“A picture is worth a thousand words”
-Sorridete!-
esclamò Brendon schiacciando il pulsante del falsh della sua fotocamera digitale e poi precipitandosi verso qualcun’altro.
Jon esibì uno dei sorrisi smaglianti mentre l’amico
scattava per poi tornare al suo caffè di Starbucks.
-Ma
che ha oggi?- domandò Spencer giocando con le bacchette.
Jon alzò le spalle appoggiando il bicchiere sul
tavolino di plastica. –A me sembra normale..-
-Sì,
hai ragione- rispose il batterista scotendo la testa. –Ma
di chi è stata la brillante idea di dargli quella macchinetta?-
-Credo
che gliel’abbia spedita Pete per il suo compleanno-
-Ah, perfetto..- sospirò Spencer. –Allora appena lo vedo lo ringrazio di persona.. ma non può
farsi gli affari suoi, quello?!-
-Sì,
potrebbe.. ma è Pete, lo conosci, non si mai gli
affari suoi..- concluse Jon riprendendo il suo caffè
in mano.
Brendon corse verso Robbie, il ragazzo che si
occupava del merchandising e cominciò ad osservarlo. –Ok,
ora fai un’espressione sognante..-
-Così?-
chiese lui mettendosi in posa e chiedendosi che espressione hanno le persone
sognanti.
-No,
devi essere più.. Devi essere più simile a un manga giapponese! I tuoi occhi
devono essere più grossi e più.. più sognanti!-
-Bren..-
mormorò Robbie contrariato. –Io non lo so come sono i
manga giapponesi.. io voglio solo finire il mio sandwich-
-Ma
non è difficile!- esclamò Brendon contrariato.
-RYAN!-
gridò Robbie esasperato. –Ry, portamelo via, ti
prego-
Il chitarrista raggiunse i due ragazzi qualche secondo dopo, finendosi di
allacciarsi i bottoni della camicia. –Ma perché dovete
fare tutto questo casino?! Che c’è?-
Brendon cominciò a piagnucolare
appendendosi letteralmente al braccio di Ryan. –Robbie
fa schifo come modella!- disse squotendo la testa.
-Sì, bhe- si difese il ragazzo. –C’è chi è portato e chi no.. Come a rompere i coglioni del
resto.-
Brendon alzò un sopracciglio.-Stai
forse cercando di dirmi qualcosa?-
-Ma certo che no, Brenny-
-Meglio così- dichiarò Brendon felice.
Ryan sospirò. –Vieni, Bren,
ti offro la colazione-
La colazione che Ryan si era offerto di dare a Brendon
in realtà non comportava nessuna spesa in denaro, visto che andava consumata
nel loro bus. Brendon si sedette sul divanetto e
cominciò a trafficare con la sua macchina fotografica, facendo scorrere le foto
scattate sul display.
-Allora, come mai questa passione per la fotografia?- domandò Ryan
versandogli il caffè in un bicchiere.
-Perché è.. duratura.- vedendo l’espressione interrogativa dell’amico Brendon si affrettò a spiegare -Mettiamo che domani mattina
mi alzò presto per vedere l’alba, mi piace e decido di fare così anche il
giorno successivo. E’ qui che arriva la fregatura!- esclamò.
Ryan alzò un sopracciglio. –Ah, si?-
Brendon annuì vigorosamente. –Sì, perché non la rivedrò più! Rivedrò un’ alba, certo, ma non rivedrò mai quell’alba. Le nuvole saranno in una
posizione diversa, o magari ce ne saranno così tante che non riuscirei più a
vedere il sole. Se invece io scatto una foto potrò rivederla per sempre. O se
non proprio per sempre per un bel po’ di tempo-
-Sei astuto- rise il chitarrista finendo il suo caffè.
-Eh, certo. Che credevi!-
-Vorrei farti una foto adesso- disse Ryan ad un certo punto.
-Cosa?- domandò Brendon.
Ryan sorrise imbarazzato fissandosi le nocche delle mani. –Nulla, non è importante-
-Non è vero! Io ho sentito che dicevi qualcosa! Voglio saper di che si
tratta!-
-Ti ho detto di lasciare perdere- esclamò Ryan. –Non
fare il bambino-
-Questo non è fare il bambino- Brendon sorrise
cominciando a fargli il solletico. –Questo è fare il
bambino!-
Ryan scoppiò a ridere mentre si contorceva su se stesso.
-Ti arrendi?-
-Sì, sì- mormorò il chitarrista senza fiato. –Sì,
mi arrendo-
-Dì che sono il migliore! Di che sono il re del tour bus! Avanti, dillo!-
-Sei il migliore.. sei il re del tour bus.. Contento ora?-
Brendon sorrise di nuovo. –Come un bambino grasso con la sua nuova torta.- si sedette
di nuovo sul divanetto e Ryan fece lo stesso. –E ora,
visto che ti sei arreso, devi dirmi che hai detto-
Ryan sbuffò. –Ma è imbarazzante..-
-Sarebbe più imbarazzante se ricominciassi a farti il solletico e tu
ricominciassi a strisciare come un verme, non trovi?-
-Ho detto che vorrei scattarti una foto adesso, ok?- buttò fuori tutto d’un
fiato Ryan. –Perché tu hai detto tutte quelle cose
sul.. sul fatto che una volta che c’è una cosa non torna più, sul fatto che
cambia e.. E poi hai riso, ed io ho solo pensato che tu eri un po’ come quell’alba..
non so perché, ma mi sarebbe piaciuto fotografarti in quel attimo per poi
averti per sempre..- Brendon alzò un angolo delle labbra trattenendo una risata
e Ryan si alzò dal divanetto. –Ecco, lo sapevo che tu
avresti riso perché è stupido ed io sono un coglione..-
Questa volta le risate di Brendon divennero
perfettamente percettibili al suo orecchio e Ryan, oltre che sentirsi uno
stupido, sentì salirgli sulla spina dorsale una terribile voglia di prenderlo a
pugni.
Brendon vedendo la sua
espressione continuò a ridere sempre più forte; e quando Ryan pensò che quella
risata gli stava bucando i timpani, che non c’è l’avrebbe più fatta a
sopportarla, Brendon lo prese per un braccio
obbligandolo a rimanere terribilmente vicino al suo viso e gli diede un piccolo
bacio all’angolo delle labbra.
Ryan spalancò gli occhi colto di sorpresa, ma quando il bacio divenne più
profondo seppe esattamente cosa fare.
Quando finì e tutto sembro essere tornato alla normalità, proprio come se
non fosse accaduto nulla, Brendon sorrise.
-Quando ho detto quelle cose intendevo dire..- si leccò le labbra diventate
quasi secche. –Io intendevo dire che le cose
cambiano, certo.. Ma possono anche cambiare in meglio..-
-Oh..- sussurrò il chitarrista. –Bhe, non sei
stato troppo chiaro-
Brendon sorrise. –Sì, bhe meglio così.. Altrimenti
dubito che ti avrei mai baciato-
Le guancie di Ryan si imporporarono di nuovo e lui sentì l’urgenza di dire
qualcos’altro. –Bren, io ti..-
Brendon scosse la testa
interrompendolo. –Lo so. Non sono stupido-
Ryan spalancò gli occhi. –E chi te l’ha detto?! Spence?!-
-Cosa?! No! L’ho capito da solo, guardandoti in faccia-
Ryan arricciò il naso. –E come hai fatto?-
-I tuoi occhi..- spiegò lui prendendo la macchina fotografica e facendo per
uscire. –Tutto ciò che non dici tu, lo dicono loro..-
Ryan si passò una mano sulla fronte esitante mentre fissava la porta
chiusa.
A volte un’immagine, un sorriso o uno sguardo funzionano più di mille
parole.
Curiosity killed the cat.
[End Pt. Four]
[NdA: Hola a todos =]
Eccomi
qui =] Avevo programmato di aggiornare tutto molto più in fretta, ma le cose
non stanno andando come volevo.. (da
leggersi: ho meno voglia di scrivere del previsto =/)
Argh! Nessuna recensione per lo scorso capitolo..
ma faceva davvero così schifo?! ç__ç
Vabbò, cercherò di rifarmi con i prossimi
allora, no problem ^^
Anyway thanks to:
-Siry: Muahah,
è vero xD E’ colpa loro! Se non facessero così
io non mi fisserei così tanto (no, non è vero, sarei comunque fissata xD) Certo che puoi aggiunermi! Bacio
=*
E
grazie a chiunque abbia letto lo scorso capitolo..
Però
questo commentatelo, ok? xD]
Cheers
Fede.