Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Ricorda la storia  |      
Autore: stayherelou    23/04/2014    4 recensioni
«No.»gli dice, baciandolo a stampo, leggera «Sei solo un idiota.»
Ridono con la bocca, coi denti, col cuore e sopratutto con gli occhi che -lo sanno bene- non mentono mai.
E non si fanno promesse, non si dicono chiamami, tesoro!, non si giurano amore eterno o fedeltà in ogni circostanza, ma loro lo sanno, che questo non conta.
Si baciano ancora, poi ancora, e Luke prende la chitarra in spalla quando il Gate 5 del Sydney Airport proprio non lo può più aspettare.

[Luke/New Character] [2.6K words] [Con la piccolissima e specialissima partecipazione dei 1D, yay! :3]
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capelli biondo cenere
e lacrime che non scendono.



 

Le strade affollate di Sydney sembrano aprirsi un po', la dolce brezza del mare sembra in festa, perfino i raggi del sole entrano quasi prepotentemente dalle finestre socchiuse dell'aula.

Barbara fissa le lancette dell'orologio ovale e un po' ammaccato appeso troppo in alto in una parete troppo bianca, poi sospira e guarda velocemente fuori dalla finestra.

Finge indifferenza, prende appunti di storia e si accorge quasi con terrore che oggi anche le professoresse sembrano voler chiudere in fretta quei libri, che anche l'orologio ovale e sgangherato corra per raggiungere la fine delle lezioni.

Scuote la testa, senza accorgersene anche lei ha fretta, nonostante nello stesso momento non voglia far altro che rimanere su quella sedia, in quella stanza troppo bianca, da sola.

Ma tutto intorno a lei sembra ricordarle quella frase sentita diversi giorni prima alla tv, quella voce che ormai appartiene agli studi di registrazione, e quegli occhi stanchi, ma col mare calmo dentro:
«Torno a Sydney per un po'».

 

***

 

L'ultima ora è finalmente vicina alla conclusione e la possibile interrogazione di letteratura scampata le ha fatto tirare un sospiro di sollievo. L'unica cosa che ora Barbara vuole è tornare a casa, legarsi i capelli biondo cenere e poi cadere a peso morto sul letto.

 

***

 

Che fossero tornati, che fosse tornato, era una notizia ben conosciuta e chiaccherata da tutti, e che avrebbero trovato una mandria di ragazzine eccitate e urlanti era chiaro allo stesso modo, ma mai Barbara avrebbe pensato di vedere quella faccia sorridente e compiaciuta sulla sua professoressa di letteratura che -sgusciata fuori dalla classe qualche minuto prima della fine della lezione- già stava gesticolando e blaterando quasi compulsivamente qualcosa come Oh ma siamo così fieri, e così contenti di riaverla di nuovo qui.

Barbara ruota lentamente la testa verso la porta, ma l'unica cosa che nota sono dei capelli tirati su in una cresta quasi troppo alta. Il colore è biondo cenere.

 

***

 

Luke fa un sorriso tirato, le guance bucate da due perfette fossette gemelle, la lingua incastrata tra i denti di tanto i tanto, per simulare un divertimento che non c'è.

Avresti dovuto pensarci prima di tutte quelle F, vecchiaccia Vorrebbe rispondere alla donna davanti a lui che continua a blaterare su come sua nipote appena undicenne lo adori e di quanto sarebbe bello fargliela conoscere. Luke sgrana leggermente gli occhi -per stupore, pensa la prof.- perchè l'idea è la più terribile che gli sia stata mai prospettata davanti, ma comunque fa un sorriso di circostanza.

Ridacchia, poi, perchè quel Signora Hemmings, Lucas ha potenziale, ma non si applica. Sembra sempre su un altro pianeta. sembra lontano anni luce eppure ha nemmeno 18 anni e tutto ciò appartiene a nemmeno tre anni prima. Surreale.

La campanella suona e dopo qualche altra frase che Luke non si prende il disturbo di ascoltare davvero, la signorina Flarest lo saluta calorosamente e torna velocemente in classe. La sente urlare ai suoi alunni dicendo di segnare i compiti per domani, e a Luke un po' manca tutto questo ma alla fine -si dice- adora la sua vita, perchè ha tutto. O quasi.

Si passa una mano tra i capelli, biondo cenere,poi allunga qualche passo per il corridoio, allontanandosi dalle aule e le sue Vans nere gli fanno strada verso il teatro, poi la sala conferenze e infine lo slargo del primo piano, con le macchinette del caffe e qualche merendina che si trova lì da qualche mese.

Si ferma ad osservare tutto come fosse la prima volta e allo stesso tempo la millesima (cosa che probabilmente è) e a stento si accorge dei passi che gli si avvicinano, poi il lieve rumore di una borsa poggiata sul pavimento.

Nessun Hey, superstar oppure Grande, Hemmings! O ancora Ciao Luke, frequentavamo lo stesso corso, ricordi? Ma quello che sente, Lucas può giurarlo, sono le parole che ha sognato e aspettato (la maggior parte delle volte, forse, inconsciamente) «Bentornato a casa».

Luke si gira immediatamente con un sorriso dolce e quasi da ebete.

Ed è come un tuffo nell'oceano, lo sguardo in uno specchio, quelle parole che prendono finalmente forma e senso.

E' tornato a casa.

 

***

 

La segreteria della scuola è aperta fino alle 16 e Barbara e Luke devono ringraziare ciò, se ora non hanno paura di restare chiusi nell'edificio fino al giorno successivo.

La canottiera nera di Luke aderisce goffamente alla parete giallognola dell'aula, il sole gli riscalda la tempia destra, le mani quasi tremanti che stringono morbide guance rosa e scansano quei capelli biondo cenere così simili ai suoi.

Barbara non se lo ricorda, e Luke neppure, da quanto si stanno baciando, ma ogni secondo che passa lo vive a fondo, ne incide ogni sensazione nel cervello, ne assapora l'adrenalina e la felicità che, se avesse un sapore, per lei sarebbe decisamente quello delle labbra di Lucas.

Lingue che si accarezzano, si rincorrono e poi rallentano fino a staccarsi e labbra che si tuffano le une sulle altre senza esitazione, senza vergogna, lasciando piccoli e innocenti baci che durano un secondo nemmeno.

Si staccano per un paio di secondi, il tempo di fare un respiro profondo e nulla più, nessuna parola, nessuna lacrima, nessun gran discorso. Questo perchè, ne sono certi, baciandosi si stanno dicendo molte più cose.

Luke gonfia leggermente le guance appena arrossate, le labbra screpolate che sembrano essere una copia perfetta di quelle di Barbara, continuano a baciarsi, con le mani tra i capelli e i sorrisi tra le lingue.

In un bacio dove accarezzare la lingua di Barbara non gli basta più. Lucas muove rapidamente le braccia vicino a le sue cosce e la prende in braccio, alzandola e facendo aderire i loro petti, con i cuori che battono fortissimo e quasi rischiano di rompere le casse toraciche. E anche Barbara non può fare a meno di sentire quell'unione, quella connessione chimica che da troppo non provava, quella voglia di averlo ancora più vicino a se e di sentirlo, almeno per un po', solo e unicamente suo.

Un bacio più lungo e forte gli toglie il fiato, si staccano e le ballerine nere toccano terra dopo quelli che sono sembrati secoli, ma le braccia nivee e muscolose non intendono lasciarla andare via, così Luke la stringe, ancora più forte, mentre le mani piccole di Barbara gli accarezzano dolcemente il collo, senza mai però dividersi dietro ad esso.

E' alto, davvero alto, pensa con malinconia, quasi come se quello fosse l'unico particolare che davvero le avesse fatto notare tutti i molteplici cambiamenti in quegli anni.

«Va tutto bene.» Le sussura Luke, le labbra che tremano.

«Luke...» risponde solo lei, le mani intrecciate.

Con le carezze di Luke ancora tra il cuoio capelluto, Barbara sposta i suoi occhi azzurri verso la finestra, il sole ad entrare timidamente dai vetri sporchi, sente il rumore di un aereo che decolla.

Un'immagine che fa cadere il gelo, una lacrima che si concede di solcare la guancia morbida, dopo tanto tempo.

E rimangono così per minuti, forse una mezz'oretta, nessuna parola in più, prima del lieve rumore delle loro pelli che si dividono e la porta chiusa dietro di loro.

 

***

 

Le avevano ripetute così tante volte, quelle parole, che quasi non avevano più significato. Tour mondiale, concerti sold out, fans e contratti discografici.

E poi gli One Direction, dall'iPod della Apple alla loro sala prove, la tensione di quattro bambini che si scioglie quando Niall Horan fischia, seguito da un urlo di «Fantastici! Questo tour con voi sarà una bomba!» e Louis Tomlinson che gli batte il cinque e alza il pollice in direzione del biondino dagli occhi azzurri, le guance rosse e le fossette uguali a quelle di Harry Styles. E' fatta e non se ne rendono conto, hanno un esercito pronto a combattere per loro eppure tutto ciò che Luke Hemmings pensa in quel momento è l'appuntamento che avrà con Barbara tra poco. Sorride, è felice e non sa che questo sarà l'ultimo momento in cui questa dolce sensazione non si troverà amalgamata con la tristezza e la nostalgia.

Quattro mesi dopo, tre valige ciascuno e un bagaglio speciale per gli strumenti musicali, un cartoncino in mano e un altoparlante che richiama i passeggeri del volo Sydney-Londra al Gate 4, Luke la sente, quella sensazione dolceamara.

Le lacrime le lascia a sua zia, sua nonna e ai suoi fratellini, Barbara aspetta.

Quando ormai l'imbarco è vicino, Luke sospira e si sorprende quando si accorge che quel respiro gli esce a mozziconi, scattante, pieno di inceppi.

Deglutisce e anche la gola è secca, ma non piange, nemmeno Barbara piange, loro non sono questo.

Nessuna scena tipica da film, nessun addio con la mano tesa e le lacrime a coprire gli occhi azzurri di entrambi, nessun bacio da matrimonio o qualche altro stupido clichè.

Luke le prende le mani, le fronti a collidere perfettamente, a premere le une sulle altre ma senza che nessuno dei due si muova un centimetro, perché le due forze sono equilibrate, come loro, che sono sempre stati legati ed equilibrati.

Le bacia il naso, si abbassa leggermente.

Barbara si morde un labbro per non scoppiare a ridere, ma la sensazione è quella, la felicità gli invade la gola e le vene quasi malamente, tira leggermente le ciocche bionde e poi fa scivolare le mani fino alle guance.

«Non fare il coglione» gli sussurra, prima di baciarlo forte, con le labbra premute e quasi in fiamme, e poi le lingue che si conoscono talmente bene e che parlano per loro, e tutto ciò che dicono è non lasciamoci mai.

Ma Luke e Barbara lo sanno, il loro tempo è scaduto e un aereo per Londra lo sta aspettando; si baciano ancora, senza staccarsi Luke la prende in braccio e lei allarga le gambe per far toccare leggermente i loro petti.

Quando si staccano ridono, si baciano ancora con la bocca chiusa, poi si sorridono e Luke recupera il bagaglio a mano blu.

Non si dicono Ti amo, non si chiamano Amore, non piangono neppure, ridono e basta.

Forse non si amano abbastanza per farlo, oppure -e loro, inconsciamente, lo sanno- hanno capito che amare è ridere e non piangere, è baciare e non soffrire.

«Fai la brava.» un bacio sulla testa e una carezza, poi la corsa per il check-in e un aereo che stacca le sue ruote da terra.

 

 

***

 

Le parla, Luke, nel vicolo della loro pasticceria preferita, le briciole ancora sulle mani e le gambe a penzoloni.

Barbara ascolta, poi ride e gli chiede se Louis Tomlinson è così bello anche dal vivo, ride anche Luke, le fossette ancora più definite e la testa gettata all'indietro.

«Sì» risponde allora guardandola con un sorrisetto divertito «e anche il suo ragazzo.»

E allora anche Barbara ride, all'inizio fingendosi offesa e stando al gioco, come se entrambi non sapessero che Louis è gay.

O che Barbara ama Luke.

 

***

 

Sono le sette e il sole ancora non vuole scomparire dietro l'orizzonte, la luce sembra quella della mattina e Luke vorrebbe indossare gli occhiali da sole perchè, ora, a Londra, a tutto quel sole non c'è più abituato.

«Non vedo l'ora di finire quest'anno» dice spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Luke annuisce serio.

«Hai già pensato a cosa studiare dopo il liceo?»

Barbara sta per aprire bocca e dire qualcosa tipo l'arte non è un lavoro ma Luke la precede e, forse anche per sottolineare che non è cambiato nulla e lui ricorda tutto, aggiunge «Ogni volta che passo davanti alla National ti penso.»

E ridacchia, poi continua «Staresti una favola lì, e hai tutte le capacità per – »

«Lo so Luke, lo so. Ma spesso questo non basta, e non ci si può basare solo sulle capacità. Servono anche dannatissimi pezzi di carta e – »

«E tu li avrai. Avanti, tu sei Barbara Jace!»

«E tu sei Lucas e mi sei mancato da morire.» Non gli da nemmeno il tempo di rispondere che già le loro labbra sono unite, i sapori di menta e cioccolato si mescolano come le loro lingue.

Non parlano quasi mai di loro, dei sentimenti. Non si definiscono, non stanno insieme, non più, ma solo Luke e Barbara e per entrambi sembra quasi un sacrilegio staccare i loro nomi e non pronunciarli più quasi con un'unica emissione di voce.

Per questo, con quel mi sei mancato da morire Luke sente qualcosa all'altezza del petto, a sinistra, e il respiro quasi affannoso conferma l'emozione che sta provando in quell'istante.

«Io ti amo, te lo giuro.» glielo dice così, nei tre secondi che si sono concessi per prendere un respiro, gli occhi che si incontrano velocemente e poi di nuovo a baciarsi, le gambe aperte sui lati del muretto, le mani delicate di Barbara sul petto muscoloso del ragazzo alto davanti a lei.

Non risponde, continua a baciarlo fino a quando il fiato torna di nuovo a mancare.

Fronte contro fronte, sospirano entrambi.

 

***

 

La scena si ripete, il Gate questa volta è il numero cinque, la valigia da imbarcare è solo una e il check-in l'ha fatto online. La chitarra come bagaglio speciale, però, c'è sempre. Nessuna nonna, zia o fratellino che piange, nessuna fans che allunga il braccio anche solo per sfiorarlo, anche questa volta, nessuna lacrima.

Luke rientra a Londra un giorno prima, le fans lo credono in giro per Sydney e un po' si sente in colpa per quei falsi tweets inviati qualche ora prima, ma alla fine ci pensa e sospira: va bene così.

L'altoparlante fa il suo primo richiamo per il volo Sydney-Londra e la massa intorno a loro si smuove, bambini svegliati bruscamente e mamme che controllano i mille documenti, Luke e Barbara si rilassano, hanno ancora due richiami.

Quando il biondino poggia la chitarra sul pavimento calpestato dell'aereoporto e le prende le mani, per poi baciarle le nocche, il sopracciglio della ragazza davanti a lui si alza.

«L'abbiamo evitato la prima volta e non cadremo nei cliché proprio ora.» ridacchia mentre anche le fossette di Luke dimostrano lo stesso.

«Scema» sussurra, poi le bacia il naso e prende ad accarezzarle il viso lentamente.

«Non urlare troppo con Calum oppure ti finisce la voce e devi stare zitto.» gli raccomanda, apparentemente senza senso.

«Cercherò di non farlo.» e gli sorride sulla superficie dei capelli lisci.

«E avvisami quando suonerai nei paraggi col tour mondiale.» gli ricorda per la millesima volta, ma solo perchè «Voglio sentire gli One Direction.»

Ride forte Luke, nonostante non abbia fatto una battuta così divertente ma solo un appunto che ha già ripetuto abbastanza volte perchè sapesse prevederlo.

Ride perchè sente questa gioia immensa nel cuore, e si sente fermo, stabile, coi piedi ben saldi a terra e la braccia che non possono far altro che stringerla forte.

Non gliel'ha detto, Barbara, ma Luke sa che è rimasta colpita da come il suo corpo sia cambiato. Non gliel'ha detto perchè forse è stato lo stesso per lui, rivederla coi capelli più lunghi, qualche centimetro più alta e i jeans larghi dimenticati nell'armadio.

«Dimmi buona fortuna, e che siamo i migliori, che sono il migliore, che spaccheremo tutto.»

Barbara ride gettando la testa all'indietro, poi lo bacia con trasporto, quasi volesse il suo sapore intatto sulla sua lingua, esplorano insieme quelle bocche e quelle labbra che si conoscono così bene e che, eppure, non smettono mai la voglia di farlo.

«No.» gli dice, baciandolo a stampo, leggera «Sei solo un idiota.»

Ridono con la bocca, coi denti, col cuore e sopratutto con gli occhi che -lo sanno bene- non mentono mai.

E non si fanno promesse, non si dicono chiamami, tesoro!, non si giurano amore eterno o fedeltà in ogni circostanza, ma loro lo sanno, che questo non conta.

Si baciano ancora, poi ancora e Luke prende la chitarra in spalla quando il Gate 5 proprio non lo può più aspettare.

Torna indietro di qualche passo e la bacia ancora, fronte contro fronte e occhi negli occhi.

Venti minuti dopo un aereo spicca il volo verso la Gran Bretagna, ma a quel punto Barbara è già su un autobus, le cuffie con i One Republic nelle orecchie e un sorriso nel cuore.

 

***






 

HEY, HEY, HEY, HEEEEY!
Ad essere sincera non so in quanti siano arrivati alla fine di questa one-shot con il pensiero in mente di lasciare una recensione (o anche solo un pensiero, va benissimo) ma se siete tra di loro, allora un grazie di cuore :)
Sono @crazyforkrasic e ho cambiato nickname qui su efp, che ora è uguale a quello che ho su twitter, ho rifatto la pagina autore e purtroppo per voi  ho ricominciato a scrivere qualcosa.

L'idea m'è venuta per una full-immersion nei 5SOS e in particolare in Luke (protagonista di un sogno così realistico che çwç) che è in corso questi giorni.
In realtà questa storia è un po' senza senso, ma forse non doveva averne, quindi va bene così.
Volevo solo, beh ecco, evitare le solite storie di ragazza/migliore amica + 5sos a caso + aereoporto + tante lacrime = monologhi infiniti e blablabla e quindi ho pensato di vedere i nostri ragazzi (qui in particolare Luke) alle prese con una 'relazione' un po' particolare e dei caratteri del tutto diversi.
Detto ciò mi scuso o forse no  per la menzione ai ragazzi (UonDì del mio cuore) e sopratutto ai Larry (ahahahah) ma purtroppo mi scappano un po' ovunque!
Okaay, sto decisamente sprecando righe su righe senza dire nulla quindi adios e alla prossima! c:
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: stayherelou