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Autore: Caemine    25/04/2014    0 recensioni
Ho un pessimo rapporto con le fanfiction, ma questo era l'unico mezzo immediato su cui potevo pubblicare questa storia, avevo bisogno di scriverla. Ovviamente è dedicata all'unica persona che io abbia mai amato e che amerò.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Vederla dormire tra le mie braccia, così dolce, innocente, indifesa. Sentire la sua soffice pelle sul dorso della mia mano mentre la accarezzo, percepirne l'estasiante profumo. Baciarla.
E' questo ciò che ho immaginato per un breve istante, l'istante immediatamente successivo a quando ho visto il suo profilo tra le amicizie suggerite di Facebook.
Mi è risultato quasi istintivo premere quel tasto e prepararmi ad attendere per ore la fatidica notifica.
Non è servito, un paio di minuti e il miracolo avviene, ha accettato la mia richiesta d'amicizia! 
Ma, dopo la gioia ecco che sopraggiunge il panico, lei è impegnata e io ho paura di scriverle, ho paura di buttare ogni mia possibilità nel cesso.

Era il periodo post-natalizio e i link a esso riguardanti abbondavano, ne condivisi uno che esprimeva il mio amletico dubbio: "Qual è la differenza tra pandoro e panettone?". Mai avrei immaginato che quel dubbio venisse soddisfatto da lei, il mio amore proibito da... uhm, meno di un giorno. Con la naturalezza di persone che si conoscono da secoli abbiamo cominciato a parlare, passammo dai panettoni alle mazze dei giganti di Skyrim e poi, finalmente, passammo alla chat. Qualche settimana e decidemmo di sentirci su Skype, ricordo chiaramente la sensazione, qualche migliaio di battiti al minuto e le classiche "farfalle allo stomaco", che non avrei dovuto avere con lei, impegnata e con me come amico.

Fu questione di giorni per decidere di incontrarci, appena la vidi provai qualcosa di unico, credo la sensazione che si prova alla vista di un sistema stellare binario, del triassico dal vivo o del caotico nucleo di una galassia, ma almeno cento volte amplificata. Avrò avuto qualche ettogrammo di adrenalina in circolo: vedevo tutto a rallentatore, ogni mio senso era focalizzato su di lei. Lei, quella creatura dotata di impareggiabile beatitudine, mi stava correndo incontro. Leggevo gioia nei suoi occhi, non riuscivo ancora a crederci. Un secondo dopo la trovo tra le mie braccia, un sincero abbraccio tra amici... no, l'abbraccio di un innamorato perso alla donna che mai lo amerà.

Poco più di un mese e io divenni il suo migliore amico, mi raccontava tutto ciò che le capitava. Ero la spalla su cui piangere in caso di dolore ed ero felice di poter migliorare la sua esistenza. 
Ma c'era qualcosa di strano, qualcosa che non quadrava. Nei suoi occhi c'era una luce che mi affascinava, che mi attraeva.

Erano passati ormai sei mesi, sei mesi di speranza più viva che mai. Decidemmo di passare una mattinata insieme, e così fu. Dopo una breve passeggiata fu il turno della pausa, involontariamente (certo. Ok, è stato più che volontario) scelsi un luogo molto romantico e fu lì che lei, quasi per manifestare la sua stanchezza, appoggiò la sua testa alla mia spalla. Avevo il cuore in gola, la voglia di baciarla stava per prendere il sopravvento, ma mi fermai. Quell'istante mi riempì di forza vitale, sentivo che nulla avrebbe potuto fermarmi. 
Ma ecco che il suo ragazzo fa il compleanno, leggo il post sulla sua bacheca per gli auguri e, istantaneamente, un'oscura aura di malinconia mi circonda.

Passò anche l'estate, tutti ci accorgevamo di che gran testa fallica fosse quell'essere umano che chiamava "Amore". Io non potevo fare a meno di suggerirle di mollarlo, dovevo proteggerla, lui l'avrebbe rovinata. Due settimane e lei lo fa. Lei lo fa! Ero così felice per lei, ma ancora ero totalmente insicuro. Avevo paura di rovinare lo splendido rapporto che avevamo. 
Quando le consegnai il regalo di compleanno l'unica cosa che volevo dirle era "Ti amo!" ma, maledetto me, non me la sentii.

Ormai ero determinato, qualche giorno e feci il grande passo. Mi dichiarai in un modo squallidissimo, ma credevo fosse il miglior modo: per messaggio, in chat. L'attesa di una sua risposta fu snervante, camminavo per il mio QG (la mia camera) come un uomo in piena crisi nervosa. Mi fermavo solo per controllare se avesse visualizzato. Nulla. Ormai avevo la pressione così alta che gli occhi erano sul punto di esplodere. 
Erano passati trenta secondi dall'invio del messaggio, visualizzò. Ancora non le perdono di averci messo così tanto a scrivere la risposta, ma... ebbene sì. Non ero più un nerd asociale che vive chiuso in casa, facevo parte di una stupenda coppia di nerd asociali che vivono chiusi in casa.

Da quel piccolo istante sapevo che la mia visione sarebbe divenuta vera, cominciò il mio paradiso. Ci capita spesso di litigare, ma continuiamo ad avere il rapporto di due amici per la pelle con in più l'amore. Non esiste cosa migliore. So che ho messo la mia esistenza nelle sue mani, so che sono pronto a donare la vita per lei. E lei è l'unica a meritarla.

Alla faccia delle/dei prostitute/prostituti che "friendzonano" i loro adorabili amici per degli/delle stronzi/e.
  
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