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Autore: Tessa Scott    24/04/2014    0 recensioni
Pochi giorni fa ho finito di leggere il libro "now is good" e mi sono chiesta cosa era la morte , e quindi avendo tempo ho scritto questo piccolo testo....
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La morte e il post-mortem




“L’uomo nasce per vivere , e vive per morire”. Non esiste la vita senza la morte, la nostra esistenza è un grande puzzle dove l’ultimo tassello è costituito da adii.
La morte fa parte dell’immaginario comune, tuti sanno che esiste, ma nel momento in cui, la sua ombra ci cattura o ci ferisce indirettamente, l’uomo entra in confusione, e inizia a provare sentimenti  come l’odio e la paura; questo perché l’essere umano ha il terrore dell’ignoto.  E quando l’uomo non riesce a darsi una spiegazione scientifica a quello che gli sta accadendo, cosa fa? Cerca delle rassicurazioni , e qualcuno che gli indichi la strada da percorrere, ed è in questo momento che l’uomo ,anche il più diffidente , si affida alla religione.

Non è questo il primitivo motivo della sua nascita?

Quando l’uomo dell’antichità non riusciva a darsi una spiegazione logica, a un evento come un terremoto, la pioggia o un eruzione vulcanica, dava la colpa o ringraziava una potenza superiore.

Noi nel nostro subconscio siamo a conoscenza del motivo per cui il “cosiddetto lieto evento”  avviene, ma essere a conoscenza di qualcosa non lo rende più facile da accettare.

Secondo la visione cattolica, la vita è un insieme di scalini che se percorsi bene, ci porteranno alla pace eterna, ed è proprio a questo che l’essere umano cerca di aggrapparsi nel momento del bisogno.

Ma come si fa a spiegare a una madre che la sua unica figlia è morta? Come si fa a farle accettare che non la rivedrà mai più sorridere se non nei suoi sogni?
 Se Dio è realmente il padre dell’umanità perché permette tutto ciò?
Cassandra Clare ha detto "Il dolore è soltanto ciò che tu gli permetti di essere"
Quando una persona muore inizia ciò che io definisco il “post-mortem”, lei chiude gli occhi e il suo dolore finisce, ma viene ben presto sostituito da quello di altre persone, coloro che l’amavano. In un libro ho letto, e sono d’accordo con questa affermazione, che ci sono 5 fasi che si vivono dopo un lutto:
 -la NEGAZIONE

-la RABBIA

-il PATTEGGIAMENTO

-la TRISTEZZA

-L’ACCETTAZIONE

Non c’è un lasso preciso di tempo per superare ogni fase, più si amava e più il processo è lungo e doloroso, c’è chi inoltre non riesce e vive in un eterna  negazione.

Ma come  è possibile che il rapporto d’amore che c’era tra due persone finisce quando una delle due chiude gli occhi per l’eternità? Dove va a finire tutto l’amore?

Si dice che una persona non muore mai davvero, ma vive nel cuore di coloro che l’amavano. Per me è vero, avete presente quella sensazione che si prova quando si sa di dover fare qualcosa e non lo si fa, e quel presentimento che poi si rivela realtà? Secondo me è quella persona che anche se non la si può vedere, cerca di guidarci e aiutarci.

La morte esiste. Fa paura. L’unico modo per sconfiggerla è vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo, cosi da non avere rimpianti.



Allora questo sono piccoli pensieri messi insieme, se vi va fatemi sapere la vostra opinione.
  
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