Fior
di Maggio.
L’’estate
del ’60.
Era
una calda giornata di maggio e la famiglia Black
era in viaggio per il Maniero dei Malfoy, nel Wiltshire,
poiché loro ospiti per
il fine settimana.
Nella
grande carrozza una piccola bimba dai lunghi
capelli biondi, raccolti in una morbida treccia, era in piedi premendo
il naso
e le manine un po’ paffute contro la porticina, additando
ogni novità che
riusciva a scorgere in quel susseguirsi di zone pianeggianti, rustiche
e
boscose.
Un’altra
bambina, di due anni più grande, sedeva su
una delle poltroncine di tessuto azzurro con intarsi argentati, con un
visino
imbronciato, a causa dell’occludente vestitino in rosa e
pizzi nel quale era
avvolta.
Scosse
annoiata la testa osservando rapita i movimenti
dei propri boccoli castani.
Accanto
alla più piccola, sedeva composta al proprio
posto accanto al finestrino, la più grande, rivolgendole uno
sguardo sorridente.
Al
contrario delle altre, aveva i capelli dal colore
nero e brillante ed erano tenuti in una stretta treccia.
Le
tre erano accompagnate dai genitori, un uomo dai
folti capelli scuri e una donna dai capelli castani,
legati
in uno chignon.
Terminati
gli sbalzi della carrozza, dovuti ai
sassolini della strada boscosa, si sentì il tipico rumore di
ghiaia calpestata,
mentre un imponente cancello di ferro battuto e argento si apriva,
così da far
entrare la carrozza.
Mentre
lo oltrepassavano la piccola poté vedere il
grosso medaglione che fungeva da lucchetto al castello: delle foglie
verdi,
aperte, sulle quali vi era poggiato un serpente che si mordeva la coda;
in un
primo momento la più piccola indicò lo strano
simbolo con la sua mano delicata per
chiedere spiegazioni a riguardo, ma venne distratta
dall’intenso
quanto buonissimo profumo di fiori, emanato dall’immenso
giardino.
Sorrise
estasiata all’etereo spettacolo, mentre la
carrozza trainata da imponenti cavalli bianchi, seguiva la larga strada
sterrata, delimitata da grandi sassi immacolati, che portavano ad un
grande
castello in pietra bianca.
Dovettero
oltrepassare numerose statue di varia
dimensione, forma e colore, poste ai lati delle grandi vasche
d’acqua, prima di
giungere al maniero.
La
carrozza, esternamente celeste con varie
decorazioni in argento, si fermò all’entrata di un
grande portone e la
porticina con lo stemma dei Black, si aprì poco dopo che la
bambina bionda fu
dolcemente scostata dalla sorella maggiore.
Scesero
prima i genitori e poi le bambine, dalla
maggiore, alla minore, con la mano stretta affettuosamente in quella
della
sorella castana.
La
madre, seguita docilmente dalle bambine,
andò incontro alla famiglia Purosangue che li ospitava per
quel fine settimana.
La
donna bionda
le sorrise gioviale e
appena giunta l’ospite l’abbracciò con
slancio,
rivelando la figura di un bambino biondissimo e immobile, tanto da
sembrare una
statua dipinta.
La
più piccola delle tre lo osservava incuriosita,
stringendo la mano della sorella, mentre anche l'altro genitore salutava il padrone di casa con
una stretta di
mano.
“Ma
come sono cresciute queste belle bambine! E che
dire di questa bambola!” Esclamò la padrona di
casa soffermandosi sulla minore.
“Lo
dicevo sempre ad Abraxas che dovevamo tornare al
più presto in Inghilterra, ma purtroppo le cose sono andate
diversamente… Quattro
anni in Francia… All’inizio poteva sembrare
eccitante, ma poi è una gran noia!”
disse con enfasi Ellena, moglie di Abraxas Malfoy, conducendo sia
Druella che
le figlie, verso una non lontana saletta da tea.
“Oh, davvero
non so cosa dire, i nostri viaggi in Francia sono sempre stati molto
brevi,
quindi temo di non poterti comprendere appieno” rispose
Druella.
Le
donne erano già nella saletta da un po’ quando
comparve sulla soglia il bambino dai corti capelli biondi e vestiti da
piccolo
lord.
“Druella,
Bellatrix, Andromeda e anche tu, piccola
Narcissa” aggiunse ridacchiando Ellena, “vi
presento la mia piccola gioia, mio
figlio Lucius”.
Un
gridolino di felicità scappò alla signora Black,
vedendo avvicinarsi senza timore il bambino, sul quale si accentrarono
le
attenzioni per il resto della giornata da parte di Druella, mentre da
parte di
Ellena furono sprecati i complimenti alle sue graziose bambine.
***
E così finisce questo capitolo.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Per quanto riguarda 'Orchidea', ho un piccolo, grande blocco e non so
se la
continuerò...
Idem per l'altra lasciata incompleta.
Grazie ugualmente a chi mi segue e continua a seguire, nonostante tutto.
Infondo, è merito vostro se non ho mollato!