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Autore: cardi    21/04/2014    0 recensioni
sono una che non bestemmia, mi butto più sul sarcasmo tipo che se mi cade qualcosa me ne esco con "Bravo Dio, bell'atteggiamento per una divinità". in verità non c'entra un cazzo con la storia sta cosa ;)
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Ho voglia di sorridere ma non posso.
 

Piove, e fa freddo. Il cielo è grigio perla e il vento fischia quando viene tagliato dalle foglie. Dovrei stare a casa, il libro di inglese in mano a guardare la grandine picchiettare sul vetro mentre me ne sto sotto le coperte al caldo, come faccio sempre. Eppure eccomi qua, accucciata accanto a un signore con una faccia da topo sotto la fermata dell’autobus, le ginocchia strette al petto e le punte delle Timberland bagnate. Chi cazzo me lo ha fatto fare?!
Mi tiro su il cappuccio e lascio che i ricci si nascondano dentro mentre salgo sull’autobus, quello dietro di me timbra il biglietto, non ha ancora capito che a Roma lo fanno solo gli sfigati. Mi sdraio su due sedili e chiudo gli occhi, tra pochi minuti sarò alla stazione, mio malgrado lo ammetto, non vedo l’ora di vederlo, è sempre così: litighiamo, ci baciamo, facciamo pace e ricominciamo. L’amore è bello se è litigarello, ma se è come il nostro l’amore è una merda o forse il nostro non è amore.
Qualcuno prenota la fermata e io di occhi ne apro uno, tanto per intravedere l’essenziale. Il muretto, un ragazzo con la cresta poggiato sopra, telefono in mano e, nemmeno un secondo dopo il mio vibra. Nanè :“dove sei?”. Non rispondo, metto il telefono in tasca e scendo dall’autobus. Il cappuccio della giacca blu mi scivola sulle spalle e i capelli si inumidiscono con le gocce, Marco si gira e anche da lontano riconosco gli occhi verdi. Ho voglia di sorridere ma non posso.
Ci salutiamo, freddi, e nemmeno il tempo di parlare uno afferra le mano all’altra e le intrecciamo come se fosse la cosa più normale del mondo. Non siamo fidanzati, l’ho lasciato un mese fa, ero gelosa e volevo stare un po’ per conto mio. Abbiamo da poco iniziato a camminare che già mi blocco sotto un albero e gli tiro un pugno debole sullo stomaco, geme e mi lancia un ghigno “E’ tutto quello che sai fare?” mi provoca, camminando e superando un palo alla sua destra. “Ringrazia che quel palo non te lo ficco su per il culo” “Non sono io ad essere abituato a prendere le cose su per il culo, amore” prendo un respiro così intenso che spiccia casa a un’asmatica prima di mandarlo a quel paese. Lascio la sua mano ma nemmeno il tempo di tirarmi su i pantaloni che la riafferra, sono zuppa e anche lui. La cresta si è abbassata ma è bello comunque, assurdo, io sembro un cespuglio e lui è perfetto. Si appoggia sul muro accanto a noi, si siede, io rimango davanti a lui mentre le sue dita stringono i passanti dei miei jeans. Mi da un bacio sulla guancia “scusami per ieri” inizia. “Tranquillo, ti sei solo ricordato di me tre ore dopo che ci siamo visti” mi bacia l’altra guancia.
“Potevi venire da me !” l’altra ancora. “Eri preso” sposto lo sguardo dai suoi occhi, mi sento messa in  soggezione. “da chi se guardo solo te?”
Mi volto di scatto, ne dice di minchiate ma questa le supera tutte, ed è tutto dire! Muovo i fianchi con  uno scatto e lui mi lascia i jeans, le mani vanno ad alzarsi i capelli con fare strafottente. “da Giulia, ovviamente” “Smettila di pensare che mi piace Giulia” “Tu smettila di farmelo pensare” cammino su e giù, poi poggio la schiena su un albero lì vicino, lo vedo avvicinarsi e mi sposto, non voglio contatto con lui, mi fa schifo. Giulia è una delle mie migliori amiche, e non mi tradirebbe mai ma lui vuole lei, è chiaro.
“Ha provato a baciarmi” le parole gli volano dalla bocca così, come non valessero nulla e tutti i miei ponti crollano. Che cazzo gli dico adesso?
“Per fortuna che non ti avrebbe mai tradito..” continua, si avvicina e mi morde una guancia. Scatto e io gli mordo la destra, tengo la carne tra i denti e, quando lui mi stringe i fianchi, lo lascio andare. Mi guarda malissimo ma alzo prima un angolo e poi l’altro della bocca e gli sorrido “E tu che hai fatto?” ha la guancia rossa, sono soddisfatta. “Mi sono spostato, non voglio lei.” Ennesima minchiata “E’ troppo facile” Ci hai distrutte Marco, a entrambe. Ti odio. Mi suona il telefono, è Simone mi ci gioco pure casa. Lui lo afferra dalla tasca posteriore e lo sblocca. Ho parlato di Marco a lui e sa anche che oggi uscivamo e che speravo di fare pace, cose che per la salvaguardia del mio orgoglio è meglio che lui non legga, e per la salvaguardia anche di Simone, visto che è innamorato di me e Marco è tremendamente geloso, non capisce che una persona che è stata tua una volta non è tua per sempre. Lo sto rincorrendo, gli afferro il braccio e gli intimo di voltarsi “Ma’, ci sono cose che non puoi sapere ok?” si volta, il mio telefono tra le mani “Tu sai tutto di me” E’ come una doccia fredda, è vero, cerco di arrampicarmi sugli specchi ma non trovo niente da dire, apro la bocca e esce solo aria. Mi sta uccidendo con lo sguardo, mi porge il telefono, si volta e inizia a camminare. Lo chiamo tante volte, ma niente. Non  ha letto i messaggi tra me e Simone, se ne è andato così, senza dire niente, mi sento una merda, di nuovo. Sblocco il telefono, ho un messaggio. Simone :“Non deve azzardarsi a toccarti”
Spengo il telefono e vado alla fermata, non voglio sentire nessuno, voglio solo andare a casa, asciugarmi i capelli e mettermi a letto. Non mangio. Sono arrivata alla conclusione che odio Marco, due mesi sprecati con lui, voleva solo una cosa e una volta che ha capito che da me non otteneva niente se n’è andato da Giulia, e per farla stare male non l’ha baciata. Ha questa grande capacità di far sentire tutti una merda e di far sembrare che lui è perfetto, non è così, occhio a quelli come lui, ti fanno solo passare le sere a piangere.

  
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