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Autore: telesette    23/04/2014    1 recensioni
[ Questa fanfiction è scritta da mano anonima! ]
Il meteorite gli finì addosso.
La paura era talmente violenta che Fox preferì chiudere gli occhi, come ultimo atto di vigliaccheria.
Non vedere in faccia la morte equivaleva ad avere timore di essa.
Era tutto finito?
Era morto?
Era quello che meritava, per essere stato così ingiusto nei confronti di lei? Per averla cacciata senza ascoltare la voce del suo cuore?
Sì, qualcuno aveva deciso di punirlo per i suoi peccati...
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Autori & Autrici anonimi/e'
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PREMESSA

Più o meno dalla prima metà del 2013, sulla mail di "telesette", già cominciavano ad arrivare un bel mucchio di: idee, suggerimenti e consigli per nuove storie.
Fino ad oggi, ho sempre cercato di accontentare tutti/e, dando vita e corpo alle storie che molti/e spesso incontrano un po' troppa difficoltà a scrivere personalmente.
Purtroppo neanch'io posso tenere il ritmo con tutte le singole mail che mi vengono recapitate ogni mese - con la conseguenza che molte long-fic sono indietro coi tempi dell'aggiornamento e le nuove attendono tuttora di comparire su codeste pagine - e questo è forse UNO dei motivi che mi rendono tanto "scostumato" agli occhi della civile e rispettabile comunità.
Ovviamente ce ne sono altri ma, visto che non riguardano tale contesto, lasciamo perdere...
Dal momento che una persona si è offerta gentilmente di aiutarmi con alcune bozze, scrivendo in concreto la storia che state appunto per leggere, approfitto di questo spazio per ringraziare la sua grande cortesìa e specificare appunto che la storia qui di seguito NON è sostanzialmente farina del mio sacco.
La persona che ha scritto quanto segue, onde scongiurare pesanti e fastidiose polemiche, preferisce infatti mantenere l'anonimato e regalarci il frutto del suo impegno senza chiedere nulla in cambio: niente commenti, niente approvazioni, né critiche, elogi... niente di niente, insomma!
La storia è qui, pure se NON l'ho scritta io, ed in totale accordo con la persona che l'ha scritta.
Questo è un libero omaggio a tutti i veri appassionati, che non richiede nulla all'infuori della semplice condivisione, e nessun regolamento lo vieta.

In Fede

DAVID BIZZARRI

***

Star Fox ( スターフォックス Sutā Fokkusu ), uscito col nome "Starwing" in Europa, è il primo videogioco della serie Star Fox ed è anche il primo gioco della storia a usare il chip Super FX, un coprocessore che aumentava le prestazioni grafiche, in modo da raggiungere una grafica tridimensionale. La grafica 3D non era mai stata vista prima di allora in una console casalinga. Star Fox è stato sviluppato dalla Argonaut Software e dalla Nintendo EAD.
La trama si basava sulla volpe antropomorfa 
Fox McCloud e sul suo team di mercenari, che si vedevano coinvolti in una guerra per proteggere il loro pianeta di origine Corneria. Il gioco ebbe un enorme successo e divenne una delle saghe principali della Nintendo, ancora attiva oggi.

 

DOPPIA VISIONE PER FOX
( versione riveduta e corretta in data 25/04/2014 )

Quanto tempo era passato?
Non ricordava con certezza, da quando lui e Krystal si erano lasciati; però ricordava ancora, in modo vivido, quella burrascosa discussione affrontata e il tragico finale.
Lei aveva varcato per l'ultima volta la soglia della LORO camera, per poi non farvi mai più ritorno, senza alcun rimpianto. Ella, con lo sguardo fiero ed orgoglioso, seppur tradito dalle lacrime che scendevano dai suoi occhi smeraldini, aveva accettato senza indugio quella separazione.
E lui ?
Era troppo vigliacco, troppo spaventato, per poterla anche solo guardare un'ultima volta.
Era giusto, quello che aveva fatto?
Era giusto ferire i sentimenti di una persona, per liberarsi della propria apprensione personale?
Secondo la sua coscienza, era la cosa più giusta da fare, per il bene di entrambi.
Molti affermano che la propria coscienza sia l'unica verità, l'unico appiglio dove trovare chiarezze, ma Fox non ne era più tanto sicuro.
Lo sapeva benissimo che non era così: era debole, incapace di vegliàre sulla propria femmina...
La regola del maschio dominante è espressamente chiara: "quando una esponente del gentil sesso ti offre il suo amore tu, automaticamente, assumi il sacro dovere di proteggerla e servirla"...
Questo era il nobile e mai decaduto dettàme medioevale, sempre attuale.
Fox non era quel tipo di uomo: il peso della responsabilità era troppo forte... lui non si sentiva pronto ad accettare le conseguenze.
Poteva porvi rimedio, al danno compiuto tempo addietro?
Di questo non vi era convinzione.
Questo tormento consumava il comandante Fox McCloud. Egli, chiuso nella sua stanza personale della Great Fox", l'astronave ammiraglia della sua squadra, si rodeva le mani rese callose dalle battaglie affrontate nel corso dei suoi lunghissimi anni.
Il suo cuore e la sua coscienza erano in grande conflitto tra loro... così simili...
Il cuore sussurrava, la coscienza imponeva.
Il primo gli diceva di tornare da Krystal, prima che fosse troppo tardi, mentre la seconda affermava che qualcosa all'interno di Krystal stava cambiando in maniera irreversibile... una nuova personalità, fredda ed indifferente.

- Ma che cavolo... Fox ?!?

Sentendosi chiamare per nome, e scuotendosi dai suoi pensieri, Fox tornò bruscamente alla realtà.
Una luce improvvisa lo investì, attraverso la porta della sua stanza buia, e lì fece la sua apparizione il secondo in comando... Falco Lombardi.

- Andiamo, Fox - esclamò. - Non è il momento di farsi seghe mentali, rinchiudendosi in camera come una fighetta!

Con la sua gentilezza, pari a quella di un militare americano al quale hanno appena levato la libera uscita, il pennuto blu entrò nella stanza così da riscuotere quella mummia ciondolante del suo triste compagno caposquadra.

- La fai facile, tu - esalò appena Fox, sollevando il busto dalla branda.
- Cristo! Una banda di compositori metal avrebbe fatto meno polvere, in questa stanza - commentò Lombardi, dando una rapida occhiata alla coltre densa di colore grigiastro che, danzando fastidiosamente nello spettro ottico della luce solare, si levò nell'aria come una fitta nube argentata nell'orbita siderale.

Fox ignorò il sarcasmo del suo compare e si grattò la testa.
Recriminarsi non avrebbe risolto nulla.
Qualche minuto dopo, Fox era a bordo del suo Airwing II, il cosiddetto mezzo da battaglia dei mercenari.
Aveva ricevuto una richiesta di salvataggio da parte di un pianeta sperduto nella zona Y del sistema Lylat.

- "Lyzard", un pianeta ben poco ospitale - commentò tra sé la volpe, mentre leggeva sul display le informazioni relative alla situazione corrente. - Slippy, Falco, restate nella retroguardia, mentre io faccio un giro di ricognizione: se ci sono problemi, allora venitemi a prendere!

Falco brontolò, mentre Slippy diede l'okay.

- Tsk, non riesco proprio a capirlo, quel brontolone di Fox... Perché diavolo ha detto che non dobbiamo immischiarci, siamo o no una squadra?

Falco emise un piccolo grugnito.
Il pennuto non era mai riuscito a comprendere appieno la vicenda sentimentale del suo comandante e, ovviamente, non poteva criticare senza sapere.
Si voltò verso Slippy Toad, con l'intenzione di formulare una domanda, ma poi ci ripensò. Slippy non avrebbe mai compreso cose come l'onore o la fiducia reciproca, immaturo qual era.
Comunque, Fox atterrò sulla superficie sabbiosa del pianeta.
Indossò un elmo spaziale che, oltre a permettergli di respirare, lo proteggeva dalla sabbia che, ad ogni passo, andava fastidiosamente ad infilarsi nelle pieghe della tuta.
S'incamminò sotto il sole.
La missione era chiara: doveva mettersi in contatto con la tribù degli Lyzard, una popolazione preistorica.
Nel mentre attraversava una gola impervia, venne sorpreso da un imboscata e, essendo egli poco pratico del luogo e armato solo della sua pistola laser d’ordinanza, dovette respingere un violento assalto dei Red Lyzard, una fazione avversaria alla popolazione dei Green Lyzard. 
Le informazioni le aveva ottenute dal suo mentore Hare, prima di atterrare.

 

I suoi avversari, fisicamente erano uguali ma differenziavano solo il colore delle scaglie. Fox armato del suo coraggio sviluppato da anni di esperienza in combattimento terrestre e in più era avanzato tecnologicamente.
I nemici ben presto si resero conto che non sempre la forza stava nel numero e optarono per una rapida ritirata.

- Hmpf, sono stato veramente fortunato…

Fox ricaricò per l’ultima volta la sua Laser Gun.
La lotta lo aveva sfiancato. Si sedette all’ombra di una roccia e, mentre le sue funzioni vitali si attenuavano per il giusto riposo, i ricordi iniziarono ad assalirlo.
Ricordava con incredibile chiarezza il viso sorridente e dolce di Krystal, il giorno del loro primo incontro: l'ingresso di lei in squadra, l’addestramento affrontato insieme, la notte di fuoco passata sotto le lenzuola e tante altre cose.
Fox alzò lo sguardo e, solo per un attimo, gli sembrò di vedere un ombra furtiva scivolare tra le rocce cocenti. Queste erano talmente calde che ci avrebbe potuto preparare un uovo fritto.
Sbatté diverse volte le ciglia, asciugandosi la fronte imperlata di sudore con il risvolto della tuta verde.
Doveva esserselo immaginato.

- Devo muovermi, non posso stare sugli allori…

Ciò detto, Fox si rialzò, cercando di riuscire a mettere a fuoco i suoi sensi, ma non si era ripreso del tutto. 
Decise di farsi un pisolino. Certo, dormire in luogo impervio e con il rischio di essere catturato, non era la cosa migliore da fare ma non c’era altra scelta. Si risvegliò molto dopo, il sole era quasi calato, rendendo l’ambiente più fresco. Ristabilitosi dalla lotta, Fox fece per riprendere la marcia, quando proprio vicino a lui vide una borraccia di acqua fresca. Assetato qual era la tracannò in pochi minuti.

- Chissà chi l’ha lasciato - si chiese Fox, provando a cercare con lo sguardo il suo benefattore.
- Straniero!

Una voce implorante lo fece scattare in piedi con l’arma in mano.

- Chi va là?

Ai suoi occhi apparve un piccolo esemplare di Green Lyzard.
Doveva essere un bambino.

-Non mi spari... sono disarmato!

Fox si calmò vedendo quel esserino indifeso.

- Accidenti, non sbucare così all’improvviso... Potevo ferirti - lo rimproverò duramente la volpe.
- Lo so, lo so, ma non è successo nulla!

Il ragazzino era evidentemente agitato, ma cercava comunque di mantenere la calma.

- Lei è Fox mcCloud, dico bene? - domandò, osservando la tuta del mercenario.
- Lo sono - rispose l'altro, reinfoderando l'arma. - Tu invece, dalla descrizione fornitami da Peppy Hare, sei quello che ha commissionato la missione?

Fox si decise ad andare incontro al “cliente”.

- Sì, non si lasci ingannare dal mio aspetto minuscolo, sono molto più intelligente di quello che sembra - iniziò a spiegare il Green Lyzard.

In breve il giovane mercenario venne a conoscenza di due cose: il ragazzino si chiamava Divad ed era un “osservatore delle stelle”, per quelli del suo popolo, mentre per la civiltà di Fox era un astronomo; la seconda cosa era molto più seria… una stella morente era in procinto di spegnersi e mancavano solo pochi giorni di ciò che rimaneva della suddetta stella che avrebbe impattato violentemente contro Lyzard.
Fox, ovviamente, doveva informare alla sua squadra di ciò che era venuto a sapere.
Peccato che non riuscisse a trovare il segnale.

- È il meteorite, signor Fox: la sua struttura elettromagnetica interferisce alle onde radio - spiegò immediatamente Divad.

Fox sospirò.
Doveva pensare a qualcosa, per salvare il pianeta ed intascare la ricompensa.

 

La soluzione gli arrivò subito… doveva solo distruggere quel insulso corpo vagante nello spazio.

- Tu prepara i soldi: fra una mezz’ora, di quel corpo celeste resterà solo polvere!

Fox schioccò le dita e, salutando il lucertolone con il pollice alzato, ritornò sul suo Arwing II.

- Che diamine...

Mentre accendeva i motori, gli sembrò di vedere una figura alta e magra fissarlo da una duna desertica.

- Se non fosse che è scomparsa da molto tempo, ci giurerei che fosse Krystal...

Subito fu colto da una morsa di emozioni, in pieno contrasto tra loro.
La speranza contro la realtà, il senso del dovere contro la passione…
Si diede un pugno in piena fronte: non doveva pensare ancora a lei, bensì doveva concentrarsi unicamente alla sua missione.
Krystal non esisteva più, basta!
Fox fece un respiro profondo, facendo mente locale, e riprese mano alla situazione.
In pochi minuti raggiunse la stratosfera. Dovette ammettere che aveva sottovalutato la massa cosmica perché, teoricamente, doveva essere sbriciolato grazie ai potenti laser in dotazione dell’astronave. In pratica, invece, ci sarebbe voluto un cannone pesante antiaereo in dotazione dell’esercito di Corneria.

- Peccato che non posso comunicare con nessuno, compreso con i miei compagni - ghignò amareggiato.

Una voce autorevole e familiare riecheggiò dunque nella sua mente…

- Figliolo, cosa ti ho insegnato da sempre?

Fox si passò una mano sulla fronte.
Quella voce…

- Papà? - il suo cuore perse qualche battito.
- Do A Barrell Roll!

Il meteorite gli finì addosso.
La paura era talmente violenta che Fox preferì chiudere gli occhi, come ultimo atto di vigliaccheria. 
Non vedere in faccia la morte equivaleva ad avere timore di essa.
Era tutto finito? 
Era morto?
Era quello che meritava, per essere stato così ingiusto nei confronti di lei? Per averla cacciata senza ascoltare la voce del suo cuore?
Sì, qualcuno aveva deciso di punirlo per i suoi peccati.

- Che fai, dormi ?!? Svegliati !!!

Fox, di scatto, aprì gli occhi ma poi subito dovette pentirsene.
Difatti, una luce intensa simile al sole lucente quasi rischiò di accecarlo.

- Come stai, ragazzino?
- 
Papà? T... Ti sento, ma... dove sei?

Fox non riusciva a tenere gli occhi aperti.

- Sei nel limbo, dove i vivi s’incontrano con i defunti...

A tale affermazione, Fox fu colto da sgomento.

- Padre…
- Fox, ho poco tempo a disposizione, poi dopo devo ritornare dove mi spetta.- disse la voce, in un sussurro docile.
- Non andartene… io ho tanto da chiederti…

La prima cosa che fece Fox, pure inconsciamente, fu cercare di toccare con la mano suo padre e non staccarsi più da lui.

- Sei un uomo adesso, non più un bambino - lo ammonì il padre severamente.
- Papà, non mi sento pronto…
- Figliolopronto o no, il momento arriva per tutti... Altrimenti lo rimpiangerai amaramente!

Fox fece uno sforzo improvviso e vide con il proprio sguardo gli occhi gentili del padre defunto.
Costui sorrideva.

- Tu puoi deludere tante persone ma i tuoi genitori mai e poi mai perderanno la fiducia in te!

Fox si alzò di scatto e... qualcosa gli cadde dalla fronte.

- Un... un fazzoletto bagnato ?!?

Fox lo strinse tra le sue mani mentre, con lo sguardo, cercò di capire dove si trovava.
Sabbia a vista d’occhio. 
Vide una figura di spalle, la stessa che aveva visto prima di andarsi a suicidare in quell’impresa folle.

- Tu… - mormorò. - Che... Cosa è successo?

Fox provò a ricordarsi le ultime cose.

- Ci sei riuscito - fece la figura incappucciata.
- Cosa...?

La volpe cercò di alzarsi in piedi, ma era ancora troppo stordito.

- L'asteroide, lo hai distrutto - spiegò la figura, senza togliersi il cappuccio.
- Che cosa è accaduto?

Fox emise un rantolo, avvertendo delle fitte lancinanti ovunque, portandosi di riflesso la mano allo stomaco indolenzito.
Era rimasto ferito dall'impatto e, ameno per il momento, necessitava di tempo per riprendere le forze.

- Riposati, non sei in condizioni di muoverti - fece notare la misteriosa benefattrice.

Fox, non potendo fare altro in quelle condizioni, crollò nuovamente addormentato.
La misteriosa donna non rimase a guardare ma si prodigò per cambiargli le bende, mettendogli sulla fronte dell'altra stoffa bagnata. Una volta che ebbe finito, restò a vegliare il pilota addormentato senza dire una parola.
Era ormai notte fonda, e la temperatura del deserto si era fatta fredda e pungente come un ago.
Fox si svegliò.
Non riusciva a riposare tranquillo, qualcosa gli rodeva inspiegabilmente dentro, quasi una stranissima sensazione di rimorso. Egli avvertì sulla pelle un calore molto tenue e, socchiudendo piano le palpebre, si accorse che oltre al suo giubbotto da mercenario gli era stato avvolto addosso un lungo mantello.
La luce del fuoco andava spegnendosi.
Fox aveva dormito molto e, guardandosi attorno un po' meglio, poté distinguere i resti del braciere che si andavano consumando.
Subito ricordò di essere stato soccorso, dopo il suo impatto con la meteora... E solamente per miracolo, la sua soccorritrice non ebbe a raccogliere i suoi resti con un cucchiaino.
Qualcuno stava dormendo accanto a lui, certo la persona che lo aveva aiutato, e fu allora che Fox la riconobbe al tenue chiarore della fiamma. Costei aveva una figura esile e sinuosa, con la pelliccia di un blu acceso e diversi tatuaggi tribali di colore bianco.

- Non è possibile - mormorò. - Dopo mesi, la rivedo...

Il cuore di Fox perse qualche battito.
Certo che il destino era più crudele e spietato del peggior criminale galattico che il Team Star Fox avesse mai incontrato.
Notò il viso di lei, seminascosto dalle braccia che le facevano da cuscino, e gli parve di sentire il suo corpo scosso da improvvisi brividi di freddo.

- Dopo quello che le ho detto, lei ancora si preoccupava per me - sospirò Fox, sentendosi un verme. - Sono un mostro, lei non meritava tutto questo... non mi meritava!

Fox si passò la mano sulla nuca, in preda ad evidente costernazione.
Quella notte, per lui, sembrava proprio che "qualcuno" avesse inteso preparargliela per consentirgli di riflettere sui suoi peccati. Per essere giudicato e, se necessario, anche punito.
Il sole cocente del pianeta Lyzard iniziò a lambire le lande desertiche, con i suoi caldi raggi dorati, secondo l'ordine naturale delle cose.
L'alba giunse a rischiarare quel giorno, assieme all'inizio di una nuova vita per il mercenario Fox McCloud. Questi aveva passato tutto il resto della notte a riflettere sul da farsi, giungendo infine ad una conclusione molto dolorosa ma soprattutto più giusta per entrambi.
La donna si svegliò, emettendo un forte sbadiglio. Fox fece finta di dormire ancora, aspettando che si risvegliasse completamente, prima di affrontare con lei la discussione necessaria. Qualche minuto dopo, infatti, Fox si levò dal giaciglio e la salutò col suo nome.

- Buongiorno, Krystal... dormito bene?

Fox dovette aspettare un quarto d'ora buono, prima di poterle parlare, tanto costei era agitata.

- Fox, accidenti a te - esclamò lei furiosa. - Appena volto le spalle, non hai niente di meglio da fare che cacciarti nei guai... Potevi morire, te ne rendi conto?

Fox si fece molto serio in volto. Aveva molte cose da dirle, ora che si erano ritrovati, in modo da mettere finalmente pace a lei e a sé stesso.

- Krystal, tu non meritavi un tipo come me… Non sono quel tipo di uomo che vorresti...

Malgrado la debolezza, quelle parole nascevano spontanee da un accordo comune tra i tre massimi sistemi dell’essere umano: La ragione, il sentimento e la coscienza.
La ragione, era la logica fredda.
Il sentimento, era il fiammante propulsore dell’osare.
E infine, la coscienza era il giudice inflessibile del proprio operato.

- Krystal, ascoltami bene: ti ho amata, perché sei dolce e gentile oltre che bellissima... Tu sei speciale, e non lo dico perché ti conosco ma perché sei una perla bianca in un mare di sabbia infida... E' probabile che mi sposerò, e che io abbia dei figli a cui trasmettere il mio passato ma non sarai tu la madre... Krystal, te lo dico senza giri di parole: proprio perché ti amo troppo, devo lasciarti...

Proprio perché la amava, doveva lasciarla.
Non poteva rischiare di farla soffrire, o peggio, vederla morire per colpa sua.
La rabbia della volpina blu parve acquietarsi, man mano che Fox le parlava?
Dunque, era finalmente maturato?
Krystal lo ascoltò in silenzio.
Lo sguardo puro e trasparente dei suoi occhi dolcissimi non cambiò di una virgola.

- Quello che noi avevamo fatto e trascorso - proseguì Fox. - Era frutto di una spensierata gioventù adolescenziale, fatta di promesse di non lasciarsi più o di donare la luna alla propria amata; o ancora, di incidere i propri nomi sulla corteccia di un albero; ma l’amore non è così... L’amore significa conoscersi sotto diverse sfaccettature, così come accettare i pregi e i difetti del proprio partner... Lo capisci, vero?
- Capisco... quindi dici che non sono la donna giusta con la quale condividere la tua vita - La volpe blu sembrava, anche lei, disposta a mettere in chiaro i motivi per cui mettere fine al loro rapporto.
Fox non le aveva detto tutto quella volta e, ora che si erano rivisti, quella era forse l’ultima occasione offerta dal destino per mettere a tacere i loro demoni interiori.

- Hai ragione, ma posso dirti la mia?

Krystal ricevette un cenno di assenso dal mercenario e allora iniziò.

- Sul fatto che non mi conosci a fondo, non ti do torto: appartengo ad una specie sconosciuta e ho perso anche i miei genitori, le uniche persone che potevano dirmi cosa fare o non fare… E tu lo sai, vero, che cosa significa perdere un punto di riferimento?

Fox annuì.

- Quando venni catturata dal quello schifoso rettile a Dinosaur Planet, pensavo di essere veramente spacciata; condannata ad un isolamento definitivo... D’altronde, chi mi conosceva? Chi avrebbe affrontato quelle avversità, solo per me...Nessuno!

Dicendo questo, abbassò lo sguardo.

- Quando i nostri occhi si sono incrociati per la primissima volta, ho riposto la mia fiducia in te; ma non credo che l'avrei riposta in chiunque fosse finito lì... Io credo che non si sia trattato solo di un caso!

Ciò detto, alzò di scatto gli occhi, stavolta colmi di lacrime.

- Fox - disse. - Tu sei l’unica persona a cui sento di poter affidare la mia vita - disse, facendosi avanti per abbracciarlo.

Tuttavìa Fox la respinse.

- No, Krystal - mormorò dolorosamente. - Come hai detto tu, chiunque poteva essere lì a salvarti… e non è detto che fossi per forza io!

Fox non riusciva nemmeno a capire da dove gli venivano quelle parole così aspre, ma sentiva dentro di sé che era la cosa giusta da fare.

- Devi essere realistica: non esiste nessuna favola romantica, non c’è nessun principe azzurro... nessun colpo di fulmine - concluse.

Fox McCloud aveva finalmente capito cos’era che non andava nel loro rapporto.
Era una forzatura.
Un rapporto senza capo e coda: Fox era destinato a vivere da solo, come un lupo, mentre Krystal… Beh, la vita era sua; se era intelligente, la risposta arrivava praticamente da sé.
Fox non poteva far altro che augurarle una vita serena e senza dolore.

 

- Mi ha fatto piacere rivederti, e ti ringrazio molto per avermi salvato... Stammi bene!

Detto ciò, la salutò con un cenno alla mano e s’allontanò da lei.
Poco dopo, giunse Divad con una valigetta.

- Signor Fox, il suo pagamento - fece, porgendo valigia e contenuto alla volpe, ma lui replicò con un'alzata di spalle e scuotendo il capo con dissenso.

- Datelo a lei - disse, indicando Krystal alle sue spalle, dopodiché prese il trasmettitore.

In breve ritornò alla Great Fox.
Il suo team si trovò di fronte a un Fox completamente nuovo, più maturo e più responsabile.
Falco fu il primo ad accorgersene ma fece finta di nulla.
Fox era Fox, questo gli bastava.
Qualche mese dopo, i giornali si riempirono di sangue: una spietata donna, dal fascino irresistibile e dagli occhi verdi, era divenuta il nuovo incubo del sistema Lylat e il suo nome venne sussurrato con terrore e sgomento... Kursed.
Il resto si perse nella leggenda e nessuno seppe mai cos'altro ancora sarebbe accaduto dopo.

 

FINE

   
 
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