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Autore: Clary F    25/04/2014    10 recensioni
Clary è nata e cresciuta come una Cacciatrice di Idris e lei e suo fratello Jonathan, alla vigilia dei nuovi Accordi, sono costretti a vivere nell'appariscente tenuta dei Lightwood, dove si sta tenendo la più ridicola delle competizioni mai organizzate nella storia dei Nephilim, coordinata da Magnus Bane, maestro del bon ton. Cacciatrici e Nascoste affronteranno varie prove per accaparrarsi il cuore del giovane Jace Wayland. Tra incubi e bagni notturni, la ragazze inizieranno a scomparire misteriosamente ... Chi sarà il colpevole?
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Magnus Bane, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Titolo: Welcome to Venus
Contesto: Altro contesto.
Personaggi: Clary, Jonathan, Jace, Isabelle, Alec, Magnus, Helen, Aline, Mark, Maureen, Lily, Kaelie, Hyacinth e Nuovi Personaggi.
Coppie: Clary/Jace, Magnus/Alec, Helen/Aline, accenni Clary/Jonathan.
Disclaimer: I nuovi personaggi presenti nella storia, ovvero le Cacciatrici partecipanti alla gara, sono invenzione di Life before his eyes.
Spin off: Scars, una one-shot incentrata sul personaggio di Leah Silvermark, scritta da Life before his eyes.
Note: La storia è ambientata in un universo in cui Clary è nata e cresciuta come una Cacciatrice a Idris, insieme a Jocelyn e Jonathan; l'età di Mark Blackthorn è inesatta, essendo questa storia stata scritta prima di Città del Fuoco Celeste; per il resto gli avvenimenti precedenti alla storia rimangono uguali a quelli dei libri, compresa la storia del Circolo e del passato in generale.



PROLOGUE


Era tardo pomeriggio a Idris e il sole iniziava a tramontare sulle casette color crema di Alicante e sui loro tetti rosso vermiglio. Le torri anti demone gettavano bagliori argentei sulle acque dei canali, che spaccavano l'intera cittadina in tanti piccoli pezzi. Clary stava camminando su una delle innumerevoli stradine acciottolate che conducevano alla Piazza dell'Angelo, con la sua imponente statua di bronzo raffigurante Raziel. Indossava la sua tenuta nera da Cacciatrice, nonostante quella fosse una serata di festa. Mancava una settimana alla firma dei nuovi Accordi tra Nephilim e Nascosti e, a detta del Conclave, quello era un motivo più che valido per organizzare un festival dove, ovviamente, i Nascosti non erano invitati. Quella contraddizione lampante irritava Clary al punto da non voler partecipare alla festa, ma la voglia di uscire dalla tenuta dei Fairchild, in cui viveva con sua madre e suo fratello, aveva avuto la meglio sui suoi principi morali. Clary non aveva mai conosciuto suo padre, Valentine, almeno non di persona visto che era scomparso da circa diciassette anni, dopo aver mandato all'aria gli ultimi Accordi; ma ne aveva sentite tante su di lui. Come ad esempio l'odio che nutriva contro i Nascosti e la corruzione e la debolezza del Conclave. Su quell'ultimo punto, Clary non poteva non trovarsi d'accordo con lui, anche se non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce. La piazza dell'Angelo era addobbata a festa: fiori bianchi simili a gigli, lunghi tavoli apparecchiati, piante esotiche che avvolgevano la statua di Raziel, lanterne luminose di stregaluce e una melodia avvolgeva l'intera atmosfera festosa con le sue dolci note. Era uno spettacolo per gli occhi, anche se Alicante era sempre uno scenario spettacolare in qualsiasi momento del giorno e in ogni stagione. Clary non immaginava altro luogo in cui poter vivere se non quello, ma del resto non era mai uscita dai confini di Idris in vita sua. Strano, visto che aveva il potere di creare Portali con l'unico ausilio di uno stilo e di una runa. Ma l'utilizzo delle sue doti le sembrava sprecato e ingiusto, se si trattava di un semplice capriccio personale.
«Clary,» la voce di una ragazzo attirò la sua attenzione. Si stava sbracciando, seduto ad un lungo tavolo affollato, facendole segno di raggiungerlo. Clary sorrise e si avvicinò. Il ragazzo aveva dei deliziosi boccoli bianco-dorati, orecchie appuntite e un occhio azzurro e l'altro color oro. Un occhio per Dio e un occhio per il Diavolo. Pensò la ragazza, sedendosi accanto a lui.
«Ciao, Mark.» Disse al più grande dei fratelli Blackthorn. Molti visi si alzarono a scrutarla, alcuni erano visi noti fin dai tempi dell'Accademia, la scuola per i giovani Nephilim che vivevano a Idris, altri era diventati familiari nelle ultime settimane, come quello di Mark, durante le quali molti Cacciatori, provenienti da tutto il mondo, erano tornati ad Alicante per assistere agli Accordi.
«Questa festa è l'emblema dell'ipocrisia, non trovi?» Le chiese lui, versandole un bicchiere di vino. Clary odiava il vino; ma adorava Mark per ciò che era appena uscito dalla sue labbra rosee.
«È assurdo.» Bisbigliò lei per non farsi sentire dagli altri giovani Cacciatori seduti al tavolo. «Stiamo festeggiando gli Accordi, eppure non c'è traccia di Nascosto.» Gli lanciò un'occhiata in tralice alle orecchie a punta, ereditate dalla sua madre fata. Le trovava affascinanti e le mani le prudevano dalla voglia di riprodurle sul suo blocco da disegno.
Mark intercettò il suo sguardo. «Che c'è? Stai pensando che devo nascondermi o presto mi cacceranno via scambiandomi per un Nascosto?» Le disse con un sorriso.
Clary arrossì, non era quello il motivo per cui l'aveva guardato in quel modo. Ma forse non era il caso di dirgli che adorava le sue orecchie e che avrebbe tanto desiderato disegnarle. Finse un colpo di tosse e per fortuna fu salvata dall'entrata in scena di Helen, la sorella di Mark e Aline Penhallow, la figlia del nuovo Console. La ragazza dai lineamenti asiatici stringeva qualcosa tra le mani pallide e aveva il viso arrossato, in preda all'emozione. A differenza di Helen, che sembrava osservare la ragazza con la coda dell'occhio e una punta di malinconia. Aline squittì qualcosa di incomprensibile e si fiondò tra le altre ragazze sedute al tavolo, mostrando loro ciò che teneva in mano. Il tavolo venne subito scosso da strilli, risatine e comportamenti che, secondo Clary, minavano molto al termine 'femminismo'.
«Che diavolo succede?» Chiese a Mark, con un sopracciglio alzato. Lui rispose con una scrollata di spalle, come per dire che non ne aveva la minima idea. A quel punto Helen si lasciò cadere stancamente sulla panca tra lei e il fratello, mostrando loro un giornale accartocciato.
«Questo. Ecco che succede.» Disse Helen, con voce piatta, posando sul tavolo il pezzo di carta. Clary lo prese tra due dita. Sfogliando il giornale, si fermò sulla terza pagina, sulla quale spiccava una grande foto in bianco e nero di una ragazzo piuttosto giovane, della sua età circa, dai lineamenti affilati, i capelli chiari e due adorabili fossette. Il ragazzo nella foto ostentava un sorriso compiaciuto e strizzava l'occhio con fare ammiccante proprio nella sua direzione. Sotto la foto, il titolo recitava:
Jace Wayland cerca moglie.
Clary scoppiò a ridere. Era la cosa più stupida che avesse mai sentito. E allora perché le ragazze si comportava come galline impazzite, invece che come giovani Cacciatrici dal sangue freddo?
Leah Silvermark, una ragazza alta, con lunghi cappelli biondi e occhi azzurri, che Clary ricordava dai giorni passati in Accademia, le apparve da dietro una spalla come un gufo, per sbirciare il contenuto dell'articolo.
«C'è anche un premio in soldi!» Esclamò, guadagnando altri strilli e risate. Clary scosse la testa esasperata.
«Che c'è? Tu non hai intenzione di partecipare?» Le chiese Leah, con aria innocente, squadrandola da capo a piedi, come a voler valutare se potesse essere una possibile rivale.
«Io? Mi prendi in giro? Non ho intenzione di partecipare a questa …» Clary strattonò il giornale che ancora teneva in mano, recitando ad alta voce le parole dell'articolo. «… competizione per conquistare il cuore dello scapolo più ambito di Idris, Jace Wayland. Ha!» Lanciò il giornale nell'erba alta, con fare sprezzante e le ragazze, compresa Leah, lo inseguirono come bravi cani da riporto.
Clary si massaggiò le tempie, captando alcuni dei discorsi eccitati provenienti dalle giovani Cacciatrici.
«Dovrò comprarmi un bikini nuovo.» Stava dicendo Aline, ad una ragazza con i capelli neri e la pelle abbronzata.
«Un cosa?» Sussurrò Clary, scioccata.
Helen fece una smorfia. «Pare che ci sarà anche una gara in bikini.»
Lei roteò gli occhi. Gli Accordi stavano per essere firmati e queste ragazze pensavano ai bikini? Il mondo dei Nephilim stava andando in rovina, pensò fra sé e sé, alzandosi dalla tavola. Poi si immobilizzò. L'aria davanti al suo viso si era fatta calda e ondeggiante, apparve una fiamma, che si estinse una frazione di secondo dopo, lasciandosi dietro un piccolo pezzo di carta, bruciacchiato ai lati: un messaggio di fuoco. Clary lo afferrò e lesse avidamente le parole contenute in esso. Era da parte di Jonathan, suo fratello, e diceva: Torna subito a casa. Nostra madre è sparita. Valentine è tornato. Avvisa il Conclave.
Il cuore di Clary iniziò a battere forte contro il suo sterno. La vista le si annebbiò per un attimo, prima di riuscire ad accumulare tutto il suo autocontrollo e iniziare a correre verso la tenuta dei Fairchild.
 
 
Due giorni dopo.
 
Il salone della Guardia era illuminato dal sole del mattino, che penetrava attraverso le grandi vetrate a bovindo. Clary e Jonathan erano al cospetto del Console, Jia Penhallow, e degli altri membri del Consiglio.
«Quella che state affermando, giovani Morgenstern, è una faccenda molto seria.» Stava dicendo il Console. «Il ritorno di Valentine non è uno scherzo. Non potete semplicemente venire qui e inoltrare supposizioni del genere.»
Jonathan sbuffò, passandosi una mano fra i capelli bianchi. Clary lo conosceva abbastanza bene per sapere che si stava trattenendo dall'imprecare contro il Console. Nonostante in lui ci fosse sangue di demone, crescendo con lei e Jocelyn il ragazzo aveva imparato a controllare la sua parte oscura, come la chiamava Clary. Anche se era pur sempre incline alla violenza e allo scontro, oltre che al sarcasmo tagliente.
«Crede che il ritorno di nostro padre sia uno scherzo per noi, vostra altezza?» Disse Jonathan, in tono mellifluo, calcando sulle ultime due parole con palese ironia.
«Non usare quel tono, Morgenstern.» Abbaiò il Console. «Sto solo dicendo che abbiamo bisogno di prove.»
«E le abbiamo!» Gridò Clary, con voce stridula. Sventolò davanti al naso di Jia Penhallow la boccetta in ottone che aveva trovato sul pavimento della camera di Jocelyn. La stessa boccetta che conteneva la pozione soporifera che Jocelyn doveva aver ingurgitato prima di essere rapita. «Nostra madre ci ha sempre detto che se un giorno lei fosse scomparsa e noi avessimo trovato questa,» la sventolò ancora una volta con enfasi, «ci sarebbe stata un'unica spiegazione. Ovvero che Valentine è tornato.»
Jia Penhallow sospirò, a disagio. Il ritorno di Valentine in un momento così delicato come quello era davvero una dannazione per l'intero Conclave. «Terremo in considerazione la vostra teoria e cercheremo vostra madre ovunque. Per il momento, nel caso Valentine fosse veramente tornato, credo sia opportuno che voi due andiate a stare dai Lightwood.»
«Come? Ma noi abbiamo già una casa in cui stare!» Disse Clary, con veemenza, lanciando un'occhiata a Jonathan in cerca di sostegno morale.
«La residenza dei Lightwood, come credo sappiate già, ospiterà un importante evento per le prossime due settimane. L'intera tenuta sarà abitata da giovani Cacciatrici promettenti, oltre che da guardie addestrate a difendere. Voi siete i figli di Valentine, se ha già rapito vostra madre tornerà anche per voi due, presumibilmente. La tenuta dei Lightwood è il posto più sicuro di tutta Idris, in questo momento.»
Jonathan aprì la bocca per controbattere, ma il Console lo fermò alzando una mano. «La decisione è già stata presa.»
I membri del Consiglio iniziarono a sgomberare le loro postazioni e due Cacciatori in divisa scortarono Jonathan e Clary fuori dalla Guardia.
«Non ci credo!» Esclamò Clary, appoggiandosi stancamente ad un muretto di pietra una volta fuori. «Nostra madre è scomparsa e noi siamo costretti a vivere con quella gente!» Sibilò, frustrata. «Gente che organizza ridicole competizioni tra altrettanto ridicole ragazze per vincere un ridicolo cuore
Jonathan le si avvicinò, puntandole addosso i suoi occhi neri come il petrolio. «Sarai più al sicuro dai Lightwood.» Le disse in tono serio. Aggiustandole una ciocca ribelle dietro l'orecchio.
«Sarai?» Sussurrò lei, afferrandogli un braccio. «Cosa vuol dire sarai? Tu non vieni con me?» Il suo tono di voce si fece sempre più alto, tanto che due Cacciatori si voltarono a guardarli incuriositi.
«Io ho diciotto anni, sorellina, e fortunatamente posso prendere le mie personali decisioni.» La schernì. Vedendo il viso di Clary stravolto dalla rabbia abbandonò il tono derisorio, passando a uno più dolce e comprensivo. «Certo che verrò con te, Clarissa. Ma prima devo sbrigare una faccenda.»
   
 
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