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Autore: SweetLuna    24/04/2014    14 recensioni
{ Jacob ~ Renesmee }
Dalla storia: «Adesso lo sai, non è il lupo ad amarti. Sono io, Jacob Black, ad averti scelto per l'eternità».
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La Saga di Twilight è finita, lasciandoci fin troppe domande senza risposta... Che cosa accade dopo Breaking Dawn?
Edward e Bella possono finalmente cominciare a vivere la loro eternità, ma ben presto si troveranno ad affrontare delle questioni in sospeso: Renée, la madre di Bella, verrà a conoscenza per puro caso dei segreti di sua figlia, ma anche lei e Phil stanno per rivelare ai Cullen qualcosa di inaspettato...
La vicenda vera e propria ha inizio sette anni dopo il mancato scontro con i Volturi. Renesmee è cresciuta, e con lei anche i sentimenti per Jacob sono cambiati: ben presto comprenderanno entrambi che il loro amore va ben oltre l'imprinting, ma a quali conseguenze può portare l'unione tra un lupo mutaforma e una mezza vampira?
Le vite di Renesmee e Jacob, della famiglia Cullen e non solo verranno stravolte da nuovi e inaspettati eventi...
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(Ultima revisione errori effettuata: 2020 | La trama non ha subito variazioni)
DISCLAIMER: La seguente storia non è a scopo di lucro. I personaggi originali di Twilight e il materiale fotografico appartengono ai rispettivi proprietari.
Genere: Fantasy, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Eternity '
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30. LA TESSERA MANCANTE


Questa notte ho dormito da schifo, i miei sogni sono stati strani e confusionari. Jacob si è svegliato più volte, per cercare di tranquillizzarmi. E alla fine non sono più riuscita a prendere sonno... Sono andata dai bambini, almeno loro dormivano sereni come sempre. E infine ho deciso di correre, per provare a sfogarmi e a togliermi di dosso quella maledetta agitazione. 
Oggi avrei dovuto dire a Jacob tutta la verità, ma nel sogno questo mi era costato un altro litigio con lui, stavolta molto più grave del precedente. Jacob si era preso i nostri bambini e li aveva portati a casa di Billy, sbattendomi la porta in faccia. Il sogno (o sarebbe più opportuno chiamarlo incubo) si era interrotto proprio in quel momento. Dunque, secondo il mio inconscio, Jacob non appoggerà le mie scelte. Eppure ce lo siamo giurato, niente e nessuno potrà mai dividerci e lui sarebbe sempre rimasto al mio fianco come lo è stato in ogni istante della mia vita.
Mi rigiro tra le mani i documenti falsi che John Miles mi aveva consegnato in un'anonima busta marrone: Vanessa Lynn era il nome che era stato scelto per me, sul documento risultavo essere nata a Los Angeles ventisei anni fa. La scelta del nome non era casuale, Jacob avrebbe potuto chiamarmi Nessie o Ness senza dare nell'occhio. Era stata un'idea di mia madre, quando aveva fatto realizzare i famosi documenti falsi dei quali Jake ed io non abbiamo mai avuto bisogno. E poi c'era Jacob Wolfe, anche in questo caso era lo stesso nome che era stato scritto sui vecchi documenti falsi realizzati da Jenks. E infine, i documenti che più mi spaventano, quelli dei miei figli: Michael e Sophia Wolfe, nati tre anni fa a Vancouver. Già, sarebbero potuti benissimo passare per dei bambini di tre anni, la loro crescita è rapida e mentalmente sono ancora più maturi. 
Rimetto i documenti nella busta, nascondendola nel libro di storia che ripongo accuratamente nella mensola accanto alla scrivania. 
Jacob si rigira nel letto, ma dorme ancora profondamente. Mi guardo allo specchio, e noto le occhiaie pesanti che mi solcano il viso. Nonostante tutto, il sonno non vuole proprio ritornare... Scendo al piano di sotto per fare colazione, sperando di non trovare nessuno. Cosa alquanto improbabile, considerando che nessuno dei miei familiari ha bisogno di dormire...
«Renesmee». Zia Rosalie si avvicina a me, cingendomi le spalle in modo amorevole. 
«Zia, grazie per aver messo i bambini a letto, ieri sera stavo crollando», le rispondo, sforzandomi di sembrare tranquilla e spensierata.
«Lo sai che lo faccio sempre con piacere. Da quando ci sei tu e i tuoi bambini, in questa casa è tornata la vita... Mi rendi felice ogni giorno». Zia Rosalie, sempre così dolce e premurosa... ed io come la ripago? Nascondendole tutto, continuando ad essere sopraffatta dal senso di colpa nei confronti di tutta la mia famiglia, dei miei amici... di Jacob.
«Alla fine non sono riuscita a prendere sonno stanotte, ho svegliato Jacob almeno due o tre volte», le rispondo, indicandomi le vistose occhiaie.
«Dai, ti preparo la colazione». Zia Rose inizia a prepararmi il cappuccino, spolverandolo con un velo di cacao. Tutti i miei familiari sono dei cuochi provetti, nonostante abbiano imparato a cucinare soltanto da quando avevo iniziato a nutrirmi di cibo umano.
Sorseggio distrattamente un sorso di cappuccino, leccandomi i baffi che la schiuma ha lasciato sulle mie labbra.
«Tesoro, che c'è?», mi chiede zia Rose mettendosi a sedere accanto a me. Sposto gli occhi sulla tazza del cappuccino ormai mezza vuota, incapace di reggere il suo sguardo indagatore. Devo ammettere che sono davvero una pessima attrice, quando si tratta di nascondere la mia agitazione.
«L'incubo di stanotte... mi ha lasciato una sensazione di fastidio. È per questo che non sono più riuscita a dormire, dopo», mi lascio sfuggire senza riflettere.
«Raccontamelo, ti farà bene».
Non posso di certo raccontarglielo così come è stato... devo ricordarmi che lei non sa niente.
«Nell'incubo c'erano i Volturi, erano schierati in formazione da battaglia. C'era la neve, come diciotto anni fa. C'erano tutti i... i testimoni, e i lupi. Ma stavolta al mio posto c'erano i miei figli...». Non è il mio incubo di stanotte, ma è una delle mie fantasie ricorrenti, frutto dell'ansia e della paura che avevano iniziato ad angosciarmi. Tutti mi hanno sempre detto che sono una persona estremamente forte e in gamba, ma in parte sono umana, e posso crollare anch'io.
«Basta così, Nessie... è solo uno stupido incubo». Jacob mi raggiunge prima che io possa risponderle, abbracciandomi da dietro. La sua sola vicinanza mi procura un benessere fisico, facendomi istintivamente sorridere.
«Dovresti provare a dormire, lo sai?», mi dice accarezzandomi il braccio, continuando a restare abbracciato a me. Zia Rosalie distoglie lo sguardo annuendo, come a dare ragione a Jake. Finisco di bere in fretta il mio cappuccino, dopodiché prendo da parte Jake trascinandolo fuori casa, lontano da occhi indiscreti.
«Che c'è, la serata di ieri non è stata divertente? Te l'avevo detto che dovevo venire anch'io...», mi dice Jake, trascinandomi a forza tra le sue braccia. Così facendo mi rende tutto più difficile, come faccio a deluderlo adesso?
«Jake, non si tratta di questo... noi due dobbiamo parlare», me ne esco, presa da un momento di improvviso coraggio.
«Parlare? Non prometti niente di buono quando mi dici così».
«Seguimi», gli rispondo a mia volta prendendolo in contropiede, cominciando a correre, senza neanche dargli il tempo materiale per potersi trasformare in lupo. Quando Jacob è in forma umana riesco a superarlo nella corsa, nonostante anche lui sia bravo a tenere il passo senza andare a schiantarsi contro qualche albero. 
Non smetto di correre fin quando non raggiungiamo la spiaggia, come sempre tranquilla e silenziosa. Jacob si piega su se stesso, gli ho persino fatto venire il fiatone.
«Fermati, Ness... non ce la faccio più, hai vinto», mi dice con rassegnazione, avvicinandosi a me con passi piuttosto lenti.
«Vuoi smetterla con questo fottuto silenzio, Renesmee?», prosegue a dire, continuando a vedermi perplessa. Ce la posso fare, ce la posso fare... nella mia mente ripeto questa frase come un mantra. È soltanto Jacob, il mio Jacob. E non posso essere spaventata da una sua reazione... lo conosco più di me stessa.
«Vieni qui, Jake...», gli dico prendendolo per mano, per poi alzarmi in punta di piedi per baciarlo come si deve. Prontamente mi avvolge la vita con le sue braccia possenti, sollevandomi di più verso di lui.
«Sei nata per farmi impazzire, mia piccola Ness». Sorride, soddisfatto da quel bacio improvviso. 
«Jake, ora devi ascoltarmi. Non sai quanto io faccia... fatica, a dirti queste parole, ma non possiamo continuare a far finta che vada tutto bene... Sto parlando delle visioni di zia Alice».
Jacob si fa improvvisamente serio, mettendosi a sedere sulla sabbia e trascinandomi in braccio a lui. Continuo a tenergli una mano sulla nuca, scaricando il mio nervosismo carezzandogli i capelli.
«Senti, Ness... io ti ho vista diversa in questi giorni. Non ho voluto dirtelo perché non mi azzarderei mai a dubitare di te, ma ho come avuto la sensazione che mi stessi nascondendo qualcosa, o che avessi qualcosa da farti perdonare. Non voglio che tu abbia paura di dirmelo, sai che per te ci sarò sempre... Mi fido di te perché hai sempre fatto le scelte giuste, sei molto più in gamba di quanto non lo sia io... Non aver paura». 
Jake mi coccola dolcemente stringendomi a sé, riesco a percepire i battiti del suo cuore ormai del tutto regolari e senza un briciolo di agitazione...
«La chiave di tutto è il dono di nostra figlia, Jacob... La sto facendo esercitare in modo che possa controllarlo a pieno. Ora Sophia riesce ad acquisire i poteri semplicemente guardando negli occhi il vampiro che le sta davanti...».
«Okay, Nessie. Ma cosa c'entra Sophia con la visione di Alice e tutto il resto? Scusami, ma non riesco a collegare le due cose...», risponde lui, ancora con un tono pacato.
«Se dovessimo giungere ad uno scontro, Sophia sarebbe in grado di mettere tutti fuori gioco, e potremmo confrontarci ad armi pari. È questo che intendo, Jake... Ma non me ne starò con le mani in mano aspettando che i Volturi vengano qui, noi dobbiamo agire per primi. Devo soltanto aspettare il famoso segnale di cui parlava zia Alice... la famosa tessera mancante. Mia madre si recherà a Volterra, zia Alice l'ha visto. Ma non adesso, dobbiamo aspettare il momento adatto», proseguo a dire cercando di dosare a poco a poco le informazioni, per non sconvolgere Jake.
«Continuo a non capire, Nessie. Sii più chiara, stai facendo dei ragionamenti astratti... forse lo scemo sono io a non voler capire». 
Distolgo lo sguardo dalle sue mani, per potermi concentrare sul volto di Jake e confessargli finalmente tutta la verità.
«Jacob, noi... se dovesse essere necessario dovremmo andare a Volterra. Aro chiederà a mia madre di vedermi, e non posso di certo tirarmi indietro. Loro verrebbero qui, e... per quanto io mi possa sforzare, non posso cancellare i nostri figli dai miei pensieri. Aro è un abile lettore di menti, molto più di mio padre. Leggerà i miei pensieri, vedrà il nostro legame e vedrà nostri figli. Non potrò nascondergli l'esistenza di Michael e Sophia, ma posso comunque omettere dei particolari: il dono di Sophia, per esempio. Seguirò alla lettera tutte le direttive di Aro, ma allora per i Volturi sarà troppo tardi per attaccare: Sophia li avrà già privati di tutti i loro poteri, e a quel punto non potranno neanche avanzare delle pretese su Robert. Se Sophia diventasse ancora più esperta potrebbe anche decidere di tenersi quei poteri tutti per sé. I Volturi dovranno accettare le nostre condizioni, altrimenti diventeranno... il niente».
Jacob rimane interdetto per alcuni secondi, fissando i miei occhi preoccupato.
«Se fossi una persona sana di mente direi che la tua idea è... no, okay è totalmente folle e azzardata... Se al tuo posto ci fosse stato qualcun altro a dirmelo, me ne sarei andato via incazzato come non so cosa. Ma dal momento che sei tu a dirmelo, io mi fido di te. E sarò con te, Renesmee. Però devo confessarti che sono preoccupato per nostro figlio... lui non possiede un dono in grado di mettere tutti fuori gioco, come quello di Sophia». 
L'esternazione di Jake è del tutto lecita, ma ovviamente ho avuto la premura di non tralasciare alcun dettaglio. Per Michael vale lo stesso ragionamento fatto con Robert, e volendo anche il suo potere potrebbe essere usato contro i Volturi. Potrebbe mettersi in contatto con qualcuno di quegli innocenti ai quali i Volturi hanno tolto la vita, e allora molti dei componenti del corpo di guardia potrebbero decidere di abbandonare Aro e compagni, vedendo qual è il loro destino: i Volturi avevano l'abitudine di sbarazzarsi dei vampiri che non gli servivano più, non appena trovavano qualcuno di più potente. Hanno sempre dimostrato non solo uno scarso rispetto per la vita umana, ma anche per la vita di quelli come loro.
«Nessuno toccherà Michael, né nessun altro. Considerando che i Volturi potrebbero vedersi privare dei loro poteri, non gli conviene fare dei passi falsi. Gli conviene sottostare alle nostre, di condizioni, se non vogliono perdere la loro reputazione». 
Rivolgo a Jacob un sorriso compiaciuto, il mio ragionamento non fa una piega. Tutto era stato molto più difficile quando la mia famiglia si era ritrovata a proteggermi chiamando testimoni da tutto il mondo. E se non ci fosse stato Nahuel, chissà che cosa sarebbe accaduto, forse sarei fuggita con Jacob lasciando morire tutta la mia famiglia...
È vero, i miei figli sono un caso unico al mondo, a differenza mia. Potrei anche girare tutti gli angoli della Terra per cercare qualcuno uguale a loro, ma un'unione come quella tra me e Jacob non si era mai verificata. Eppure, Jake ed io eravamo più compatibili di quanto avessimo potuto immaginare. Mia madre aveva dovuto affrontare il dolore e la sofferenza, per essere felice con mio padre. L'avevo quasi uccisa quando crescevo dentro di lei ad una velocità inaudita, incompatibile con il suo essere umana. Lei aveva sofferto, io no. Perché quando avevo scoperto di essere incinta di Jacob, il mio corpo si era adattato naturalmente alla gravidanza, come quello di qualsiasi donna. Due piccole vite crescevano dentro di me, ad un ritmo soltanto poco più veloce rispetto al normale. La mia natura di mezza vampira mi ha resa più potente, tanto che dopo il parto ero tornata forte esattamente come prima, se non addirittura di più. Mia madre aveva dovuto cambiare se stessa, per restare in vita... per me è stato tutto fin troppo semplice.
«A cosa pensi?», mi chiede all'improvviso Jake, destandomi dai miei pensieri.
«I bambini non sono una minaccia... Dimostreremo ai Volturi che noi non siamo affatto nemici naturali, siamo nati per stare insieme».
«Glielo dimostreremo, Ness».
Mi alzo in piedi, sollevando anche Jake tirandolo per il braccio.
«Perdonami per aver dubitato di te, Jake... Credevo che l'avresti presa male, stavolta si tratta dei nostri figli». Non posso fare a meno di baciarlo di nuovo, mi sento una persona orribile per avere soltanto osato dubitare di lui.
«Shhh... basta, Ness. Basta sensi di colpa, ti prego. Non potrei sopportarlo». Mi sfiora le labbra con le dita...
«C'è ancora qualcosa che non ti ho detto, Jake...». A questo punto, è giusto che sappia tutta la verità. Basta menzogne, basta nasconderci le cose. Deve sapere dei documenti falsi.
«Sei di nuovo incinta?», mi chiede lui sorridendo, cercando forse di allentare la tensione. Inizia a giocherellare con una ciocca dei miei capelli, mentre le mie mani incontrano le sue.
«Non ce la fai proprio a restare serio, Jake?», lo rimprovero fingendomi sconvolta, per poi tornare di nuovo seria.
«Avanti Ness, la smetto di fare il coglione».
«Ieri sera sono uscita con i miei amici, ma era una specie di... copertura. Dovevo incontrare una persona, e non volevo farti insospettire...». Vedo Jacob sbiancare di colpo, e diventare serio tutto insieme.
«Perché non me lo hai detto prima? Chi dovevi incontrare in quel locale?», mi risponde lasciandosi sfuggire una voce un po' troppo alta, una sorta di rimprovero.
«Sono andata a ritirare dei documenti falsi... Ci serviranno nel caso in cui dovessimo andare a Volterra. Quello che ti sto dicendo deve restare tra me e te». 
È come se mi fossi finalmente liberata da un grosso peso, pesante ed opprimente come un macigno.
«E hai fatto tutto questo da sola? Dio... come posso farmi perdonare?». 
Oggi Jacob è una continua sorpresa, mi sorprende ad ogni minima parola che esce dalla sua bocca. Il mio Jake...
«Insegnami a combattere, Jake. Ecco come puoi farti perdonare», gli rispondo, lasciandolo del tutto esterrefatto. Questa proprio non se l'aspettava!
«Stai scherzando?... Io non posso farlo, non puoi chiedermi una cosa del genere. Non puoi chiedermi di... picchiarti, ti faresti male», risponde lui mettendo le mani avanti, neanche avessi avanzato la più assurda delle richieste. 
«Dimentichi che sono una mezza vampira... e che sono più forte di quanto pensi. Più forte di te, se mi ci metto d'impegno. Se rifiuti mi farò aiutare da Seth, Harry gli aveva insegnato il kung fu», gli rispondo facendo un po' la smorfiosa, per farlo cedere. 
«Harry lo aveva insegnato anche a me... Okay, affare fatto, Nessie. Ma se dovessi farti anche solo un graffio, sappi che non potrai più contare su di me».
Gli stringo la mano, come a sancire un patto.
«Affare fatto, Jake».
Per qualche assurdo motivo, nessuno dei miei familiari aveva mai voluto insegnarmi a combattere. Dicevano che non ne avrei mai avuto bisogno, e che la lotta non si addiceva ad una come me.
Le mie zie, neanche a parlarne. Mamma e papa? Ma per favore! Solo zio Emmett e zio Jasper a volte mi mostravano qualche mossa, quando ero piccola. Mi divertivo parecchio a guardarli fare quello strano "spettacolo" per me, per farmi divertire. Ovviamente non si facevano male sul serio, era tutto studiato nei minimi dettagli.
«Adesso?», mi azzardo a chiedere a Jake mettendomi in posizione di difesa, aspettando un suo attacco. Jake prova a prendermi per il braccio, ma con un'abile mossa riesco a spostarmi e a ritrovarmi dietro di lui. Incrocio il suo sguardo rivolgendogli un sorriso compiaciuto, per essere la prima volta non sono andata male.
«Cavoli, sei brava a schivare i colpi... Ma adesso andiamo a casa, i bambini saranno già svegli», mi dice prima di darmi un repentino bacio e sfrecciare via, per poi cambiare di nuovo idea.
«Perché ti fermi?», gli chiedo, sorpresa dalla sua bizzarra reazione.
«Perché da lupo sono più veloce», mi risponde beffardo iniziando a slacciarsi i pantaloncini proprio davanti a me, senza un briciolo di pudore. «Sai Ness, una volta mi sono dovuto spogliare proprio davanti a tuo nonno Charlie. Mi sono trasformato davanti a lui... Ho evitato parecchie seccature a Bella, era troppo paranoica da vampira neonata. Te l'avevo già raccontato? Vabbe'... raccoglimi i vestiti», mi dice prima di tramutare nel giro di mezzo secondo nel grande lupo rossiccio, l'altra metà di lui.
Mi affretto a raccogliere i vestiti da terra, issandomi repentinamente in groppa all'enorme Jake-lupo.
«Mi spiace, sono diventata troppo veloce per te», gli dico, aggrappandomi più forte al soffice pelo dietro le orecchie. Si volta a guardarmi con i suoi occhi neri, identici ai suoi occhi da umano, profondi e consapevoli. Non sono di certo gli occhi di un animale, quelli... 
«Anch'io, Jake», rispondo sorridente al suo "ti amo" silenzioso, prima di scomparire con lui nel fitto della foresta.
 
Dopo che Jake si è rivestito cercando di far apparire i suoi pantaloncini un po' meno stropicciati, entriamo in casa. Per zio Emmett ogni occasione era buona per lanciarci una delle sue frecciatine, anche quando Jake ed io non facevamo niente. A volte i vestiti di Jake erano stropicciati semplicemente perché aveva dovuto toglierseli per trasformarsi... 
Appena entriamo in casa, a differenza di poco fa sento le voci di tutti i miei familiari impegnati a discutere in salone, mentre avverto dalle vocine squillanti di Sophia e Michael che zia Rosalie è in cucina con loro per farli mangiare.
Mia madre mi coglie in contropiede, bloccandomi sulla soglia.
«C'è tuo padre, fai attenzione a ciò che pensi», mi avverte con un tono di voce appena udibile, guardandosi le spalle. «Jake, va' dai bambini... dobbiamo parlare con Renesmee. Non voglio che loro sentano», prosegue rivolgendosi a Jake, che subito annuisce e mi lascia la mano, dirigendosi al piano di sopra verso la cucina.
Mia madre mi prende a braccetto, conducendomi in salone in mezzo a tutti gli altri. Papà si avvicina prendendomi per mano, invitandomi a sedermi sul divano proprio accanto a lui e zia Alice.
«È successo qualcosa?», mi lascio sfuggire, notando il silenzio quasi tombale che aleggia tra i presenti.
«Renesmee, questa mattina abbiamo trovato questo». Papà mi porge una scatola di legno, sembra chiusa a chiave. Provo ad agitarla per sentire se c'è qualcosa dentro, e avverto un rumore. «Era in un pacco per la posta prioritaria, ma l'indirizzo non corrisponde a niente... C'era il tuo nome, devi aprirla tu». 
Mamma e papà si facevano ritirare la posta da un assistente privato, i pacchi e le lettere venivano spediti in un appartamento sfitto nei pressi di Seattle.
«Siamo andati a ritirarlo questa mattina presto», mi dice mia madre.
Papà mi porge la chiave del contenitore, anch'essa era chiusa a sua volta in una scatola: piccola, anonima, ricoperta di velluto nero.
Giro lentamente la chiave, riuscendo dopo alcuni tentativi ad aprire la scatola.
«Un gioiello?», dico sorpresa osservando una vistosa catena d'oro, sulla quale è incastonata una pietra ancor più appariscente: un diamante, grosso quanto una palla da biliardo.
Ripongo subito il gioiello nella scatola, notando una busta per le lettere sul fondo del contenitore.
 
Carissima Famiglia Cullen, siamo impazienti di rivedere l'incantevole Renesmee, che ormai si appresta a raggiungere l'età che ha portato sua madre Isabella a varcare le soglie dell'immortalità.
Nel frattempo siamo lieti di omaggiare la giovane Renesmee di un grazioso regalo, sperando che sia un dono gradito.
Aspettiamo presto vostre notizie, 
I Volturi
 
P.S. Sarebbe cosa gradita poter finalmente conoscere anche Robert, il fratello della meravigliosa Isabella.
 
«I Volturi...», ripeto sconvolta, lasciandomi cadere il biglietto dalle mani. Il tono di quelle parole è viscido, finto, falsamente sdolcinato... Avrei dovuto capirlo fin da subito, dal gioiello. Regalare oro e pietre preziose era quasi una consuetudine per i Signori di Volterra. Anche per le nozze dei miei genitori avevano fatto arrivare un vistoso collier, che mia madre mi aveva regalato facendomelo passare per un giocattolo. Mi piacevano gli oggetti luccicanti, e allora non ci avevo fatto troppo caso. Quel gioiello varrà almeno un miliardo di dollari...
«È questo il segnale», dice zia Alice, folgorata da un'intuizione. «La tessera mancante, ciò che non avevo visto nelle mie visioni».
Ora sappiamo tutto ciò che ci è dato sapere. Dobbiamo affrontare i Volturi, e non possiamo più tirarci indietro.


 
NOTA DELL'AUTRICE
Ciao a tutte, e scusate il ritardo! Oggi ho avuto da fare, sono andata al cinema a vedere Noah (il film con Emma Watson)! e poi questo imbecille di computer non voleva connettersi >_< lo lancerei volentieri dalla finestra a volte... vabbe', ora basta chiacchiere! Vi lascio le famose foto che vi avevo promesso di Robert e i gemelli (diversi) Cullen-Black. Se vi state chiedendo chi è l'interprete di Rob, è l'attore americano Jeremy Sumpter (vi ricordate il bellissimo bambino di Peter Pan?) ... e poi, i bimbi li ho trovati in rete, e come avrete già letto negli scorsi capitoli sembrano un pochino più grandi della loro età. E adesso... scatenatevi con commenti e recensioni! 
Non vi garantisco con sicurezza che il prossimo capitolo arrivi mercoledì prossimo, a breve mi comunicheranno la data del pre-esame di maturità e dovrò mettermi sotto con lo studio :/ 
Parlando invece dei capitoli revisionati, ho approfittato delle vacanze di Pasqua per terminare questo lavoretto... quindi questa settimana ho revisionato i capitoli fino al 12. Voglio sapere che ne pensate, eh! Non uccidetemi, ma sono una perfezionista e volevo che anche quei capitoli fossero all'altezza degli "ultimi" pubblicati.
A presto... e recensite, mi raccomando!
Greta

Ed ora, ecco a voi le foto!





  
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