Note: Credo di dovervi dire
che quello
che leggerete tra poco non è, in realtà,
ciò che avevo programmato di scrivere.
Seriamente, è praticamente venuta fuori una storia nella
storia (?) e questa
non c’entra un bel niente con quello che avevo in mente. Ora
che ho dimostrato –
di nuovo – quanto il mio disagio sia preoccupante, vi lascio
alla OS. Spero vi
piaccia, fatemi sapere!
La
storia della Mangusta che incontrò il Pinguino
Kurt accarezza con
l’indice la mensola della libreria e legge velocemente i
titoli dei romanzi.
Qualcuno è inglese, molti altri invece sono scritti in
francese. L’attenzione
di Kurt, però, viene catturata da un piccolo libro sottile e
dall’aria vissuta,
aggrotta la fronte e lo sfila dalla lunga fila di libri. La copertina
rigida verde
pallido, un tempo luminosa e vivace, ora ha una macchia scura su un
lato che
occupa all’incirca metà superficie. Riesce
perfettamente a immaginarsi
Sebastian che impreca, mentre con una mano asciuga la macchia di
caffè bollente
che ha rovesciato sulla copertina.
Con l’indice
segue le
parole dorate che formano il titolo, La
storia della Mangusta che incontrò il Pinguino. Se la ricorda bene, Kurt.
Narra
la storia di una Mangusta che, dopo aver smarrito la strada di casa,
incontra
un dolce Pinguino che lo aiuterà a ritrovarla. Affrontano
molti ostacoli
insieme, riuscendo a superare anche le sfide più difficili.
Alla fine,
nonostante le diversità che li dividono, il Pinguino e la
Mangusta stringono
una forte amicizia che li terrà uniti per sempre, anche se
lontani.
Kurt quasi scoppia a
ridere quando si rende conto di cosa ha tra le mani, si morde
l’interno della
guancia e sorride. È un libro per bambini e Kurt sa
perfettamente per quale
motivo Sebastian lo tiene ancora nella sua libreria.
Sfoglia le prime
pagine,
la carta è polverosa, sbiadita e raggrinzita, come se il
proprietario lo avesse
letto milioni e milioni di volte. Sulla prima pagina, scritta con una
calligrafia infantile, c’è una piccola dedica:
Al mio
migliore amico.
Per quando perderai la strada di casa e non
saprai come tornare, io sarò il tuo Pinguino.
Ti voglio bene.
Con affetto
Kurt
«Kurt!» urla l’amico dalle
scale, lo sente sbuffare e borbottare sottovoce. Kurt si volta e tende
l’orecchio, ascoltando i passi veloci di Sebastian farsi
sempre più vicini. Inspiegabilmente,
come se stesse per essere scoperto a rubare il tesoro di qualche
vecchio
riccone, il cuore scalpita nel petto e un leggero strato di sudore gli
si forma
sulla linea della schiena, appiccicandogli la maglia di cotone alla
pelle. Pochi
secondi prima che l’amico entri nella stanza, Kurt nasconde
dietro la schiena
l’oggetto che ha tra le mani. È leggero, innocuo,
e se non fosse per il battito
accelerato del suo cuore e il rossore improvviso sulle guance, Kurt
sembrerebbe
perfettamente normale. Con l’indice che trema
impercettibilmente, continua a
carezzare la superficie liscia, assicurandosi che sia ancora
lì, al sicuro.
«Kurt» ripete Sebastian quando
entra, si ferma sulla soglia e lo guarda da lontano mentre inarca un
sopracciglio e perlustra la stanza, alla ricerca di qualcosa.
«Cosa stavi
facendo?»
Kurt salta sul posto,
quasi come se mille aghi avessero iniziato a pizzicargli la pianta dei
piedi,
«Nulla!» risponde troppo velocemente. Si stringe
nelle spalle e cammina
all’indietro, fino a quando non sbatte la schiena contro la
parete. Un angolo
della copertina del libro preme fastidiosamente proprio al centro della
sua
schiena, ma stringe i denti e prova a sorridere.
Sebastian lo guarda
sospettoso e avanza, raggiungendolo con poche falcate.
«Sicuro?» domanda.
Kurt annuisce con forza e
sorride. Non è mai stato molto bravo a dire le bugie.
Nell’esatto istante in
cui se ne rende conto, quando realizza che Sebastian
scoprirà cosa nasconde
dietro la schiena, Kurt va nel panico. Un panico del tutto immotivato.
Sebastian si avvicina
ancora, appoggia le mani sul muro accanto alla testa di Kurt e avvicina
il
volto al suo. I loro respiri si mescolano, l’aria si fa
improvvisamente più
pesante e calda… e Sebastian sta fissando le labbra di Kurt.
Ci sono solo pochi
centimetri a dividerli e Kurt vorrebbe davvero davvero tanto
accorciarli e
baciare Sebastian. È da tanto che vuole, ma non si
è mai permesso nemmeno di
sognarlo ad occhi aperti.
Sebastian però è ancora
lì, lo sguardo puntato sulle labbra e, Dio!, finalmente
si sta muovendo. Kurt trattiene il respiro e chiude gli
occhi, aspetta di sentire la leggera pressione delle labbra contro le
proprie,
aspetta di essere invaso dal sapore di Sebastian. Ma niente di tutto
ciò
accade.
«Trovato» Sebastian sussurra
beffardo accanto al suo orecchio, mentre Kurt sente il libro scivolare
via
dalla sua presa. Spalanca gli occhi e tutto ciò che vede
è Sebastian.
Sebastian che se la ride.
Sebastian che se la ride
dopo averlo quasi baciato. Tutto
questo solo per recuperare quello che nascondeva. Sente le guance
andare a
fuoco per l’imbarazzo, per il nervoso, per la rabbia.
Si scaglia senza grazia su
Sebastian, facendolo atterrare sul letto e montandogli sopra per
recuperare il
libro. Non vuole più che lo tenga lui, perché
Kurt non sarà più il pinguino
pronto a mostrargli la strada. Non se lo merita più. Avverte
chiaramente le
lacrime grattargli il retro degli occhi e la gola stringersi in una
morsa
dolorosa, ma non piangerà. Non adesso e non davanti a
Sebastian. «Ridammelo»
ringhia fra i denti, con un gesto
secco strappa via il libro dalle mani di Sebastian e se lo stringe al
petto. Ha
il respiro pesante, come se avesse corso una maratona. In
realtà sta solo
cercando di non fuggire da lui.
Sebastian si mette seduto
e Kurt è ancora su di lui, i loro volti sono di nuovo
attaccati ma questa volta
Sebastian sorride, accarezza le guance accaldate di Kurt, i capelli e
poi gli
stringe la spalla. Continua a guardarlo in quel modo strano, con quegli
occhi
che non riesce a decifrare. Imbroncia le labbra, perché
l’unica cosa che
vorrebbe fare ora è prenderlo a schiaffi. Invece
è seduto a cavalcioni su di
lui - imbarazzante! – e non ha la minima idea di cosa gli
passa per la testa.
E Sebastian lo bacia.
È improvviso, delicato, confuso.
Kurt respira bruscamente e
non pensa. Non pensa perché tutto ciò che riesce
a sentire è il respiro
di Sebastian, il suo sapore, la sua lingua
sulle labbra e poi
i suoi
capelli morbidi fra le dita. E Kurt non ricorda nemmeno di essersi
mosso,
perché l’unica cosa che la sua mente registra
è Sebastian che avvolge un
braccio attorno alla sua vita e lo fa stendere sul letto.
E le labbra, la lingua, il
suo respiro, la sua schiena, la pelle calda e… e poi
è tutto finito. Si separano
lentamente e sorridono un po’ imbarazzati. Kurt stringe
ancora in una mano il libro,
si scambiano un’occhiata e ridono.
Kurt si alza su un gomito
e avvicina le labbra a quelle di Sebastian.
«Bentornato a casa,
Mangusta» sussurra. E le loro labbra sono di nuovo
un’unica cosa.