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Autore: Gun    25/04/2014    0 recensioni
Può l'amore definirsi sbagliato?
Può il più puro dei sentimenti definirsi sporco?
Chi può mai decidere cos'è giusto, cos'è sbagliato, se non una mente chiusa?
Dovremmo, noi amanti sbagliati, cedere alle convenzioni?
Una volta un grand'uomo disse "Siate differenti quanto vogliate esserlo, avete il diritto di farlo. E potrebbe essere difficile, e solitario, a volte... ma non esiste privilegio più grande dell'essere padroni di se stessi."
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Apro gli occhi per la prima volta nel nuovo giorno: è mattina, me ne accorgo dal raggio di sole che tenta a sforzi a trapelare dai buchi della tapparella della finestra abbassata, è la prima cosa che vedo.
Mi volto verso di te, stesa sul fianco che mi dai la schiena, dormi ancora. I capelli biondi corrono lungo la schiena pallida, sei ancora nuda. Ti sfioro una spalla con le labbra e ti accarezzo un braccio, poi ritorno a guardare quel raggio di sole coraggioso e mi rendo conto che è domenica.
Mi alzo, apro la finestra e lascio che l’aria mattutina spazzi via l’afa della notte, ti sento sospirare.
Apri gli occhi infastidita dal sole che ti sfiora, ti volti dall’altro lato e mi ricordi che è domenica, dovrei tornare a letto anch’io.
 E’ una bellissima giornata. ti dico, ed è vero.
Tutto è un po’ più bello da quando sei qui.
Vado in cucina a prepararti la colazione, torno da te con due tazze tra le mani e te ne porgo una. Mi siedo sul lato del letto che hai lasciato vuoto e guardo te: sei coperta solo dall’intimo nero e dalle lenzuola, e sei bellissima.
Noti che ti sto osservando e capisci perché, quindi ti allunghi verso di me posando un casto bacio sulle mie labbra, sussurrandomi  Buongiorno amore mio  consapevole dei brividi che mi hai appena dato. Non ti rispondo, ma sorrido sulle tue labbra un attimo prima di lasciarle andare, e tu sicura di te ti allontani di nuovo, conoscendo il vuoto che lasci sebbene tu non te ne vada davvero.
Tra le due sei sempre stata la più intraprendente.
Prendi il cellulare dal comodino e schiacci l’unico tasto al centro, la luce del display non indica chiamate perse: tua madre nemmeno stamattina ti ha chiamato.
Sono tre mesi che fai esattamente la stessa cosa ogni mattina, ma so che non è lei il tuo primo pensiero del giorno.
 Hai ragione, è proprio una bella giornata  lo dici guardando fuori dalla finestra, e vorrei tanto dirti di andare a farti bella, che stamattina usciamo, ma che senso avrebbe?
Vorrei portarti al parco, vorrei essere fiera di poterlo fare, vorrei mostrare a tutti il mio gioiello più bello e vederli storcere il naso di gelosia, non di fastidio.
Che senso avrebbe portarti fuori e non poterti tenere per mano?
Che senso avrebbe farti baciare dal sole e non da me?
Intercetti il corso dei miei pensieri e mi accarezzi tristemente una guancia, sorridi stanca e ti alzi posando la tazza sul comodino accanto al telefono.
Guardo il tuo corpo e per un attimo penso che la finestra è aperta, qualcuno potrebbe vederti. Sono sempre stata io quella gelosa, quella insicura, perché tu sei bella. Bella da morire, e qualcuno potrebbe portarti via da me, quindi conservo la mia rosa nella campana di vetro, proprio come La Bestia avrebbe fatto.
La mia Belle cammina per la stanza in cerca di tutto e niente, so che vuoi ascoltare della musica. So che non lo farai perché io mi sentirei esclusa dal tuo mondo, e non vuoi che questo accada.
So che avresti bisogno di stare da sola e pensare, ma ho paura.
Paura che tu possa renderti conto che ti faccio solo del male, paura che tu decida di uscire da qui per vivere una vita normale. Paura che tu decida di sposarti. Costruirti una famiglia.
Paura del fatto che tutto questo io non potrò dartelo mai.
 I tuoi pensieri fanno rumore  mi dici, ed io per un attimo rimango ferma, ad osservarti.
Non mi sorprende che tu sappia a cosa sto pensando, è proprio questo che mi ha fatta innamorare di te.
 Io faccio sempre rumore, non lo sai?  ti rispondo, come se non volessi.
 Sì, sei un uragano.  il tuo sorriso per un attimo spazza via le mille nuvole.
 Vai via finché sei in tempo, raggio di sole.  e non farlo mai perché ne morire.
Ti fermi.
Non stai respirando e lo sento.
Non ti volti a guardarmi.
So a cosa stai pensando.
Ti stai chiedendo se questo sia un modo per dirti che non voglio più stare con te.
Ti stai chiedendo se questo invece sia solo uno dei miei mille momenti di insicurezza.
Non riesco a guardarti.
Non sento più la tua luce: ti stai spegnendo, raggio di sole?
Brilleresti di più se io non ci fossi.
Ti vedo fare qualche passo incerto verso destra, ma non mi guardi ancora.
Sei stanca, piccola guerriera.
E’ una battaglia troppo grande per te da sopportare, ed io sono debole.
Vorrei che tornassi da tua madre, vorrei che rendessi felice lei e non me.
Vorrei che tu stessa fossi felice, so che qui non lo sei.
Vorrei che tu potessi avere entrambe le donne della tua vita.
Vorrei che lei capisse.
Vorrei che tu potessi sentirti completa.
Vorrei riuscire a completarti da sola.
Vorrei essere abbastanza per te.
Alzi lo sguardo umido di lacrime e mi guardi, finalmente.
Mi chiedo come potrei mai vivere una vita senza te, se in quel minuto trascorso senza i tuoi occhi addosso mi sono sentita sprofondare.
 Perché?  lo dici flebilmente, e so che ti riferisci a mille altre cose.
 Perché io ti farei male.  non posso guardarti negli occhi mentre te lo dico, e mi accontento del cielo.
 Tortura.  non capisco ed inarco le sopracciglia.
 Tortura sarebbe la vita senza te.  continui, ed egoisticamente sorrido.
 Tortura è quando fai tardi a lavoro ed io non sopporto la tua assenza. Credi che io sia più forte di te, vero?
Ma tu riusciresti a vivere senza me.
Tu hai vissuto senza me e ce la faresti ancora, ma io? Io ne morirei. 

 Tu usciresti da questa stanza a testa alta e non avresti mai più paura del mondo. Io ne ho. Io ho paura dei loro sguardi, ho paura di come guardano te. Ho paura. Perché ti guardano e vedono quello che vedo io, una dea. Poi guardano me e si chiedono perché. Si chiedono cosa ci sia che non vada in te, creatura angelica.
Io sono un relitto.
Io sono il frutto dei miei mali. Del male che mi sono fatta. Da me ci si aspetta questo.
Tu sei arrivata, ed hai cancellato tutti i segni che mi sporcavano, hai lavato tutte le mie macchie e mi hai curata. Ma io, io cos’ho fatto? Io cosa potrei fare? Dimmelo. 

Per un attimo tentenni, so di aver colpito.
Ti ho lasciata senza parole per un attimo, perché infondo tu sai che io ho ragione.
Tu sai che è quello che il mondo pensa.
Cosa fai ancora qui? Scappa via, corri lontano.
 E tu mi hai amata nel modo giusto.  mi dici, ed io resto senza fiato.
 Tu mi ami nel modo giusto ogni giorno, perché non ami le mie gambe.
Perché non è stato il mio seno la cosa che hai guardato prima di tutte.
Perché non ti sei innamorata del mio corpo. Perché tu il mio corpo l’hai guardato sempre dopo la mia anima. Perché tu e soltanto tu mi hai guardata davvero.
Credi che io riuscirei a vivere una vita senza le tue mani?
Credi che io possa passare una notte senza il tuo profumo nel mio letto?
Credi che il mio amore valga così poco? 

Hai la strabiliante abilità di farmi sentire in colpa per colpe che nemmeno ho.
Sarà che sei così bella che non vorrei sporcarti mai.
 Non aspettarti nulla da me. Io ti farò male. Io distruggo tutto quello che tocco. Io andrò via e tu ti spezzerai.  le tue gambe cedono, sei in ginocchio.
Visto? Io ti faccio male.
 Spezzami, se ne sei capace. Spezzami perché nessun altro avrà mai il potere di farlo.  perché io non permetterei mai che qualcun altro lo faccia, ma non te lo dico.
 Avresti dovuto scegliere lei, quel giorno.  mi mordo la lingua dopo aver parlato, perché tua madre è la ferita che non guarirà.
 Mi ha chiesto di scegliere tra te e lei, ed io ho scelto te. Sai perché l’ho fatto?  non ti rispondo, non lo so. Sei sempre stata imprevedibile, piccola donna.
 Perché tu non l’avresti fatto mai. Perché anche ora tu mi chiedi di scegliere lei. Perché tu mi ami di più.
Perché lei mi avrebbe voluta per sé tutta la vita, ed io non sono sua.
Io ti appartengo. 

Ti guardo, sono ancora senza parole.
Lo noti, ti alzi.
Non mi muovo, non ne ho le forze.
Ti siedi sul letto di fronte a me e continui a piangere.
Ti asciughi una guancia con il dorso della mano, mi guardi e brilli ancora.
Mi stai sorridendo, piccolo raggio di sole.
Osservo la tua bocca, quella bocca che tanto amo.
L’impulso irrefrenabile di catturarla con la mia.
Mi precedi.
I tuoi baci hanno sempre avuto un sapore differente, dolce estate.
Ti accarezzo la pelle chiara, e i capelli, e il corpo.
Non mi basti, non mi basti mai.
Ma mi completi.
Segretamente mi stai dicendo che mi ami, segretamente scegli me ogni giorno.
Anche questa domenica mattina l’abbiamo passata a letto, perché come sempre non ti ho permessa di andare via da me.
Anche domani avrò paura.
Anche domani mi sveglierò con te.
Anche domani ti amerò.
Sii forte, raggio di sole.
Anche domani.
  
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