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Autore: MayaNp994    22/04/2014    6 recensioni
*Seguito di "Accettami per quello che sono"*
Sono passati dieci anni da quando Bella e suo figlio Edward hanno lasciato Forks. A Phoenix hanno una bella vita stabile e organizzata. Ma tutto si sgretola quando una chiamata dall'ospedale di Forks gli comunica che Charlie ha avuto un malessere ed ha bisogno di lei.
Come influirà questa faccenda con la vita dei due protagonisti? e Bella riuscirà a risolvere le questioni in sospeso?
Leggete e scopritelo!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Eccoci qui. Scusate il ritardo ma sono tornata tardi ieri e quindi pubblico oggi.
Spero non vi deluda.
 
Ti accetto per come sei.
Capitolo 1. Nuova vita
Sono passati dieci anni da quando ho lasciato Forks.
Qui a Phoenix ho una vita stabile e organizzata. Il mio lavoro mi consente di vedere Edward abbastanza per seguirlo nei singoli passi della crescita, anche se ora preferisce stare con i suoi amici. In fondo ha dodici anni.
Il mio bambino è l’essere più buono che io abbia mai visto. E’ comprensivo e non fa quasi mai i capricci.
E’ affezionato al suo nonno che vede tutte le settimane.
Ormai Charlie ha un posto fisso in casa nostra. Quando viene sa già che basta aprire il divano e il suo posto letto è pronto per lui.
Il nostro appartamente è modesto. Abbiamo due ampie camere che sboccano un corridoio. In fondo a questo c’è un bagno e dalla parte opposta il salotto con la cucina.
La camera di Edward è composta da un letto ad una piazza e mezza, solitamente sommerso da videogiochi, una scrivania coperta di libri e fumetti ed un pc.
Sul pavimento regnava un tappeto, completamente coperto da vestiti sporchi. Non potevo lamentarmi, anche io ero così. Sul muro, i poster della sua squadra di calcio preferita.
La mia camera era modesta. Un letto matrimoniale e il nostro armadio. I miei muri invece, come quelli di tutta la casa, era tappezzati di fotografie di famiglia. Solo in una era presente mia madre.
-Amore!- lo chiamai dalla cucina, mentre addentavo un pezzo di pane tostato. –E’ tardi!!-
-Mamma arrivo!- disse uscendo dal bagno. Mi guardò male quando mi vide. –Hai mangiato il mio toast.-
Feci la linguaccia. –Te ne ho fatto un altro.- Rise.
-Dai, facciamo tardi a scuola.- Disse lui precedendomi.
Lo accompagnai a scuola e lo feci scendere davanti al cancello. –Oggi è il giorno del regalino mensile.- mi sorrise. Aveva il sorriso beffardo di suo padre.
-Va bene.- abbassai la testa. –Che gioco vuoi?- Una volta al mese gli compravo un nuovo videogioco per qualche sua console, in cambio, lui, doveva portare sempre bei voti a casa. Fin’ora non c’è stato problema.
-Fifa 2014.-
-Va bene, Eddy.- gli sorrisi. –Ma visto che è appena uscito, devi fare il bucato per due settimane.-
-Agli ordini!- mi fece il saluto militare.
Risi. –Muoviti. Se no fai tardi.-
-Ci vediamo a casa, mamma. Ti amo!- mi gridò mentre correva verso l’edificio scolastico.
Scossi la testa sorridendo. Lo amavo tanto anche io. Lui era l’uomo della mia vita.
 
Arrivai al negozio di elettronica dell’amico di mio padre. Ormai lo dirigevo interamente io. Avevo preso un piccolo attestato circa sette anni prima e avevo acquisito le capacità necessarie.
-Bella!- gridò Iris dal bancone. –Sei in ritardo.-
Iris era una donna alta e magra. Aveva ventisette anni esattamente come me e sembrava dieci anni più vecchia. Aveva lunghi capelli ricci, di un biondo spento e più crespi del mare mosso.
Gli occhi in compenso erano una meraviglia. Azzurri come il cielo d’estate.
-Lo so. Dannata sveglia.- sbuffai mentre mi cambiavo. –Oggi gli Hanson vengono a ritirare i tre netbook. Sono pronti?-
-dovrebbero si.- Iris controllò sul pc. –Hanson.. Hanson..Ah! Eccoli qui!..Hanson, tre netbook con schermi danneggiati, riparati.-
-Perfetto.- Mi abbassai un attimo sotto il bancone per allacciarmi una scarpa.
Sentii aprire la porta del negozio.
-Salve.- disse l’uomo che entrò nel negozio. –Sto cercando uno smartphone di ultima generazione per il compleanno di mia nipote. Sapreste consigliarmi il migliore?- Voce familiare.
-Mi spiace, ma qui si fanno solo riparazioni o aggiornamenti.-
-Ah, capisco. Arrivederci e scusi per il disturbo!- se ne andò come era venuto.
-Iris, che ne pensi di Carlton?- chiesi alzandomi in piedi. –Pensi che sia serio?-
-Penso sia un buffone.- poi tornò a smanettare su Facebook.
Non usciavo con un uomo da quasi un mese e la cosa, anche se mi mancava un po’, non mi dispiaceva. Ma mio padre ogni volta mi fa la ramanzina.
Dio, sono adulta, ho un lavoro stabile e sono totalmente capace di badare a me stessa.. ma questo non mi risparmia dalle lezioni di vita di Capo Swan.
 
-Mamma! Sono tornato!- disse Eddy mentre chiudeva la porta.
-Amore, non posso darti un bacio ora.. sono piena di farina.-
-Come fatto.- sorrise mentre si sedeva sulla sedia. –Com è andata oggi?-
-Solita noia. Clienti scontenti delle riparazioni di Peter, anche se sono perfette, per pagare di meno.- sospirai. –E a te tesoro?-
-Ho preso 10 nel compito di geografia e 7 in quello di matematica.- aspettò.
Sorrisi sotto i baffi. Pure intelligente mio figlio oltre che bello.
-Mamma..- esclamò ad un certo punto. Mi voltai verso di lui. –Dov è il gioco.-
Risi. –Dentro la borsa in corridoio.-
Corse a prenderlo e subito si chiuse in camera.
Scossi la testa. Adolescenti.
Squillò improvvisamente il telefono. –MAMMA!! IL TELEFONO!!-
-CE L’HO!- risposi.
 
Pronto?
Isabella Swan?
Si, chi parla?
Sono Carlisle Cullen, il medico curante di suo padre.
Capisco. E’ successo qualcosa?
Signorina, suo padre è ricoverato d’urgenza per un malessere di tipo cardiaco.
Mi sedetti sulla prima superficie libera che mi capitò. –Sta bene?
Si, ora si. Ma quandò uscirà non potrà stare solo, quindi per precauzione sarabbe meglio assumere una badante.
Non abbiamo abbastanza soldi per questo. Non può venire a casa mia?
Sarebbe meglio non fargli fare spostamenti per ora. E’ ancora debole.
Capisco. Può tenerlo in ospedale ancora per un giorno o due? Devo organizzarmi con il lavoro.
Certamente. Arrivederci, Signorina Swan.
A lei, Dottor Cullen.
 
-EDWARD!!- mio figlio schizzò fuori dalla camera. –Preparati tutto il necessario per partire.-
-Dove andiamo?-
-Staremo dal nonno per un paio di mesi.. o forse tre.-
-Ma la scuola sta per finire!- era a bocca aperta.
-Ti trasferisci alle medie di Forks. Il nonno è stato male e dobbiamo occuparci di lui.- Andai ad abbracciarlo. –Ti comporterai da ometto e partirai senza fare capricci?-
Annuì. Gli baciai la fronte e corse a preparare la roba.
Il giorno dopo presi delle ferie prolungate, con il rischio di perdere il lavoro, ma poco importava.
Chiamai mia madre, la scuola per il nullaosta ed il trasferimento e contattai quella di Forks.
Infine prenotai il volo.
Stavo ritornando nel posto in cui un tempo fui davvero felice.  
   
 
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