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Autore: AkAb101    22/04/2014    6 recensioni
Il peggio si è avverato. Dopo avere sterminato anche l'equipaggio della USS Grissom, Sonic. Exe riesce a raggiungere la stazione spaziale del GUN, abitata da migliaia di persone fra cui molte donne e bambini. Una volta uccisi tutti gli agenti di sicurezza, il demone decide di risparmiare il resto dell'equipaggio, dando a loro una sorte ben peggiore della morte: la schiavitù.
Genere: Drammatico, Horror, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Sonic the Hedgehog
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
- Questa storia fa parte della serie 'Sonic. Exe'
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Sottofondo musicale: http://www.youtube.com/watch?v=AI1Yb6NiJdE

Sam Vincent POV

Ci eravamo preparati per questo.
Sapevamo che Sonic.Exe sarebbe arrivato.
L’equipaggio della USS Grissom, a differenza della Galaxy, è riuscita ad avvisarci del pericolo prima che Sonic tagliasse la corrente.
Le donne e i bambini erano stati rinchiusi al sicuro nella mensa, con porte blindate e torrette automatiche di guardia.
Non avevamo paura di lui.
All’entrata c’erano più di trecento agenti bene armati  pronti a riceverlo.
Purtroppo, abbiamo commesso il più grosso errore che potevamo fare.
Lo abbiamo sottovalutato.
Tutte le squadre di agenti sono state sterminate, le donne usate come serve e i bambini come cibo per quel mostro.
La stazione era diventata la sua dimora. Ora era lui che comandava.
Solo io e pochi altri siamo stati risparmiati.
Non voleva ucciderci tutti.
Voleva farci suoi schiavi e dominarci tutti, come un vero Dio.



Se volevamo vivere, dovevamo obbedire sempre ai suoi ordini.
Io e la mia squadra avevamo il compito di ripulire le stanze dove lui poco prima aveva compiuto i suoi “giochi”.
Sonic.Exe sceglieva ogni giorno una o due donne per “divertirsi”.
Poche riuscivano a sopravvivere.
Se erano fortunate  le stuprava o le frustava soltanto ma a volte non gli bastava e voleva continuare a torturarle e a farle soffrire.
Con il passare del tempo, provava sempre nuovi metodi di tortura perché la cosa lo eccitava molto.
A volte le costringeva  a dormire a testa in giù, oppure le apriva le braccia e le inchiodava al muro come una crocifissione oppure usava delle tenaglie arroventate per strappargli la carne.
Poi, quando si stancava, le tagliava la gola.
Una volta ci siamo ritrovati davanti ad uno spettacolo orribile.
La donna era distesa sul letto, le lenzuola, le pareti, i mobili erano sporchi di sangue e interiora: i seni erano sopra un comodino insieme a un polmone e il fegato, l’ intestino era stato completamente rimosso, l’utero era stato esportato insieme ai reni e il viso era stato completamente spolpato sino al teschio. 

Questi erano quello che lui chiamava “giochi”.
In più, ogni giorno tre o quattro bambini si dovevano sacrificare per sfamarlo.
Venivano scelti a caso e mangiati vivi da quel demone.
I loro pianti e le loro suppliche servivano solo a farlo ridere.
E non è tutto.
Almeno una volta alla settimana, si doveva compiere un sacrificio in suo onore.
Le vittime erano indifferentemente uomini e donne e venivano tagliate parti del corpo come trofeo per lui come la testa, la lingua, le gambe, gli occhi o le mani.
Ovviamente, tutte le navette di salvataggio erano state sganciate, in modo che non potessimo scappare.
Forse io e i miei compagni eravamo i più fortunati, dovevamo soltanto pulire.
Non si sa che fine facciano quelli che non obbediscono ai suoi ordini.
Si riuscivano a sentire, per pochi secondi, soltanto delle urla e poi...silenzio.
Ci permetteva di mangiare soltanto un pezzo di pane al giorno e un po’ d’acqua.
In sua presenza era obbligatorio il silenzio assoluto.
La sala di comando era la sua stanza e la sedia del capitano, ormai morto, il suo trono.
Solo una volta sono riuscito a vedere come l’aveva sistemata...e me ne sono subito pentito.
Nella stanza ho trovato:
Quattro nasi, alcune ossa umane, otto teste di donna come decorazioni, il cadavere di una delle sue vittime appeso a testa in giù decapitato e sventrato, calotte craniche usate come ciotole, due teschi, una mantello nero fatto con pelle umana e un cuore.
I muri erano piene di frasi e parole scritte con il sangue come “non puoi scappare” oppure “ti ho trovato”.
Ma la più agghiacciante era la frase scritta sul muro proprio dietro al suo trono:
“IO SONO DIO”.



Per fortuna, sono riuscito ad uscire dalla sala prima che lui mi vedesse.
Non so fino a quanto mi terrà in vita.
Spero solo di non fare la stessa fine di mio fratello, John.
E’ molto difficile credere che un mostro del genere esista ma, soprattutto, che sia così malvagio.
Ho sentito dire che un tempo quella creatura era un grande eroe, pronto sempre ad aiutare chi ne aveva bisogno, molto coraggioso, sempre in cerca di avventure e con molti amici.
Vorrei tanto averlo conosciuto in una situazione diversa da questa.
Ora il suo unico amico è il suo coltello, sempre pieno di sangue e carne umana.
Non ho idea di come sia l’inferno, ma penso che non sia tanto diverso da questo.
Le poche volte che gli rivolgiamo la parola, non dobbiamo mai azzardarci a chiamarlo Sonic ma con nomi come “padrone”, “maestro” oppure “Dio”.
Chi non rispetta questa regola, viene frustato a morte.
Pochi giorni fa, i miei genitori sono stati sacrificati in suo onore e la mia sorellina è stata divorata.
Ho provato a implorarlo e a supplicarlo di risparmiarli e di prendere me al loro posto ma sembrava quasi come se non mi sentisse.
Dopo averli uccisi, mi disse una frase che mi fece gelare il sangue.
“Stai tranquillo, una volta che avrò trovato qualcuno disposto a sostituirti, e lo troverò, potrai riunirti alla tua famiglia, questa volta per sempre”.
Da quella frase capii che presto, molto presto, mi avrebbe ucciso.
Non ce la faccio più.
Ogni giorno vivo con la paura di essere ucciso e mutilato da quel pazzo.
Ma lui sa che così mi farebbe soltanto un favore, quindi sicuramente cercherà di uccidermi il più lentamente e dolorosamente possibile.
E se è affamato...potrebbe anche mangiarmi.
No, io non diventerò il suo pasto !
C’è solo una strada da prendere.
So che è da vigliacchi, ma non intendo morire facendomi uccidere come un animale !
Davanti a me c’è una pistola e un proiettile.
Finalmente potrò andarmene di qui e rivedere la mia famiglia.
Addio.
 
BANG !


 
  
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