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Autore: Moonlayn    21/04/2014    2 recensioni
"Pensare di essere liberi e poi, ritrovarsi davanti un muro."
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buio e silenzio.
Un buio così pesto, così fitto, profondo, quasi impenetrabile, che non le permetteva di vedere neanche le sue stesse mani.
Un silenzio così agghiacciante, così orrendo e terrificante che per la prima volta le faceva paura.
Sì, perché lei amava stare da sola.
Non era come le sue amiche, alle quali piaceva essere circondate da grida e dalla musica assordante della discoteca.
Preferiva rimanere a casa, a pensare nel silenzio.
Amava leggere nel silenzio.
Amava passeggiare nel silenzio.
Non amava parlare, preferiva il silenzio.
Il silenzio le aveva sempre fatto compagnia, come un ottimo amico, a cui avrebbe potuto confidare tutto perché sarebbe stato sempre zitto.
Non si era mai sentita davvero sola, mai come adesso.

Non capiva perché si trovasse lì, come non capiva chi l’avesse portata lì.
Non ricordava.
Sentiva solamente battere forte nella testa, probabilmente era ferita.
All’improvviso la quiete fu rotta da un rumore.
Qualcuno stava inserendo le chiavi nella serratura della porta.
Ed ecco che le girava per aprirla.
Un giro. Due giri.
La porta si dischiuse leggermente, facendo penetrare nel buio uno spiraglio di luce.
Il silenzio non era più silenzio, e il buio non era più buio.
La ragazza sentì dei passi avvicinarsi, vide in modo confuso una figura nera  dagli occhi sfolgoranti che camminava verso di lei.
Teneva nella mano destra la chiave con cui aveva aperto la porta, e in quella sinistra un coltello.
L’uomo, ormai davanti alla ragazza accasciata a terra, si chinò, appoggiò la chiave sul pavimento, avvicinò il coltello al collo della poverina, e le chiese:"dimmi dov'è"
Di cosa stesse parlando, lei non lo sapeva.
Con voce tremante disse:"N-non lo so.."
Risposta sbagliata. Forse avrebbe dovuto chiedere “chi sei? Cosa vuoi? Perché mi hai portato qui?”.
La figura sconosciuta, premendo il gelido ferro sulla pelle dell'indifesa, le fece un leggero taglio e se ne andò con passo lento, sbattendo la porta.
La ragazza, sconvolta e spaventata, si toccò il sangue che le scendeva caldo e che sembrava le bruciasse la pelle.

Cominciò a sentire, poco dopo, dei rumori proveniente da fuori, vicini però alla stanza dove era stata rinchiusa, che finirono dopo una manciata di minuti.

Gli occhi della ragazza, ormai abituati al buio, videro che quell’uomo aveva dimenticato la chiave, grazie alla quale era entrato, sul pavimento.
Il suo cuore ebbe un sobbalzo.
Pensava di essere salva, poteva scappare.
Si alzò faticosamente, le girava la testa.
Cercò di tenersi in equilibrio e andò verso la sua unica via di fuga.
Tentò di aprirla lentamente e senza fare rumore.
Piano, piano.
Questa volta tuttavia, al contrario della prima, non entrò nessuno spiraglio di luce.
Dietro alla porta c’era un muro.
Il buio rimase buio.
Il silenzio rimase silenzio.
La vita diventò morte e morì, nel tanto amato silenzio.






*Spazio autrice*
Ciao a tutti, questa è la prima storia che scrivo!
Innanzitutto grazie di essere arrivati fino a qui!
Mi piacerebbe molto ricevere dei pareri, quindi non abbiate timore a recensire, se vi va.
Anche le critiche sono ben accette, ovviamente.
Vi saluto,
-Michela.
  
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