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Autore: redhales    25/04/2014    1 recensioni
Non importava quante volte ripeteva a se stesso che doveva andare avanti, che doveva dimenticarlo. Il suo cuore tornava sempre lì, non riusciva a rinunciare a lui. Nonostante tutto, lui era e sarebbe sempre stato il suo migliore amico. Non l’avrebbe mai abbandonato, ma seppellire i sentimenti che superavano l’amicizia era un modo per vivere senza il timore di ritrovarsi un giorno col cuore spezzato.
[Jalex]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alex Gaskarth, Jack Barakat
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hey peeps!
Questa è la prima volta che scrivo nel fandom degli All Time Low quindi siate buoni con me, soprattutto perché era un po’ che non scrivevo, e a tal proposito grazie ad Alex e Jack e ai loro sguardi e ai feelings che mi causano che mi hanno aiutato un po’ con questo stupido blocco :’D
Mi sono accorta solo adesso che nella storia non ho fatto nomi né specificato il punto di vista, quindi lo lascio così, sta a voi decidere chi racconta (anche se da un paio di cose si può benissimo capire chi è).

 
 
Le luci, le urla della folla dinanzi a lui e la musica gli entravano nelle vene e come una droga gli invadevano i sensi. Le vibrazioni della chitarra gli risalivano per le braccia fino a riscaldargli il petto e a penetrargli nelle ossa. I fan strepitavano. Tra le urla risuonava il suo nome. Un tripudio di emozioni.

E allora cos’era quella sensazione di malessere nascosta appena sotto la superficie che sentiva ormai da tempo? Quella pesantezza che non riusciva ad alleggerire nemmeno con l’invincibile cocktail di musica e alcool? Cos’era quella nausea che gli impediva di vivere appieno e quella fitta al cuore come un colpo all’anima ogni volta che incontrava lo sguardo di lui?

Le note finali dell’ultima canzone rotolavano via e con mani tremanti si tolse la tracolla della chitarra e la spinse nelle mani della prima persona che trovò non appena scese le scalette che portavano al backstage.

Respiro affannoso. Eppure l’ultima mezz’ora l’aveva trascorsa quasi completamente fermo alla sua postazione. Quella pressione al petto forte più che mai.

Trovò un bagno lontano dai camerini e dalle stanze più affollate, lasciandosi alle spalle la frenesia post-concerto. Lì nessuno l’avrebbe trovato. Chiuse la porta a chiave e con la schiena contro di essa scivolò fino a sedersi sul pavimento. Con la testa tra le mani iniziò a respirare profondamente e dopo qualche minuto gli sembrava di avere un po’ più ossigeno nei polmoni.

Questa era la sua vita ormai. Sorrisi e battute, ma non appena abbassava un po’ la guardia ecco che la realtà veniva a bussare alla sua porta con un bell’attacco di panico in regalo, e grazie tante per la visita.
Non importava quante volte ripeteva a se stesso che doveva andare avanti, che doveva dimenticarlo. Il suo cuore tornava sempre lì, non riusciva a rinunciare a lui. Nonostante tutto, lui era e sarebbe sempre stato il suo migliore amico. Non l’avrebbe mai abbandonato, ma seppellire i sentimenti che superavano l’amicizia era un modo per vivere senza il timore di ritrovarsi un giorno col cuore spezzato. Bhè, più spezzato di quanto già fosse. Non era una bella sensazione guardare la persona che ami in una relazione stabile con una ragazza (“non tanto stabile, a giudicare da quello che ho visto quando hai troppo alcool nel sistema”, gli rinfacciava ogni volta che affrontavano l’argomento). Non era facile accettare la decisione che gli era stata imposta, la solita storia che inizia con “non è il momento, ho troppe cose per la testa” e finisce con ognuno per la propria strada. Eccetto che loro non potevano andare ognuno per la propria strada, non solo la loro amicizia era troppo solida per spezzare il loro rapporto, ma non potevano nemmeno sfasciare la band.

Colpì la testa contro la porta una, due, tre volte. Poi si alzò, si passò le maniche sulle guance per asciugare l’umidità e uscì dal bagno con un sorriso enorme. Nessuno avrebbe pensato che aveva passato gli ultimi quindici minuti chiuso in un bagno a piangere ancora una volta perché l’amore della sua vita non sarebbe mai stato suo.



 
   
 
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