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Autore: Tempie90    22/04/2014    1 recensioni
AU tradotta dal sito di FF fanfiction.net, è un'esperimento che abbiamo deciso di fare io e anitagaia.
La storia parla di una Beckett ancora novellina facente parte della Vice squad del 12° distretto, ovviamente le modalità in cui conosce Castle sono altre! XD
Speriamo vi piaccia e abbiate la pazienza di leggere i nostri aggiornamenti!
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Due capitoli a tempo di record! XD Ringraziamo Anita che nonostante qualche problema di salute è riuscita a tradurre, più o meno in tempo! Abbuonateci questo lunedì visto che era Pasquetta XD
Capitolo 'tranquillo' per i nostri cuori ma non per quelli dei due tontoloni che adesso cominciano a scafazzarla una dietro l'altra. Che nervi!
Buona lettura e alla prossima settimana! =)

 


                              Capitolo 14


La porta dell'appartamento si chiuse con un leggero tonfo, e Martha alzò gli occhi dal copione che stava leggendo. Erano solo le undici, e si aspettava che il figlio tornasse a casa più tardi.

Nonostante tutto, eccolo lì, che si toglieva il cappotto mentre le si avvicinava, il suo viso stanco, le spalle incurvate. La vera immagine dello scoraggiamento.

“Beh, tesoro. Sembra che la sera non sia andata proprio bene.”

Fece un profondo sospiro e poggiandosi affianco a lei alla cucina, una mano che copriva metà del viso.

“No, non esattamente.”

“Ora, ora, Richard. Che è successo? La ragazza ha provato a leggere uno dei tuoi libri e ha capito che non sei uno Shakespeare?”

“Oh, molto divertente, mamma,” disse, stringendo gli occhi minacciosamente, ma Martha poteva sentire una vera delusione nella sua voce che la intrigava. “No, a dire il vero,” continuò lui, con uno strano misto di trionfo e tristezza. “adora i miei libri.”

Hm. quello era interessante.

“Beh, cosa è andato storto allora?” chiese l'attrice, mantenendo il suo tono leggero e il più indifferente possibile. “sembrava che fosse perfetta per te.”

Suo figlio sospirò di nuovo, ma i suoi occhi blu persero la concentrazione, la bocca che si incurvava in un piccolo e desideroso sorriso. Sembrava che, chiunque fosse quella misteriosa donna, lui ne era veramente invaghito.

Martha da una parte ne era eccitata ma dell'altra aveva paura; Richard aveva una intera storia che mostrava che non sapesse scegliere molto per sé.

Non ne aveva proprio idea da chi avesse preso quel terribile gusto.

“Più o meno lo è,” sussurrò, parlando più a se stesso che con lei. “Non perfetta, ma...” la sua voce si affievolì, il suo viso pensieroso, che vedeva cose che lei non poteva. E poi scosse la testa.

“Non lo so, mamma.” premette i palmi contro gli occhi, grugnendo; ma era impossibile che Martha lasciasse perdere adesso.

“Ti piace,” osservò, le sue labbra che si incurvarono in un sorriso. “Ammettilo, figliolo”

Riposò i gomiti sull'isola della cucina, e prese un lungo respiro prima di guardarla di nuovo. “Si. Mi piace davvero.”

“Oh, non c'è bisogno di essere così distrutti, Richard. Andiamo. È una buona cosa! Dimmi, principessa, quando hai lasciato che il tuo cuore scegliesse l'ultima volta?” cantò con uno sguardo accigliato.

Quello lo fece davvero ridere, almeno.

“Aladdin, davvero?”

“A volte bisogna andare oltre i musical di Broadway per trovare la giusta canzone, tesoro. Inoltre, Aladdin è un bellissimo film. Con una buona musica, dei dialoghi intelligenti-”

“Ma lo sai con chi stai parlando, vero?”

Lei sorrise consapevole. “E tu lo sai che non è finita qui la conversazione.”

Gli angoli della sua bocca si incurvarono all'ingiù, ma non era lo stesso scoraggiamento drammatico di prima, solo una più seria e misurata preoccupazione.

“Ha... dei problemi, mamma.”

“Anche tu,” gli rispose Martha, alzando un sopracciglio.

Forzò una risata. “Eh. Penso di si.”

“Quindi che cosa ti trattiene?” chiese, perché conosceva suo figlio. Ci doveva essere qualcosa di più che solo “problemi”.

Scese dallo sgabello, e per un secondo l'attrice si chiese se quello era il suo segnale per indicare che la conversazione era finita; ma andò solo all'armadietto per prendere due bicchieri, e poi prese da sotto il lavandino uno Scotch.

Ne versò ad entrambi una piccola dose, e poi ne prese un bicchiere.

“Niente di meglio che dello Scotch in cui affogare i tuoi dispiaceri, huh.” Commentò mentre ne prendeva un sorso lei stessa.

Lui fece una risata asciutta. “Berrò a questo” disse, e poi fece tintinnare i bicchieri insieme prima di buttare giù tutto il liquido.

Martha lo guardò in silenzio per un momento. Lo si poteva spingere fino a un certo punto; il resto lo doveva fare da sé, fare la giusta decisione di condividere. L'aveva imparato molto tempo fa.

Ma suo figlio poteva essere così testardo.

“È giovane,” ammise lui dopo un po'. “È... molto giovane.”

“Quanto giovane?”

Agitò il bicchiere nella sua mano. “Ventiquattro anni.”

Lasciò che l'informazione le entrasse dentro, esaminando le possibili conseguenze. Ventiquattro anni, era davvero giovane, vero, ma non era neanche un distacco così irraggiungibile- dipendeva dall'altra persona della relazione.

“E?”

I suoi occhi blu si sollevarono per guardarla, un po' turbato. “Non è sufficiente?”

“Abbastanza da farti dubitare, forse,” rispose sua madre. “Ma non abbastanza da fermarti. O mi sbaglio?”

Strinse le labbra e poggiò il bicchiere sul tavolo. “Lei è... nel mezzo di qualcosa.”

“Vuoi dire che ha un fidanzato?”

“No!” la guardò indignato. “Mamma. Non lo farei mai.”

Martha alzò le mani per arrendersi e scusarsi allo stesso tempo. “Scusami. È solo che- queste parole mi evocano certi ricordi. Ma avrei dovuto saperlo.”

 Borbottò qualcosa, perdonandola. “Ha solo qualche problema personale che deve affrontare, e ha... reso molto chiaro che non vuole che io mi immischi”

“E tu vuoi immischiarti?”

Scrollò le spalle, quasi come un bambino.

Poi l'attrice continuò. “Com'è lei?” chiese alla fine, curiosa.

Suo figlio sorrise, riluttante all'inizio, ma mano a mano sempre più genuino mentre parlava. “è... intelligente. E sexy. E può essere anche molto divertente- ti piacerebbe. Ha un senso dell'humor molto asciutto.” Poggiò la testa all'indietro, guardando pensosamente. “è molto riservata, ma allo stesso tempo c'è... un' innocenza in lei, un' apertura, quando abbassa la guardia. È bellissima, davvero.”

Beh. Martha strinse le labbra, e dovette inghiottire l'emozione di sorpresa che le saliva in gola.

“Richard,” disse, provando ad essere gentile, sapendo che la sua voce sembrava senza respiro come lo era davvero. “Ne sei innamorato?”

La guardò, come un ragazzino preso a fare qualcosa di sbagliato, un'espressione che non gli aveva visto fare da molti anni- forse da quando le aveva detto che Meredith era incinta.

“Non lo so, mamma,” rispose tranquillamente, ma anche quella confessione era sufficiente.



Lanie Parish prese il suo cocktail e guardò il liquido arancione- rossiccio che c'era dentro. Aveva ordinato un sex on the beach- forse l'unico che poteva avere in tutta la settimana- e fece un piccolo sospiro prima di alzare lo sguardo, gli occhi che fissavano l'entrata del bar. Ancora nessun segno della sua amica.

Non era da Beckett essere in ritardo.

Prese un sorso del suo drink e chiuse gli occhi per il piacere, il sapore dolce della frutta mascherato per un momento dal sapore tagliente dell'alcol sulla sua lingua.

Perfetto.

“Scusa, sono in ritardo,” disse una voce familiare, e Lanie aprì gli occhi per vedere Kate Beckett che si infilava nel lato opposto del tavolino, i suoi occhi guardinghi, i suoi capelli scombussolati.

“Giornata lunga?”

“Si. Montgomery mi ha fermata mentre stavo uscendo, voleva discutere della mia richiesta per diventare Detective. Igh. Non ne voglio neanche parlare.”

La sua amica annuì compassionevolmente. “Cosa vuoi bere?”

Kate si morse il labbro, e afferrò il menu, gettando un' occhiata al bicchiere che era già sul tavolo. “Tu cosa hai preso?”

“Sex on the beach, tesoro. Sentiti libera di ordinare la stessa cosa se ne hai bisogno come ne ho io.”

Kate rimase sospettosamente zitta, i suoi occhi che ritornavano alla lista dei drink senza aggiungere un altro commento, e Lanie piegò la testa da un lato, improvvisamente interessata.

“Non mi stai dicendo qualcosa, ragazza?”

Si, quella piccola arricciatura delle labbra era l'equivalente di un arrossire di Beckett. Lanie lo sapeva.

Bene, bene, bene.

“Onestamente, se stai facendo sesso e non me lo fai neanche sapere, non sei l'amica che pensavo fossi, Kate Beckett. Hai qualche idea da quanto tempo non porto un ragazzo a casa? Quando non sono disgustati dall'odore, quando non capiscono nemmeno perché voglio fare questo lavoro, e quando provo a non menzionare-”

“Lanie. È finita, ok?” tagliò corto Kate. “è- non era niente. O te l'avrei detto.”

“Oh, tesoro, non provarci nemmeno. Come se tu mi diresti mai qualcosa volontariamente. Va bene, lo sai; non mi dispiace ricavare con la forza informazioni da te. Quindi adesso ordinerò prima di tutto un drink per te, ma ti dico, Beckett: dopo di quello, è tempo di condividere. Tieniti pronta.”

Lanie  vide l'accenno di un sorriso sulle labbra dell'amica mentre si alzava dalla sedia, e sentì il calore dell'orgoglio che le si espandeva nel petto. Kate Beckett non rideva abbastanza secondo l'opinione della giovane ME.

Oh, la ragazza sapeva come divertirsi. Lanie l'aveva vista ballare e flirtare, aveva visto il modo in cui gli uomini sbavano appreso alle gambe di Kate e ai suoi occhi dolci- ma le occasioni erano troppo poche e distanti fra loro, e Beckett era sempre troppo seria su tutto, sulla sua vita, sul lavoro.

La faceva soffrire il modo in cui la morte della madre aveva portato via la giovinezza della sua amica. Non che avesse conosciuto Kate Beckett prima che venisse a lavorare al Dodicesimo, no, ma nonostante tutto- il medico legale poteva dire che era così.

Nei rari momenti in cui Kate si permetteva di lasciarsi andare, di liberare un po' di quel controllo, Lanie aveva potuto vedere che c'era molto di più in quella ragazza che del solo poliziotto testardo che rimaneva al distretto dopo che tutti se ne erano andati, e lavorava da sola giorno e notte.

E desiderava che lei non fosse l'unica a vedere oltre la conchiglia di Beckett.


Lanie tornò qualche momento dopo con un Screwdriver; Kate aveva confessato una volta che lei era piuttosto imparziale alla vodka, e ovviamente l'informazione era stata conservata. Sorrise e ringraziò l'amica, il liquido che si mosse leggermente mentre le sue mani afferravano il bicchiere.

Lanie si sedette di nuovo, e alzò il bicchiere e un sopracciglio. “Alle donne forti e indipendenti,” fece l'augurio.

Kate ridacchiò. “A noi.”

Prese un sorso del cocktail, e lentamente lo lasciò scivolare nella sua gola, sapendo bene che questo sarebbe stato il suo ultimo momento di pace.

E infatti-

“Allora, il nostro uomo misterioso,” iniziò Lanie con occhi inquisitori. “Dove l'hai incontrato?”

Ha. domanda interessante.

“In uno squallido club,” rispose Kate sinceramente, solo per vedere l'espressione che avrebbe fatto la sua amica. “dove stavo lavorando sotto copertura.”

Lanie la guardò un po' dubitante. “Ragazza, già non mi piace questa storia.”

Beckett si lasciò scappare una breve risata. “Non ti preoccupare. Lui non è- è uno scrittore. Stava lì solo per... alcune ricerche.”

“Oh, tesoro. Non dirmi che ti sei bevuta quella scusa.”

“Beh, sai. Dato che ho già tutti i suoi libri-”

Lanie si strozzò con il suo drink. “Tu cosa? Aspetta un minuto. Lo conosco?”

Kate non riuscì a trattenere un sorriso. “Probabilmente. Forse puoi aver anche detto che lui ha un talento particolare per i dettagli per le scene di morte-”

“Santa- vai a letto con Richard Castle?!” la voce di Lanie si alzò abbastanza da attirare l'attenzione di tutte le persone limitrofe; Kate la guardò torva.

“E mi piacerebbe che rimanesse fra noi,” disse in fretta a bassa voce, sentendo le guance e il collo arrossirsi .

Lanie la fissò per un minuto, poi scosse la testa. “Ti stai prendendo gioco di me.”

“Perchè?” Kate strinse il bicchiere nella mano. “non riesci a credere che un ragazzo come lui possa innamorarsi di una come me?”

“Oh, tesoro, per favore. Qualsiasi uomo normale e sano di mente andrebbe appresso al tuo culo magro. Solo non riesco a credere che tu ti sei fatta-” poi abbassò la voce “Richard Castle, e non me l'hai detto.”

Beckett abbassò gli occhi, quasi incolpa. “È... successo e basta”

“È successo e basta? Kate.”

cos'altro poteva dire? Era l'anniversario della morte di mia madre e avevo bisogno di una distrazione?

“Ok,” disse Lanie di fronte al suo silenzio. “Beh. Come è stato?”

Gli occhi di Kate si rialzarono velocemente per fissare la sua amica. “Cosa?”

“Come è stato-” e la sua amica abbassò di nuovo la voce “-il sesso? Andiamo, ragazza mia, mi devi dare qualcosa qui. Non puoi semplicemente dire che sei andata a letto con Richard Castle e poi lasciarmi in sospeso. Richard Castle! Non è tipo il tuo autore preferito?”

Si. Beckett sospirò, sconfitta. “È stato... bello. Molto bello”

Lanie roteò gli occhi. “Potresti essere un po' meno specifica per favore?”

“Beh, cosa vuoi sapere, Lanie?” sussurrò Kate, irritata. “che le sue mani sono così talentuose che non voglio che me le tolga mai di dosso? Che la sua bocca è... una specie di arma? Che è il miglior sesso che abbia mai fatto?”

Lanie sogghignò soddisfatta. “Qualcosa di simile, si”

Grande. Adesso le guance di Beckett stavano bruciando. “Si, beh. È così”

“E allora perchè stiamo parlando al passato adesso? Mi sembra che dovresti continuare a frequentare il ragazzo,” disse la sua amica con un grazioso arco del sopracciglio.

Kate prese una lunga sorsata dal cocktail, lasciando che la vodka la riscaldasse.

“Non è... così. Voglio dire, si, lui è divertente, e...” aggrottò la fronte, cercando di trovare le parole giuste, “e più o meno piacevole, amorevole- in un suo certo modo- ma è più grande, Lanie, e ha una bambina, e lui è... in un posto diverso rispetto a dove sono io ora.”

“Mi stai dicendo che è stato un errore, ragazza?”

Un errore? Ricordava il tocco gentile delle sue dita, lo sguardo infuocato nei suoi occhi, e scosse la testa fermamente. “No, non un errore. Solo- non destinato a durare.”

La sua amica la guardò furbescamente, le labbra che formavano un sorriso.

“E allora quanto è durato, esattamente?”

Dannazione a Lanie e le sue troppo intelligenti domande.

“Non lo so,” mentì Beckett.

“Kate Beckett.”

Merda.
Lanie non l'avrebbe lasciata in pace, non importava ciò che dicesse.

“Due settimane.”  Borbottò lei riluttante. Sembrava un tempo così ridicolamente breve- due settimane- e nonostante tutto sembrava allo stesso tempo infinitamente lungo.

“Due settimane.” Echeggiò Lanie, come se stesse gustando le parole sulla lingua. “E quante volte vi siete visti?”

Lanie aveva perso la sua più grande possibilità; sarebbe stata un'eccellente poliziotta. “Cinque volte,” ammise Kate sofficemente. Non aveva senso fermarsi ora.

Cinque volte. Non poteva mancargli, vero?

Il medico legale grugnì contemplativamente, e ciò fece innervosire Kate. “Che c'è?”

“Cinque volte non mi sembra proprio un errore, tesoro. Cinque volte è- tornavi per una ragione. E sai cos'è, che tu lo voglia ammettere o meno.”

Si- il sesso. Ma qualcosa tratteneva Beckett dal dirlo ad alta voce, la tratteneva dal considerare Castle come un semplice oggetto. Era più di quello.

Ma lei non-

“Non ho spazio per lui nella mia vita, Lanie.” Si trovò a dire, usando la verità come scudo.

La sua amica scrollò le spalle. “E allora crealo”

“Non è così semplice.”

“Certo che lo è. Kate, ascoltami.” Lanie si sporse in avanti, i suoi occhi scuri seri e decisi. “Non sto dicendo che dovresti avere una relazione con il tipo- cavolo, neanche lo conosco. Ma se ti piace? Se ti fa sentire diversa in qualche modo? Allora si, certo. Dovresti lasciarti andare a questa avventura.”

“Non posso.”

“No. Ho sentito tutte le tue scuse. E si, forse è vero, forse non sei pronta, e forse dovresti dedicare tutto il tuo tempo al lavoro. Ma forse no, non lo scoprirai mai se non provi. Lo so che quella cosa con tua madre ti perseguita ancora-”

Quella cosa con sua madre?

“È stata assassinata, Lanie.” Si arrabbiò Kate, sentendo tutto il nervosismo concentrarsi nel petto. “Assassinata.”

“Lo so, tesoro.” Disse poggiando una mano su quella di Kate gentilmente, e lei non aveva la forza di respingerla, non quando nei suoi occhi c'era tutta la comprensione di questo mondo.
“Lo so. Ma questo significa che non dovrai mai più avere una vita?”
  
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