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Autore: Skody    18/07/2008    2 recensioni
Hailey è una ragazza davvero fortunata per certi versi,ma la sua fortuna non le piace. Il suo mondo non le piace. Pian piano però riuscirà a trovare un mondo totalmente diverso dal suo nel quale riesce ad essere se stessa e nel quale sogna di vivere. ci riuscirà? Commentate,è la mia prima ff! P.S.:ho cambiato il titolo visto che l'altro era solo provvisorio!!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mio sguardo si perde nello specchio. Davanti a me la mia immagine riflessa sorride. Che si stia prendendo gioco di me anche lei?!
Scruto attentamente ogni singola parte di me stessa. Ho i capelli ben raccolti,il vestito mi sta a pennello e le scarpe sono favolose. Come al solito il mio cervello continua a ripetermi che sono bella,la più bella. Continuo a sorridere, ma a dirla tutta mi sembra l’ennesimo falso sorriso che qualcuno mi rivolge. La mia espressione allegra si tramuta in una smorfia di disgusto. Con uno scatto mi volto verso il letto che sta dall’altra parte della stanza e mi dirigo verso di esso a grandi passi. Sto quasi per buttarmi,ma ecco che dall’esterno delle mie quattro mura personali giunge un gracchiare insopportabile.
- Tesoro,ti dispiacerebbe venire un momento?!
Certo che mi dispiacerebbe,è ovvio che mi dispiacerebbe. Ma ovviamente verrò ugualmente perché non ho molte alternative. – Arrivo mamma…
Con un’altra smorfia mi dirigo verso la porta della stanza. Percorro il corridoio buio,poi scendo lungo le scale e mi ritrovo nell’immenso salone,illuminato da diverse vetrate. Mia madre giunge da me con un ampio sorriso,tutta pimpante. Sono quasi certa che presto cominci a saltellare. Noto che ha i capelli tutti ben sistemati. Forse è merito del suo parrucchiere personale,quello che le taglia i capelli anche se si tratta di venire a casa mia nel giorno di Natale. Del resto il Natale è una semplicissima festa da passare con la propria famiglia,non è nulla se paragonata ai soldi che invece si possono guadagnare assecondando l’ennesimo capriccio di una signora ricca e straricca.
- Tesoro!- dice abbracciandomi. Se pur controvoglia fingo un sorriso e ricambio l’abbraccio,ma più che un sorriso mi sembra di fare una smorfia.
- Dimmi mamma…
- Senti,volevo dirti una cosetta…
L’abbraccio si scioglie e la guardo in faccia. Nei suoi occhi c’è strana luce,il che non mi lascia pensare nulla di buono. Non va affatto bene.
- Vai avanti…
- Allora,dal momento che hai da poco compiuto sedici anni,-fa lei gesticolando- io e tuo padre abbiamo pensato che forse era il caso di farti un piccolo pensierino,nulla di speciale insomma,giusto un pensierino…
Ha insistito sul ripetere che non era nulla di eccessivo, la cosa non va bene,non va affatto bene.
- Mamma,non dovevate,io…
- Oh,certo che dovevamo tesoro!- mi interrompe lei quasi indignata- Era nostro dovere! Dunque,abbiamo deciso di regalarti una macchina! Non è molto grande ovviamente,ma ti assicuro che è davvero bella! L’ho scelta io personalmente…
Ecco,lo sapevo. Lo dicevo che non andava bene. Cosa me ne dovrei fare di una macchina che non posso guidare?- Oh,beh,veramente io non ho la patente…
In tutta risposta lei si mette a ridere mentre io la guardo storto. Comincio a pensare che mi stia soltanto prendendo in giro. Anzi,ne cono quasi sicura.
- Che sciocchina…è ovvio che è compreso l’autista personale,tesoro!
Certo, è ovvio! L’autista era compreso nel prezzo! Del resto è solo un essere umano che viene considerato parte integrante di una macchina che,ovviamente,vale molto più di lui. Ovvio.
- Ah,già,che sciocca che sono!
- Così a scuola ti accompagnerà lui personalmente. So che molti dei tuoi compagni vengono accompagnati a scuola in macchina con l’autista personale,non vedo perché tu debba essere da meno!
Certo. Perché dovrei essere inferiore ad un banco di idioti?! Non c’è alcun motivo,no?!
- Grazie davvero! – dico con un ennesimo sorriso tirato.
- Di nulla tesoro!
La parola tesoro mi rimbomba da tutte le parti. Non si stanca mai di ripeterlo in continuazione?! Chiunque incontri è sempre un tesoro. Forse lo fa solo perché così non si deve prendere il disturbo di ricordare troppi nomi. Chiamare tutti “tesoro” è decisamente più semplice.
La abbraccio un’altra vola e torno in camera mia,mentre lei se ne va trotterellando verso il portone. Finalmente sono tornata nella mia zona personale,all’interno della quale nessun essere di questo mondo può mettere piede senza il mio diretto consenso. Mi distendo sul letto,lontano dalle macchine e da mia madre. Allungo il braccio fino a raggiungere l’iPod che sta sul comodino. Ora che lo guardo mi rendo conto che in realtà non lo mai voluto celeste,l’avrei preferito nero. O fucsia,anche fucsia devo dire che mi piacerebbe molto. Vorrà dire che ne comprerò un altro nero. E un altro fucsia.
Mentre ascolto la musica guardo fuori dalla vetrata della stanza. Devo dire che è davvero una splendida giornata per essere a metà febbraio. Probabilmente mia sorellina si starà divertendo un mondo a giocare all’aria aperta. mi alzo dal letto e mi avvio verso la vetrata. Ecco,come volevasi dimostrare. Jodie è li col suo cappottino bianco che corre qua e là tutta sorridente,seguita ovviamente dalla sua baby-sitter a tempo pieno. Non sembra importarle un granché del fatto che le sue scarpette nuove si stanno sporcando.
Dietro di me sento il cellulare che squilla e corro a vedere di che si tratta. E chi poteva chiamarmi alle quattro del pomeriggio se non lei,la mia compagna di scuola,la mia grandissima e stimatissima amica Emily?! Con uno sbuffo premo il tasto verde del telefono.
- Pronto?- dico fingendo una voce allegra
- Ciao tesoro!
Ora ci si mette pure lei con tesori e idiozie varie?! – Oh,ciao Emily!
- Allora come va li da te?
Come se fossero secoli che non la sento. L’ultima volta ci siamo viste ieri mattina all’uscita di scuola.
- Tutto bene e a te?
- Benissimooo!- fa lei entusiasta – Senti volevo chiederti perché oggi non vieni con me e Nikki a fare un po’ di shopping? Non vieni quasi mai con noi,non puoi sempre startene a casa,ogni tanto dovrai pur venire a divertirti,non trovi?! Dai su…
Quanto vorrei poterle spiegare che lei è davvero una persona molto simpatica e gentile e che nonostante questo non ho alcuna intenzione di frequentare persone il cui unico pensiero la mattina è “Metto la camicia Dior o quella Gucci?”. Senza contare che con loro gli unici argomenti su cui discutere si concentrano quasi solo ed esclusivamente sulle ultime collezioni degli stilisti più in vista del momento.
D’altra parte devo pur sempre essere carina con loro,visto che le nostre madri sono sempre insieme e sono grandissime amiche, e sarebbe dunque scortese rifiutare un invito da parte loro.
- Va bene,mi hai convinto.
- Splendidooo!- esulta Emily. Penso che stia saltellando per la gioia.- Allora passo a prenderti tra un’ora e mezza a casa tua con la mia macchina…
Rimango perplessa per un attimo. Come sarebbe a dire “la mia macchina”? Oh,certo. OVVIO. Nel mio mondo tutti possiedono una macchina con autista personale. Mi era sfuggito per un attimo.
- Ci sei ancora? Certo che tu sei proprio di poche parole!
“E tu sei logorroica” mi verrebbe da dirgli,ma sarebbe un gesto scortese da parte mia – Oh,scusa,ero da un’altra parte!- dico tornando alla realtà –Bene,allora ci vediamo tra un’ora e mezza Emily. Oh,e saluta tanto tua madre da parte mia.
- Senz’altro! E tu salutami tanto tua madre! Bacioni ci vediamo dopo!
Non mi da nemmeno il tempo di dire “ciao” che ha già messo giù. Resto ferma qualche secondo,cercando di non pensare a quello cui sto andando incontro. È solo una normalissima uscita con delle normalissime amiche straricche in giro per dei normalissimi negozi di extralusso. Non è nulla di così atroce. E poi bisogna sempre guardare il lato positivo della cosa:farò shopping. Anche se ho fatto shopping giusto il giorno prima.
Scendo giù per le scale con aria distrutta,poi chiamo mia madre,che subito si precipita da me.
- Qualcosa non va tesoro?- mi dice preoccupata. Devo aver dimenticato di fare la faccina contenta.
- Oh nulla!- dico sforzandomi di sorridere- Volevo solo dirti che oggi vado a fare shopping con Emily e Nikki…Perciò non aspettatemi per cena,molto probabilmente resteremo a mangiare fuori…
La sua faccia sembra quella di un bimbo che sta davanti ai regali di Natale,tanti regali,tutti per lui.
- Certo tesoro! Sono contenta che tu frequenti quelle due brave ragazze,soprattutto Emily,è una ragazza davvero deliziosa! Quando avevi la febbre è stata così dolce nel venire a trovarti… Anche Nikki ovviamente è una ragazza davvero molto buona…
Non capisco più se sta ancora parlando di Emily e Nikki o se sta parlando dei dolcetti di mia sorellina. In ogni caso poco importa,visto che ho deciso di smettere di seguire i suoi assurdi discorsi. M limito a sorridere e ad annuire lievemente col capo,fino a quando mi congeda dicendo di andare a prepararmi.
Non mi faccio pregare e corro in bagno per farmi una doccia velocissima. Una volta che anche i miei capelli sono asciutti torno in camera e apro l’armadio. No,non è vero,apro gli armadi. Dopo decine e decine di prove ho finalmente deciso cosa indossare. Tutte le mie prove però hanno un lato negativo,ovvero l’assoluto disordine. Per me tutto potrebbe restare così com’è, ma se lo vedesse mia madre rimarrebbe scandalizzata. Per lei la parola “disordine” è associata alla parola “povertà”. Mi trucco come al solito,infilo le scarpe e mi guardo allo specchio:sono pronta. Poi prendo una giacca e una borsetta e apro la porta della.
- Mary!- urlo a squarciagola.
Subito una donna piccoletta con indosso un grembiule bianco esce da una delle stanze del corridoio e corre immediatamente da me.
- Mi ha chiamato,signorina?
- Si…Le dispiacerebbe…-dico indicando la stanza sottosopra.
Lei mi sorride gentile. Forse i miei genitori la pagano anche per farmi questo genere di sorrisi stupidi e inutili. – Certo signorina. Qui metto a posto io.
- Grazie.- rispondo fredda.
Esco dalla mia stanza senza nemmeno salutarla. So perfettamente di non essere stata per niente gentile ed educata,ma non me ne importa un granché. Ho altro a cui pensare. Per esempio a come sopravvivere ad una serata d’inferno in compagnia di due oche.

  
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