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Autore: Locked    24/04/2014    4 recensioni
Kurt torna al McKinley dopo il suo soggiorno alla Dalton, ma il rapporto con Blaine è diverso da quello che conosciamo. 
Niente "Oh, there you are" o "You move me, Kurt"; solo una splendida amicizia. 
Tanti chilometri tra di loro, una Rachel un po' inquietante e un Sebastian fin troppo paziente.
Riuscirà la distanza ad avvicinarli più di quanto si aspettano?
[sms+description]
*
(6.50)
Kurt?
(6.53)
Kuuurt?
(6.57)
Kuuuuuuuurt?

 
(6.59)
Blaine.
 
(7.00)
Oh, ma allora non stai dormendo!

 
(7.02)
Oh, no. Assolutamente. Chi potrebbe mai dormire alle sette di mattina della domenica?
*
Alzò di nuovo lo sguardo verso i suoi amici, incontrando un paio di occhi caramellati. “Tu!” esclamò fingendosi indignato. Blaine scrollò le spalle mormorando a mezza voce “Colpevole” e spalancò le braccia. Kurt lasciò cadere la sua tracolla stracolma di dvd sul pavimento con poca grazia e si lanciò letteralmente tra le braccia di Blaine. Respirò a fondo il suo profumo, così simile all’aria dei boschi mescolata all’odore della pioggia, , e incastrò le braccia attorno al suo torace e il viso nell’incavo del suo collo. “Mi sei mancato” Mormorò.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Santana Lopez, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Importante (sperando che l'editor non impazzisca stavolta):
Kurt
Blaine
Enjoy! c:



 
Capitolo VI. Dove Burt fa irruzioni sconsiderate e Kurt scaccia via la timidezza.



“Kurt?” Blaine lo chiamò, la voce soffice, distraendolo dalla contemplazione della loro fotografia. “Mh?” chiese lui, distogliendo faticosamente lo sguardo. “Il regalo non è finito” sussurrò, ripescando qualcosa tra le coperte, apparentemente scivolata dal pacchetto. “Ora, io so che sei estremamente esperto di moda e, be’, tutto ciò che la riguarda, e che questo” indicò il braccialetto stretto tra le sue dita “sarà totalmente out o qualcosa del genere” gli sorrise, guardandolo intensamente in quegli occhi azzurri come l’oceano, spalancati e vigili “ma ho pensato a te appena l’ho visto … ed eccolo qua.” Gli porse la sottile striscia di pelle nera e lucida e si mordicchiò il morbido labbro inferiore, nervoso.

Kurt osservò per qualche istante il braccialetto sul suo palmo sinistro, accarezzandolo tra i polpastrelli, sfiorando con le dita le scanalature sul lato interno; c’era una piccola incisione, scritta in corsivo in un carattere elegante, “Courage”.

Piccole gocce trasparenti gli si impigliarono tra le ciglia e le palpebre svolazzarono velocemente, cercando di impedire loro di sgorgare via. “E’ bellissimo” esalò sorridendo “e anche se la pelle nera ha smesso di essere di moda pochi anni dopo che John Travolta conquistò Olivia Newton John” ridacchiò, tirando su col naso “lo indosserò ogni giorno. E’ il miglior regalo di sempre.”

Blaine rise, scoprendo i denti dritti e perlacei “Vieni, ti aiuto ad allacciarlo.”
 
 
*
 
 
Si sistemarono sotto le coperte, le luci spente e solo il bagliore opalescente della luna a formare strani arabeschi sul soffitto. Blaine mormorò qualcosa di indefinito ed esitò qualche frazione infinitesimale di secondo, prima di stringere il torace di Kurt col braccio destro. Gli occhi azzurri azzurri lo scrutarono attentamente.

“Va bene?” chiese, esitante, le sopracciglia scure incurvate.

“Va benissimo” rispose Kurt, portando la mano fredda e liscia sulla sua maglietta, all’altezza del cuore. “Buonanotte, Blaine” sospirò, chiudendo gli occhi.

“Buonanotte, Kurt” e l’oscurità si impossessò dei loro pensieri.
 
 
*
 
 
“Burt, lasciali dormire”

“Non esiste, l’ha fatto un’altra volta, capisci?”

“Lui e Blaine sono amici, cosa vuoi che abbiano fatto con noi ad una parete di distanza?”

“Io non … devo controllare”

Blaine soffocò una risata gentile tra le pieghe delle coperte e si voltò a guardare Kurt, beatamente addormentato tra le sue braccia, le loro caviglie incastrate in un groviglio inestricabile, le membra intrecciate in un puzzle complesso. Percepì dei tonfi sordi e regolari risalire la moquette delle scale e serrò gli occhi, gettando la testa sul cuscino soffice. Si dipinse un’aria assonnata sul viso, giusto in tempo per sentire Burt spalancare la porta con poca grazia.

Kurt trasalì e dischiuse gli occhi precipitosamente, i residui di sonno scacciati via prepotentemente dal proprio cervello. “Papà, che diavolo fai?” Burt socchiuse gli occhi, scrutando accuratamente Blaine, placidamente addormentato. Kurt si passò una mano sul viso e seguì il suo sguardo, sospettoso. “Papà!” esclamò “Ti avevo detto di non entrare!” afferrò un cuscino e lo lanciò scompostamente in direzione della porta. “Okay, me ne vado” disse Burt, “porta aperta.” Ricordò, prima di scendere le scale.

Kurt si lasciò cadere di nuovo sul materasso con uno sbuffo e percepì un lieve ridacchiare accanto a sé. “Non ci posso credere” mormorò, seppellendo il volto nel cuscino. Blaine aprì gli occhi lentamente, un sorriso appena accennato sulle labbra, “Buongiorno”. Kurt sollevò leggermente la testa, sbirciandolo tra le ciocche di capelli che gli ricadevano morbide sulla fronte, le guance appena imporporate dall’imbarazzo e gli occhi azzurri screziati di verde. “Buongiorno” sospirò “io … scusalo, lui è … molto protettivo, diciamo.”

“Non è un problema” Blaine sorrise, la voce tranquilla e limpida, “Piuttosto” ghignò, gli occhi accesi da una luce brillante e furba, e avvicinò le mani ai fianchi di Kurt “il bagno è mio!” urlò, iniziando a fargli il solletico sulla pelle scoperta.

“Blaine Devon Anderson!” strillò l’altro, divincolandosi tra le coperte. Blaine calciò via il lenzuolo e corse verso la porta bianca del piccolo bagno personale di Kurt. “Non ti azzardare, devo fare il rituale mattutino”

“Non aspetterò quaranta minuti fuori dal tuo bagno, mi dispiace” disse Blaine scuotendo la testa, l’ombra di un sorriso dipinta sulle sue labbra, prima di chiudere a chiave la porta.

Un ‘ti odio’ mugolato arrivò dall’altra parte della parete.
 
 
*
 
 
“Quindi, piano della giornata?” chiese Blaine, strizzando gli occhi al pallido sole primaverile, gli immancabili pantaloni arrotolati fin sopra le caviglie, la t-shirt verde bottiglia gentilmente offerta da Carole – è di quando Finn era più piccolo, ti andrà sicuramente bene -  e un sorriso brillante stampato sul viso. “Shopping, Lima Bean, shopping” rispose Kurt, abbassandosi gli occhiali da sole sugli occhi e trascinandolo verso l’auto.
 
 
*
 
 
“Ti prego, sono distrutto, non mi sento più i piedi” disse Blaine con tono lamentoso, tre sacchetti pieni nella mano destra e due nella sinistra. “Va bene, va bene” assentì Kurt; ripose gli occhiali da sole che stava provando nell’espositore e afferrò due buste dalle braccia di Blaine.

Un quarto d’ora più tardi, seduti ai tavolini del Lima Bean davanti ai loro caffè bollenti e ai biscotti – al cioccolato per Blaine e all’avena per Kurt –, ridendo per tutto e per niente in particolare, sembravano stare veramente bene.

“Mi sei mancato tanto” disse a un tratto Kurt; Blaine sollevò lo sguardo dal suo bicchiere per rivolgergli il più dolce dei sorrisi. “So che non te lo dico spesso, nei messaggi o nelle telefonate” continuò nervoso, giocherellando col tovagliolino plastificato avvolto attorno al suo biscotto, “ma sono fatto così. Non mi piace scrivere ciò che provo in un cellulare; sembra tutto più freddo e insipido, mentre quando stiamo insieme è tutto più vero. Capisci ciò che intendo? Perché mi sembra di star straparlando e forse è meglio che mi fermi prima di fare la figura dell’idiota” esalò tutto d’un fiato, puntando i suoi occhi azzurri – in quel momento velati di un pallido grigio – in quelli dorati e limpidi di Blaine.

“Non sei un idiota” lo rassicurò Blaine, gli angoli delle labbra rivolti all’insù e le mani strette attorno al bicchiere colmo del liquido caldo e denso. “Lo so, è difficile per te e lo capisco; probabilmente sono io ad essere fin troppo ‘espansivo’, se così vogliamo dire.” Strinse le labbra in una linea retta e abbassò lo sguardo sulle mani di Kurt, improvvisamente desideroso di stringerle tra le sue. Scacciò velocemente quel pensiero e voltò la testa verso l’esterno del locale, appena visibile attraverso il vetro opaco.

L’altro lo scrutò per qualche secondo, poi allungò il bracciò e gli strinse le dita nel proprio palmo; un piacevole brivido gli pervase la spina dorsale quando Blaine girò di scatto la testa e fissò prima le loro mani intrecciate, poi il sorriso gentile di Kurt. “Ti voglio bene” mormorò il castano.

“Anch’io” si ritrovò a rispondergli Blaine.
 
 
*
 
 
“Be’, allora … a presto” Kurt sollevò la testa verso l’alto, un vano tentativo di trattenere le lacrime che minacciavano di sfuggire da quel reticolo complicato di ciglia. Una linea calda e bagnata tracciò prepotentemente il suo percorso lungo la sua guancia.

“Mi mancherai tantissimo” sussurrò Blaine nell’abbraccio, inspirando ancor più profondamente per riuscire a percepire ogni più piccola sfumatura del profumo di Kurt. Abbassò lentamente una mano e la strinse attorno al polso di Kurt, dov'era allacciato il braccialetto di pelle. Lo guardò per qualche secondo, poi alzò il viso.

“Anche tu” mormorò l’altro, allontanandosi lentamente.

Blaine salì nell’autobus e si sedé nel posto accanto al finestrino, voltandosi un’ultima volta verso Kurt, prima che il mezzo partisse e lo lasciasse scomparire definitivamente dalla sua vista. Estrasse velocemente il cellulare dalla tasca del giubbetto.
 
(12.04)
Già mi manchi.
 
(12.05)
Blaine, sei partito da trenta secondi scarsi.
 
(12.06)

Appunto.





Note:

Allora, uhm, non so bene da dove iniziare. E' stato difficile scrivere questo capitolo, più che altro per riuscire ad incastrare bene il tutto. Spero di esserci riuscita. >.< As always, pareri e consigli sono fondamentali e ben accetti dalla sottoscritta, la quale ha la sensazione di star brancolando nel buio.
Un grazie immenso a chi segue, preferisce, ricorda, legge silenziosamente o semplicemente dà una possibilità a questa storia. E' grazie e per voi, se questa ff va avanti, non scherzo. E grazie grazie grazie a Mellark e Miss Obrien che recensiscono sempre, vi adoro! (:
Potrei come non potrei aver scritto una reaction fic all'episodio 5.15 - Bash, per capirci - col risveglio che tutti avremmo voluto vedere e che Ryan ci ha negato *sigh* Ecco come me lo sono immaginato io, se vi va di passare, leggere, recensire (vi amerei se lo faceste), a voi Of scars and heartbeats.
I miei contatti, dove mi trovate sempre a disposizione:
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Un bacio! **

 
   
 
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