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Autore: DanzaNelFuoco    23/04/2014    1 recensioni
Harry non sapeva esattamente quando aveva cominciato a difendere Luna. Non c'era un momento esatto in cui aveva cominciato a trovare Hermione estremamente fastidiosa nei momenti di estrema saccenteria. Non si era nemmeno accorto che a dargli fastidio era solo la arroganza dell'amica nei confronti della bionda Corvonero. Non si era nemmeno accorto che parlare di Luna era il suo sport preferito.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Luna Lovegood | Coppie: Harry/Luna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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I libri non raccontano sempre la verità.
 
"I libri non raccontano sempre la verità! Qualcuno ha scritto quei libri, è andato a cercare quei fatti! Pensa ai Thestral! Quasi nessuno li vede, prova a pensare cosa potrebbero aver detto di quello che li ha scoperti, prima di accorgersi che non erano invenzioni!"
"Ciò non toglie che NESSUNO ha mai visto i Gorgosprizzi!" ribatté Hermione stizzita.
Lei ed Harry stavano discutendo animatamente da dieci minuti buoni, mentre Ron fissava i riflessi del sole che si infrangevano sul lago apparentemente perso nei suoi pensieri.
"Luna li ha visti!"
"Andiamo, Harry, non dirai sul serio!"
"Solo perché qualcosa non è scritta nei libri non vuol dire che non esista!"
Hermione sbuffò, tornando a chinare il capo sul manuale di Difesa, mentre Harry, subdolamente, si ritrovò a canticchiare "un ingegno smisurato, per il mago è un dono grato".
"Cosa vorresti farmi capire con questo?" chiese dubbiosa la ragazza.
"Niente, mi chiedevo solo se ti ricordassi che lei è Corvonero. E tu no."
"Non è una garanzia." si ritrovò spalle al muro la ragazza.
Questa volta fu il turno di Harry di sbuffare, appoggiandosi al tronco dell'albero che faceva loro ombra.
 
Harry non sapeva esattamente quando aveva cominciato a difendere Luna. Non c'era un momento esatto in cui aveva cominciato a trovare Hermione estremamente fastidiosa nei momenti di estrema saccenteria. Non si era nemmeno accorto che a dargli fastidio era solo la arroganza dell'amica nei confronti della bionda Corvonero. Non si era nemmeno accorto che parlare di Luna era il suo sport preferito.
Questo fondamentalmente perché non aveva mai pensato a Luna come a nulla di più di un'amica.
Non pensava a come sarebbe stato bello spostarle le ciocche dei lunghi capelli dietro le orecchie o fissarla negli occhi con il volto a pochi centimetri dal suo. Non pensava a quanto sarebbe stato divertente andare alla ricerca di un ramo di vischio non infestato dai Nargilli o andare a pescare i Plimpi. Non pensava ad una cucina rotonda invasa dall'odore di torta di mele, con una ragazza folle ai fornelli e una miriade di bambini mori intorno a lei che gli sorrideva.
Non ci pensava. E se ci pensava rimuoveva il tutto dalla sua testa come se fossero pensieri impuri.
Non avrebbe mai pensato di portarsi a letto la ragazza, che continuava a vedere come una ragazzina nonostante avesse solo un anno in meno di lui, eppure le cose che si ostinava a non pensare gli parevano molto più insane di quest'ultimo proposito. Questo perché poteva dare la colpa all'attrazione fisica per l'ultimo, mentre tutti gli altri implicavano qualcosa di più profondo. Qualcosa che non poteva permettersi di provare.
Lui doveva stare con Ginny. Se lo aspettavano tutti. Se lo aspettava Ron e se lo aspettava Ginny.
Non voleva ferire la ragazza, le voleva bene, e di sicuro non poteva lasciarla, non dopo tutta la fatica fatta per convincere il fratello. Ci aveva tenuto veramente a stare con lei, si era trattenuto spesso dal dare in escandescenza per tutti i suoi fidanzati passati, ma adesso... adesso era noia e monotonia. Le voleva bene, ma era profonda quanto una pozzanghera e per di più riempita solo da dolore per il fratello e amore per lui. Luna invece era la Fossa delle Marianne. Non riusciva veramente a capirla, per quanto si sforzasse. Era un mistero, un indovinello. Avrebbe voluto dedicarsi a lei e all'enigma perpetuo che era la sua anima e la sua mente per il resto della sua vita. Si chiese se gliene sarebbe bastata una per scoprirla tutta.
Invece si costrinse a rimanere ancorato a Ginevra. Perché era questo che ci si aspettava da lui, esattamente come tutti si erano aspettati che li salvasse da Voldemort.
"Harry?" lo chiamò distrattamente una voce.
Il ragazzo sobbalzò e, voltandosi, si ritrovò davanti l'oggetto dei suoi pensieri.
"Oh. Ciao, Luna."
La ragazza gli passò un foglietto.
"La preside vuole parlarti. Ti spiacerebbe dopo aiutarmi?"
"No, certo che no. " si precipitò lui. "Di cosa hai bisogno?"
"Oh, avevo visto un Trittobillo e mi chiedevo se potessi aiutarmi a catturarlo, sai le sue piume sono molto utili in certe pozioni, inoltre se le incanti, tipo con l'incantesimo auto-inchiostrante, durano in eterno!" Le brillava una strana luce negli occhi, quasi follia, che Harry trovò estremamente incantevole.
"D'accordo, ma solo a patto che se lo catturiamo tu mi fornisca tre piume!"
La ragazza lo guardò con la sua solita espressione giocosa e annuì.
Dopo aver dato uno sguardo alla convocazione della preside e aver visto che era per quella sera dopo cena si offrì di andare subito.
"Potrei venire anche ora, ma devo portare questi libri in dormitorio." L'espressione della ragazza si intristì, pensando che fosse solo una scusa per non andare e fece per parlare e dire che non era importante, ma lui l'interruppe subito.
"Perché non mi accompagni fino alla torre e mi aspetti cinque minuti? Così andiamo insieme, altrimenti potrei passare tutto il pomeriggio a cercarti e non concluderemo niente."
Il sorriso della ragazza si ampliò. "Certo! Dopotutto sono Corvonero, la curiosità è il mio pane! Non ho mai visto la vostra torre nemmeno da fuori!"
Chiacchierarono del più e del meno per tutto il tragitto, mentre lui si sforzava di non guardarla. Cercava di non seguire la linea del suo profilo. Tentava di non fissare le sue labbra che si muovevano incessantemente anche quando non parlava. Provava a distogliere lo sguardo dai suoi occhi tutte le volte che i loro sguardi si incrociavano.
Improvvisamente si fermarono e si rese conto che ascoltando gli usi propedeutici delle piume Trittobillo era arrivato davanti alla torre. Sussurrò la parola d'ordine alla Signora Grassa ed entrò, lanciando un ultimo sguardo alla ragazza che lo avrebbe aspettato lì.
"Ciao, tesoro!" lo richiamò all'ordine la sua fidanzata.
Lui si chinò su di lei, seduta su una poltroncina e attorniata da un gruppo di piccole Grifondoro a cui stava dando lezioni di trucco, e la baciò su un guancia.
"Qualcosa non va?" chiese lei, stupita dalla poco calorosa accoglienza.
Harry la baciava sempre quando arrivava, molto profondamente. Ginny non lo sapeva, ma spesso, se il ragazzo aveva parlato con Luna prima, la baciava ancora più intensamente, nella speranza che il suo cervello recepisse che doveva essere innamorato di lei e non dell'altra. Questa volta invece, sapendo che la ragazza era la fuori ad aspettarlo, gli sembrò un tradimento baciare la rossa.
"No, no, tutto ok. Devo solo andare a posare questi libri di sopra."
"Senti, pensavo che, visto che c'è il sole, potremmo andare a fare una passeggiata in cortile, no?" chiese maliziosa la sua ragazza.
"Mi piacerebbe" mentì "ma ho promesso a Luna di aiutarla a cercare un Trittobillo."
Ginny inarcò un sopracciglio. "Dì che l'hai cercata, ma non l'hai trovata. Io la uso spesso come scusa."
"E non pensi che lei possa accorgersene e starci male?" Chiese trattenendo a stento l'ira.
"Oh, andiamo, lei è svitata. Penserà che io sia stata confusa da un Nargillo."
Harry celò una smorfia di disgusto e rispose:"Non posso, mi aspetta qui fuori."
Senza lasciarle opportunità di replica imboccò le scale del dormitorio, gettò alla rinfusa i libri sul letto e scese le scale di corsa. Diede un bacio sulle labbra a Ginny per non farla insospettire e prese la porta.
"Eccomi!" le disse appena il ritratto si fu chiuso alle sue spalle.
Insieme partirono alla ricerca del Trittobillo.
 
"Eccolo!" strillò Luna tutta eccitata, non appena udirono il suono della trappola scattare. Saltellò sul posto ed Harry non poté fare a meno di notare le lingue gambe della ragazza e i soffici capelli che si muovevano davanti al suo naso disperdendo un delizioso odore di frangipane. Stranito si chiese come facesse a conoscere il frangipane. Certo, fiore simile all'oleandro, ma non altrettanto velenoso. Glielo aveva fatto piantare la zia l'estate prima. Giusto per lei, fresco e dolce allo stesso tempo.
Corsero alla trappola e Luna ne fu entusiasta.
Harry invece titubava. "Non per smontare le tue aspettative Luna, ma quella è Edvige, la mia civetta."
"No! Non è una civetta!"
"Luna, ti assicuro che riconoscerei Edvige ovunque."
Luna sgranò gli occhi e lo abbracciò.
Il corpo di lui si tese. Ogni muscolo era in trazione, dolorante perché voleva rispondere all'abbraccio ma frenato dal suo stesso cervello.
Non puoi abbracciarla! Stai con Ginny! E lei è una delle sue migliori amiche! Si disse evitando di ricordarsi come la rossa la trattasse e cercando di nascondere il fatto che non volesse abbracciarla per non ritrovarsi a baciarla.
Non gli passò neanche per l'anticamera del cervello di chiedersi perché lei lo stesse abbracciando.
"Tu sei riuscito ad addomesticare un Trittobillo!" lo guardò ammirata. "È difficilissimo!"
Effettivamente Edvige non era molto affabile.
"Non sapevo fosse un Trittobillo." si strinse nelle spalle lui.
"Dal momento che è tuo, ti chiederò solo una penna. Posso?"
Harry annuì e di avvicinò alla trappola/gabbia.
"Edvige, ti prego perdonami." disse, poi le strappò una piuma.
La civetta si arruffò e gli beccò una mano. Harry gliela lasciò. Quando si fu formato un piccolo taglio da cui uscirono due gocce di sangue, la civetta sdegnosa considerò il padrone perdonato. Fu allora che Harry aprì la gabbia e la lasciò tornare in guferia.
"Eccoti la piuma." le disse porgendole il trofeo.
La ragazza però si precipitò sulla sua mano. "Sei ferito!" disse con voce stridula. "Non mi ricordo se il Trittobillo è velenoso!" disse rigirando la mano destra del ragazzo.
"Luna, sta tranquilla. Sono già stato beccato altre volte da Edvige." disse scostandole con l'altra mano una ciocca di capelli che contribuiva a creare una cortina che isolava il volto della ragazza.
Quando alzò lo sguardo si ritrovò a pochi centimetri dal volto del ragazzo che poté notare i suoi occhi velati dalle lacrime che si stava costringendo a ricacciare indietro, con abbastanza successo.
Il respiro di lei lambiva il collo del ragazzo, quello di lui la sua guancia. Sarebbe stato sufficiente un piccolo movimento e le loro labbra si sarebbero unite in ciò che sembrava l'unica cosa giusta da fare.
"Non mi sarei mai perdonata se ti avesse ucciso un mio capriccio." sussurrò lei, senza allegria.
Harry non riuscì a trattenersi. L'altruismo e la bontà di quella ragazza erano incredibili. Sottrasse la mano dalla presa della ragazza e la posò sulla sua nuca, poi l'attirò a sé e la baciò.
Improvvisamente tutta l'attenzione fu portata alle sue labbra e alla sua mano, i punti dove la sua pelle sfiorava quella di Luna. Avvertì la ragazza portare le braccia al suo collo, i muscoli contratti a cercare di cogliere un qualunque movimento della Corvonero.
Si staccò da lei e la guardò negli occhi, velati di colpevolezza.
"Ginny..." tentò lei di parlare, forse per dissuaderlo a rifarlo, ma Harry la interruppe.
"Penso di essermi innamorato di te."
Luna accettò la dichiarazione sorridendo.
"Anche io."
Il cuore di Harry cominciò a pompare il sangue molto più velocemente del normale.
Si abbassò su di lei e la baciò di nuovo.
Il resto del mondo non importava, c'era solo quel momento e lo spazio che occupava il corpo di Luna.
Fu per questo che non avvertì le voci che si avvicinavano.
Non vide Ron sbiancare ed Hermione portarsi una mano alla bocca, fermi in mezzo al corridoio e immobili come spaventapasseri.
Poi il colorito di Ron tornò più intenso e violaceo di prima, l'ira che prendeva il posto dello sgomento.
"Tu!" ruggì, attirando la sua attenzione.
I due si allontanarono di scatto, colti in flagrante.
Ron gli si avventò contro, tentando di colpirlo. Sembrava una furia impazzita.
Un pugno riuscì a raggiungere la mascella di Harry prima che Hermione intervenisse, facendo levitare via il rosso.
"Harry..." tentò un approccio.
"Statene fuori, parlerò io con Ginny."
Hermione annuì, mentre Ron tentava di divincolarsi all'immaginaria presa ferrea dell'aria.
Invece, nel tempo che Harry, accompagnato da Luna, impiegò per raggiungere l'infermeria, tutta Hogwarts ne venne a conoscenza.
 
  
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