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Autore: taRtRuGa    17/07/2008    2 recensioni
Il prologo è una rivisitazione del primo capitolo di Orchidea, fic tuttora incompleta, che non so se terminerò [scusatemi tutti per questo].
Per il resto è tutto diverso.
E'una nuova storia d'amore fra i giovani Lucius e Narcissa, inizialmente amici, poi chissà...
“Non fare così piccola Cissy” disse prima d’abbracciarla forte, mentre i singhiozzi della ragazzina iniziarono a farsi sentire. “Non potrei mai scordarmi di te. Sei la mia migliore amica, e poi c’è la nostra promessa, di amarci nonostante tutto”, disse arrossendo in ricordo della settimana prima, durante la quale le giurò di volerle bene per sempre, e suggellando quella promessa con un timido ed impacciato bacio sulle labbra.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fior di Maggio.

 

L’’estate del ’60.

Era una calda giornata di maggio e la famiglia Black era in viaggio per il Maniero dei Malfoy, nel Wiltshire, poiché loro ospiti per il fine settimana.

Nella grande carrozza una piccola bimba dai lunghi capelli biondi, raccolti in una morbida treccia, era in piedi premendo il naso e le manine un po’ paffute contro la porticina, additando ogni novità che riusciva a scorgere in quel susseguirsi di zone pianeggianti, rustiche e boscose.

Un’altra bambina, di due anni più grande, sedeva su una delle poltroncine di tessuto azzurro con intarsi argentati, con un visino imbronciato, a causa dell’occludente vestitino in rosa e pizzi nel quale era avvolta.

Scosse annoiata la testa osservando rapita i movimenti dei propri boccoli castani.

Accanto alla più piccola, sedeva composta al proprio posto accanto al finestrino, la più grande, rivolgendole uno sguardo sorridente.

Al contrario delle altre, aveva i capelli dal colore nero e brillante ed erano tenuti in una stretta treccia.

Le tre erano accompagnate dai genitori, un uomo dai folti capelli scuri e una donna dai capelli castani, legati in uno chignon.

Terminati gli sbalzi della carrozza, dovuti ai sassolini della strada boscosa, si sentì il tipico rumore di ghiaia calpestata, mentre un imponente cancello di ferro battuto e argento si apriva, così da far entrare la carrozza.

Mentre lo oltrepassavano la piccola poté vedere il grosso medaglione che fungeva da lucchetto al castello: delle foglie verdi, aperte, sulle quali vi era poggiato un serpente che si mordeva la coda; in un primo momento la più piccola indicò lo strano simbolo con la sua mano delicata per chiedere spiegazioni a riguardo, ma venne distratta dall’intenso quanto buonissimo profumo di fiori, emanato dall’immenso giardino.

Sorrise estasiata all’etereo spettacolo, mentre la carrozza trainata da imponenti cavalli bianchi, seguiva la larga strada sterrata, delimitata da grandi sassi immacolati, che portavano ad un grande castello in pietra bianca.

Dovettero oltrepassare numerose statue di varia dimensione, forma e colore, poste ai lati delle grandi vasche d’acqua, prima di giungere al maniero.

La carrozza, esternamente celeste con varie decorazioni in argento, si fermò all’entrata di un grande portone e la porticina con lo stemma dei Black, si aprì poco dopo che la bambina bionda fu dolcemente scostata dalla sorella maggiore.

Scesero prima i genitori e poi le bambine, dalla maggiore, alla minore, con la mano stretta affettuosamente in quella della sorella castana.

La madre, seguita docilmente dalle bambine, andò incontro alla famiglia Purosangue che li ospitava per quel fine settimana.

La donna bionda le sorrise gioviale e appena giunta l’ospite l’abbracciò con slancio, rivelando la figura di un bambino biondissimo e immobile, tanto da sembrare una statua dipinta.

La più piccola delle tre lo osservava incuriosita, stringendo la mano della sorella, mentre anche l'altro genitore salutava il padrone di casa con una stretta di mano.

“Ma come sono cresciute queste belle bambine! E che dire di questa bambola!” Esclamò la padrona di casa soffermandosi sulla minore.

“Lo dicevo sempre ad Abraxas che dovevamo tornare al più presto in Inghilterra, ma purtroppo le cose sono andate diversamente… Quattro anni in Francia… All’inizio poteva sembrare eccitante, ma poi è una gran noia!” disse con enfasi Ellena, moglie di Abraxas Malfoy, conducendo sia Druella che le figlie, verso una non lontana saletta da tea.

 “Oh, davvero non so cosa dire, i nostri viaggi in Francia sono sempre stati molto brevi, quindi temo di non poterti comprendere appieno” rispose Druella.

Le donne erano già nella saletta da un po’ quando comparve sulla soglia il bambino dai corti capelli biondi e vestiti da piccolo lord.

“Druella, Bellatrix, Andromeda e anche tu, piccola Narcissa” aggiunse ridacchiando Ellena, “vi presento la mia piccola gioia, mio figlio Lucius”.

Un gridolino di felicità scappò alla signora Black, vedendo avvicinarsi senza timore il bambino, sul quale si accentrarono le attenzioni per il resto della giornata da parte di Druella, mentre da parte di Ellena furono sprecati i complimenti alle sue graziose bambine.

 

 

 

***

E così finisce questo capitolo.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Per quanto riguarda 'Orchidea', ho un piccolo, grande blocco e non so se la continuerò...
Idem per l'altra lasciata incompleta.
Grazie ugualmente a chi mi segue e continua a seguire, nonostante tutto.
Infondo, è merito vostro se non ho mollato!

Grazie! ^-^
  
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