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Autore: rosie__posie    24/04/2014    2 recensioni
“Perché in un mondo perfetto tu mi saresti venuto a prendere con la tua auto all’università, dopo le lezioni, per portarmi fuori città, verso un picnic indimenticabile...”
Note: Mike x Ryan, spoiler
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Michael 'Mike' Emerson Weston, Ryan Hardy
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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“Così, tu e Claire adesso...”
 
“Non lo so.”
 
L'abitacolo piomba nuovamente nel silenzio, mentre i cartelli della highway scorrono rapidi al di là del finestrino. Ma la calma piatta dura assai poco, prima che la voce di Mike torni a farsi sentire.
 
 
 
“Mi dispiace, Ryan. Davvero, avrei voluto... dovuto... dirtelo, ma...”
 
“Ho già detto che va bene” taglia corto Hardy, accendendo lo stereo.
 
Le casse iniziano a sputare fuori il rock amabile di I'd come for you dei Nickelback. Qualche strofa e le dita di Mike sono sulla manopola, girandola appena per abbassare il volume della radio.
 
“Ryan, sono davvero desolato. E ho bisogno che tu mi dica...” inizia, chinandosi a sinistra affinché le sue parole vengano recepite meglio.
 
“Non sono arrabbiato. Mi pare d’averlo già chiarito. Forse tu non ascolti” lo interrompe ancora l’uomo, allungando una mano per alzare nuovamente il volume.
 
Il giovane scuote il capo, rassegnato, prima di appoggiare il gomito al finestrino e rivolgere lo sguardo altrove.
 
Dannato, dannato Ryan...
 
Superano un’uscita e un punto di ristoro su cui troneggia imponente l’insegna di un fast-food della catena Wendy's. Poi i Nickelback lasciano il posto ad Alanis Morrisette.
 
Di nuovo, Mike abbassa il volume.
 
“Siamo ritornati al punto di partenza? Dimmelo, Ryan, perché ho bisogno di saperlo.”
 
Gli angoli delle labbra si increspano in un sorriso, mentre lo sguardo si posa con ammirazione e rimpianto sull’uomo alla guida. Lo vede corrugare la fronte: Ryan Hardy non sta seguendo il filo del discorso.
 
“Che cosa intendi dire, Mike?” domanda.
 
“All'inizio di questa caccia, tanto tanto tempo fa. Eravamo seduti in un’auto anonima su un’autostrada anonima, proprio come oggi. Io ti parlavo di me, desideroso di fare conversazione. Desideroso di conoscerti.”
 
Mike pone un accento pregno di malinconia sull’ultima parola, mentre un ghigno dolceamaro scende sul suo viso.
 
“Ma a te pareva non importare, pressappoco come oggi...”
 
Il giovane preme il pugno contro la propria bocca, in un guizzo di volontà morente finalizzata a non dire più del dovuto, a non osare più del consentito. Ma quel guizzo non è sufficiente.
 
“Invece con Claire, Carrie...”
 
Due nomi di troppo.
 
Ryan sterza di colpo a destra, costringendo il giovane agente dell’FBI ad aggrapparsi alla maniglia, mentre l’auto sbanda e va a percorrere a tutta velocità un breve tratto sulla corsia di emergenza, prima d’arrestarsi del tutto.
 
“Cazzo, Ryan!” prorompe Mike, lievemente scosso. I suoi occhi sono fissi sul guardrail, così vicino.
 
Troppo vicino.
 
Poi il cicalino e un rumore alla sua sinistra lo avvertono che Ryan è sceso dalla macchina.
 
“Ryan!” lo chiama.
 
L’uomo fa il giro del veicolo e un attimo dopo è davanti al suo finestrino.
 
“Scendi” gli dice, ma Mike non si muove di un centimetro, paralizzato com’è dallo sgomento.
 
“Scendi, ho detto!” intima ancora, questa volta con un tono che non ammette repliche.
 
Così il ragazzo, pur sbuffando, si slaccia la cintura di sicurezza ed esce dall’auto.
 
“Certe volte ti comporti proprio da bambino” lo ammonisce Ryan. Un accenno di sorriso fiorisce sulle sue labbra.
 
“E invece tu a volte...”
 
Ma la frase muori lì, appena nata, con le mani nelle tasche del giubbotto e lo sguardo perso. Perché Mike Weston non è capace di dire esattamente che cosa, o chi, gli sembri Ryan Hardy.
 
Perché Ryan Hardy ai suoi occhi non è nulla. E allo stesso tempo è il tutto.
 
“Mike” continua l’uomo, tornando a essere serio in volto. “In un mondo perfetto, una donna non sarebbe chiamata a scegliere tra suo figlio e l’uomo che ama.”
 
La carne del proprio labbro è morbida ma con uno strano sapore metallico quando Mike ci affonda i denti. Ecco, la ramanzina sta arrivando.
 
“In un mondo perfetto, si potrebbe andare in un bel ristorante, una sera, con la consapevolezza di uscire di lì vivi...” continua Ryan.
 
Mike capisce dal rumore delle suole contro l’asfalto che Hardy si è avvicinato ancor di più a lui; lo deduce, poiché si sta rifiutando di guardarlo in faccia.
 
“In un mondo perfetto, tu e io non staremmo inseguendo un manipolo di follower assassini, in questo momento.”
 
Lo sente deglutire, a una manciata di centimetri da sé. L’odore della sua pelle investe le sue narici. È un buon odore.
 
“Perché in un mondo perfetto tu mi saresti venuto a prendere con la tua auto all’università, dopo le lezioni, per portarmi fuori città, verso un picnic indimenticabile...”
 
Mike solleva di colpo lo sguardo, incontrando gli occhi di Hardy, che gli sorridono malinconici.
 
“In un mondo perfetto basterebbe farlo una volta affinché divenisse il nostro piccolo rituale. Ti troverei sempre ad aspettarmi ogni venerdì pomeriggio, fuori dalla mia aula, perché in un mondo perfetto i criminali lascerebbero in pace gli agenti dell’FBI e le loro famiglie, almeno nel weekend!”
 
Ryan inclina il capo prima di spostare lo sguardo verso le auto che sfrecciano sulla carreggiata.
 
Mike invece è incapace di togliergli gli occhi di dosso, così incredulo a ciò che le sue orecchie stanno sentendo.
 
“In un mondo perfetto, si potrebbe prendere la metropolitana per rincasare senza aver paura che una lama penetri nel nostro stomaco, impedendoci di vedere il nuovo giorno.”
 
Un camion sfreccia loro accanto, strombazzando.
 
Poi Mike sente qualcosa di morbido e caldo: sono le dita di Ryan, che sfiorano appena le sue, regalandogli una cascata di brividi difficili da gestire.
 
“In un mondo perfetto, io ti inviterei a salire davanti al portone di casa mia. Ti direi che ti amo non appena le porte dell’ascensore si chiuderebbero di fronte a noi. Faremmo l’amore con urgenza, sul tavolo della cucina, e poi ti chiederei di restare, per poter aprire i miei occhi l’indomani trovandoti accanto a me.”
 
Allora Mike si aggrappa a quelle dita, stringendole con tutta la forza che ha in corpo.
 
“In un mondo perfetto, nessuno morirebbe e io mi risveglierei ogni giorno trovandoti accanto a me, senza deludere nessuno...”
 
La voce di Ryan si spegne, soffocata dal rumore degli scappamenti delle auto in corsa.
 
Qualcosa si chiude attorno al cuore di Mike, forse il desiderio irrefrenabile di un universo parallelo verso cui non potrà mai volare. E poi alza il viso, per posare gli occhi chiari e lucidi in quelli di Ryan.
 
“Magari potremmo, solo per qualche attimo, far finta di vivere davvero in un mondo perfetto. Qui, ora...” bisbiglia la sua bocca, in un invito tanto allettante quanto proibito.
 
Ryan annuisce, sorridendo a quella proposta con ogni fibra del proprio corpo. E poi si china verso Mike, donandogli le proprie labbra in un bacio solo accennato. Mike geme appena e poi saluta quelle di Ryan leccandole con la propria lingua, prima di prendere il viso dell'uomo tra le proprie mani e allontanarlo da sé. Per guardarlo, per ammirarlo come se fosse davvero suo.
 
In un mondo perfetto, quel bacio avrebbe osato di più. In un modo perfetto, quel bacio non sarebbe da dimenticare.
 
“Dobbiamo andare, adesso. Abbiamo perso già fin troppo tempo” dice Ryan, spegnendo il suo sorriso e staccandosi dal giovane.
 
C'è il vuoto, ora: le dita di Mike non stringono più nulla. Sente la portiera del guidatore che viene chiusa.
 
Il mondo è tornato improvvisamente a essere imperfetto.
 
 
 
 
   
 
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