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Autore: malpensandoti    23/04/2014    5 recensioni
Volte in cui beh sì, alla fine non fa così male. Come i tagli sulle dita, capito? Come alle mani degli altri e come ai tuoi anelli (che mi piacerebbe e forse chissà), ti ci abitui.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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al fatto che se mi guardi tu riesco anche a stare zitta
e al fatto che dovremmo guardarci di più







A me hanno sempre insegnato che non bisogna accontentarsi mai. Mia madre me lo ripete sempre, che io non devo buttarmi via per nessuno, che valgo e valgo molto.

Io però penso che arrivi un momento in cui ci si può anche fermare, del tipo che mi accontento, capito?

Per esempio, io di te mi farei bastare un po’ tutto. E a questo punto della conversazione tu faresti una battuta stupida e inutile che mi farebbe ridere lo stesso, e io riderei con la voglia di piangere dal nervosismo e dall’amore.
(amore?)

Potrebbero, penso. Potrebbero andarmi bene le tue mani che mi piacciono da matti, da quella volta in cui abbiamo uniti i palmi e tu mi hai stretto le dita fino a farmi sorridere e farmi male e so per certo che sono due cose che con te coincideranno sempre.
E i tuoi anelli, quelli di metallo freddo che riesco a sentire sulle guance che è il posto in cui dovrebbero stare, lo so io e lo sai tu.
E starei bene anche con la tua pelle che è levigata, non troppo chiara, e pensare come sarebbe a confronto con la mia mentre ci stringiamo, io che arrossisco quando ti vedo ma che col trucco non lo noti.
Per non parlare del fatto che mi piacciono le tue labbra e le tue labbra contro di me. Basterebbero anche quelle e ti giuro che smetterei di pensare a quella sera con cui ci hai baciato un’altra, smetterei di tagliarmi le dita con lo stesso pezzo di carta che continuo a tenere in mano con le mani ferite e il cuore pesante.
E tu chissà se a questo punto mi guarderesti negli occhi o fisseresti lontano dove mi piacerebbe andare insieme, chissà cosa diresti, cosa faresti con quelle mani per scaricare la tensione. Che io, non sono facile da gestire, ma questo tu lo sai. E sai che il nostro amore è grande perché me l’hai detto tu e sai che non ci vuole niente a fare un passo verso di me con quelle gambe lunghe che mi piacerebbe vedere intrecciate con le mie una mattina di queste.
Parli, dici qualcosa? Stai in silenzio o te ne vai?
E ci sono volte in cui mi basti anche senza le tue mani addosso e poi tutto il resto, quelle volte in cui scoppio a ridere e tutti mi guardano e dicono: “Ma cosa c’hai?” e quelle in cui mi mordo forte le labbra per non rispondere che ti ho addosso e adesso.
(nonostante tutto)
Ho te.
Volte in cui beh sì, alla fine non fa così male. Come i tagli sulle dita, capito? Come alle mani degli altri e come ai tuoi anelli (che mi piacerebbe e forse chissà), ti ci abitui.
E non faccio altro che pensare a come tu ti saresti comportato se fossi stato al suo posto, se mi avessi baciato senza carezze e se mi avessi accarezzato senza baci. Cosa avresti detto ai miei “Non funzionerà” e al “Non mi fido, mi dispiace”.
Che forse lui lo sapeva già da come ho detto il tuo nome perché prima di baciarmi – senza carezze – ha detto: “Non mi tradire che è un mio amico, eh!”
E sono cotta che a momenti vado a fuoco e tu forse adesso diresti che dai, non esagerare! E se avessi un po’ più di coraggio ora saresti tu a sentirli, i miei anelli contro le guance mentre senti le mie labbra contro le tue e io chiudo gli occhi.
Se avessi un po’ più di coraggio a quest’ora saremmo insieme, il problema è che io sono una fifona e tu sei fermo. Ci dividono un paio di persone e la tua voglia di parlare sempre con tutti, il tuo modo di guardare che cambia quando fissi me e la mia bocca imbronciata che arriva al tuo collo magro.
Il problema sono io che ti giro intorno e creo la polvere dei nostri cocci e tu che ti avvicini senza mai arrivare veramente. E quanto tempo dovrò aspettare prima che tu sia abbastanza coraggioso?
A questo punto chissà se saresti ancora qui a sentirmi farneticare che ti amo un pochino mentre ripeto che non so cosa sto dicendo o se mi avresti già baciato come è ora che tu faccia ‘che so che non vedi l’ora.
A questo punto allora capisco che immaginare non mi basta più e che voglio ancora e ancora e voglio te di nuovo. A litigare sui libri che abbiamo letto e per le canzoni che ti farò ascoltare, a ridere da lontano mentre ci fissiamo e facciamo finta di niente.
Per ora continuo a farneticare a vuoto e poi chissà che smetta di amarti un pochino.
Va bene così.

  
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