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Autore: AnimaIllusa    25/04/2014    0 recensioni
Abigail si sveglia una mattina, sperando di poter passare una giornata tranquilla, ma presto dovrà ricordarsi che quello è il giorno del suo matrimonio. I suoi ricordi però sono molto confusi e l'uomo che deve sposare è molto più grande di lei. Sarà lo stress prematrimoniale a giocare brutti scherzi oppure in gioco ci sarà qualcosa di più grande che l'ha indotta a sposarsi?
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Abigail guardava fuori dalla finestra ed era contenta, quel mattino c’era un sole splendente che la rendeva di buon umore, anche se lei era già molto felice e non riusciva a capire il motivo di tale felicità. Che cosa poteva esserci di tanto bello da essere così felice?
Era confusa, sapeva che stava per succedere qualcosa, ma non ricordava cosa.
Aprì la finestra e si affacciò per respirare un po’ d’aria fresca, guardò in basso verso la strada e vide una signora che portava dei fiori bianchi in braccio.
“Abby! Sei sveglia tesoro? È un giorno importante questo e noi siamo già in ritardo! Devi prepararti! Non stare impalata a guardare il vuoto dalla finestra!” -quella signora era la madre.
Abigail non aveva voglia di uscire da casa, voleva stare tranquilla senza preoccupazioni. PREOCCUPAZIONI? Perché lei doveva essere preoccupata? Non c’era motivo se quello era un giorno come un altro, ma era evidente che non era un semplice giorno, perché la madre glielo aveva appena detto. Così spostò lo sguardo nel parcheggio di casa sua e vide una limousine, ornata di nastri bianchi, che sembrava fosse destinata a una sposa. Una sposa? Chi si stava sposando? Forse una ragazza del piano di sotto, ma era impossibile! Loro avevano solo sedici anni ed erano troppo giovani per sposarsi!
Avvertì un formicolio lungo tutto il corpo, seguito da un brivido di freddo e una terribile sensazione.
“Abby! Abby! Perché ti chiudi a chiave! Apri questa porta!”
“Mamma, ora ti apro! Ma cosa sta succedendo di così importante?”
Abigail era sempre più incredula e spaventata e si apprestò ad aprire la porta della propria stanza alla madre, che continuava a parlare: “Amore mio, ti ho portato il vestito!”.
“Quale vestito?” -Abby non fece nemmeno in tempo a dirlo, che come aprì la porta, notò il lungo vestito bianco che la madre teneva in mano e fu allora che perse completamente i sensi.
 
Quando riprese conoscenza, non si trovava più a casa propria, ma era seduta su una sedia nera, una ragazza aveva appena finito di truccarla e un’altra le fece segno di alzarsi e di andare verso di lei. Abby era inerme e sembrava quasi un robot che eseguiva degli ordini, si alzò dalla sedia e andò verso quella ragazza, che insieme alla truccatrice la stava svestendo e mettendole un vestito.
Tutto ciò era davvero fuori dall’ordinario.
“Come sei bella!” le disse una di loro, voltandola verso lo specchio.
Lei si guardò e vide una ragazza con un lungo vestito bianco, proprio quello che la madre teneva in braccio poco prima.
“Ma che ca… sta succedendo?! urlò Abby comprendendo che quella ragazza riflessa nello specchio era davvero lei.
“Tesoro, ti stai per sposare!” le disse la truccatrice.
“Io cosa?! E perché?” disse Abby sentendo che doveva di nuovo svenire!
All’improvviso tutto fu chiaro! Quello era il giorno del suo matrimonio!
Doveva sposarsi, ecco perché era contenta, era una cosa bella sposarsi, anzi era la più bella di tutte oltre ad avere dei figli, magari un bel maschietto e una bella bambina proprio con l’uomo che stava sposando! Ma no, un attimo: quelle non erano sue parole, perché lei non le pensava minimamente. Era la madre che stava parlando, era accorsa dalla figlia perché era davvero svenuta nuovamente!
“Abby, mi ascolti? È davvero una cosa bellissima. Quante volte te lo devo ripetere?”
“Mamma… ma cosa sta succedendo?” ripeté per l’ennesima volta Abby.
“Oh, per la miseria! Ma la ragazza è idiota o semplicemente finge di esserlo?” disse la truccatrice.
“Mamma potresti dire a questa signora che io non sono idiota, semplicemente sono nervosa e non riesco a capire cosa mi è successo. Un attimo prima mi trovavo a casa con te, che avevi in mano questo vestito e quello dopo mi ritrovo qui con lei che mi aiuta ad indossarlo!”.
“Tesoro mio! È evidente che questo giorno è particolarmente stressante per te. Ma davvero non ricordi? Sei svenuta a casa e ti abbiamo messo sotto la doccia, ti sei ripresa e io ti ho aiutato a prepararti, così sei andata in limousine e ti abbiamo portato qui. Tra poco ti devi sposare!”.
“C…o!”.
“Abby!”.
 
Quindi era quella la verità, lei si doveva sposare e non si ricordava nulla per un semplice stress da matrimonio.
La paura del matrimonio era molto comune per i neo sposini e aveva procurato in Abby una piccola perdita di memoria. Ma ora si ricordava e doveva essere felice e sorridente. Non riusciva a smettere di guardarsi allo specchio, era davvero bella con quel vestito bianco, molto semplice, stretto sui fianchi, vaporoso e con un accenno di strascico. C’era qualcosa che non andava: i capelli! Erano sciolti e lei voleva un’acconciatura.
Mancava poco tempo alla cerimonia e lei non era pronta, anzi era disperata!
Si trovava da sola nella stanza del trucco, mentre tutti se ne erano andati e lei aveva ancora i capelli sciolti. Ma perché se n’erano andati e perché lei non aveva i capelli pronti?
Era tutto così confuso.
Preoccupatissima, Abby usci dalla stanza per trovare una soluzione, non poteva lasciare i capelli sciolti e crespi il giorno del suo matrimonio, dove almeno arricciarli in qualche modo da farli sembrare più carini e per farlo doveva cercare la sua amica che aveva l’arricciacapelli.
Si mise a correre in mezzo alla folla d’invitati, che la guardava stranita, fino a quando una macchina si fermò davanti a lei, era la macchina del suo fidanzato.
Era tutto così sbagliato.
Lui non poteva vederla adesso, prima della cerimonia, in abito nuziale perché avrebbe portato sfortuna! Ma stava abbassando il finestrino della macchina e il cuore di Abby batteva a mille, era sempre più preoccupata, anche se sapeva che era solo una superstizione e che era davvero sciocco preoccuparsi per una cosa così stupida, tuttavia provò ad urlare al proprio fidanzato di non guardala assolutamente. Lui, invece, abbassò il finestrino e la guardò sorridendo e lei non riuscì a dire più una parola, osservò il suo cosiddetto fidanzato e fu pervasa da un formicolio lungo tutto il corpo e un brivido di freddo accompagnato da una sensazione d’infinito ribrezzo e tristezza. Riprese a correre e questa volta più veloce, voleva scappare via finché non andò a incontro a suo padre e scoppiò in un pianto tremendo.
 
L’uomo che doveva sposare era un amico dei suoi genitori, più grande di lei di una trentina d’anni, sposato e con due figli! Era inorridita e di nuovo non capiva perché doveva sposarsi e per giunta con lui! La sua mente era annebbiata e i pensieri si accavallavano. La situazione era sempre più strana e tutto le sembrava così irreale.
Tutto ad un tratto vide lei stessa abbracciata a quell’uomo, lui le diceva che l’amava e che aveva lasciato la moglie per lei. Insieme erano felici e si volevano sposare.
 Ma erano ricordi del tutto sfocati e imprecisi, l’unica cosa chiara era che la sua risposta doveva essere stata positiva, altrimenti non si sarebbe mai trovata qui in questo pasticcio. 
Oh merda! Doveva sposare quell’uomo e sapeva di doverlo fare per forza e che alla fine era ciò che voleva davvero, perché lei era felice con lui. Felice con lui? Ma non era vero!
E allora perché lo stava pensando?
Nella sua mente combattevano tra di loro due idee diverse, quella che lui era l’uomo che Abby voleva e doveva sposare e la consapevolezza che in realtà lei non lo amava, anzi le faceva schifo perfino il pensiero di baciarlo.
Era come se qualcuno le avesse fatto un lavaggio del cervello, iniettandole dentro la sua mente dei ricordi finti e costruiti in modo tale da costringerla a sposare quell’uomo molto più grande di lei. 
 
“Papà, io non lo amo. Non voglio sposarmi.”  –disse Abigail terrorizzata al padre.
“Su vieni qui! Non aver paura. Ora trovo qualcuno che ti fa i capelli”  -le disse portandola di nuovo nella sala trucco.
Qui trovò la sua amica con l’arricciacapelli e sua madre, entrambe si misero a curarle i capelli, pettinandoli e facendo dei boccoli con il ferro, incuranti del fatto che lei stesse piangendo a dirotto.
“Mamma io non voglio sposarmi! Non voglio. Vi prego, io non lo amo. Fermate il matrimonio!”
“Abby, io non capisco perché tu stia facendo tutte queste storie” – diceva la madre – “ hai voluto la bicicletta ed ora pedala!”
“Ma io non ho voluto proprio nulla. I miei ricordi sono sfocati, perché vorrei sposarmi con un uomo già sposato? E dov’è sua moglie?”
“Ti rinfresco la memoria allora. Il tuo fidanzato ha divorziato da sua moglie solo per sposare te, quindi ora ti sposi senza queste scenate inutili!”
“Ma io non lo amo, lui è vecchio! Non vedi come sono sconvolta? Io amo un altro! Amo Luca, un ragazzo della mia età, non un cinquantenne con figli!”
 
Non amava Luca, ma doveva pur inventarsi qualcosa perché era disperata.
“Ma perché mi ero cacciata in quel guaio?” - Pensava Abby, non era possibile che lei avesse accettato di sposare un vecchio, per giunta amico dei genitori. Qualcuno forse l’aveva drogata e costretta ad fare tutto ciò. Ma chi?
Lei non voleva assolutamente passare una vita intera con lui, a dire il vero non voleva nemmeno sposarsi. Aveva solo ventitré anni. Voleva continuare a studiare, poi trovare un lavoro e pensare solo a guadagnare un sacco di soldi e uscire a divertirsi, girare mille discoteche e innamorarsi di altri cento ragazzi.
 
“Abby, forse non sei costretta a sposarlo.”
“Si, ti prego. Non voglio sposarmi. Aiuto!”
“Ora mandiamo via tutti. Distenditi pure sul divano!”
 
Quelle furono le più belle parole che Abby avesse mai sentito in tutta la sua vita e anche se non seppe chi le pronunciò, lei eseguì l’ordine. Vide quell’orribile divano verde e si  distese, provando a scacciare via quella sensazione di orrido e d’inquietudine.
Poteva stare tranquilla perché non si sarebbe sposata oggi. Non avrebbe sposato lui.
Tuttavia non riusciva a smettere di non piangere, era in affanno e irrequieta perché pensava a quei ricordi sbiaditi di lei stessa in braccio a lui e le faceva ribrezzo quell’idea.
Provava vergogna per ciò che aveva fatto: distruggere una famiglia, innamorarsi di un uomo trent’anni più vecchio e amico dei suoi genitori, far soffrire quella povera moglie e i loro figli, farsi giudicare da tutti come una poco di buono… erano davvero cose che la faceva dannare.
L’angoscia quindi non l’abbandonava. Era davvero possibile che qualcuno l’avesse costretta a fare tutto ciò? Non riusciva a spiegarselo. Era come un brutto sogno. Un vero e proprio incubo. Un incubo… ma certo!
Tutto ciò che aveva vissuto era solo un sogno, ecco perché ogni cosa era confusa e strana e perché non si ricordava tutto! Lei non avrebbe mai fatto una cosa così rivoltate e brutta.
Abby stava solo sognando, ne aveva la certezza.
Era sollevata, tutto era tranquillo e sentiva che si stava per svegliare.
 
Aprì gli occhi. Il brutto sogno era finito e quell’orribile sensazione era svanita, finalmente. Era stato un bruttissimo incubo, ma ora poteva rilassarsi.  Stava per iniziare una nuova giornata alle prese con lo studio e i soliti drammi adolescenziali e di certo non doveva preoccuparsi di sposare o non un vecchio.
Provò a muoversi, ma le faceva male la schiena perché aveva dormito su un divano e di lì a poco le venne anche il mal di testa. Ma perché?
Si stropicciò gli occhi e notò di non essersi nemmeno struccata, probabilmente aveva esagerato un po’ troppo con l’alcool la sera prima da non riuscire nemmeno a raggiungere il letto o il bagno per struccarsi.
Richiuse gli occhi e si ricoprì con la coperta. Almeno quella l’aveva presa.
Peccato che quella non era una coperta, era qualcos’altro.
Per lo spavento si alzò di scatto dal divano. Era un divano rosso e a casa sua non c’erano divani rossi.
Infatti non si trovava a casa propria. Era in una sorta di stanza da trucco, dove trovò un grande specchio.
Provava a specchiarsi, però non ci riusciva, tuttavia sapeva di avere del mascara colato sul viso, dei capelli ricci e d’indossare un lungo vestito bianco.
E per terra c’era un bigliettino con scritto:  “SONO STATO IO. PERDONAMI.”
Ed Abigail svenne!

 
  
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