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Autore: strega6972    25/04/2014    2 recensioni
Ciao a tutti, questa è la prima fanfiction che scrivo, spero che vi piaccia. Non voglio anticipare nullaquindi vi dirò solo luogo e tempo della storia. La vicenda è ambientata in un quartiere residenziale lontano dal trambusto del centro di Londra durante l'estate trail primo ed il secondo anno di scuola di Harry. Non dico altro, leggete e saprete.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Ciao a tutti! Sono felice che stiate per leggere la mia primissima fanfiction! Spero davvero che vi piaccia!
C’È UN GUFO ALLA FINESTRA DI MARY
Mary Smith, nome ordinario per una bambina a cui succedono sempre cose strane, come il giorno in cui si sollevò da terra per arrivare alla credenza, oppure la volta in cui dopo un litigio con i suoi genitori le vetrina dietro di lei esplose, oppure la volta … sono veramente molte le cose strane successe, tanto strane che attirarono l’attenzione di uno strambo e anziano vicino.
Una sera di qualche anno più tardi Mary, stesa sul letto, si svegliò bruscamente: qualcosa picchiettava contro il vetro della finestra. Intimorita la ragazzina scese dal letto e senza far rumore si avvicinò alla finestra e scostò molto lentamente la tenda e “Ah!” lanciò un urlo: due grandi occhi gialli la fissavano dal ramo adiacente alla finestra. Era un gufo, un maestoso gufo grigio con una lettera nel becco che ora la stava fissando con impazienza. Mary, raccogliendo un po’ di coraggio, aprì la finestra facendo entrare quel bellissimo gufo: non aveva mai visto un gufo se non nelle illustrazioni dei libri di scuola. Dei tonfi la riscossero da quei pensieri “Mary, tesoro, cosa è successo hai fatto un brutto sog…” la frase di sua madre rimase in sospeso, come lei del resto, immobile con la bocca spalancata e la mano sulla maniglia della porta aperta. “Mary perché c’è un gufo sulla lampada della scrivania ?! Tesoro allontanati:  il becco e gli artigli sono pericolosi, vieni qui vicino alla mamma” disse con gli occhi spalancati e la voce tremante “Ma mamma, non vedi quanto è splendido e ha portato una lettera e bella pesante, chissà cosa contiene!” “Ok tesoro prendi la lettera e poi usciamo subito dalla stanza!” disse la donna che solo in quel momento aveva visto la busta poggiata sul letto della figlia.                                                                                                                                
Qualche attimo più tardi in salotto le due aprirono con cautela la lettera:
“Cara Signorina Mary Smith siamo lieti di informarla che lei è stata iscritta alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, tutti i dettagli e le spiegazioni le verranno fornite nei fogli seguenti, le consigliamo di contattare il Signor Jerkins per eventuali dubbi o curiosità … “
“Deve essere uno scherzo di cattivo gusto, magia e stregoneria, per favore! “ disse scettica la madre “Non so mamma, chi manderebbe un gufo invece del postino? Proviamo a chiedere al signor” “No, no, no signorinella, quello è tutto matto, poi a quest’ora di notte non vai da nessuna parte, andremo a chiedere spiegazioni domani e ora fila in camera mia: la tua, per ovvi motivi, è inagibile”.
Il giorno seguente madre e figlia, busta alla mano bussarono alla porta del vicino il quale dopo averle fatte accomodare ed offrì loro del thè. La madre iniziò a capire il perché dell’aggettivo “strambo” che precedeva sempre il nome del vicino: la casa era piena di libri, scartoffie e piante tutte riposte ordinatamente nel proprio scaffale, alle pareti non c’era alcuna foto, ma dipinti vuoti come se soggetto dell’immagine fosse stato cancellato.                                                                                                                                                                           
“Allora cara, immagino che tu abbia appena compiuto undici anni vero? E penso che ti sia successo qualcosa di stano stanotte dico bene?”                                                                                                                                  
“S-Sì signore, mi è arrivata una strana lettera tramite un gufo, dice che io sono una strega, ma non penso sia possibile, cioè, i-io penso che sia uno scherzo”                                                                                                                
“Ne sei davvero convinta?” e con fluidità il signor Jerkins tirò fuori dalla tasca interna della giacca quello che sembrava un bastoncino di legno.                                                                                                                                      
“Questa è la mia bacchetta magica, io sono un mago, proprio come te signorina, sono stato autorizzato a chiarire i tuoi dubbi circa il mondo della magia e chi ne fa parte, oh signora la prego, non faccia quella faccia! Se non ci crede… un due tre Accio!”  subito una pergamena sbucò da dietro l’angolo e andò a posarsi sul palmo dell’anziano.  La bambina rimase tanto a bocca aperta quanto sua madre rimase scettica. Dopo molti e vari tentativi e dimostrazioni la madre si convinse dell’esistenza della magia e che forse sua figlia era davvero una maga: le erano accadute cose davvero strane, il gufo con la lettere non era frutto della sua immaginazione e le cose che aveva appena fatto l’anziano non potevano essere solo meri trucchi illusori, forse la magia esisteva davvero.                                                                                                                                   
“…poi c’è Hogwarts la migliore scuola di magia e stregoneria del mondo anche se al momento non penso sia sicurissima, girano strane voci su un pericolo imminente, ma niente di cui preoccuparsi sono certo che il preside della scuola avrà già sistemato tutto” disse l’anziano per poi maledirsi subito dopo per essersi lasciato sfuggire il particolare del…                                                                                                                                      
“Pericolo imminente?! Mia figlia non andrà in un posto pericoloso, non mi interessa se si presume che il preside abbia già sistemato le cose, lei resta qui!”                                                                                                          
“Ma mamma! Io voglio andarci, ci sono persone come me lì, voglio imparare a fare incantesimi, pozioni e tante altre cose!”                                                                                                                                                                               
 “Cosa vuoi dire con “gente come me” non mi pare che tu sia diversa da me o dagli altri tuoi amici, non voglio che tu rischi di farti male o di morire andando in un luogo sconosciuto, abitato da sconosciuti e diretto da sconosciti, sei ancora troppo piccola” affermò la madre di Mary che riprese poi con un tono più dolce: “Cerca di capirmi tesoro non voglio che ti succeda niente di male, se ti succedesse qualcosa non potrò essere lì con te né fare niente per aiutarti, non puoi restare fino a quando quell’imminente pericolo di cui si parla sia stato debellato?”                                                                                                                                        
“Uffa mamma tu fai sempre così, non è giusto io …”                                                                                               
“Devi fare ciò che dice tua madre, sei sotto la sua responsabilità, parlerò io con il preside e troveremo una soluzione, ora, si è fatto tardi volete rimanere a cena?”.
La notte stessa “Ufficio di Silente, Hogwarts” disse Tom Jerkins gettando quella che sembrava polvere nel camino.                                                                                                                                                                     
“Albus? Albus! Ma cosa ti è saltato in mente citandomi in quella lettera?!” disse la faccia del signor Jerkins nel caminetto dello studio del preside di Hogwarts.                                                                                                   
“Oh, Tom sei tu! Che bella serata, non trovi?”                                                                                                                
“Non iniziare con queste tue sciocchezze e rispondimi!”                                                                               
“Ma Tom, questa non è una sciocchezza, è buona educazione! Comunque ho saputo che la madre dalla piccola maga in questione non è intenzionata a farla studiare qui, quindi mi chiedevo e ti prego di non interrompermi, se tu potessi come dire prendere in considerazione l’idea di farla studiare a casa tua così che non perda l’anno e che possa entrare a Hogwarts per il secondo.”                                                                  
“C-cosa!? Tu tu non puoi chiedermi di fare una cosa del genere, i-io mi sono ritirato, sono in pensione Merlino! No, non insegnerò a quella bambina e poi cosa direbbero i vicini babbani vedendo quella piccina venire tutti i giorni da me invece di andare a scuola con i suoi amici?!”                            
“Sono sicuro che risolveremo la questione con l’aiuto del Ministero, e a proposito non vorrei che mi sfuggisse qualche dettaglio su quella piccola cosa di cui né tu né io desideriamo parlare vero Tom?”          
“Quale cos… oh no no no Albus così non è leale, tu mi stai ricattando! Beh se è così che la metti va bene insegnerò alla piccola Mary, ma non ti aspettare risultati eccellenti: non insegno più da anni.”                    
“Oh sono sicuro che farai un ottimo lavoro, cara vecchio amico, ed ora si è fatto tardi, lascia che torni ad immergermi negli affari burocratici della scuola, ti auguro una buona serata Tom”.                               
“Sì certo, come sempre spero che tu ti ci anneghi. Riesci sempre a spuntarla tu, Merlino! Ti auguro un buon proseguimento”. Dopo che la sua testa tornò a casa Tom andò a dormire tentando di non pensare a ciò avrebbe dovuto fare dal mattino seguente per un anno intero, Merlino!
  
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