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Autore: August 3    24/04/2014    0 recensioni
E con lui era così, lo era sempre stato. Era un continuo frantumarsi a terra, avere le ali, assaporare la libertà e rubare un pezzo di paradiso. Ci si innalzava al cielo, ma poi era una caduta libera, a capofitto, giù nel vuoto. Ed ogni volta che incontrava la terra perdeva un pezzo di cuore e rimaneva un segno. Eppure continuava a credervi. Perché si sa, non si può volare se non ci lascia cadere un poco.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Àncora

I.

 

*



Zayn Malik camminava tranquillo per i corridoi dell'albergo, alla disperata ricerca di Louis. Doveva urgentemente parlargli di alcune faccende dell'indomani, ma questo non sembrava molto interessato: non rispondeva al cellulare e si era volatilizzato in men che non si dica. E Zayn non osò nemmeno pensare che quello avesse semplicemente spento il telefono o fosse andato in giro senza avvisare; lui era certo, se non di più, che Louis lo stesse seriamente evitando.

Zayn continuò a muoversi spedito, arrivando alla porta di Harry. Bussò una, due, tre volte, ma da oltre il legno nessuno rispose. Riprovò, nella speranza che qualcuno sentisse e gli aprisse, aiutandolo a cercare Louis. E appena l'avrebbe trovato, Zayn giurò che l'avrebbe ucciso. Strangolato con cura. Ma ora sembrava che tutti quei pensieri, in fin dei conti, non riuscissero a risolvergli la situazione. Louis restava comunque introvabile e doveva seriamente parlare con lui.

Il cellulare improvvisamente squillò.

- No ma grazie di degnarti di chiamarmi! Louis dove cazzo siete tu e gli altri?

- Siamo fuori a cena! Ti ho mandato un messaggio ma tu ovviamente non caghi il telefono... e poi ti lamenti! - urlò l'altro.

Magari era fra i duecentosette messaggi che non aveva letto. Zayn riuscì a malapena a sentire ciò che Louis gli aveva urlato. Probabilmente il moro era in un posto molto affollato, siccome differenti voci ronzavano in sottofondo.

Zayn iniziò a camminare, ripercorrendo i corridoi e saltellando fra ogni cerchio disegnato sopra i tappeti.

- Aspetta, Louis faccio fatica a sentirti.

- Non c'è niente da sentire! Zayn devo andare!

- Cazzo, tutti di compagnia stasera! - strillò Zayn, arrivando dinnanzi alla porta della sua camera. Dopo essere entrato, se la lasciò alle spalle fancedola sbattere.

- Ci vediamo dopo.

Non salutò neanche l'amico, limitandosi a riattacare.

Gettò sgraziatamente il cellulare sul letto, afferrando il pacchetto di sigarette e dirigendosi sul balconcino. Il vento di un fresco aprile gli scompigliò i capelli, e Zayn fece un profondo respiro. Si sedette sulla sedia bianca, stanco, appoggiando il pacchetto sul tavolino. Quando voltò il capo, tuttavia, vide una magra figura sedere sulla ringhiera del balcone affianco. Allarmato, s'alzò di scatto.

- Cazzo non farlo! - urlò, attirando l'attenzione dello sconosciuto.

Quello lo fulminò, con gli occhi. - Non posso guardare la città dal mio balcone? - domandò ovvio.

Sì, ma non vorrei ti buttassi, pensò fra sé e sé Zayn, senza pronunciare le sue parole. Era davvero poco carina quella frase e magari avrebbe anche rischiato di ottenere l'effetto opposto.

- Pensavo... - iniziò incerto Zayn, - pensavo tu... sì insomma... seduto sulla ringhiera. Non lo so, mi dispiace.

L'altro lo guardò impassibile. - Non mi voglio suicidare, tranquillo.

Zayn annuì. -Scusa.

Tornò a sedersi, estraendo una sigaretta ed accendendola. Aspirò. Tuttavia quel tizio, in quella posizione così pericolosa ed ambigua non gli piaceva affatto. Gli metteva ansia. Ed aveva una fottuta paura che quel pazzo volesse seriamente buttarsi. Mai fidarsi delle parole, no? Zayn s'alzò, di nuovo.

- Senti, che ne dici di scendere? Se vuoi ti presto una sedia.

Il tipo chiuse gli occhi.

Zayn lo guardò ancora più spaventato, pensando che quello stesse sul serio per gettarsi. Ecco, adesso lo fa!

- Sei un pivello, umh? Te l'ho detto, non mi butto. - rise. - O almeno, non di sicuro davanti a te, dopo te la faresti troppo sotto.

Zayn finse una risata. - Molto simpatico e divertente devo dire.

- Mai quanto te. Con quella tua voce fastidiosa fai da paparino a tutte le persone che incontri? - pronunciò lagnoso lo sconosciuto.

Il moro sembrò perdere la pazienza. - No, solo quelli che hanno scritto in fronte "tra poco mi butto".

- E dunque cosa aspetti a farlo? - domandò allora l'altro, mostrando un sorrisino sghembo.

- Prima le signore.

- Allora buttati.

- Sei tu il pivello, adesso. - Zayn non gli avrebbe mai lasciato il gusto di vincere.

- No, semplicemente non sono un suicida.

- E io invece ti sembro tale? - esclamò Zayn, adirato.

- No. - mormorò, saltando nel balconcino di Zayn. - Mi sembri un pivello.

Il moro non aveva realmente paura. Insomma, stava avendo a che fare con un possibile suicida che probabilmente voleva trascinare giù nell'oblio anche lui. Zayn non temeva quello sconociuto in sé, piuttosto la sua incredibile aria da assassino. Per quanto fosse una cosa strana ed inadatta, Zayn non potè che osservare le iridi cristalline del ragazzo, attornate da una pelle rosea. Quei colori così lucenti, però, sembravano fare letteralmente a botte con tutto l'odio che emanavano. I suoi capelli biondicci erano acconciati in un ciuffo disordinato, ma esaltavano incredibilmente i suoi sottili lineamenti. Zayn si diede mentalmente dello stupido: ma a che cazzo stava pensando?

- Hai accettato la mia offerta della sedia? - azzardò.

- Se almeno così riuscirai finalmente a tacere e smetterai di sporcarti i pantaloni, allora sì. - rispose il tipo.

Zayn lo osservò, mentre lento afferrava la sedia, sistemandosi un po' più lontano da lui. Non se la stava facendo addosso dalla paura, assolutamente no!

- Come ti chiami? - lo interrogò il moro.

- Cos'è, vuoi sapere il nome del ragazzo che hai paura si tolga la vita?

- No, voglio sapere il nome del ragazzo che tra un po' lancio giù dal mio balcone. - rispose a tono Zayn, riaccendendo la sigaretta e sedendosi difronte, e lontano, a lui.

- E poi ero io quello pericoloso. - commentò il ragazzo, allargando le braccia e stirandosi.

- Non sono pericoloso. Ti hosemplicemente offerto una mano per attuare il tuo piano suicida.

Il tizio sembrò alterarsi, dopo quelle ultime parole di Zayn, alzandosi improvvisamente ed assumendo un'espressione alquanto frustrata. Si avvicinò pericolosamente al moro. - Te lo ripeto per l'ultima volta e spero davvero tu lo tenga a mente: io non voglio suicidarmi. Se hai problemi, vattene.

Zayn lo guardò ovvio. - Ma questo è il mio balcone!

Il tizio trattenne una risata, tornando a sedersi, calmo. - Sei noioso, ecco tutto. Ed io odio annoiarmi.

- Più che altro sembra che odi qualsiasi cosa! - osservò Zayn. - Dimmi se c'è qualcosa di bello per te e poi sarò contento.

Lo sconosciuto lo guardò, inespressivo. - Per incominciare, una sigaretta.

Zayn sbuffò, allontanando il pacchetto dal tavolino. - E cosa mi dai in cambio?

- Non ho detto che voglio una tua sigaretta. Ho semplicemente detto che mi piacciono.

Zayn rigettò il pacchetto sul tavolino. Il biondo s'allungò prontamente, estraendo una sigaretta e portandosela tra le labbra, per poi accenderla.

- Ehi! - strillò Zayn.

- Te ne ridò una domattina. - promise il biondo, formando dei cerchi con il fumo.

- Ma se non le hai qua come pensi di ridarmele?

Il tizio sbuffo. - Mi sono cadute prima. Non volevo gettarmi, volevo semplicemente vedere dove fossero finite. Domattina le recupererò e ti restituirò una sigaretta, contento?

Zayn si sentì offeso. - Non voglio le tua sigarette.

- Guarda che sono esattamente come le tue. - osservò l'altro, irritato.

- Hai detto bene, ho le mie, grazie.

Il ragazzo sbuffò, nuovamente. - Senti, come fai a parlarmi di antipatia quando sei il ritratto dell'insopportabilità?

- Ecco che Mister Simpatia ci mostra le sue studiate ed attente constatazioni!

- No ciccio, sono serio.

Zayn alzò la voce. - Come fai ad essere serio? Ti volevo salvare dalla morte e tu hai inziato ad offendermi e a rispondermi malamente! Manco ti avessi augurato di buttarti!

Il ragazzo rise. - Scommetto che lo hai fatto, più e più volte anche.

Zayn non seppe cosa rispondere. Rimase alquanto sbigottito dall'attenzione che quello sconosciuto metteva in ogni cosa. Insomma, fino ad ora non aveva detto – quasi- nulla di -completamente- sbagliato, eccetto qualche cavolata... ma, sorvolando, Zayn pensò che quello fosse dotato di un qualcosa denominato intelligenza. E soprattutto, cosa più pericolosa, la sapeva anche usare (eccetto per il suicidarsi, siccome era ancora fermamente convinto).

Il moro annuì. - Non lasci altra scelta alle persone. Insomma, le aggredisci, fai l'indisponente. Spero che il prossimo che ti vede seduto sulla ringhiera di un balcone non ti dica niente e poi vediamo come replichi, sempre se arrivi a replicare...

Il ragazzo spostò la sigaretta da una mano all'altra, allungando quella destra. - Mi chiamo Shannon.

Zayn fu sorpreso, perciò esitò un attimo. - Zayn.

Il contatto con la mano di Shannon lo turbò. Quella era davvero fredda. Forse era l'atmosfera che rendeva quel ragazzo così strano, ovviamente in senso negativo. Era la sua presenza, i suoi occhi spenti e bui, il suo sorriso sghembo, quei denti troppo bianchi. Tutto in Shannon emanava terrore. Ciò che turbava anche maggiormente Zayn, era che quel giovane, in tutta la sua freddezza, lo affascinava davvero. Zayn non aveva cambiato sponda, o almeno pensava, però c'era qualcosa in Shannon che, oltre ad allontanare, catturava ed avvicinava. E Zayn avrebbe potuto spendere l'eternità a chiedersi se quella fosse una cosa positiva o negativa. Però, forse, non aveva neanche realmente bisogno di interrogarsi.

- Non mangio pivelli. - pronunciò lento Shannon.

Zayn iniziò a giocherellare con la lingua con il labbro inferiore, sorridendo. - Ti ricordo che il balcone è mio.

- È così che attiri le donzelle? - scherzò il biondo.

Anche la sua voce era buia. Era bassa, forte e... così dannatamente buia.

- Io non ho bisogno di questi giochetti.

- Pivello. - commentò nuovamente Shannon.

- Suicida.

Ecco, eccolo che era tornato a toccare quel punto così dolente. Zayn doveva e voleva togliersi lo sfizio.

- Ti faccio passare la voglia di dire quella parola. - rispose cupo, fissandolo negli occhi.

Un brivido percorse la schiena del moro. Ecco che adesso ammazza davvero qualcuno.

Zayn rise. - Le tue sigarette ti stanno cercando.

- Aspetta che mando a far compagnia loro anche le tue. - sputò, lanciando il pacchetto bianco nel vuoto.

- Sei un grandissimo figlio di puttana! - urlò Zayn, alzandosi e sporgendosi, alla ricerca delle sie sigarette. - Come cazzo ti permetti?

Il moro si avvicinò a Shannon, ormai preso dalla rabbia per pensare due volte a cosa stesse facendo. Lo prese per il colletto e lo alzò. - Vattene! Vattene immediatamente!

Shannon non se lo fece ripetere due volte, muovendosi velocemente e tornando nel suo balconcino.

- E tutta questa scenata per un pacchetto di sigarette. - commentò calmo il biondo.

Zayn si infervorò, ringraziando di non averlo tra le mani, o lo avrebbe seriamente buttato dal balcone.

- Non è per un cazzo di pacchetto di sigarette, è per l'educazione! Cristo, tu sai cosa sia l'educazione?

- Di sicuro non urlarmi in faccia. - sussurrò Shannon, ancora più calmo.

Zayn capì. Quel ragazzo stava avendo la meglio. Si divertiva a farlo alterare e ci stava riuscinendo con niente. Zayn si tranquillizzò, inspirando profondamente.

- Di sicuro neanche lanciando un pacchetto di sigarette altrui giù per un balcone.

Shannon sorrise sghembo. - Neanche accusando pesantemente delle innocentissime persone.

- Allora neanche aggredendo chi cerca semplicemente di salvarti.

Gli occhi del biondo si accesero, e Zayn giurò di avere paura. Shannon si avvicinò sempre di più alla ringhiera laterare del balcone, afferrando il moro per il colletto e tirandolo a sé.

- Tu non hai salvato nessuno, ok? Salvari chi? E poi, da cosa? Fatti i cazzi tuoi pivello, tu non sai niente!

Zayn lo allontanò, spingendolo via da sé. - Come mai ti scalda così tanto quest'argomento? - Oh Zayn quanto ci godeva a vederlo così...

- Tu non sai cosa voglia dire la parola salvare, e non sai neanche cosa voglia dire suicidarsi. Sei soltanto un pivello insolente, molto superbo e pieno di sé. Ti do' un consiglio, la prossima volta, lascia che la gente si butti, ma fatti i cazzi tuoi.

Zayn ebbe davvero paura. - Tu invece sei un uomo vissuto, che sa quali sono i veri problemi della vita. Sei il saggio di turno, no?

- Adesso mi butto davvero. - esclamò esasperato Shannon, protandosi le mani fra i capelli. - Ti prego, Zavier, Zen, Zac-

Il moro lo interruppe. - È Zayn, per la cronaca.

- Zayn, ecco Zayn... taci, taci! Shh, ti prego! - finì il discorso Shannon.

- Tu non sei normale. - sputò schifato Zayn.

- Tu invece sì, paparino...

- Almeno sono una persona educata che tiene le mani a posto.

Shannon si sistemò la felpa nera. - Ah, sì? Beh, non si direbbe.

Zayn si fermò a riflettere, poi sorrise. - Davvero, non capisco a che gioco stai giocando. Però oh, se ti diverte. E poi ero io il... aspetta fammi pensare alle tue parole.. ah!, pivello insolente eccetera eccetera...

- Tu sei l'angioletto e fai passare me per il diavoletto, no? Dimmi a che gioco giochi tu, allora.

- I diminutivi non mi piacciono per niente e mi irritano.

Shannon lo guardò e Zayn giurò che lo stesse... studiando? - Dimmi tu allora le cose che ti piacciono. - disse il biondo.

- Di sicuro non le persone come te.

Shannon lo fissò dritto negli occhi, fissandolo. - Cambierai idea.

- È una minaccia? - domandò incurante Zayn.

- Anche. Una minaccia, una promessa, una richiesta. Tutto quello che vuoi, pivello.

Il moro buffò. - Non ricominciare, o ricomincio anch' io.

- Sissignore! - strillò Shannon, portandosi una mano sulla fronte.

- Posso sapere quanti anni hai?

- Cos'è, un interrogatorio?

- Perché dovrebbe, non sei mica un omicida, no? - Zayn sorrise soddisfatto.

- Se domani trovano la tua faccia sfracellata laggiù potrebbero anche decidere di farmene uno.

- La convinzione fotte.

- Infatti, più ti guardo e più me ne rendo conto. - Shannon lo squadrò.

I suoi occhi addosso non gli piacevano. Non gli piacevano quando erano lontano da lui, figuriamoci sembravano cercare di leggergli dentro. Improvvisamente Shannon tornò a sedersi sulla ringhiera, voltandosi verso Zayn.

- Vieni a farmi compagnia? - domandò lento il biondo.

- Direi che stavolta passo. Se ti serve una spinta chiamami, però. - lo informò Zayn, facendo per entrare.

- Non vorrei farti sporcare i pantaloni, o farti urlare.

Quella frase detta così suonava così ambigua. A Zayn non piaceva per niente, voleva immediatamente allontarsi da quel pazzo. Si ritrovò gli occhi di Shannon addosso, così bui.

- Quando hai paura urli o ti caghi addosso? - specificò il biondo, rendendosi conto dell'ambiguità della sua frase precedente.

Zayn rise. - Spingo le persone giù dai balconi prima che mi facciano impazzire.

E lasciò che le parole uscissero dalla bocca lente ed abigue, colpendo il biondo.

Shannon sorrise, ma Zayn evitò di soffermarvisi.

- 'Notte. - disse il moro.

- Quindi se adesso decido di buttarmi non ci sarà nessuno a fermarmi, giusto?

- Se vuoi ti registro sul telefono la mia voce mentre ripete "no Shannon non buttarti", così dopo sarai contento.

- Buonanotte Zayn. - sussurrò il biondo, prima di chiudere gli occhi.

Il moro pregò davvero che quello non si buttasse.

- 'Notte Shannon.

Zayn rientrò, chiudendo la finestra del balcone. Tirò le bianche tende e spense la luce, deciso ad andare a letto. Ma tra una cosa e l'altra continuò a controllare quello strano e quasi dannato ragazzo che sedeva a pochi passi da lui, in bilico fra la vita e la morte. Non si muoveva, ed i suoi capelli erano scompigliati dal vento. Si chiese cosa stesse passando nella mente di Shannon, rendendosi conto di quanto fosse illeggibile. Shannon era un libro che nessuno avrebbe mai potuto leggere, troppa polvere attorno. Zayn sbadigliò, lasciando che il sonno avesse la meglio su quei pensieri tormentosi. Si diresse al letto, stendendosi sul morbido materasso, chiudendo gli occhi.
Non saltare.


 



Ciao a tutte! :)
Mi è venuta in mente questa storia un po' strana, e scrivendo qualche parola qua e qualche parola là questo è quello che è uscito! Cosa ne pensate? Fatemi sapere, se vi va!
A presto,
Aug. :)
  
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