“Tornare piccoli poi ritornare grandi, capire tutti gli errori tutti i peccati, momenti spesi bene. Anche se ora è tutto più chiaro un tempo era limpido più del cielo. Una ola fatta a fin di bene, per chiarimenti per fare altri pensieri. Trovare ispirazione non è facile, chi lo sa meglio di me? Cambiare il corso degli eventi non serve a niente, il bello e il brutto è passato. Ogni attimo è memorabile per la sua unicità, anche se si ripetesse sarebbe un nuovo ricordo comunque.”
Mi trovavo in quel momento della vita in cui senti il dovere di ributtarti nel passato e poi di piangere. Stavo ripensando alle esperienze del breve corso di vita che fino ad allora avevo compiuto e mi compiacevo da sola per aver conosciuto persone favolose, altre meno ma che sempre rimarranno nel mio cuore.
Dunque attingendo al trascorso, cercavo un’idea per scrivere un racconto, per qualcosa che fosse legato anche alla mia vita.
Iniziai con le mie solite premesse e riflessioni: “Ma io cosa so veramente sull’amore? Io che non sono mai stata innamorata come posso conoscere ciò che si prova?” e mi vennero in mente i miei migliori amici, loro si amavano e avrei potuto prendere spunto da quell’affetto che quasi mi sfiorava.
Il giorno seguente andai in un parco vicino a casa con essi e approfittai dell’occasione per proporre quesiti; tutti e tre distesi sull’erba ancora fresca di mattina ci torturavamo su domande a cui non sapremmo rispondere neanche ora, più adulti. Specialmente ritornavamo su: “Quello che vediamo tutti i giorni è reale? Queste persone false che ci circondano ogni giorno perché devono sempre avere pregiudizi su tutti e su tutto?”. Questioni banali ma a cui davvero non riuscivamo a dare risposta.
Noi, ragazzi più che normali, forse, ci conoscevamo dai tempi dell’asilo, ogni cosa era candida e gioiosa perché essendo piccoli non pensavamo a domande complesse al contrario di adesso. Erano persone importantissime per la mia esistenza, chissà come avrei fatto senza di loro. Ad ogni modo il mio migliore amico da sempre innamorato dell’altra decise finalmente di dichiararsi una volta iniziate le scuole superiori e la cosa fu reciproca.
Solo in quell’estate caratterizzata dalla mia voglia sfrenata di scrivere nata quasi dal nulla, loro iniziavano ad allontanarsi e non vedersi più spesso. Lei un giorno venne da me e disse: “Gli ho detto tutto e lui se n’è andato. Cos’avrei dovuto fare? Mentire per poi farlo stare maggiormente male?”. Quello fu infatti la chiusura di quell’amore così formidabile. L’amica dovette partire con i genitori per non tornare più nella nostra città. Rimasi molto male quando lo seppi ma chi soffriva veramente non lo ero affatto io.
Entrambi si amavano alla follia però una distanza tale li avrebbe fatti comunque rompere. Lo consolavo sempre dicendo che era in ogni caso tra noi a ridere e scherzare. Mai come quella volta lo vidi tanto triste a tal punto di cadere in depressione.
Per quanto riguarda me, finii la storia e la presentai a un editore quale l’apprezzò e in futuro, disse, magari mi avrebbe voluta con sé.
I miei migliori amici non si sentirono più, forse qualche volta per gli auguri di fine anno e basta.
Inizialmente non mi capacitavo di quanto potesse accadere in così poco tempo, poi i conti tornarono quando, l’amico era a casa mia, lei si presento alla porta. Ecco da allora credetti per la prima volta al vero amore: loro due si guardarono a lungo negli occhi e infine si lasciarono tentare, un bacio schioccò davanti a me.