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Autore: Vals Fanwriter    24/04/2014    4 recensioni
Future!fic con i piccoli Smythe-Harwood | Thadastian | OS | Commedia, Fluff, Slice of life
Dal testo: "Demian stringe al petto il piccolo modellino di plastica di una barchetta e non accenna a far sparire dal suo volto l’espressione scettica e indisposta. Thad lo sospinge leggermente, con la mano posata sulla sua schiena, per indurlo ad avanzare e ad unirsi al gruppetto, e Demian fa un paio di passi nella stanza e sposta lo sguardo sulla montagna di capelli rossi accanto a suo fratello, arricciando automaticamente appena un po’ il naso."
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Thad Harwood | Coppie: Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Bambini, potete badare a Demian mentre scendo giù in cortile?»

Il bambino in questione è in piedi, davanti a suo padre, sull'uscio della stanzetta di Seth, con le labbra piegate in una smorfia un po' capricciosa, la fronte aggrottata e gli occhi chiari e un po' invidiosi puntati sulla scena che gli sta davanti. Suo fratello e il suo amico del cuore sono impegnati a fissare lo schermo della piccola televisione che sta sulla scrivania e a pigiare, in maniera un po' impacciata, i tasti dei joystick, stretti saldamente tra le loro dita. La loro attenzione è tutta proiettata sui guerrieri che stanno comandando e Demian non riesce a fare a meno di imbronciarsi un po' di più, per la poca considerazione che gli hanno dedicato. Ha provato ad unirsi a loro e a convincerli a giocare con lui, poco prima, ma non c'è stato verso di riuscire nel suo intento.

Suo padre è al corrente di quella situazione, sa benissimo a cosa sia dovuto il suo broncio senza avere neanche la necessità di porgli qualche domanda a tal proposito, così come sa che il suo primogenito non disubbidirà ad una sua richiesta e che presterà la massima attenzione a suo fratello adesso, coinvolgendolo e prendendosi cura di lui. Infatti lo vede mettere pausa al videogioco e posare il telecomando sul tappeto. Annuisce, scuotendo i ricci scuri e sorride.

«Stai tranquillo, papà. Sta con noi.»

Demian stringe al petto il piccolo modellino di plastica di una barchetta e non accenna a far sparire dal suo volto l’espressione scettica e indisposta. Thad lo sospinge leggermente, con la mano posata sulla sua schiena, per indurlo ad avanzare e ad unirsi al gruppetto, e Demian fa un paio di passi nella stanza e sposta lo sguardo sulla montagna di capelli rossi accanto a suo fratello, arricciando automaticamente appena un po’ il naso. Seth non gli presta abbastanza attenzione quando c’è Colin, è troppo impegnato a giocare con lui e, oltretutto, a Demian non sta tanto simpatico: si prende sempre gioco di lui, quella peste.

Tuttavia, ora, in presenza di Thad, Cole ha un’espressione seria e responsabile in volto, quasi la copia di quella di Seth e ‹‹Sì, ci pensiamo noi›› dice, ma Demian non ha ugualmente modo di fidarsi di lui, perché lo sa che inizierà a punzecchiarlo per farlo indispettire.

Prima che suo padre vada via, quindi, va a sedersi senza esitazione sul tappeto, accanto a suo fratello, ma lontano il più possibile dall’altro bambino. Si nasconde dietro il profilo di Seth e intanto sbircia Colin di soppiatto, aspettando chissà quale sgarro da parte sua.

‹‹Dai, rimetti play, Seth.››

Il bambino non se lo fa ripetere due volte. Accenna ad una sorta di raccomandazione che Demian non comprende appieno, prima di pigiare un pulsante sul telecomando e ricominciare a giocare. Le dita dei due riprendono a muoversi veloci sui joystick e Demian, dopo i primi due minuti passati ad osservare quelle di suo fratello, sposta lo sguardo sulla tv, poi su Colin, poi di nuovo su Seth. Ripete quel movimento un paio di volte, quasi cercando di comprendere le dinamiche del gioco, poi si ferma ad osservare definitivamente suo fratello e, se in un primo momento erano riusciti a distrarlo e ad incantarlo con quell’avventura proiettata sul piccolo schermo, adesso il broncio di Demian torna a farsi vivido e la sua espressione annoiata.

‹‹Mi fai giocare?›› prova a chiedere con un tono involontariamente implorante.

‹‹Dopo, Dem. Adesso dobbiamo finire la partita›› gli risponde Seth, ma Demian non è stupido. In fondo in fondo, lo sa che non lo faranno giocare e così non aspetta neanche un attimo prima di insistere ancora.

‹‹Quando è dopo? Io voglio giocare adesso.››

‹‹Impara prima a giocare, piccolino, se no perdi subito›› lo incalza Colin, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Demian. Per lui sarà sempre troppo piccolo per fare i loro giochi.

‹‹So giocare io.››

‹‹Seth, ci attaccano!››

‹‹Mi hanno ferito. Stai attento!››

Di nuovo, in men che non si dica, i due bambini si dimenticano della presenza di Demian e lui, pur di non scoppiare a piangere e dimostrare loro che è davvero piccolino, si alza da terra, tutto impettito e offeso, stringe più forte contro il suo petto il modellino della barchetta e, senza che gli altri due se ne accorgano, esce dalla stanza con fare stizzito.
 

 

*
 


Seth si accorge dell’assenza di suo fratello solo quando la sua partita è giunta al game over. Le ferite riportate dai suoi soldati erano così tante che lui e Colin non sono riusciti a tenere testa agli alieni. Quando è apparsa la scritta sul display, decretando la loro sconfitta, Colin si è portato le mani tra i capelli rossi, finendo per scombinarseli tutti, mentre Seth ha messo su una smorfia leggermente delusa, ma poi ha spostato immediatamente lo sguardo nel punto in cui, fino a cinque minuti prima, stava seduto Demian.

‹‹Vuoi provare a gioc-››

E non lo ha più trovato.

Si è sentito immediatamente preoccupato e in colpa e, insieme a Colin, si è messo a cercarlo per tutta la casa. Sembra che entrambi siano dispiaciuti e pentiti adesso, e poco importa che Thad potrebbe rimproverarli al suo ritorno: a Seth interessa soltanto farsi perdonare in quel momento, perché Demian è il suo fratellino e lui non gli ha mai negato affetto e protezione; sente quasi il dovere di occuparsi di lui e di non farlo piangere, nonostante la sua tenera età.

Fortunatamente il bambino è ancora in casa. Seth tira un sospiro di sollievo quando, per ultimo, controlla il bagno e lo trova. Demian è in piedi, sulle punte, vicino alla vasca, un braccio poggiato sul bordo, il mento premuto su di esso e l’altro braccio che finge di far navigare la barchetta all’interno della vasca vuota. Ha ancora le labbra imbronciate, ma sembra che sia sceso a patti col fatto che l’unica soluzione plausibile per non annoiarsi sia giocare da solo.

‹‹Ehi, perché te ne sei andato? Io volevo farti giocare›› dice Seth, avvicinandosi a suo fratello, posando le mani sulle sue stesse ginocchia e chinandosi appena per guardarlo in viso. Colin gli va dietro, ma non emette un fiato.

‹‹Non è vero, non vuoi farmi giocare›› borbotta Demian, senza guardarlo, bensì continuando a tenere d’occhio il tragitto immaginario della sua barchetta.

‹‹Stavamo finendo la partita.››

Seth lo dice con un’espressione dispiaciuta dipinta in volto, ma Demian non dà alcun segno di volerlo perdonare. Gli ci vuole un attimo, però, per ricostruire nella sua mente uno scenario che potrebbe far sorridere di nuovo suo fratello. Getta uno sguardo a Colin allora, quasi a volergli spiegare che non possono ignorarlo e lasciarlo da solo ancora. Cole sembra comprendere immediatamente e infatti si avvicina a loro, intenzionato a mostrare pazienza col più piccolo da quel momento in poi.

Dopodiché Seth mette in atto il suo piano: si allunga oltre il bordo della vasca da bagno e raggiunge la manopola dell’acqua, girandola e aprendone il getto. Demian schiude le labbra e lo guarda con fare sospettoso.

‹‹Che stai facendo? Così la bagni›› protesta, sollevando la barchetta e sottraendola dall’acqua che inizia a riempire la vasca.

Colin, che ha compreso perfettamente le intenzioni del suo amico del cuore, va ad inginocchiarsi accanto a Demian e gli spiega: ‹‹La facciamo navigare.››

Demian si prende solo un momento per studiare l’oceano improvvisato che ha creato suo fratello, poi, quando quello chiude la manopola, solleva lo sguardo su di lui con inaspettata ammirazione.

‹‹Dai, mettila giù›› lo incita Seth, con un sorriso incoraggiante e solare, e Demian si fida talmente tanto di lui da non obiettare. Posa la barchetta sul pelo dell’acqua e sgrana leggermente gli occhi quando vede che quella non va a fondo.

‹‹Seth, sta navigando, hai visto?›› esclama con entusiasmo e stupore.

Seth annuisce, felice di avergli restituito il buon umore, e per proseguire con quella dimostrazione, si tira su una manica della camicia ed immerge la mano nell’acqua. La muove appena un po’ per fare in modo che il flusso dell’acqua induca la barchetta a spostarsi senza che lui sia costretto a toccarla e Demian, in risposta, ridacchia e si complimenta con lui.

‹‹Facciamola naufragare›› dice Colin a un certo punto e Demian, che non ha modo di sapere cosa voglia dire quel termine così complesso, lo osserva con curiosità, mentre quello imita Seth ed immerge la mano nell’acqua. L’attenzione di tutti e tre i bambini adesso è per il braccio di Colin che, a differenza di quello di Seth, effettua un movimento così brusco che la barchetta finisce per essere sommersa dall’acqua e per capovolgersi, seguita da un “crush” mimato dalle labbra del bambino dai capelli rossi.

‹‹Affondata!›› esclama alla fine, ridacchiando.

Il sorriso di Demian si spegne nell’istante in cui la barca inizia ad andare veramente a fondo, nonostante il pelo dell’acqua non sia propriamente alto. Tiene gli occhi fissi sul giocattolo e il suo labbro inferiore inizia a tremare. Un miagolio flebile gli sfugge dalle labbra, seguito da una serie di singhiozzi, e successivamente le mani del piccolo, ora strette a pugno, vanno a premersi sui suoi occhi.

‹‹L’ha fatta andare giù…››

Il pianto si fa man mano più chiassoso, al che Seth getta un’occhiata severa al suo migliore amico.

‹‹Bravo, l’hai fatto piangere. Adesso papà ci sgrida.››

‹‹Ma io non ho fatto niente›› prova a difendersi Cole, ma Demian lo fa quasi apposta quando va a gettarsi tra le braccia del fratello, affondando il viso sul suo petto e soffocandovi sopra i suoi gemiti.

Seth scuote la testa e poi accarezza i capelli di Demian per farlo calmare.

‹‹Non piangere, Dem. La tiriamo fuori e la asciughiamo›› lo rassicura.

‹‹Però non voglio giocare con Colin, è cattivo.››

Demian scosta leggermente il viso per voltarsi a guardare in direzione del suo acerrimo nemico – la fronte aggrottata e il nasino arricciato – ma le lacrime sono già soltanto un ricordo: adesso che ha il fratello dalla sua parte non ha più bisogno di piangere.

‹‹E d’accordo, ma non dire a papà che ti abbiamo fatto piangere›› contratta Seth, guadagnandosi nuovamente l’attenzione del piccolo.

‹‹No, ma gli dico che è stato Colin.››
 

 

*
 


Quando Thad ritorna in cameretta per controllare la situazione, è il bambino dai capelli rossi quello isolato dal resto del gruppo: armeggia col Nintendo che si è portato dietro da casa, seduto in un angolo come se fosse in punizione, mentre Seth e Demian giocano insieme con qualche macchinina e qualche mostriciattolo. Nel momento in cui Thad gli chiede perché non sta giocando insieme agli altri, Colin scrolla le spalle e dice: ‹‹Se mi avvicino, Dem inizia a piangere.››

Di sicuro, Demian è un bambino che sa come fare per ottenere ciò che vuole.
 
 



 
 
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