Haymitch- svenuto- era steso sul tavolo con il solito coltello stretto in una mano e una bottiglia di liquore vuota vicino alla testa quando qualcuno bussò alla porta di casa in modo frenetico e insistente.
Non ricevendo nessuna risposta, l’intruso aprì la porta e zampettò fino alla cucina attraversando il salotto buio e lurido.
L’inconfondibile voce squillante di Effie lo svegliò in modo anche fin troppo brusco strappandolo via dal mondo ovattato dell’alcool.
-Contegno Haymitch, contegno- blaterò la donna in risposta alla reazione da pazzo furioso che da sempre accompagnava il risveglio dell’uomo.
Effie si guardò intorno - per quanto la fioca luce le permettesse- e poi tornò a puntare i suoi occhi luminosi sull’ubriacone che in quel momento faticava ad alzarsi dalla sedia.
Una smorfia si dipinse sul suo volto bianco di cipria.
-Andiamo, su! Vai a darti una sistemata- disse nel solito modo sbrigativo.
Haymitch, con la mente ancora offuscata dal liquore, rivolse un’occhiata carica d’astio alla donna.
-Perché dovrei?- sbottò irritato.
Lei assunse un espressione contemporaneamente sorpresa e infastidita.
-Non vorrai mica presentarti da Peeta e Katniss in questo stato?-
Lui cercò di concentrarsi per capire cosa dovesse andare a fare da quei due quel giorno,
poi si ricordò dell’invito gentile di Peeta a partecipare a un pranzo in casa Mellark (e delle occhiatacce di Katniss).
Sbuffò cercando anche di ricordare cosa lo aveva spinto ad accettare, ma senza successo.
-Loro sono abituati a vedermi in questo stato- ribadì imitando l’accento di Capitol City.
Lo sguardo di Effie, nonostante fosse nascosto dalla sua solita calma, lasciava intuire tutti gli insulti rivolti a Haymitch che le passavano per la testa.
-Ma i bambini no. Potresti anche spaventarli-
Ah già, quei due hanno tirato su anche due marmocchi
L’uomo sospirò affranto, poi si accorse dell’improbabile, seppur abituale per lei, aspetto di Effie.
Una parrucca lilla con dei piccoli fiori luminosi sparsi qua e là, strati e strati di trucco e un vestito formato da un corpetto viola e da un’enorme e voluminosa gonna di tulle su cui erano applicati i medesimi fiori dei capelli.
-E tu non dovresti spaventarli con quella roba addosso?- commentò Haymitch trattenendo un risolino.
-Questa è alta moda- rispose lei incrociando le braccia al petto.
-No, questo è un obbrobrio firmato Capitol City- il ghigno dell’uomo si trasformò in una sonora e scoordinata risata.
-Allora sentiamo, caro stilista, come avrei dovuto vestirmi?- chiese l’altra, ormai senza pazienza.
Haymitch fece finta di concentrarsi come se stesse valutando davvero quale capo d’abbigliamento sarebbe potuto calzare a pennello alla figura esile di fronte a lui.
Ma ben presto un sorrisetto gli si stampò in faccia e le parole che l’alcool gli impose gli sgorgarono dalle labbra.
-Io direi meno tulle e qualche zero in meno sul cartellino- detto questo, l’uomo barcollò fino a Effie e- nel suo stato confusionale- avvicinò le labbra al suo orecchio.
-E poi allenta il corsetto, dolcezza-
Sotto lo strato di trucco, le guance della donna si tinsero di rosso e un brivido le percorse la schiena.
Haymitch intanto aveva raggiunto le scale e si stava dirigendo al piano superiore per farsi un bagno, ma ad un certo punto si fermò- fulminato da un pensiero- e si girò rivolgendosi a Effie.
-Speriamo che quei mocciosi non tocchino tutto ciò che vedono- l’espressione di lei si fece confusa, in attesa di una spiegazione che arrivò pochi attimi dopo.
-Non mi piacerebbe se frugassero nella mia giacca e trovassero la mia fiaschetta-





Angolo Angy

Allora, questa è la prima fic che scrivo in questo fandom, quindi mi dispiace se farà schifo, ma ho fatto del mio meglio.
Amo Effie e Haymitch insieme quindi volevo onorare il mio sbarco qui con una O-S dedicata a loro ^^
Grazie a chi ha letto e a chi ha intenzione di recensire =)
Ciao
Angy