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Autore: athazagorafobia    25/04/2014    0 recensioni
Era iniziato come uno screzio il loro, come uno scherzo del destino; completamente a caso.
Era nella natura di Elena essere curiosa, e fin dalla più tenera età aveva fatto dono di questa sua piccola caratteristica.
Quando aveva visto il migliore amico della sorella giocare ad un gioco su internet appunto si era incuriosita, ci avrebbe giocato anche lei.
Passano gli anni e il gioco diventa abitudine, ma non è più abitudine ciò che invece accade intorno.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 5

 
 
“Non credo alle persone fatte a posta per stare insieme,
ne ai momenti giusti.
Credo alle persone che fanno di tutto per esserci,
l’una per l’altra.
Anche nel momento sbagliato.
Non penso che esistano le anime gemelle,
quelle destinate a trovarsi.
Ma sono convinta che ci sono anime che,
da quando si incontrano,
si sentono a tal punto da non smettere più di cercarsi.”
 
 
Sembrava facile capite ?
Svegliarsi la mattina presto e pensare subito allo studio, alla scuola.
Avevo scelto un bel momento dopotutto, prima delle vacanze di pasqua, quando i compiti si accumulano e i professori pretendono di più.
Era facile svegliarsi, ripassare, leggere e poi incamminarsi per prendere la corriera.
Salire, senza ancora aver parlato con nessuno, e sorridere all’arrivo di Elisa, che giungeva tutta trafelata e con i capelli scompigliati, con il suo ritardo cronico.
Era ancora più facile tirare fuori dallo zaino il libro di greco e morirci dentro, con tutte le regole che ancora non capivo e delle eta al posto dell’epsilon .
Il difficile non arrivava se non quando mi stancavo di guardare delle parole senza neanche vederle, e allora osservavo la vita fuori dal finestrino.
Che vita poi ! Solo macchine che correvano opposte alla nostra e la nostra campagna verde e gialla.
Solo  quando si arrivava in città il paesaggio mutava .
Venti minuti prima di arrivare in città.
Venti minuti a pensare ciò che non dovevo pensare.
7.32 Ora si sveglia.
7.35 Ora guarda il cellulare.
Ritirare fuori il libro e riosservarlo, prendere le cuffiette .
Alla prima fermata tutti scendono.
Il pazzo della mia piccola cittadina urla - Se non avete voglia non venite!  -
Alla seconda fermata i ragazzi dello scientifico e qualche badante si avviano verso il corso.
Il pazzo continua ad urlare.
La corriera arriva alla stazione e il pazzo scende.
200 metri e poi la fermata del liceo classico, lo Stadio.
Prendo lo zaino, e scendo.
Alessia si avvicina ad Elisa e si mettono a chiacchierare .
Affretto il passo ed entro a scuola e successivamente mi avvicino alla nostra classe.
Appoggio lo zaino e l’aula lentamente si popola.
Sembra quasi che nessuno mi veda.
Si smette di esistere quando si è tristi ?
 
Si smette di esistere quando si è tristi?
 
 
 
  
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