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Autore: Ruby_Angel    21/04/2014    3 recensioni
Mai andare contro una donna arrabbiata...potrebbe essere letale. Non solo in senso metaforico, anche in senso letterale. Come è successo a questa donna. La sua storia raccontata in breve, in un episodio molto forte della sua vita.
Genere: Drammatico, Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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La sua lettera stava bruciando nel camino. Quasi avesse preso vita iniziò a muoversi, anzi si contorceva, come se qualcuno la stesse torturando. Diventò sempre più nera, ogni tanto striata di rosso. Quando anche l’ultima goccia di rosso si spense, il fuoco si estinse. E così la sua vita.
Lo avevo portato in una sala poco usata della villa. Non aveva esitato a seguirmi dopo ciò che gli avevo detto. Sapevo come farlo crollare ai miei piedi. Arrivati nella stanza lo legai ad una sedia. Il suo sguardo era perso nell’immagine di ciò che avrei potuto fargli. Ma sognava sbagliato. Non avrei mai esaudito i suoi desideri. Non dopo ciò che mi aveva fatto. Anni di violenza, maltrattamenti, pugni, delusioni, lividi mi avevano fatta stufare. Era il momento della resa dei conti. Sfilai dal vestito un pugnale e me lo rigirai tra le mani. – Sai cosa voglio fare con questo?- - Non avrai mica intenzione…?- - Taci! Ora mi ascolti, per una buona volta. Quand’è stata l’ultima volta che mi hai guardato con uno sguardo innamorato? Col tuo meraviglioso sorriso? Il giorno del nostro matrimonio? Si, forse è stato quello. E quand’è stata la prima volta che mi hai picchiata? La prima notte da sposi? Si, quella se non te la ricordi. E perché? Perché ti avevano fatto arrabbiare. La seconda? Il giorno dopo. Perché? Perché eri ubriaco. E i giorni dopo? Lo stesso. E io me ne stavo zitta, pensando che fosse solo un brutto periodo. Ma poi hai continuato. E non ho potuto dirlo a nessuno! Perché ero chiusa qui dentro, con te! Ora mi sono stufata. La mia pelle color porcellana è diventata viola, a macchie rosse. Rosse come il sangue che fra poco scorrerà dalla tua gola. O forse no. Forse uscirà da un fianco. Fa più male. E tu devi soffrire. Tanto.- - Cosa vai dicendo, stupida donna! Non ne avrai mai il coraggio! Non hai mai fatto niente, perché ora?- -Perché pesavo di amarti. Ma tu mi hai tradita. Hai tradito il mio amore e il mio corpo.- continuavo a rigirarmi il coltello tra le mani. Gli voltai le spalle. Non volevo che vedesse le lacrime pure che scendevano sul mio volto. –Ti ho amato come nessuno ha mai fatto. Dal giorno in cui ti ho visto alla festa in paese, sei rimasto fisso nella mia mente. Speravo sempre d’incontrarti. Poi sei venuto a chiedermi di diventare la tua ragazza. Il mio cuore scoppiava di gioia. Siamo usciti un sacco di volte. E ogni volta tornavo a casa con le labbra rosse dai tuoi baci con ancora il tuo sapore sopra. Un giorno di primavera, sotto il ciliegio in fiore, mi hai chiesto di sposarti. E io accettai- Le lacrime iniziarono a cambiare. Da dolci e pure, di ragazza, diventarono salate e forti, di donna che ha sofferto, arrabbiata per tutto ciò che aveva subito. – se avessi saputo che sarebbe andata a finire così non avrei mai accettato. Vuoi sapere perché ora? Perché ora non ti voglio più?- Mi voltai di scatto e lo fulminai. –Non lo faccio solo per me. Lo faccio anche per quella innocente creatura che porto in grembo. Non voglio che arrivi a conoscere suo padre come l’ho conosciuto io- Mio marito mi guardò con occhi sgranati. –Tu non vorresti farmi conoscere mio figlio? È il mio bambino!- -No, è il MIO. Anche se condivide metà patrimonio genetico con te, non sarà mai figlio tuo- Ero a qualche centimetro di distanza da lui. Dalla tasca del vestito tirai fuori una lettera. –Questa è la prima lettera che mi mandasti. “Ti prometto che ti amerò per sempre. Sarai la mia donna. La mia unica donna. Ti amo come un orso ama il miele, la luna le stelle, la mamma il suo bambino. Sei e sarai sempre mia.” Non hai mantenuto la tua promessa.- -L’hai imparata a memoria?- -Si, per ricordartela, prima di bruciarla davanti i tuoi occhi-
La gettai nel camino. –E per ricordarti della promessa, prima di mantenere la mia- Con la luce del camino, il coltello sporco di sangue aveva strane sfumature colorate. Lo fissai da un lato e dall’altro, ammirandole e rimanendone strabiliata. Una goccia cadde per terra. Poi un’altra. Poi il coltello. Mi pulii la mano sulla camicia del mio ex marito. Uscii dalla stanza, chiudendola a chiave, dopo aver preso l’ultima valigia. Ero pronta per partire. Prima di andarmene, rovesciai la bottiglia di whisky sul tappeto. Un fiammifero acceso la seguì. Riuscii in tempo ad uscire dalla casa. Mi toccai la pancia.- Ora sei al sicuro- E partii.

Note dell'autrice:
Salve a tutti! Questa storia è nata in due momenti: primo, quello iniziale, durate un falò (mangiare marshmallow caldi a quanto pare aiuta la creatività); il secondo, il resto della storia, durante un giorno molto nero. La mia migliore amica dice che per scrivere una cosa del genere, nella mia vita passata devo aver passato una cosa del genere. Questo non lo so (anche se vorrei saperlo) ma penso che una qualsiasi donna violentata e picchiata voglia vendicarsi. Ditemi quello che ne pensate, sia sulla storia, che su questo tema (se siete del mio stesso parere o se la pensate diversamente...magari scopro cose nuove). Aspetto le vostre recensioni!
Ruby_Angel
   
 
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