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Autore: Arielcips    17/07/2008    0 recensioni
Ispirata al trailer del film 'Caligola',questa storia immagina di ricostruire le vicende che portarono Cassio Cherea a congiurare contro il Cesare...Su un fondo di verità storica,l'immaginaria ricostruzione di due vite che un bivio separa per sempre... Personaggi:Cassio Cherea/Valerio Metello:protagonisti Caligola:antagonista Le donne:Marcella,Charis,Vezia,Brianna. Altri comprimari:Cassio,Metello,Decio,Fabrizio
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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La luna si specchiava misteriosa sull’acqua placida del golfo di Pirgy,in quella notte d’agosto dell’anno 750mo dalla fondazione dell’Urbe.

La cittadina dormiva da tempo.

Persino il porto,dove l’approdo delle navi cariche di merci sembrava non arrestarsi mai,pareva addormentato.

Nella villa dei Cassi però si vegliava.

Il padrone di casa camminava lentamente lungo il peristilio,le mani dietro la schiena,il passo pesante:Giunone Lacina gli aveva concesso quello che aveva sempre desiderato…Ma a che prezzo?

Di tanto in tanto l’aria era lacerata dalle grida della partoriente,all’interno della casa.

Quel tormento sembrava non dovesse finire mai…

I servi addetti all’accensione delle fiaccole si erano avvicendati già due volte…La terza vigilia di quella notte stava per passare…

A un tratto si avvertì uno scalpiccio di cavalli e una biga attraversò il viale al galoppo.

Ne scese,splendido nella sua corazza da ex console,nonostante gli anni fossero passati anche per lui,Publio Metello.

-Ave Caio Cassio…sono arrivato appena ho potuto…come va?-

-Ave a te, Metello…Non è ancora nato…-

Ecco di nuovo il grido,a squarciare il silenzio della notte.

Publio trasalì:

-Marcella sta soffrendo?...-

-Secondo natura…-rispose l’altro.

Entrambi furono riscossi dall’inconfondibile vagito di un neonato.

-Eccolo …- sillabò con orgoglio il nuovo venuto.

L’altro si limitò a guardarlo con i piccoli occhi aguzzi come spine.

-…ecco Cassio Cherea!-

Metello abbassò la testa.Una malinconia profonda gli invase il cuore.

-Separerai dunque il figlio dalla madre?-

-E’ il nostro patto…ricordi?...Del resto è Marcella che lo ha scelto:se vuole,può ancora restare in questa casa…-

-Sai bene che Marcella appartiene a me…come mio è il bambino che ti nasce…-

-No!...il primogenito sarà mio.Questo era il patto!-

Metello sospirò,volgendo gli occhi al larario.Chiedeva solo che la dea del parto limitasse le sofferenze della donna che amava e gliela restituisse sana e salva.

Avrebbe curato lui,poi,le ferite del cuore,con il suo amore…

In quella si avvertì ancora un grido e poi un secondo vagito.

I due uomini si guardarono,interrogativamente.

I nati erano due,non c’erano dubbi!

La nutrice sopraggiunse poco dopo,raggiante.

-Padrone…eccoli:due bei maschietti robusti…La sorte ti ha finalmente benedetto!-

Cassio rimase di spalle,senza guardare.Metello invece osservò entrambi gli involti candidi,rimanendo un po’ discosto.

-Chi è nato per ultimo?...-domandò sempre senza voltarsi l’anziano dominus.

-Questo…- rispose la nutrice,la vecchia Lydia,porgendoglielo.

-Posalo a terra,perché io possa riconoscerlo…-

Era la vecchia legge di Roma.

Lydia la conosceva poco,perché non erano nati molti figli liberi,in quella casa.

Comunque eseguì l’ordine.

Cassio si voltò:ai suoi piedi,che cominciava ad agitarsi per il duro contatto con la terra fredda,il neonato ricominciò a vagire.

Il vecchio patrizio si piegò e,senza un sorriso,sollevò la creatura in alto,al di sopra della sua testa:

-Riconosco il mio nato,l’erede della mia casata,Cassio Cherea…-

La nutrice ripetè il rito col secondogenito.

Ma Cassio non lo guardò neppure,volgendogli le spalle e allontanandosi verso i cubicula.

Metello era rimasto in silenzio ad osservare.Il patto era stato quello:a lui Marcella,a Cassio il figlio.

Ma i figli erano due…Il gesto di Cassio poteva significare una cosa sola:il secondogenito era suo…

Tremando per l’emozione,si chinò sull’involto.Il neonato all’interno aveva gli occhi aperti,ma non piangeva.Metello lo prese delicatamente tra le mani ,quindi lo sollevò:

-Riconosco mio figlio…-formulò a voce bassa- Valerio Metello!- quindi lo cinse tra le braccia,cullandolo amorevolmente.


  
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