Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
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Autore: Saxa_chan    21/04/2014    0 recensioni
E se a volte l'amore può nascere all'improvviso, quando meno te lo aspetti? Non è detto che sia tutto rosa e fiori, l'amore. Le delusioni e le pene d'amore ci sono, e ci saranno sempre. Ma con esse, cerchiamo di maturare, e ci fanno capire dove abbiamo sbagliato. Sunny, studentessa sedicienne che frequenta il Liceo Dolce Amoris, è spesso coinvolta in amore, e ne avrà di problemi di cuore...!
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Questa è la mia prima fanfict, incentrata su Dolce Flirt. Enjoy it!
(Se ve lo stavate chiedendo, sì, in questa fanfict Kentin é ovviamente dopo la sua "trasformazione" ^^)
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolcetta, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Love sometimes hurts.
 

Capitolo 1.»

 
Mi appoggiai alla sua spalla. «Alexy, smettila! Non ho mai sofferto il solletico così tanto, fermati!» Gridai per farmi sentire fra i gemiti e le
risate soffocate. «Scusami, ma sei troppo buffa quando ti agiti e ridi! Sei proprio carina!» Mi abbracciò e mi diede un bacio in fronte.
«Sunny, ti voglio bene.» Alle sue parole mi balzò il cuore in gola. Raramente glielo sentivo dire, non era un ragazzo sentimentale. Ma quelle poche volte che esprimeva il suo affetto nei miei confronti mi scioglievo. Mi sentivo davvero apprezzata, e oltretutto mi faceva sentire speciale. Mi strinse ancora più forte e mi disse con voce ferma: «Non dimenticartelo mai.» Si vedeva che ci teneva veramente a me, e non potevo non ricambiare il suo abbraccio, così lo strinsi anche io. I nostri corpi erano così vicini che avrei potuto sentirne il calore; i nostri petti, i nostri cuori, erano l'uno di fronte all'altro, e soprattutto il suo, lo sentivo battere così forte che faceva sembrare i rintocchi del Big Ben nulla in confronto ai suoi battiti. Quando mi scostai da lui, lo guardai in quei suoi bellissimi occhi rosa, e gli dissi: «Alexy, te ne voglio anche io. Sai che nulla ci dividerà. Resteremo migliori amici. Per sempre.» Lui mi guardò dolcemente, e poco dopo, ritornò a sorridere. Sentii come degli scricchiolii provenire dal piano inferiore, ma non sembrava esserci nessuno. Di colpo s'aprì la porta della mia camera.
«Ehy, Sunny, sono passato a trovarti! Disturbo?» Era Kentin. Quando mi vide così presa da Alexy rimase sorpreso. Glielo si leggeva in faccia che era a disagio. «O-oh, Ken...no, entra pure.» Gli risposi imbarazzata. Anche se non era nulla di che, i momenti fra me ed Alexy, erano dei momenti quasi “intimi”. Siamo come fratello e sorella, e odiavo quando venivano interrotti, o addirittura “condivisi” con gli altri. Alexy si alzò di scatto dal letto ed cominciò a sistemarsi i capelli. Era serio, ma anche felice della mia e della presenza di Kentin. Si specchiò e prese la borsa. «Sta' tranquillo Kentin, è ora che me ne vada. Ciao Sunny, a domani! Ciao Ken!» E chiuse la porta dietro le sue spalle. «Scusa, non volevo disturbarvi.» Aveva le gote che si stavano colorando di un bel rosa vivace, e aveva lo sguardo perso nel vuoto. Si vedeva che del vecchio Ken qualcosa era rimasto...«Oh, non importa. Che ci fai da queste parti?» Ero curiosa, era da un po' che non mi faceva più gli agguati sotto casa, principalmente da quando era cambiato. Si sedette sul letto accanto a me e mi guardò timidamente, dicendo: «Beh...uhm...mi stavo chiedendo se volessi uscire con me questo week-end...» Mi aveva colta alla sprovvista: non sapevo che rispondergli! Aveva le sopracciglia contratte e si stava mordendo le labbra, quasi a farle sanguinare. Era molto teso e tremava come una foglia.
E si vedeva: per tutto il tempo non fece altro che giocherellare con le dita. Non sapevo che fare: mi faceva una gran tenerezza e volevo accettare la sua proposta, ma d'altro canto non avevo intenzione di spezzargli il cuore, perché non pensavo di ricambiarlo in amore. Almeno credevo. «Va bene!» Accettai. Non so che cosa mi abbia spinto a farlo, ma sta di fatto che non volevo vederlo soffrire. «O-oh..! Bene! Allora...a sabato!» Sembrava imbarazzato e contento allo stesso momento. Ero serena: ero riuscita a renderlo felice soltanto concedendogli un appuntamento! Si alzò dal letto e si apprestò davanti alla porta, e prima che la potesse aprire, lo fermai e gli dissi: «Sono contenta di averti reso felice.» Gli sorrisi. Ma non era uno di quei sorrisi finiti, ma uno di quelli sinceri ed affettuosi. Mi ricambiò il sorriso e se ne andò. Fissai ancora quella porta per un po', dopodiché ritornai in me. Mi sdraiai sul letto e chiamai Rosalya. «Pronto?» Chiese Rosalya. Iniziai a raccontarle della visita di Kentin e dell'appuntamento. Le raccontai tutto nei minimi particolari, senza tralasciare nulla. «Ma è fantastico!» Riprese lei, e continuò dicendo: «Beh, non puoi arrivare impreparata. L'appuntamento è sabato, giusto? Venerdì verrò da te.» Ci ridemmo su, ci chiarimmo per gli ultimi dettagli e attaccai. Se non erro, sabato era tra tre giorni, il che significava solo una cosa: shopping, e soprattutto prestiti ai miei. Mi venne in mente un'idea. Scesi per le scale al piano di sotto ed incontrai mia madre. «Scusa mamma» Iniziai con voce tenera «Non è che potresti darmi qualche dollaro?» Dapprima mi squadrò dalla testa ai piedi, ma poi prese il portafogli e mi porse cinque dollari. «Tieni, è tutto quello che posso darti.» Almeno avevo guadagnato qualcosa. Andai da mio padre in garage e gli chiesi che stava combinando. Stava cercando di rimettere in sesto una gomma.
«Senti papà..se ti aiuto con quella gomma, in cambio mi daresti dei soldi?» Accettò, anche se non era molto convinto della proposta. Dopo aver passato circa un'ora e mezza dietro alla ruota, finalmente mio padre si era deciso a darmi dieci dollari. «Mi raccomando, fanne buon uso!» Mi raccomandò lui. Ero stufa di rimare sola a casa, così presi la borsa ed uscii. Non avevo meta, perciò andai a zonzo, finché non m'imbattei in Castiel e Lysandro che parlottavano fra loro. Li raggiunsi e li salutai. Appena mi vide, l'espressione di Castiel non era delle migliori...così mi voltai subito e rivolsi l'attenzione verso Lysandro.
«Ciao Sunny. Come mai da queste parti?» Mi domandò lui, incominciando a sorridermi dolcemente. Ne andavo tremendamente pazza per quel sorriso, tanto che arrossii a dismisura. Sicuramente l'avevano notato. Abbozzai un sorriso imbarazzato e gli risposi che abitavo proprio lì sopra. Castiel mi stava squadrando dall'alto in basso, senza capire il perché. Forse non gli andavo a genio, ecco. Anche solo con i suoi occhi, mi sentivo come se fossi in giudizio, o messa alla prova, cosa che con lui mi ci sentivo sempre, perché non sapevo mai come prenderlo. Per tutto il tempo non facemo altro che chiacchierare e scherzare e, con mia gran sorpresa, mi divertii molto. Soprattutto con Castiel. Non avrei mai pensato che fosse così diverso dalla maschera da ribelle che si era costruito. Ero felice di quel pomeriggio che mi avevano regalato stando insieme; era da tanto che non mi divertivo così. Dopo averli salutati mi incamminai verso il mio quartiere: era ora di tornare a casa. Tutta la sera pensai all'appuntamento. Non sapevo come conciarmi, e soprattutto che cosa avremmo fatto. Mi infilai sotto le coperte, e sognai cosa avremmo combinato e dove mi avrebbe portato.
Chissà come sarà quel giorno. Divertente? Bello? Da ricordare? O imbarazzante? Sarà tutto da vedere.


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Era venerdì, mancava solo un giorno all'appuntamento e non avevo la minima idea di come sarebbero andate le cose. Verso pomeriggio Rosalya ed io andammo al centro commerciale a fare shopping. Lì incontrammo Leigh, il suo ragazzo. «Ciao, Sunny! Sai...ho saputo che hai un appuntamento..»
Mi disse lui. Lo sapevo: Rosalya gliel'aveva raccontato! Quella ragazza non riesce a stare zitta nemmeno una volta! «Ehm..sì. Non so come abbigliarmi..» Leigh e Rosa mi trascinarono da un negozio all'altro. Io non avevo altro che venti dollari con me. Non riuscivo a divertirmi, e non c'era nulla che mi andasse bene. «Uff...ma almeno sai dove ti porta?» Mi chiese lei. In effetti, ancora non mi aveva detto nulla. Né del posto, né dell'orario. Così gli mandai un messaggio al cellulare. Mi rispose subito dopo. «Beh...mi ha scritto che non può dirmelo. Ma devo portarmi il costume.» Quindi andremo in spiaggia, suppongo.
«Oh, ma allora andrete in spiaggia! Bene, ora possiamo procedere!» Rosalya era molto felice: quando riuscivo a fare colpo con i ragazzi era contenta; quando stavamo insieme mi dava dritte su come comportarsi con i ragazzi, eccetera. Si sentiva un po' come l'artefice di tutto, ecco. Le volevo un gran bene, nonostante la sua lunga parlantina, ma come grande amica era perfetta. Dopo aver provato quasi tutti i vestiti, passammo in un ultimo negozio.
Ed era qui, che trovai i vestiti perfetti. Prima di uscire dal centro commerciale ci fermammo a prendere un frullato. Iniziammo a parlare, oltre che dell'appuntamento, di noi, della nostra vita. Leigh sembrava stanco, dopotutto abbiamo corso ore ed ore tra i vari negozi.
«Sunny. Fammi capire bene: perché hai accettato l'appuntamento con Kentin anche se non lo ricambi?» Anche io, me lo chiedevo. Era dal giorno della sua visita che mi stavo ponendo questa domanda, ma non sono mai riuscita a darmi una risposta. Forse avevo accettato perché gli volevo bene. Forse perché mi faceva tenerezza. Oppure perché non volevo che soffrisse. Ma nonostante tutto, non trovavo una risposta. «Beh..sinceramente, non saprei.» Rosalya iniziò a borbottare ipotesi, così io e Leigh ci fissammo per gli ultimi dieci minuti. Tutti e due eravamo stanchi e sapevamo che quando Rosa iniziava a fare supposizioni, era ora di tornare a casa. Mi accompagnarono a casa e mi augurarono una buona serata. Se non altro, avevo i miei vestiti nuovi. Mi ero comprata un nuovo costume e dei vestiti adeguati alla spiaggia. Non vedevo l'ora dell'indomani. Chissà cosa avremmo fatto...ero emozionata ed agitata, e nonostante questo, mi addormentai profondamente.

 



 




 
  
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