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Autore: Ashura_exarch    22/04/2014    2 recensioni
Cosa fareste se veniste trasformati in pokemon? Nessuno saprebbe rispondere con certezza, nemmeno i pokemon stessi saprebbero cosa fare se venissero trasformati in umani. Matt ed Allyn sono due studenti di Litiopoli, nella regione di Annor, e durante una gita nel bosco succede loro qualcosa di inaspettato.
Nonostante non sia riuscito a finire di leggere "Il signore degli anelli", sono rimasto affascinato dallo stile di scrittura di Tolkien, che descrive tutto per filo e per segno. Per questo nella mia storia non troverete né descrizioni mancate né salti temporali. Per cui buona lettura.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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17. Riposo

Non sapevo cosa fare. Ero sì contento di poter usufruire di nuovo dei miei occhi, ma c'era una parte di me che non lo era. Mi ero talmente abituato ad essere cieco, e ancora prima ero talmente abituato a vedere normalmente, che questa sensazione mi risultava completamente aliena. Probabilmente ero uno dei pochi, se non l'unico, ad aver mai provato quella "modalità" (la chiamo così perché non trovo un modo migliore per definirla). Mi dovevo considerare molto fortunato.
- Il rapporto con l'Aura varia da Lucario a Lucario, anche se in questo caso dovrei dire da pokemon a pokemon. - la voce del capo dei Lucario mi distolse dai miei pensieri - Ognuno ha un suo rapporto personale con essa, e non se ne possono trovare due versioni uguali. La mia per esempio è verde scuro. Qui attorno c'è sicuramente qualcuno che ce l'ha rossa, o bianca, o azzurra, o nera. E' talmente variegata. La tua come la vedi?
- B-blu scuro. - risposi con un pizzico di esitazione. Ero ancora spaesato da quanto era appena succeso.
In quel momento guardai il capo dei Lucario. Era alto, più dei suoi compagni, ed aveva una cicatrice che copriva l'occhio sinistro e che lo manteneva chiuso. L'occhio destro invece era ben aperto, e l'iride rosso cremisi era rivolta verso di me.
- Come ho detto prima, il rapporto con l'Aura è molto personale - continuò il capo - per cui direi che tu la debba conoscere da solo. Forza, via tutti!
Al suo ordine tutti i pokemon nella stanza uscirono. L'ultimo fu proprio il capo il quale, mentre stava per andarsene, si girò. - Perdona la scortesia - disse - ma in tutto questo trambusto non ci siamo presentati. Io sono Konzern. E tu sei?
- Matt.
Restò lì a guardarmi per alcuni secondi.
- Bene, Matt - continuò, indugiando un attimo di troppo sul mio nome - Quando te la senti raggiungici nella mensa. Sarai affamato, credo. Se non verrai, ti faremo avere qualcosa dopo che sarà scesa l'oscurità. - . Detto questo se ne andò.
Avevo notato quella esitazione quando aveva pronunciato il mio nome. Dalla mia precedente conversazione avevo intuito che era molto intelligente, e forse il mio nome non comune poteva avergli fatto sospettare qualcosa. Nonostante fossi ospite di potenziali alleati, mi ricordavo ancora le parole di Reyne. Mi sedetti e presi ad esaminare la situazione: non sapevo dove mi trovavo, anche se a quanto pareva ero con degli alleati di cui ancora non mi fidavo del tutto; avevo riacquistato la vista, anche se non nel modo che immaginavo e al quale mi dovevo ancora abituare; non sapevo dove si trovava Allyn, anche se ero convinto che fosse al sicuro. In definitiva risolsi che dovevo agire con molta, con moltissima cautela. Chissà che non fossi capitato in una tribù di cannibali. In quel caso mi sarei volentieri riconsegnato ai cultisti, anche se vedevo ambedue le opzioni piuttosto improbabili.
Alla fine mi alzai, e presi ad esplorare la stanza, anche se con un po' di fatica visto che mi dovevo ancora abituare alla mia nuova vista. Era una stanza circolare, con il soffitto a volta e interamente fatta di roccia. Ciò mi portò ad immaginare di trovarmi in una caverna. Era abbastanza piccola, e molto povera di arredamento. C'erano solo un tappeto fatto a mano con disegni tribali, una tenda a coprire l'entrata fatta esattamente come il tappeto ed uno specchio messo in un incavo del muro.
"Massì, perché no" pensai tra me e me, dirigendomi verso lo specchio "Vediamo come sono messo".
Quello che vidi per poco non mi fece svenire di nuovo. I miei occhi erano completamente blu scuro. Nessuna iride, nessuna pupilla, era tutto ugualmente blu scuro. Nessuna traccia di colore diversa. Per il resto ero normale. Se normale si poteva definire essere un pokemon quando in realtà si era un umano.
Mi allontanai dallo specchio, leggermente inquieto. Ero rimasto turbato in qualche modo da quello che avevo appena visto. Non era sicuramente una cosa da tutti i giorni.
Mi misi a camminare per la stanza senza un'apparente motivazione, e continuai così per un po', non sapendo cosa fare. Alla fine mi decisi ad uscire.
Scostai leggermente la tenda e sbirciai fuori, e un piccolo alito di vento mi lisciò la faccia. Ero davvero in una caverna a quanto pareva, e quella brezza doveva indicare l'uscita. Siccome non sapevo né in quale punto delle caverne (al plurale, perché da dove ero vedevo altre entrate come quella della mia stanza) mi trovavo né quanto fosse vasto il complesso in cui mi trovavo, preferii non andare ad esplorare.
Senza sapere cosa fare, mi sdraiai di nuovo, e mi misi a dormire. In realtà mi limitai a rigirami. Non so per quanto rimasi lì, un'ora, forse due. Alla fine mi alzai e decisi di andare a dare un'occhiata fuori.
Presi a camminare per i corridoi di pietra. Le pareti erano sorprendentemente lisce, per essere di una grotta. Chissà quanta accuratezza e ore di lavoro avevano richiesto quelle pareti. Le stanze si susseguivano, tutte uguali. Sbirciai dentro le prime, ma vedendo sempre gli stessi spazi semivuoti alla fine lasciai perdere. Camminai per un po', e alla fine arrivai all'ennesima tenda a coprire un'entrata. Non so perché, ma questa mi incuriosì. La scostai, e vidi un ambiente enorme, con tanto di tavoli e panche in legno perfettamente intagliati. Sembrava quasi una mensa. E lo era. Probabilmente era la mensa di cui Konzern mi aveva parlato prima.
Non c'era quasi nessuno, solo alcuni Lucario solitari ai lati della stanza, impegnati o nella pulizia (a giudicare dalla sporcizia era stato appena consumato un pasto) o in altre faccende.
Non entrai, non avevo voglia di comunicare in quel momento. Tornai sui miei passi, e con un po' di fatica riuscì a ritrovare la mia stanza in mezzo alle altre tutte uguali. Mi sdraiai di nuovo, e questa volta mi addormentai davvero.
Mi svegliai di soprassalto. C'era un rumore di passi nel corridoio. La tenda si scostò, e si affacciò un Lucario.
- Il Capo vorrebbe vederti - disse.
Mi alzai, e lo seguì.
Camminammo per alcuni minuti, quando la mia guida entrò in una delle tante "porte" uguali. La seguii subito dopo. Dentro c'era Konzern, ad occhi chiusi, intento a fumare con un calumet qualche erba a me sconosciuta.
- Grazie Nysage, puoi andare. - disse alla mia guida, che se ne andò.
Mi sedetti. Konzern non aprì gli occhi, e continuò ad aspirare dal calumet. Aspettai per alcuni secondi, finché non ebbe finito. Senza dire nulla me lo passò. Lo presi ed aspirai. Quando stavo ancora a Litiopoli fumavo qualche volta, per cui non ebbi difficoltà.
Finalmente Konzern aprì gli occhi - o meglio, l'occhio. Visto che avevo finito con la pipa gliela restituii. Lui la prese e la poggiò per terra accanto a lui.
- I nostri esploratori hanno individuato il nuovo nascondiglio dei cultisti - esordì senza mezze misure - Confido che in queste ore tu abbia acquisito un po' di padronanza con l'Aura. - . Mi limitai ad annuire. - Bene - continuò lui - Mi sono ricordato che eri andato là con l'intento di trovare un tuo amico. Domani andremo a fare un'ultimo attacco, che spero sia quello definitivo. Se vuoi puoi venire con noi. Forse avrai più fortuna.
Ci pensai su per qualche attimo, poi dissi: - Va bene, verrò.
- In tal caso - rispose - Sarà meglio che ti rifocilli. Continuando dritto per questa strada da dove sei venuto scenderai più in profondità nelle caverne, e troverai un lago sotterraneo. Puoi andare se vuoi.
- Grazie.
Non rispose. Stavo per uscire, quando il Lucario mi richiamò: - Ah, un'ultima cosa. Riguardo al fatto della ricerca del tuo amico non dubito che quello sia vero, ma ti consiglio di non mentire ancora. Qui i bugiardi non sono bene accetti. Ora puoi andare. - . Già, non ero stato molto convincente come bugiardo.
Feci come mi aveva detto Konzern: proseguì per quel corridoio, e alla fine arrivai al già citato lago. Mi ci immersi, e mentre nuotavo osservai l'ambiente che mi circondava. Era una caverna molto diversa dalle altre. Le pareti non erano lisce, anzi, stalattiti e stalagmiti erano presenti in molte zone della grotta.
Restai in acqua per circa una mezz'ora, poi mi decisi ad uscire. Con molta fatica riuscii a ritrovare la mia stanza. Il giorno successivo lo passai a riposarmi, in attesa dell'attacco notturno. Non avevo la percezione del tempo, per cui richiesi di essere avvisato quando la spedizione si accingeva a partire. Alternavo bagni nel lago con ore di sonno, per cui, quando mi chiamarono, mi sentivo riposato e pronto per quel che mi attendeva. Non so ancora il perché, ma sentivo che Konzern aveva ragione. Forse quella notte avrei avuto più fortuna.

Angolo dell'autore
E finalmente, dopo anni, il vostro Esarca ritorna, più forte che mai. Spero che abbiate passato una buona Pasqua, una Pasqua sicuramente migliore della mia, visto che senza saperlo avevo perso TUTTI i capitoli di questa storia (compresi il 17, cioè questo, e il 18), cioè il motivo del ritardo colossale. Questa è la seconda versione del capitolo 17. La prima non mi soddisfaceva, e penso che l'avrei cestinata comunque.
Ormai non manca molto alla fine della storia, credo che a due terzi ci siamo arrivati. Voglio far vivere ai nostri due sfortunati protagonisti un'ultima avventura, e poi credo che metterò la parola FINE. Ma non vi preoccupate, ho già un sacco di idee sulla storia che succederà a questa (che tipo, non l'ha nemmeno finita e già pensa a quella che verrà dopo).
A_e

PS il titolo è quello che è perché non sapevo che nome dargli. Sono vergognoso, lo so.
  
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