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Autore: MoiV    22/04/2014    7 recensioni
CIAO A TUTTI! questa ff è nata da una specie di sogno che mi è piaciuto e ho deciso di sviluppare per creare questa storia, spero vi piaccia. Vi chiedo solo una cosa: recensite, una parola, una frase, una critica va bene, ma perfavore lasciate un commento perché ne ho bisogno.
Dal primo capitolo:
- A dire il vero quella che ne ha più bisogno sei tu -. Lei si gira di scatto e a quanto pare è sorpresa quanto me dalle mie parole, che tento subito di rimangiare chiedendole scusa a testa china. Ma sono costretta a rialzarla quando sento una mano stamparsi sulla mia guancia sinistra, dove i miei globuli rossi si vanno ad accumulare.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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WHEN YOU HAVE EVERYTHING, YOU HAVE EVERYTHING TO LOSE
 
 
 
- Marck, allora: cosa ci dici a proposito della... - Driiiiin!! - Beh andate pure ragazzi. Buona giornata. - disse fredda la professoressa, congedando l'intera classe. Certo però che non è giusto: ancora una volta quel tipo è stato salvato dalla campanella...giuro che la prossima volta gli scaglierò contro la maledizione 'cruciatus'! Se solo potessi usufruire della magia, sarebbe fantastico! Invece no. Il destino ha deciso che io fossi una babbana come tante e che dovessi frequentare una scuola noiosa e soprattutto non magica. Che tristezza.
Devo però riconoscere che sono più fortunata di molte altre ragazze soprattutto per via della mia salute e dei miei studi. Mia madre dice sempre che quando hai un'opportunità devi coglierla e sfruttarla al meglio perchè potrebbe non ricapitarti più. Inoltre frequentare un liceo abbastanza prestigioso in una bella città dell'America non è cosa da poco; appunto per questo mi ritengo una ragazza fortunata. Ottenere un posto qui non è stato facile in particolare per il costo. Mi sono trasferita da poco a Nashville e anche se già mi sembra fantastica non posso dire di conoscerla del tutto. Vivo in un piccolo appartamento in un palazzo poco dopo il centro della città, che nonostante possa sembrare deprimente non lo è affatto. Anzi lo preferisco rispetto al trambusto del centro e mi sembra quasi di tornare al clima della mia vecchia casa. Infatti fino a tre settimane fa vivevo ancora in quella stretta e accogliente casa di Roma, la capitale italiana. L'Italia è un paese meraviglioso e ancor di più quella città, e anche se è stata dura lasciare tutto e tutti sono contenta della scelta che ho fatto. La scuola liceale che frequentavo ha dato l'opportunità di passare il penultimo anno all'estero a patto che le famiglie dessero un concreto contributo alle spese. Io ho sempre ammirato l'America così come l'Italia, e avrei scelto  l'Inghilterra se tutti i posti non fossero già stati occupati.
Comunque adesso sono qui, nel corridoio della Golt Hight School in cerca delle mie compagne di classe con cui vorrei stringere amicizia, ma non credo di poter instaurare un rapporto come quello che avevo con la mia migliore amica o almeno con i miei vecchi compagni di scuola. - Ehi ciao. Voi che fate adesso? Andate a mangiare da qualche parte? - chiedo sorridendo. - E tu saresti? - risponde la ragazza davanti a me, con un'aria alquanto scocciata. - Ellie. Sto in classe con voi e mi chiedevo se... - ma vengo interrotta dalla bionda qui presente che conclude la mia frase estorcendola completamente: - Potevo donarti qualche spicciolo per rifarti il guardaroba? Mi dispiace ma anche se ne avresti bisogno io non butto il mio denaro -. La mia faccia deve essere abbastanza ridicola perchè le tre ragazze dietro a lei mi ridono contro mentre lei mi guarda con espressione soddisfatta. Io però mi sento offesa e mentre stanno per girare i tacchi la mia voce si libera da sola senza che nessuno le dia il permesso: - A dire il vero quella che ne ha più bisogno sei tu -. Lei si gira di scatto e a quanto pare è sorpresa quanto me dalle mie parole, che tento subito di rimangiare chiedendole scusa a testa china. Ma sono costretta a rialzarla quando sento una mano stamparsi sulla mia guancia sinistra, dove i miei globuli rossi si vanno ad accumulare.
Immediatamente mi paralizzo: non mi aspettavo una risposta del genere! E mentre il mio cervello elabora come reagire, la ragazza che mi sta davanti inizia a parlarmi contro, furiosa: - Ma chi ti credi di essere eh? Solo perchè hai delle borse firmate che ti salvano l'aspetto credi di poter insultarmi?! Ma guardati: sei brutta, grassa e non hai stile nel vestirti tanto che devi buttarti sulla bellezza delle borse o delle collane per sembrare accettabile! Tu non sei niente e nessuno ti considera! Sì piangi pure, ma poi non venire da noi perchè noi quelle come te non ce le filiamo e mi pare anche che non l'abbia fatto nessuno finora! -.
Sì: stavo piangendo. Singhiozzi soffocati che mi davano più calore di quanto ne avessi guadagnato in quella settimana da quando ero arrivata, e nonostante avessi tentato di non apparire debole algli insulti a parole questo non era possibile, perchè a volte le parole sono più dolorose delle mani, soprattutto se pensi siano vere. La bionda però non ne pareva convinta e mi colpì una seconda volta non come aveva fatto durante il discorso, spingendomi contro il muro, ma tirandomi un calcio con i piedi. Uno, due, tre calci con i tacchi, che tralaltro facevano più male del normale. Io intanto mi piegavo, e non dalle risate come avevo sperato, ma dai suoi pugni che mi erano andati contro lo stomaco.
Evidentemente le mie parole l'hanno offesa molto, tanto che va avanti così per qualche secondo finchè si ferma e mi strappa la borsa dalla spalla, su cui le sue unghie ben curate lasciano, involontariamente credo, un piccolo graffio. - Vediamo un po' cosa c'è qui - dice rovistando nella borsa ancora arrabbiata, mentre le altre dietro sono immobilizzate, forse sciocchate dalla reazione della loro amica. Questa però continua e butta fuori tutto ciò che contiene la borsa elencandone i nomi. Allora io mi faccio coraggio e raggruppo tutte le forze rimanenti per alzarmi e rimpadronirmi della borsa, ma vengo respinta da una gomitata al petto che mi rispedisce contro il muro, facendomi sfuggire un gemito di dolore. - Sta zitta! - mi ammunisce lei quasi urlando, tanto che sento qualcuno dire: - Ehi - seguito dal rumore di un avvicinamento. Infatti i passi si fanno sempre più veloci ma non riesco a sporgermi per vedere chi sia perchè la bionda mi rispinge al muro, lascia cadere la borsa e se ne va seguita dalle altre; ma prima di scomparire mi fissa disgustata e sbotta: - Sfigata! -.
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CIAO A TUTTI!!!!!!
Come vi ho detto nell'introduzione questa ff è nata da una specie di sogno che ho deciso di sviluppare dato che mi piaceva...e spero vi sia piaciuto. se siete arrivati fino a qui vi prego di recensire anche con poche parole, ma vi prego lasciate un commento perchè mi è molto utile e aggiungerei necessario.
detto questo ringrazio tutti: da coloro che mi sostengono e recensiscono oppure ancora meglio seguono, ai lettori silenziosi.
al prossimo capitolo!!
MoiV
 
  
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