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Autore: FlyLoveBelieve    24/04/2014    0 recensioni
Don’t ever say you’re lonely
Just lay your problems on me
And I’ll be waiting there for you
The stars can be so blinding
When you get tired of fighting
You know the one you can look to
------------------------------------
Non dire mai che sei sola
Solo affida i tuoi problemi a me
E io starò qui ad aspettarti
Le stelle possono essere così accecanti
Quando sei stanca di combattere
Sai a chi puoi rivolgerti
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Shelley, Josh Cuthbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO SETTIMO
 
“Dunque qual è la ratio della Legge? La Legge garantisce che in essa si viva in modo autentico, essa garantisce la Vita Umana!”
 
La voce del professore stava sfumando piano piano, diventava sempre più un borbottio indistinto che faceva da sottofondo ai pensieri di Cece.

Stava fissando il cielo azzurro e terso che intravedeva dalla finestra, con il mento appoggiato sul palmo della mano, ascoltando il cinguettio allegro degli uccelli.

Era davvero una bellissima giornata per essere Febbraio e, sebbene l’aria fosse frizzante, al sole si stava bene.

Pensava a quel sabato sera…a come le era sembrato che quel ragazzo la stesse seguendo, a quella misteriosa forza che l’aveva spinta a seguirlo a sua volta, alla sua figura tanto perfetta quanto misteriosa, a come fosse scomparso all’improvviso quasi fosse un fantasma, al desiderio di conoscerlo che gli era nato dentro tanto da farglielo apparire in sogno per ben due notti consecutive.

Si ritrovò a pensare per l’ennesima volta che se era alla festa doveva per forza frequentare il college, ma non si capacitava di come fosse possibile  che non l’avesse mai notato prima…forse era proprio quell’aria di mistero che lo circondava a renderlo invisibile…

Non sapeva cosa fare e si sentiva una stupida perché magari era tutto solo nella sua testa, forse si era immaginata ogni cosa…magari quel poveretto le si era trovato vicino per caso, magari si erano semplicemente trovati negli stessi posti nello stesso momento.

Ma come era possibile che tutte queste coincidenze si fossero susseguite senza motivo, per puro caso?

Cece al caso non ci aveva mai creduto, aveva sempre pensato che tutto succede per un motivo, ma sapeva anche che era stata da sempre bravissima a farsi i castelli in aria, e anche se più di una volta aveva avuto la prova di essersi immaginata tutto, eppure non aveva mai smesso di sognare, e non l’avrebbe mai fatto, anche se questo l’avrebbe fatta sicuramente soffrire come in passato..

Ma poi come avrebbe potuto trovarlo? E se anche l’avesse trovato, cosa gli avrebbe detto, come lo avrebbe avvicinato?

A riscuoterla dai suoi pensieri ci pensò la campanella. Subito la classe si riempì di brusio, e nel giro di dieci secondi le parole di Mr. Johnson furono sovrastate dal chiacchiericcio di 25 ragazzi.

“Ehi bella addormentata sei tra noi o stai ancora pensando agli unicorni rosa che volano?”

La voce di Liz si intrufolò nei pensieri di Cece, che si ritrovò il naso dell’amica ad un palmo dal suo e la sua mano che le sventolava davanti agli occhi.

“Si si scusami, ci sono..solo che Johnson ha un effetto soporifero su di me, è capace di farmi addormentare come nessun altro…nemmeno tu quando mi chiami al telefono nei sei capace a tal punto!”

“Aspetta spetta, cos’è, Miss Simpatia si è svegliata di botto?!?!?!”

“Ahahahahah perdonami, sono due ore di Filosofia che mi riducono così!”

“A proposito di Filosofia…dici che quella palla umana di Johnson non si è accorto che è finita la lezione?” disse Liz con disappunto, lo stesso disappunto che Cece leggeva sul viso di tutti i suoi compagni e che invase la stanza quando il professore disse

“…e per domani mi studiate il capitolo e vi leggete il documento a pagina 296, che sarà poi oggetto di verifica!”

Immediatamente ritornò il silenzio, i ragazzi si guardarono l’un l’altro sbalorditi, e dopo un minuto di iniziale smarrimento si alzarono di nuovo da ogni angolo dell’aula mormorii di protesta e scontento, addirittura un ragazzo più coraggioso degli altri si alzò in piedi con slancio e tentò di far capire al professore che l’intero capitolo era troppo.

Per tutta risposta Johnson, ormai arrivato alla porta della classe, si girò verso gli alunni e con un sorriso beffardo si rivolse  al povero Liam

“Signor Heatcliff, se vuole può esimersi dal preparare il capitolo per la prossima lezione, sappia però che in sede d’esame non le saranno fatti sconti! La invito pertanto a prepararsi costantemente se non vuole trascorrere qua dentro un anno supplementare…cosa che non farebbe piacere tanto a lei quanto a me siamo sinceri! Ah, vale lo stesso per i suoi esimi colleghi !”

Detto ciò uscì dall’aula reggendo in una mano fascicoli e manuali di ogni sorta, nell’altra una valigetta di pelle marrone, consunta e rovinata.

Nello stesso istante in cui scomparve, in classe scoppiò un putiferio..alcuni si alzavano in piedi sbraitando e urlando, altri rimasti seduti fissavano il vuoto con un’espressione sconsolata in volto, altri ancora lanciavano insulti e improperi alla volta di Mr. Johnson. In tutta quella confusione Liz salì su un banco e dopo aver attirato su di sé gli occhi di tutti prese la parola

“Non possiamo continuare così, Mr. Johnson non può spadroneggiare in questo modo! E’ vero, è nostro compito studiare, ma non abbiamo solo l’esame di Filosofia da preparare e non siamo automi! Perciò vi faccio una proposta…parliamo con il professore e diciamogli come stanno le cose, se poi non vorrà scendere a compromessi, nessuno di noi si presenterà al prossimo appello d’esame!”

Un applauso fragoroso accompagnò le ultime parole di Liz, che in segno di vittoria unì le mani e cominciò ad agitarle in aria portandole prima su una spalla poi sull’altra.

Cece, che era rimasta in disparte durante la discussione, osservava Liz in silenzio..la ammirava da matti…era bella, carismatica, sicura di sé…tutto l’opposto di lei, insicura, timida e invisibile agli occhi degli altri. A volte si chiedeva come potessero essere così amiche, tanto erano diverse tra loro…ma forse era proprio questa diversità ad averle legate così tanto fin da piccole, e era proprio questa diversità che le teneva ancora legate dopo tanto tempo l’una all’altra in un legame indissolubile.

Liz scese finalmente dal banco che aveva usato come pulpito e si sedette al suo posto, ricevendo complimenti e strette di mano dai compagni.

“Dovresti seguire il corso di comunicazione, sei stata fenomenale LIz!” disse Cece abbracciandola e stampandole un sonoro bacio su una guancia.

“Sai ci ho pensato più volte, ma poi mi sono sempre detta…come posso sopravvivere senza la mia amata Cece accanto?”

“Oddio così mi fai sciogliere” - disse Cece stringendola a se ancora più forte - “però non voglio che tu rinunci a ciò che ti piace per me, mi sentirei in colpa…”

“Ma mi piace ciò che faccio, e mi piace soprattutto perché lo faccio con te! Se non ti avessi al mio fianco probabilmente non resisterei un minuto!”

Le due si guardarono negli occhi per dieci secondi, poi scoppiarono a ridere imbarazzate…non erano mai state sdolcinate e melense, non ne erano capaci, e ogni volta che parlavano della loro amicizia finivano quasi con il soffocare dalle risate. Ma anche se non erano in grado di esprimere a parole i sentimenti reciproci che le univano, da ogni loro gesto o parola trapelava il bene che si volevano, e non avevano bisogno di parlare perché riuscivano a capirsi solo con uno sguardo.

In quel momento fece il suo ingresso in aula la professoressa di Letteratura Latina, una donna sulla sessantina con i capelli biondo cenere sempre perfettamente acconciati, la pelle avvizzita e ingrigita dal fumo e le spalle ricurve sotto il peso di 27 anni di insegnamento in quel college. Tutti li la conoscevano, aveva la fama di essere molto severa e di pretendere moltissimo dai suoi ragazzi, ma era senza dubbio l’insegnante più competente dell’intero istituto e tutti la ammiravano per la passione e la dedizione che aveva per il suo lavoro.
Al suo “Buongiorno” tutti i ragazzi si ricomposero e si prepararono a seguire la lezione, tanto era il timore e il rispetto che nutrivano per la Snow.
 
 
Saaaaaaaaalve ! Finalmente aggiorno la mia beneamata FF, sono riuscita a ritagliarmi un po’ di tempo per scrivere questi giorni dopo la gita a Vienna & Praga ! Stavolta non userò questo piccolo angolino per anticipazioni o cose del genere, sul capitolo volevo solo dire che sono fiera dell’amicizia di Liz e Cece perché mi sono ispirata ad una persona a me cara <3 No, stavolta voglio ritagliarmi questo spazio per ringraziare tutti voi che avete recensito e, ho scoperto da pochissimo, anche aggiunto la mia storia ai preferiti :’) Forse non vi rendete conto di ciò che questo significhi per me, ma credetemi è davvero tantissimo :’) Spero di non deludervi, ci rivediamo presto
Fly <2
  
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