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Autore: Lumos and Nox    22/04/2014    9 recensioni
Dronks| DracoxTonks| one-shot senza pretese| AU, Otherverse
Dal testo: "Tua madre ti ha raccontato non poche volte del ramo marcio della vostra famiglia. Ve ne è in ogni stirpe, e da voi è rappresentato dalla sorella (se così si può definire) di tua madre. Ha sposato un poveraccio, una feccia, e adesso lei e la sua famiglia sporca vivono rotolando nel fango. Hai sempre sorriso a questo pensiero. Solo il fango è degno di loro."
Genere: Angst, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Nimphadora Tonks
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Contesto generale/vago
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Fango e Capelli Rosa


Tua madre ti ha raccontato non poche volte del ramo marcio della vostra famiglia. Ve ne è in ogni stirpe, e da voi è rappresentato dalla sorella (se così si può definire) di tua madre. Ha sposato un poveraccio, una feccia, e adesso lei e la sua famiglia sporca vivono rotolando nel fango. Hai sempre sorriso a questo pensiero. Solo il fango è degno di loro.
Vedi per la prima volta la figlia di tua "zia" quando hai sei anni. Stai andando ad un negozio importante, tua madre attaccata al tuo braccio, quando vedi comparire dalla folla di Londra una strana capigliatura, di un colore che tua madre non avrebbe ammesso nemmeno davanti alla porta di casa. Uno scandaloso rosa shocking che fa a pugni-almeno a detta di tua madre- con gli abiti strappati qua e là, che assomigliano ai vestiti che vedi indossare dai ragazzini ribelli nei cartoni. Tua madre storge il naso mentre la ragazza sorride, e ti trascina dentro il negozio senza degnarla di uno sguardo.
Hai 12 anni e quei capelli ti si sono talmente impressi a fuoco nella testa, che quando rivedi quel colore, la riconosci subito. Ha 25 anni e, come hai saputo dal discorso sprezzante di tuo padre, è appena entrata nel corso di polizia. Una come lei nella polizia. Ridi, guardandola parlare del discorso di autodifesa con il preside della tua scuola, mentre inciampa nei gradini delle scale, i capelli rosa al vento.
Rivedi quel rosa tre anni dopo. Hai 15 anni e ti ritrovi quei capelli davanti alla porta di casa. Tua madre farà un'infarto a vedere quella feccia ad insozzarle il parquet. Ha il viso bagnato, e all'inizio sogghigni pensando che sia caduta di faccia sull'erba fresca del giardino, ma poi ti accorgi che sono lacrime. I tuoi genitori non la fanno entrare, non cadrebbero mai così in basso, ma la senti lo stesso comunicare loro-comunicare voi-che Sirius Black, cugino-feccia-di tua madre, è morto durante una sparatoria, e il funerale sarà giovedì prossimo. I capelli rosa sembrano quasi cambiare colore, diventare più scuri, alla penombra di questa notizia. Spariscono prima che tu possa solo pensare di fare qualcosa. Ma cosa potresti fare, dopotutto, per del fango, della feccia come lei?
Li rivedi di nuovo fiammanti due anni dopo, hai 17 anni, e stai facendo una giornata da tirocinante all'ospedale, perché diventerai dottore, come lo è anche tuo padre e come vogliono e ti ripetono i tuoi genitori. Stai lavorando lì, quando ti vedi arrivare quei capelli rosa imbrattati di sangue. È stata solo coinvolta in una rissa, niente di grave, solo qualche livido e qualche culo spaccato a degli spacciatori. La senti dire così al primario del tuo reparto. Te ne stai in disparte, convinto che non ti abbia visto, ma appena termina la frase si volta a guardarti, lo stesso sorriso che ti aveva rivolto undici anni prima.
Rivedi quei capelli un anno esatto dopo, 18 anni appena compiuti. Ha saputo che ti hanno preso nell'ospedale, che sei uscito con il massimo dei voti, e, anziché mandarti una lettera con le congratulazioni come tutte le persone normali, è venuta a fartele di persona, in ospedale. Non c'è quasi nessuno, e i suoi capelli rosa rimbalzano come coriandoli sulle pareti bianche della sala-accoglienza. Non le permetteresti di abbracciarti, lei lo sa, ma in qualche modo, inciampando, riesce a stringerti la mano e a farti i complimenti. Tu hai l'impulso strano di non sputare su quella mano sudaticcia e morbida, ma, anzi, quasi ti..piace stringerla. Se i tuoi genitori lo sapessero, ti potrebbero dallo psicologo, e avrebbero ragione. D'un tratto si stacca velocemente e corre incontro a qualcuno dietro di te. Ti volti e non provi nemmeno a nascondere una smorfia di disgusto. Dovevi aspettartelo, lei è venuta a prendere il fidanzato, Lupin qualcosa, appena uscito da una brutta malattia. Dopotutto, le feccia rimangono con le feccie.
Allora, perché ti senti deluso?
Hai 18 anni e un mese, e vedi spesso quei capelli, perché lei è incinta (il solo pensiero ti fa ribrezzo) e viene spesso in ospedale per fare dei controlli. È feccia, degna solo del fango, come quel seme che porta in grembo, però non riesci a non rispondere, se pur seccato, al suo saluto e a non indugiare involontariamente osservando i suoi capelli e il suo viso a cuore.
Hai 18 anni e quattro mesi e chiaccheri (o meglio, ti limiti ad annuire di tanto in tanto mentre parla) spesso con lei, sebbene per te quei capelli rosa equivalgano sempre a della feccia, a del fango sulle tue scarpe. La osservi mentre chiacchera allegra della bravura di sua madre nelle faccende domestiche, della goffezza di suo padre, che l'ha trasmessa a lei. Parla, parla, parla, rischiando in cadere e urtando qua e là vari strumenti da analisi costati quanto un anno del suo stipendio. Parla e ti sorride e tu non riesci a far altro che ricambiare con un sorriso un po'arrogante, ma comunque genuino.
Hai 18 anni e sei mesi quando i suoi capelli rosa ti scoprono a piangere in una stanzetta vuota, lontano da tutti, semplicemente per la durezza della vita. Hai appena visto morire il tuo primo paziente e non riesci a capire perché la cosa ti abbia colpito così tanto. Sei dottore da almeno tre generazioni. Però piangi per il tuo paziente, per quell'uomo il cui nome ti è già sfuggito, per l'indifferenza dei tuoi colleghi alla sua morte, per la debolezza che stai dimostrando. Piangi e lei ti abbraccia e ti accarezza una guancia. Anche se è feccia, fango sul tuo camice, non riesci a spingerla via, e piangi sulla sua spalla. Ti solleva il morale la sua inettitudine, quando quasi casca a terra per offrirti un fazzoletto.
Hai 18 anni e sette mesi e quei capelli rosa sono sparsi su un cuscino di un letto della camera 17 del modulo s-7 dell'ospedale. Presto dovrà partorire. Partorirà un altro bambino feccia. Ti scopri con orrore a non riuscire più a paragonarla come un tempo alla feccia, e non sei sempre capace di toglierle gli occhi di dosso. Ti avvicini quasi involontariamente, come tempo prima quando le hai stretto la mano, a appoggi le tue labbra sulle sue, la baci mentre dorme. Non riusciresti in altro modo. Ti fai schifo da solo, ma ormai la tua adolescenza, il tuo cuore, li rivedi soltanto in lei. In lei puoi essere codardo quanto vuoi, quei capelli rosa non ti giudicheranno.
Hai 19 anni e quei capelli non li vedi più ormai. Lei è ritornata a casa mesi fa, con il suo bambino feccia e Lupin feccia che, hai saputo soltanto ieri, è da poco suo marito. Ti costringi a non pensare quasi mai a lei, né a quel colore e al suo sorriso. Ti sei convinto che il tuo è stato solo uno sciocco errore dovuto al trauma di quanto accaduto, il che è un po'strano, ma uno del tuo calibro si rialza sempre. Sei nato per stare in alto. Hai decisioni non sporcarti più con il fango.
Hai 19 anni, hai appena deciso di non cercare nemmeno per sbaglio quel colore (e, soprattutto, di non ripensare a quel bacio), quando i suoi capelli rosa ritornano prepotentemente nella tua vita, sopra una barrella portata in fretta e furia da un'ambulanza.
"Gravemente ferita in una sparatoria" recita la sua cartella clinica.
Due giorni dopo, la sua cartella è stata catalogata. È morta in quella stessa stanza 17.
Hai 19 anni e se fossi più coraggioso staresti gridando, ti staresti strappando i capelli, senza paura del giudizio altrui. Non riesci a smettere di fissare gli infermieri che spengono le macchine, che le staccano i vari tubi, lasciando i suoi capelli rosa come petali strappati ad un fiore sul cuscino bianco.
Hai 19 anni e pensi sempre a lei, al suo bambino e a Lupin (morto anche lui in quella sparatoria) come feccia, fango.
Con la sola differenza che quello stesso fango ora ricopre i suoi capelli rosa.
Sono sotto terra e non c'è più nulla a dimostrare che lei era feccia e aveva quel colore addosso, quel sorriso e quei vestiti da ribelle.
L'unica cosa che dimostra che è esistita è quella bianca lapide sopra quel fango.
Ti chini sulla lapide e tracci piano delle linee con un pennarello.
Ti scosti e osservi ancora la tomba. Il fiore rosa risalta come i suoi capelli sul suo cuscino.
Hai 19 anni e hai appena scoperto che anche dal fango, a volte, possono nascere dei fiori.



N.d.A (note della folle allo stato puro)
Ehilà! *saluta la stanza vuota*
Ok, so che fa pena, è addirittura tra cugini, ma Draco mi è parso sempre come un ragazzo molto solo, senza effettivi veri amici e con il pressante peso di soddisfare le aspettative che gli altri dovevano avere di lui: essere freddo, orgoglioso, stronzo e Mangiamorte. Tutto l'incontrario di Tonks, in pratica.
L'idea della coppia nasce dalla mia beta BlackLestrange4ever, che mi ha ispirato particolarmente con i suoi continui schizzi :)
Se non si e`capito, la storia si svolge in universo privo di magia, in cui Voldemort e la guerra sono sostituiti con i pericoli di una vita in lotta con la criminalita`.
Non so se i personaggi siano abbastanza IC, nel caso non lo siano, ditemelo così aggiungo subito l'avvertimento.
Siete autorizzati a tirarmi qualsiasi cosa ci sia nei paraggi, nonna e computer compresi. Sul serio, non fatevi scrupoli.
Recensioni sempre gradite, di qualsiasi genere :) sono come la cioccolata (paragone che ripeto sempre), lasciatene e Remus sarà fiero di voi e vi rimpinzerà con un sacco di materia cioccolatosa.
Baci
Nox
  
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