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Autore: MayaNp994    23/04/2014    6 recensioni
*Seguito di "Accettami per quello che sono"*
Sono passati dieci anni da quando Bella e suo figlio Edward hanno lasciato Forks. A Phoenix hanno una bella vita stabile e organizzata. Ma tutto si sgretola quando una chiamata dall'ospedale di Forks gli comunica che Charlie ha avuto un malessere ed ha bisogno di lei.
Come influirà questa faccenda con la vita dei due protagonisti? e Bella riuscirà a risolvere le questioni in sospeso?
Leggete e scopritelo!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Ti accetto per come sei.
Capitolo 2. Tutto grazie al caffè.
Arrivammo di fretta e furia all’ospedale di Forks. Il Dottor Cullen ci stava aspettando davanti alla camera quindici, quella riservata a Charlie.
-Salve, lei deve essere la signorina Swan..- poi si voltò verso mio figlio e lo guardò da capo a piede.
-Sono suo figlio.- disse Edward secco. Odiava gli sguardi famelici di pettegolezzi di questa cittadina.
-Lo so, l’ultima volta che ti ho visto avevi due anni.- sorrise Carlisle. Era un brav’uomo. –Ti sei fatto grande!-
In effetti il mio Edward era diventato proprio grande. Era alto per la sua età e magro. Capelli neri come quelli di Jacob ed un naso perfetto. Gli occhi, invece, erano uguali a quelli di Charlie.
-Come sta mio padre?- chiesi preoccupata.
-Sta bene, Isabella. Deve solo riposare.-
-Cos’ha avuto?-  chiese Edward sulle spine.
-Ha avuto un piccolo attacco di cuore ma nulla di cui preoccuparsi per ora. Non ha danneggiato l’organo. Deve stare a riposo e non sforzarsi per nessun motivo.-
-Gesù…- mi misi una mano sulla fronte, mentre Edward entrava in stanza.
Sorrisi al Dottor Cullen e lo ringraziai prima di varcare anche io la porta.
 
Entrammo in casa Swan. Quanti ricordi. Charlie non aveva cambiato nulla dall’ultima volta che ci siamo stati, a parte qualche foto in più.
Stava ancora insieme a Sue ed abitavano insieme ormai e con loro il piccolo di lei, Seth.
Finalmente aveva trovato uno scopo per la camera vacante del secondo piano.
-Bells, posso avere una birra?-
-No. Solo acqua.-
-Ma.. Bells!- si lamentò mentre si sedeva sul divano.
-Papà ti prego.- dissi guardandolo negli occhi. –Solo. Acqua.-
Sbuffò e cominciò a raccontare ad Edward la storia della sua squadra di Baseball preferita.
Cosa che di sicuro non mi sarebbe mai interessata. Mi defilai per portare in cima alle scale i nostri bagagli.
Varca la soglia della mia stanza. Era tutto in perfetto ordine. I libri di scuola erano ancora sopra alla scrivania e anche i dvd.
-Chissà se…- mi venne in mente Edward Cullen. Erano anni che non ci pensavo più. Appena arrivata a Phoenix mi costrinsi ad accantonare il pensiero. A chiuderlo in un angolino e ricoprirlo di cemento, in modo da non poterlo neanche riprendere.
Quel cemento, quel giorno, si era sgretolato.
Scesi le scale di corsa, dovevo scappare dai miei pensieri, e comunicai a tutti che andavo a fare la spesa.  Sue era partita per lavoro ed il frigo era vuoto.
Andai a piedi fino al supermercato di zona. Si era evoluto. Avevano messo le porte scorrevoli automatiche. Wow.
Entrai e cominciai a prendere le cose essenziali.
-Uova.. latte.. oh, il caffè!- era l’ultimo pacco e lo afferrai in contemporanea ad un'altra persona. –Scusi l’ho visto prima io.-
-Cos è? Una gara?  La smetta di fare la bambina e molli il mio caffè.- alzai lo sguardo un attimo dalle sue mani e quasi svenii. Era lui. Risi.
-Che ha da ridere?- era arrabbiato. –Questa è pazza.-
-Edward Cullen.- esclamai.
-Ci conosciamo?- Davvero non mi aveva riconosciuta? Ok. Ero un po’ cambiata. I capelli erano più corti, il fisico più formoso ma comunque ero sempre io.
-Sono Bella. Bella Swan.- sorrisi.
-Be-Bella?!- chiese mollando il caffè. Che finì inesorabilmente nel mio cestino. Gli feci una linguaccia. Rise.
-Edward. Grazie per avermi lasciato il caffè.-
-Alice mi ucciderà ma penso che mi perdonerà se le dico il motivo per cui non gliel’ho preso.-  esclamò. Anche Alice era rimasta a Forks? –Come mai da queste parti?-
-Beh, ci vivo per ora.-
-Ti sei ritrasferita?-
-Beh, Charlie ha avuto un malore ed ha bisogno di qualcuno che badi a lui.- ci incamminammo verso le casse. –Tu che fai?-
-Sono specializzando all’ospedale di Forks.- Wow, Edward dottore. –Sotto gli occhi vigili di mio padre..- sorrise.
Risi. –Edward Cullen, Medico. Suona bene. Anche se pensavo che avessi scelto di diventare un gigolò.-
-Ah.Ah.Ah. Mi fai morire, Bella.- si mise una mano sul petto. –Era un periodo.- alzò le spalle.
Era tutto come allora. Non era cambiato nulla. Lui era divertente come lo ricordavo. Bello e simpatico come l’amico che avevo lasciato qui ben dieci anni fa.
Ero contenta di non aver rovinato tutto.
Pagammo e uscimmo dal supermercato. –Quella era Jessica Stanley?- chiesi poi indicando la cassiera.
Annuì trattenendo le risate.
-Wow, eppure era discretamente intelligente. Come è finita a fare la cassiera?-
-I genitori l’hanno mandata al college ma è stata espulsa per qualche motivo e quindi le hanno detto di cercarsi un lavoro. –
-E come si sanno queste cose?-
Indicò la Stanley. –Le brutte abitudini non muoiono mai.-
 
Mi accompagnò a casa in auto. –E’ stato un piacere rivederti, Edward.- lo salutai con un bacio sulla guancia, che mi provocò dei brividi per tutto il corpo. Il Sex Appeal di questo ragazzo non diminuisce ma aumenta con l’età.
-Anche per me, Bella.- sorrise. –fatti viva a casa. Ci sono parecchie novità che devi vedere.- esclamò prima di andarsene.
Era da tempo che non mi sentivo così piena di vita. Magari ero pronta, finalmente, ad affrontare il mio passato. 
   
 
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