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Autore: Artemisia_Amore    23/04/2014    4 recensioni
La trama di questa storia si svolge su due piani temporali.
{I fili del presente si intrecciano continuamente con il passato dove è ambientata la maggior parte della narrazione.}
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Break riapre gli occhi dopo una sanguinosa battaglia. Ha da tempo perso l’uso della vista, e il suo cuore stanco vortica inesorabilmente intorno a quel ricordo che lo ha a lungo perseguitato. Nel frattempo, Reim ripercorre i passi che lo hanno portato alla scoperta di un sentimento inconfessabile, mentre Sharon rivive il giorno in cui cessò per sempre di essere una bambina.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Reim Lunettes, Sharon Ransworth, Xerxes Break
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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{Nota delle Autrici.
Eccoci qua! Siamo finalmente tornate da voi e, per festeggiare, ecco qua non solo il Capitolo 17, ma anche la prima di alcune novità!
Nel corso della lettura, incapperete in un'immagine e in un link. Per quanto riguarda l'immagine, cliccateci sopra e apritela in una nuova finestra: necessita di essere osservata in grande, o sarà impossibile leggerne i dettagli.
Per quanto riguarda il Link, ecco qua la novità! Da ora in poi troverete, di tanto in tanto, dei piccoli giochi interattivi all'interno delle nostre storie. In seguito ai commenti meravigliosi di voi, fantastici e adorati lettori che ci avete fatto sapere quanto coinvolti e appassionati siate alla trama, ci siamo chieste: "Perché non farli interagire con i personaggi?". Ed ecco quindi che vi presentiamo il primo dei nostri giochi...
In questo capitolo avrete l'occasione diiiii... *rullo di tamburi* Comunicare con Reim!
Cliccate sul Link e lasciategli un feedback: povero caro, si è tanto impegnato ad organizzare la festa del Capitolo 15! ;) Tutto ciò che dovete fare è immaginare di aver preso parte alla suddetta festa: vi è piaciuta? Vi siete divertiti? Che cosa vorreste lasciar detto a Lunettes-san, l'organizzatore? Oh, e sentitevi liberi di lasciare un messaggio interpretando il ruolo di voi stessi, o quello di un vostro OC o, perché no, un personaggio di Pandora Hearts! Qualsiasi cosa scegliate, non dimenticate di firmarvi!

E ora vi lasciamo alla lettura~}

 

Gocce del Tempo
  
 
Da dove dovrei cominciare?
 
Avvicino la mano al viso, e lascio che le dita guantate tamburellino sulle labbra. Ala Est? Ala Ovest? L’ultima volta Reim ha parlato di un corridoio che aveva a che fare con un qualche… Animale… Un falco, forse? Sospiro. Ho troppo poco tempo, ma devo farmelo bastare. Chiudo gli occhi, e l’odore della polvere invade le mie narici. Non è sgradevole, mi ritrovo a pensare. E’ frizzante. E’ opprimente. E’ stranamente familiare…
 
Da dove dovrei cominciare?
 
Anche la Tenuta aveva questo odore.
 
“Oh? E quindi che cosa dovremmo farne, secondo te?”. Lo sguardo che mi rivolse, chiudendo il vecchio compendio di medicina botanica in uno sbuffo di polvere, brillava di quella luce divertita che aveva sempre reso i suoi occhi un amuleto troppo potente perché non catturassero necessariamente l’attenzione di chiunque.
 
“Considerando l’argomento, suggerirei di usarlo per ravvivare il fuoco. Dovrebbe bruciare bene…”, risposi a tono, contagiato da quell’atmosfera di pura, spensierata goliardia che ci avvolgeva perennemente, innescata dalle perpetue provocazioni di Kenneth.
 
“Una risposta pratica da parte di un uomo pratico. Non mi sarei aspettato di meno da te, Kevin. Perciò, seguendo il tuo ragionamento…– agitò le dita in aria, mentre gli occhi vivaci puntarono, lontano, uno scaffale dell’imponente libreria del padre. Sorrise, trovando il titolo di cui era andato in cerca – Suppongo che non ci sia altro impiego per la filosofia se non lievito per il pane, dico bene?”.
 
“Potrebbe essere anche un concime niente male, per la verità. Dovreste proporlo a vostro padre: un dorato raccolto di grano cresciuto secondo i massimi sistemi dell’universo. Frutterebbe parecchio… E allontanerebbe il figlio dalla biblioteca, se mi è concesso”.
 
Mi lanciò uno sguardo ferito, tradito. Odiava che lo redarguissi, ricordandogli i suoi compiti di futuro Lord Sinclair. Sempre meglio me che vostro padre, pensai.
 
“I libri sono cibo per l’anima, Kev. Comprendo che ai tuoi occhi non valgano la pietra con cui affili la spada. Ma ogni lord che si rispetti… Anzi! Ogni uomo dovrebbe leg—“
 
“KENNIEEEE!”.
 
Lo guardai sussultare, travolto in pochi istanti dalla cascata di riccioli castani e vaporoso taffetà rosa che gli saltellò tra le braccia. Nascosi il mio sorriso nel rivolgere discretamente le spalle al mio signore, offrendo a lui e alla sorellina la loro intimità.
 
“Kennie! Che giorno è oggi?!”, domandò la bambina, le manine allungate a stringere i bottoni dorati del giustacuore damascato del fratello.
 
“Oggi? Mh… Vediamo… Che sia una ricorrenza importante? Sì? Vediamo, allora… Ah! Ma certo! E’ passato un mese da quando Herbert ha fiutato quella bellissima quaglia! Era deliziosa, vero? Era deliziosa, Kevin?”.
 
Mi coprii il viso con la mano: eccolo che ricomincia, pensai. Ah, ma stavolta non mi sarei lasciato tirare in ballo.
 
“Herbert è un cane!”, protestò la bambina, pestando i piedini sul gelido pavimento di pietra.
 
“Ma è comunque passato un mese… Dovremmo andare di nuovo a caccia… Dovremmo andare a caccia, vero, Kevin?”. Kenneth sollevò il viso, abbandonando il visetto della bambina per posare lo sguardo sulla mia schiena. Lo avvertii. Lo avvertii al punto che fui costretto a voltarmi.
 
“Kenneth-sama…”, cominciai, provando una vaga pietà per la piccola vittima del suo scherzo: aveva le guance rosse di disappunto. E tuttavia, una simile vista divertiva anche me.
 
Eravamo due ragazzini crudeli, vero, Kenneth?
 
“Sei cattivo! L’hai dimenticato…”.
 
Il mio signore rise e accarezzò il visetto della sorellina, puntando gli occhi nei suoi, azzurri e cristallini come lo spensierato cielo d’estate.
 
“Non potrei mai dimenticare il giorno più importante dell’anno. E’ il compleanno di Emily-chan…”
 
La bambina cinguettò, finalmente deliziata, e si slanciò tra le braccia del fratello.
 
“Padre ha detto che potevo scegliere il mio regalo! E io ho detto che voglio vedere la capitale, come Flo! E Padre ha detto che andava bene, però... Però ha detto che va bene solo se Kevin mi accompagna. Mi accompagni, Kevin?”
 
Inarcai un sopracciglio, stupito, spostando lo sguardo dalla bambina a Kenneth. Una richiesta insolita da parte di padron Roman, pensai. Insolita, ma non insensata. Era naturale che il padrone volesse sapere la propria bambina al sicuro. Annuii, quindi, incontrando gli occhi azzurri della piccola ojou-sama un istante prima che corresse via, emozionata, entusiasta, piena di vita. Kenneth mi raggiunse. Posò la mano sulla mia spalla.
 
“Buon lavoro, balia Regnard…”, mormorò, gli occhi brillanti come brandy d’estate.
 
Quando riapro il mio, una diversa, più chiara tonalità di brandy è intenta a fissarmi, severa, dietro sottili lenti incorniciate d’argento.
 
“Hai insistito tanto perché ti portassi in questa biblioteca per provare l’ebbrezza di dormire in piedi sul rosone dei Gyre?”.
 
Rosone?
 
Sbatto le palpebre, e mi ritrovo d’un tratto circondato da scaffali, pergamene, antichi tomi polverosi, luce dorata che filtra dall’enorme finestra che riesco a intravedere in fondo al corridoio.
 
“Parola mia, non ho mai visto così tanta ostentata opulenza. Tutti questi fregi… Gli intarsi sul legno… Tsk. Sono solo una copertura volgare per mascherare l’ignoranza!”
 
Inarco un sopracciglio, mentre osservo Reim allontanarsi di qualche passo, tornare indietro, allontanarsi di nuovo e infine sollevare il mento, stranamente altezzoso. No, non è altezzoso. Si direbbe, piuttosto, indignato…
 
“Oh? Credevo che ti piacesse questa biblioteca. Da come ne hai parlato l’ultima volta, pensavo che volessi chiederne la mano…”.
 
Emily si è già fatta confezionare il vestito da damigella~”
 
Lo sguardo stizzito che mi lanci in risposta mi diverte. Che cosa ti avrà fatto cambiare idea? Dev’essere una ragione piuttosto seria, considerando come stai arrossendo. Perché sei così indispettito, Reim?
 
“Ci sono tredici false prime edizioni, Xerx. Tredici!”.
 
Lo fisso. Inclino la testa. Seriamente? Tutto qui?
 
“Copertine pregiate, anche acquistate a caro prezzo! Ah, ma sono copiate! Sono copiate da fonti di seconda mano e una… Xerx, una è addirittura un falso storico! Ed è messo là, in bella mostra, sul leggio!”.
 
Lo guardo sfilarsi gli occhiali e iniziare a pulire meticolosamente le lenti col fazzoletto della divisa. Non riesco a trattenere un sorrisetto che, mio malgrado, sfocia in una vera e propria risata. Oh, tutto questo è ridicolo. Non credevo che potesse infiammarsi tanto per una faccenda così frivola. Dopo tutto, sono solo dei libri. O forse… Socchiudo gli occhi, studiandolo. Che ci sia della competizione?
 
“Tredici false prime edizioni, un falso storico, e hanno pure il coraggio di fregiarsi del titolo di ‘Archivisti Minori’! Tsk!”.
 
Ecco qua. Come volevasi dimostrare.
 
“E’ proprio vero che alla nobiltà di nome corrisponde un alberello araldico che non vede nemmeno il cielo. Credimi, se non avessero avuto la fortuna di contrarre un bel matrimonio vantaggioso con una Baskerville, oggi i Gyre non sarebbero altro che degli antiquari col titolo di conti! Ma se vuoi sapere la mia opinione, Cynthia Baskerville non dev’essere stata un angelo del focolare davvero esemplare. Eccola che spunta dal nulla, nella genealogia dei Baskerville, e chissà… Forse c’era un bambino imprevisto a cui rimediare…”
 
Sono sconvolto. Davvero, lo sono. Sorrido, mi umetto le labbra, mi piego verso di lui, che ha appoggiato la schiena contro uno dei massicci scaffali, e lascio scivolare le mani sui fianchi, incrociando le caviglie.
 
“Non ti facevo così pettegolo…”
 
Avvampa, ed è quasi delizioso il modo in cui lo fa. Non ti sei accorto di aver lasciato la lingua correre, vero? Oh, ma hai detto qualcosa che mi interessa. Lancio una veloce occhiata alle copertine dei libri alle tue spalle. Trattati di astronomia. Nulla di più inutile. E sia, dunque. Tanto vale sfruttare questo punto debole. E pensare che non avrei mai creduto che potessi essere così competitivo…
 
“N-non sono pettegolo, Xerx! E’ una questione di morale, non… Non è deontologicamente corretto professarsi archivisti e rifilare prime edizioni che non sono tali! E’ come… Come… Come definirsi cavalieri e combattere con un liuto…”
 
“Ah, non sottovalutarlo. Può essere uno strumento alquanto doloroso se usato correttamente. In mano ad Alice-kun, per esempio, avrebbe un suono letale…”
 
Sorrido, leggero, mentre lo vedo sfilarsi di nuovo gli occhiali per tornare a pulire le lenti nervosamente. Ma stavolta non voglio aspettare di sentirlo replicare. Devo battere il ferro finché è caldo.
 
“Ad ogni modo, chi ti ha raccontato quella bella storiellina sui Gyre? Frequenti i circoli di ojou-sama, comare Lunettes?”
 
Reim-san ha una parrucca segreta e un vestito verde per il tea del venerdì~”.
 
“Oh, piantala!”. Si alza e mi dà le spalle, inforcando di nuovo gli occhiali. “L’ultima volta… Ho dato un’occhiata alla sezione araldica… Quelle maniglie dorate con il loro monogramma, tutta questa… ridondante ampollosità… Non ti pare eccessiva? Beh, per farla breve, mi sono chiesto che motivo avesse Gyre di ricordare a qualunque ospite che ogni cosa, qui, vale più oro di quanto non pesi, e sono giunto a due conclusioni…”
 
Solleva due dita, e d’improvviso ha tutta la mia sorpresa, divertita attenzione.
 
“O il suo ego è ridicolmente smisurato o, al contrario, ostenta una grandezza che non gli appartiene di diritto. Così… Ecco…”, abbassa lo sguardo, colpevole e tuttavia fiero, “Sono andato alla ricerca delle sue origini, e ho trovato l’albero genealogico dei Gyre, intrecciato a quello dei Baskerville…”
 
Lo fisso, e mi sento teso. Perché ho stretto il pugno? Potrebbe anche essere un buco nell’acqua. E se invece…
 
Accidenti, Reim, mostramelo. Mostrami quei documenti. Fallo.
 
Devo ricompormi. Non devo tradire il mio interesse.
 
“Ehi, Emily. Io dico che Reim-san è invidioso del conte Gyre e si è inventato questa diceria per screditarli… Tu che ne pensi?”
 
“Reim-san vorrebbe sposare una ricca vedova per ereditare i suoi soldi~”
“Oh? Dici che è addirittura così venale…?”
 
“Piantala!”
 
Mentre mi affronta, le sue guance avvampano. C’è orgoglio nei suoi occhi, che brillano di una luce fiera che… In qualche modo… Mi fa pensare al tradimento. Ti senti tradito da me, Reim? Perché fingo di non crederti?
 
“Controlla tu stesso, se non ti fidi di me! Terzo corridoio, svolta a sinistra, quinta libreria, decimo scaffale, lettera G”. Tende un braccio nella direzione che mi ha indicato, e non mi guarda. Dev’essersi offeso.
 
“Tu non vieni?”, domando, superandolo, trattenendo quasi il respiro, a un passo da una nuova, forse importante, forse vitale informazione. O forse non si rivelerà niente più che un dettaglio superfluo. Ma comunque sia, potrei sempre sfruttarlo a mio vantaggio. Sarà comunque un guadagno.
 
Lo guardo, scuote la testa. Solleva la valigetta della Pandora.
 
“Ho cose più importanti da fare che dimostrarti che puoi fidarti di me, Xerx. Devo leggere i commenti degli ospiti della festa…”
 
Perplesso, inarco un sopracciglio. I cosa…?
 
Sospira, Reim, e fa tornare gli occhiali, leggermente scivolati verso la punta del naso, nella loro corretta posizione, guidandoli con un dito.
 
“Suppongo che tu non abbia ascoltato una parola di quello che ho detto mentre venivamo qua, in carrozza, dico bene? Ma perché mi sorprendo, mi chiedo…”, Sospira di nuovo, e stavolta lo sguardo che mi lancia è tagliente. Devo essere sincero: mi dispiace non averti ascoltato. Semplicemente, avevo altro per la testa. Avevo…
 
Sei nella biblioteca dei Gyre. La biblioteca con i testi che precedono la Tragedia. Non gettare al vento quest’occasione…
 
“…quindi mi sono portato dietro il Libro degli Ospiti. Ho pensato di chiamarlo così… Insomma, ne ho il diritto visto che l’idea di lasciare un libro all’entrata della Pandora così da permettere agli ospiti di esprimere un’opinione sulla festa è stata mia. Mi chiedo se qualcuno avrà fatto appunti sull’organizzazione impeccabile…”
 
Mentre mi allontano, lo vedo sorridere, sognante, stringendosi al petto la sua preziosa valigetta. E quindi c’era un Libro degli Ospiti all’entrata? Un peccato che me lo sia lasciato sfuggire. Avrei potuto disegnare Emily sulle prime venti pagine. Sarebbe stato divertente
 
“Nascondere la mia spada e farmi andare all’adunata disarmato non è divertente, Kenneth-sama!”
 
“Ah, quante storie per una spada… E poi non hai prove che sia stato io!”. Diede un ultimo morso alla mela verdissima, fragrante nel suono che fece quando i denti affondarono nella polpa succosa. Profumava d’estate. Tutte le mele dell’albero su cui ci eravamo arrampicati profumavano sempre, invariabilmente, di sole. Guardai Kenneth lanciare il torsolo lontano, prendere un respiro profondo e poi, finalmente, guardarmi.
 
“Ti hanno rimproverato?”.
 
Sollevai la mano destra, i segni rossi della pelle spaccata dove la bacchetta aveva colpito con più forza ancora gonfi, doloranti.
 
“Mi dispiace… Forse avrei dovuto semplicemente sostituire la tua spada con un disegno fatto da Emily, tutto bello arrotolato, no? Avrebbero apprezzato di certo! Guai a chi critica l’arte della padroncina!”.
 
Sorrisi. Come facevi, Kenneth? Come riuscivi a profumare anche tu, come le mele, come il vento, come l’acqua splendente, di sole?
 
Ottavo… Nono… Decimo scaffale… Lettera… Lettera… Lettera G… Ecco qua. Afferro il pesante, voluminoso tomo polveroso. Devo sollevarmi sulle punte dei piedi per riuscire a sfilarlo dalla libreria. Ma riesco nel mio intento con un dignitoso indietreggiare di pochi passi, quando torno con i piedi per terra. Lancio una veloce occhiata intorno. Non c’è nessuno. Meglio così, non verrò disturbato. Adesso, vediamo…
 
G… Ga… Gef… Gil… Got… Gra… Gun… Gyl… Gyre.
 
Il mio sguardo scorre veloce, a partire dal fondo, dove troneggia il nome del padrone di casa, conte Walrus Gyre, fino a risalire i nomi maschili, uno per uno: Alberich… Ananias…
 
Oh? Si ferma qui?
 
Ananias che sposò… Cynthia Baskerville… Apparsa dal nulla nel frondoso, antico, imponente albero dei Baskerville, esattamente come diceva Reim.
 
Curioso. Mi chiedo se la sua teoria non fos---
 
Cosa…?
 
E’ un attimo, e cade a terra. Non riesco a impedirlo, non riesco a costringere le mie mani a mantenere la presa salda sul volume. Il mondo ruota d’un tratto, vortica, un abisso di nero si spalanca sotto ai miei piedi.
 
Kenneth…
 
Emily…
 
Florence…
 
 

La nausea mi assale mentre mi inginocchio a terra, mentre scorro frenetico le pagine per tornare al punto in cui il mio cuore ha saltato un battito. I nomi dei miei padroni, inaspettati, spiccano su quella pagina, sbiaditi, cancellati dal tempo, morti e immortali simultaneamente.
 
Mi copro la bocca con la mano, mentre la testa gira e le vertigini mi avvolgono nell’usuale gelo che precede la perdita dei sensi. No, non adesso. Ti prego, non adesso.
 
Premo le dita sull’inchiostro antico.
 
Resisti. RESISTI. Devi memorizzare. Imprimi ogni dettaglio nella mente.
 
Padron Roman…
 
Perché…?
 
Non è possibile, non…
 
Nei miei signori scorreva… Sangue Baskerville…



 
   
 
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