Senatore Rayleigh”: questo era il volto di suo padre.

Dire che lo odiava sarebbe stato eccessivo, ma il loro rapporto era burrascoso da sempre.

La ricopriva di regali, convinto che potessero sopperire all’affetto che non le aveva mai dimostrato.

Da bravo uomo di politica, era convinto che tutto si potesse comprare con il denaro, anche l’obbedienza e il rispetto di una figlia.

Ma lei non si lasciava comprare, perché sapeva di valere molto di più.

Studiava attenta ogni sua mossa, dentro e fuori dall’ambito politico, per poterla contrastare come meglio poteva.

Più lui si infuriava, e più lei continuava.

Quel giorno non era diverso.

Sarebbe dovuto andare al Senato per approvare una legge da lui stesso proposta, una legge che prevedeva l’eliminazione di parte degli spazi verdi della città a favore della costruzione di nuovi edifici.

Non gli importava se i bambini o i giovani non avrebbero più avuto spazi in cui giocare: ciò che importava erano solo il progresso e gli affari, fulcro intorno al quale gira la vita di ogni politico.

D’altre parte, non gli importava nemmeno di lei, pretendere che si interessasse agli altri era chiedere troppo.

Così aveva deciso di fare l’ennesima bravata, organizzando una sommossa per impedire alla macchina del “Senatore” di arrivare a destinazione.

Ovviamente si era avvalsa dell’aiuto dei suoi fedeli e inseparabili amici, da sempre al suo fianco, pronti a sostenerla in ogni momento.

Erano loro la sua vera famiglia, quei tre ragazzi svitati e straccioni, ma con un cuore grande come il mondo.

Avevano fatto un patto di fratellanza da bambini, e da allora erano sempre stati inseparabili.

Teneva d’occhio l’allestimento della piazza, ricoperta di cartelli e striscioni che riportavano le scritte “NIENTE VERDE, NIENTE FUTURO” e “NO ALLA LEGGE RAYLEIGH”, mentre continuava la sua partita a poker con i tre scavezzacollo.

O meglio, la sua partita a strip poker.

Se non c’era il fascino del proibito, le cose non erano di suo gradimento.

Usando il cofano della sua costosa macchina (regalo del padre) come tavolino, avevano inscenato una partita senza esclusione di colpi, dal momento che nessuno dei quattro voleva perdere.

L’idea di trovarsi senza vestiti davanti a un gruppo di persone in una piazza non era il massimo delle aspirazioni.

Tuttavia, vedeva dallo sguardo dei tre furboni che avevano tutta l’intenzione di farla perdere, solo per poterla vedere mezza svestita.

Erano tre bamboccioni senza lo straccio di una ragazza, quindi ogni occasione che si presentava loro era oro colato e non andava sprecata.

Dal canto suo, non provava vergogna a togliersi una maglietta davanti a loro, sia per il suo carattere sfacciato e senza regole, sia perché li vedeva come dei fratelli davanti ai quali non sentiva nessuna malizia.

Lanciò un’occhiata a Sanji, che sorrideva soddisfatto della vittoria che stava per conseguire, mentre Rufy rimaneva fermo nella sua convinzione di essere lui quello più prossimo a batterli.

 

- Ne è venuta della gente, eh?- commentò Usopp, che di certo era il più pacioccone dei tre.

- Ovvio, se Nami si mette in testa una cosa nessuno può fermarla!- sorrise Rufy, che conosceva la rossa più di chiunque altro.

- Però non capisco perché fare una rivolta contro un uomo che ti compra una macchina del genere…- replicò Usopp, osservando con attenzione l’auto sulla quale stavano giocando: un auto che lui poteva guidare solo nei suoi sogni.

- Dovreste parlare meno e pensare di più, vi sto stracciando alla grande!- bloccò il discorso Sanji, che fra tutti era il più giudizioso.

- Calmati, non è ancora detta l’ultima parola!- si difese Rufy.

- Nami è quella messa peggio- sorrise Usopp - Le toccherà farci vedere le mutandine!-

 

Sorrise a quelle parole.

Di solito non perdeva mai, non era una che amava essere sconfitta.

Ma al momento aveva altro per la testa, e quel gioco era stato solo un pretesto per passare il tempo in attesa che la sommossa prendesse vita.

Aveva già perso il primo match, e con quello anche la sua maglietta: questo aveva reso i felici i tre, che si erano pregustati la visione del suo reggiseno di pizzo nero dal quale facevano capolino i suoi morbidi e prosperosi seni.

 

- A me non dispiace se ce le mostra!- fece il furbo Sanji.

- Davvero?- lo guardò maliziosamente, sorridendo malandrina ed estraendo dagli stretti jeans a sigaretta un lembo delle mutandine coordinate al reggiseno.

 

Ridacchiò guardando l’espressione da pesce lesso che si era dipinta sul volto di Sanji, il quale era smanioso di vedere di più.

La sua risatina fu accompagnata da quelle degli altri due amici, che iniziarono a provocarlo dandogli delle spintarelle.

Il giochino durò poco, quando si rimise la maglietta e radunò le carte.

Era arrivata l’ora di far partire la rivolta.

Presto il Senatore avrebbe attraversato la piazza sulla sua lussuosa auto, diretto al Senato.

Diede l’ordine a tutti di munirsi di cartelli e striscioni, formando una lunga fila che impedisse il passaggio del veicolo.

Lei stessa aveva preso un megafono, decisa a dominare quella sommossa.

Come previsto, dopo pochi secondi la limousine nera di suo padre fece capolino sulla piazza, infervorando ancor di più gli animi dei giovani.

 

- Forza ragazzi!- li incitava - Sdraiatevi tutti a terra!!!-

 

L’esercito di ragazzi obbedì al suo ordine, sdraiandosi sull’asfalto della piazza formando una lunga e composta fila, quasi come un recinto.

Spinta dalla determinazione quasi arrogante che da sempre la caratterizzava, camminò decisa fino alla macchina nera, simbolo dello sfarzo tipico degli uomini politici.

Ecco la dimostrazione di ciò che sosteneva da sempre: a suo padre non importava dei sentimenti, delle piccole cose che contano davvero nella vita.

La sua vita era la politica, con tutti i lati oscuri e corrotti che si portava dietro, con lo sfarzo e il lusso che servivano solo a commiserare le stesse persone per cui si diceva di fare del bene.

Pregiudizi, inganni, maschere dietro cui nascondersi: ecco cos’era il mondo in cui suo padre viveva e in cui desiderava che anche lei vivesse.

Non gli avrebbe mai dato quella soddisfazione.

Lui non gliene aveva mai data una in diciott’anni di vita.

La limousine era ferma davanti a lei, impossibilitata ad avanzare.

Giunta  a pochi centimetri dall’auto, batté un pugno contro il cofano, guardando con sfida all’interno del vetro anteriore, cercando colui per il quale aveva organizzato tutto quello.

Il buio dei vetri oscurati le impediva, però, una visione nitida.

Se non poteva essere vista, allora l’avrebbe ascoltata.

 

- NO ALLA LEGGE RAYLEIGH! NO ALLA LEGGE RAYLEIGH!-  iniziò a inveire nel megafono, seguita dagli altri ragazzi, ancora sdraiati, che le facevano da coro.

 

 

 

ANGOLO DELL’AUTORE

Utilizzerò questo angolo per chiarire alcune cose.

Questa è la mia prima AU, ispirata all’omonima telenovela colombiana (l’ho già detto nelle note ma lo ripeto a scanso di equivoci). So di non essere brava nelle AU, per questo non ne avevo mai fatte, ma ho voluto fare un ultimo tentativo prima di prendere una decisione. Vi chiederete di che decisione sto parlando, e ve lo dico subito: sto meditando di ritirarmi e lasciare efp. I perché sono tanti, ma vi elencherò i principali per chi li volesse sapere.

- Sono stanca di vedere ff scritte in una lingua che non può nemmeno definirsi italiano e di presunte “scrittrici” che rispondo male alle recensioni negative invece di capire che le facciamo per aiutarle e non per offenderle. Di avere a che fare con delle bambine dell’asilo mi sono stufata.

- Lo zonami è morto. Credetemi, è un colpo ammetterlo per una come me che ci crede da una vita e che continua a credere che siano la coppia più azzeccata di tutto OP, ma se una cosa è vera è inutile negarla. Io non capisco davvero come si fa a dire che ci sono solo zonami, quando sono due settimane che ne cerco una e non se ne vede l’ombra. Sono scomparse, perché la gente preferisce altri pairing. È inutile continuare a dire che è solo un momento e che passerà, perché un momento dura qualche mese, ma qui è da un anno che non riesce più a leggere zonami come si deve. E le poche zonamiste rimaste si sono date (Dio solo sa come) allo zosan o ad altro. Avevo iniziato a scrivere per le poche zonamiste che ancora un anno fa giravano su efp implorando di avere più ff, e così ho deciso di accontentarle, anche per non vedere questa coppia appassire. Ora quelle persone non ci sono più, o meglio non sono più interessate. Quindi io che ci sto a fare qui? A scrivere per Zomi, l’unica che con me è rimasta a shippare questa coppia? Ci scambiamo le ff noi due come due oche? No, mi spiace, non perdo tempo se a nessuno interessa.

Questo è in breve quanto avevo da dire. Perciò avverto che questa ff sarà come un esame finale di prova: se nei prossimi capitoli mi accorgerò che non sarà seguita, la sospenderò insieme alle altre che ho in corso e mi ritirerò definitivamente da efp in ruolo di scrittrice.
Ne approfitto anche per dirvi che la mia altra ff “Always You” rimane al momento sospesa, e deciderò solo più avanti se continuarla o se metterla incompleta. Per quanto riguarda “Stand By Me” invece, cercherò di portarla avanti, ma il discorso che ho fatto per questa vale anche per lei.
Mi sembra di aver detto tutto.
Spero che questa nuova AU vi piaccia e se sbaglio qualcosa non esitate a dirmelo apertamente, io a differenza di certa gente qua su efp so accettare consigli e critiche per migliorarmi.
Avverto anche che non ci sarà solo la coppia zonami, ma molte altre che elencherò nel prossimo capitolo sennò mi dilungo.
Detto ciò, a voi la scelta di continuare a leggerla oppure no.
Saluti
Place

 

   
 
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