Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Amor31    25/04/2014    6 recensioni
Hajime Isayama è alle prese con un nuovo capitolo del suo manga.
Ormai è tempo di tornare a uccidere.
Impugna la matita e riflette, pensando a come agire.
Peccato che qualcuno non sia d'accordo con il suo piano.
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- ATTENZIONE! SPOILER PER CHI NON E' IN PARI CON LE SCAN -
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Armin Arlart, Eren Jaeger, Jean Kirshtein, Mikasa Ackerman, Sasha Braus
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Shingeki no Isayama – La parola ai protagonisti
 
Era una bella giornata di aprile, quella. Ideale per uscire e fare una bella passeggiata sotto i tiepidi raggi del sole primaverile.
Ma no, lui sarebbe rimasto nel suo studio.
Aveva un nuovo capitolo su cui lavorare e già era in ritardo.
Hajime Isayama prese le tavole su cui disegnare e si mise all'opera. Ripercorse mentalmente ciò che aveva descritto negli episodi precedenti e finalmente impugnò la matita, deciso a dare sfogo a tutta la sua creatività.
-Dunque... Il prossimo passò sarà far scontrare il Corpo di Ricognizione con la Squadra di Soppressione Anti-Umani. Ecco, adesso viene il difficile: non posso lasciare illesi tutti quanti. Qualcuno deve morire-.
-Ah, no, non pensarci nemmeno!-.
Isayama si guardò intorno, colto di sorpresa. Spostò lo sguardo verso la porta del proprio studio, credendo che qualcuno fosse entrato di soppiatto; solo un secondo dopo ricordò di essersi chiuso dentro, come era solito fare ogni volta che si metteva al lavoro.
La storia doveva rimanere top secret anche per i suoi collaboratori.
Ma allora chi era stato a parlare?
-Ehi, quattrocchi, ce l’ho con te!-.
Il mangaka abbassò gli occhi sulla tavola ancora semi vuota. Aveva soltanto abbozzato Levi, incappucciato e nascosto tra gli alberi insieme al resto della squadra.
-C-Chi è?-, balbettò il disegnatore.
-Allora sei scemo-, disse ancora la voce, questa volta con un tono rassegnato. -E pensare che i tuoi lettori ti stimano un genio. Sadico, ma pur sempre genio-.
-Se questo è uno scherzo, non è affatto divertente!-, esclamò Isayama, alzandosi dalla scrivania e battendo i palmi sulla liscia superficie bianca.
-Ma guarda tu se non deve farmi arrabbiare...-.
-Capitano, non si agiti! Cosa vuole fare?-.
-Dare una lezione a questo tizio. E noi staremmo combattendo per il bene della razza umana? Una razza che ha generato un simile idiota?-.
Isayama guardò di nuovo la bozza e sgranò gli occhi.
Levi non aveva più il cappuccio.
Aveva sguainato le spade e sembrava fissarlo con aria omicida.
-Che hai da guardare?-, domandò burbero il Capitano, mostrando le doppie lame che impugnava.
-Tu...-.
-Capitano, non sia precipitoso!-.
-Arlert, stai indietro e smettila di piagnucolare. Mi dai sui nervi!-.
-Voi...-, continuò Isayama, stavolta osservando a bocca spalancata Armin, che si era avvicinato al bordo della pagina.
-Bravo, i pronomi li conosci-, lo zittì Levi. -Vediamo se sei anche capace di imbastire un discorso che abbia senso. O sei solo in grado di ammazzarmi gli uomini, eh?-.
-P-Potete parlare?-, sussurrò il mangaka, rimettendo bene gli occhiali che gli erano scivolati via dal naso.
-Allora hai veramente problemi!-, gridò Levi. -Parlo, cammino, mangio e respiro esattamente come fai tu, sciocco essere umano. Sono vivo, non vedi? Vivo. E così anche il resto della mia squadra. Ma a quanto pare hai deciso di far fuori qualcun altro, vero?-.
Isayama trattenne il fiato.
-Be', sarebbe ora di smuovere un po' la situazione...-.
-Ah, sul serio? E tu per "smuovere la situazione" intendi far crepare qualcuno di noi?-, urlò adirato Levi. -Non ti sono bastate le stragi che hai già commesso? Non hai la coscienza sporca?-.
-Scusa tanto, il mangaka sono io. Quindi decido io come deve andare la storia-, provò ad imporsi Isayama.
-E certo! È arrivato il Dio del Nuovo Mondo! Nemmeno Light Yagami aveva questi deliri di onnipotenza!-.
-Come fai a conoscere...?-.
-Senti, bello, vediamo di capirci: alcune copie dell'ultimo tankobon sono state esposte insieme alle ristampe di Death Note. Solo perché siamo personaggi immaginari, non vuol dire che non possiamo fraternizzare tra di noi-.
-Ma scusa...-.
-Ah, un'altra cosa-, lo interruppe di nuovo Levi. -Spiegami perché, oltre ad avere una vita incasinata, dobbiamo anche essere disegnati così male. No, davvero. Light Yagami ha una pelle liscia come la seta, dei lineamenti da far invidia anche alla modella più bella del mondo... Invece noi? Ti pare normale che i lettori non fanno altro che confondere me e Mikasa? O, peggio ancora, Armin e Historia?-.
-Ho uno stile diverso...-, arrossì Isayama. -E poi, c'è un motivo se dovete essere confusi da chi vi guarda-.
-Ma certo!-, sbottò Levi, sempre più a corto di pazienza. -Ora hai fatto anche quella sparata sugli Ackerman... Dico, che ti sei bevuto prima di disegnare quel capitolo? Dove vuoi andare a parare?-.
-Non voglio essere imparentata con questo nanerottolo-, brontolò Mikasa, spuntando dalla cima di un albero.
-La cosa è reciproca, sciocca recluta!-.
-Ehi, non litigate-, tentò di mettere pace Isayama. -Insieme siete imbattibili. Ricordate come avete sconfitto Annie e recuperato Eren nella foresta?-.
-Stendiamo un velo pietoso su quell'episodio-, lo fermò Levi, massaggiandosi le tempie. -Se ci ripenso, mi fai venire voglia di tagliarti la collottola, altro che Titani!-.
-Non ce l'avrai con me per la morte della tua squadra?-, chiese il mangaka.
-No, per carità. Quasi quasi ti faccio un applauso. Che dire, avevo bisogno di vedere i miei compagni spappolati a destra e sinistra!-.
-Ma non sarebbe stato realistico se non fossero morti!-.
-Invece è molto realistico che io abbia lo stesso cognome di quella stalker!-.
-Ehi!-, protestò Mikasa, facendosi di nuovo avanti ed estraendo a sua volta le spade, pronta a duellare con il Capitano.
-Ragazzi, cercate di restare calmi. È tanto difficile, per voi, collaborare?-.
-Parli di collaborazione-, riprese Levi, -ma a remare contro di noi sei proprio tu. A cosa è servito salvare Eren, se adesso lo abbiamo ridato in pasto alla Gendarmeria? Ci stai prendendo in giro tutti, te lo dico io!-.
-Non hai idea di quello che ho in mente-, disse Isayama con uno strano scintillio negli occhi.
-È proprio questo il problema. Chissà quali altre pene ci farai patire!-.
-Prova a torcere un capello ad Eren e giuro che ti ucciderò-, promise Mikasa, affiancando Levi e puntando la spada dritta contro il mangaka. -È tutto ciò che mi rimane. Se dovessi fargli del male, mi vendicherò su di te e su tutta la tua stirpe-.
-Perdonami, dolcezza, ma neanche tu sei al sicuro. Solo perché sei forte e stimata dai più non vuol dire che tu sia salva-, le sorrise sadicamente Isayama.
-No, Mikasa no. Prenditi tutti quelli che vuoi, ma lascia in pace Mikasa!-, balzò in avanti Jean, che fino a quel momento era rimasto celato nel fogliame insieme a Sasha e Connie.
-Kirschtein, se dici un'altra stupidaggine del genere ti farò spalare letame di cavallo per l'eternità-, lo zittì Levi, lanciandogli un'occhiataccia. -Quando si parla di Ackerman non capisci più niente-.
-Oh, ecco il mio personaggio preferito-, lo salutò Isayama con un cenno della mano. -L'ho sempre detto che sei il migliore-.
-Sarei il tuo preferito?-, spalancò gli occhi Jean. -E da quando?-.
-Da sempre, direi-.
-Ecco perché ancora va a zonzo-, sussurrò Connie a Sasha. -Mi ricordo bene che a Trost ha avuto problemi con la Manovra Tridimensionale. Se non fosse stato per Marco, a quest'ora sarebbe morto da un pezzo-.
-E vogliamo parlare di quando ha salvato Mikasa?-, aggiunse la Ragazza Patata. -Il Titano lo ha sbattuto contro un albero, eppure si è ripreso non appena siamo tornati nelle Mura-.
-Fate silenzio, voi due!-, li sgridò Jean. -Non penso di essere poi così fortunato!-.
-Ma come?-, domandò deluso Isayama. -Ho fatto di tutto per il tuo bene-.
-Di tutto?-, replicò Jean. -Sono tre anni che mi fai passare l'inferno! Tre anni in cui non ho mai avuto una possibilità con Mikasa! E sarei il tuo preferito?-.
-Kirschtein, dovresti rivedere le tue priorità-, sbuffò Levi.
-Anche Mikasa dovrebbe-, precisò Isayama, continuando a guardare Jean. -Non è colpa mia se è ossessionata da Eren-.
-Andiamo a salvarlo, piuttosto-, s'intromise la ragazza. -Perché continuiamo a perdere tempo con quest'uomo? E poi, sono l'unica a pensare che sia un Titano? Guardate quanto è grande!-.
-Vi sembro un Titano?-, esclamò Isayama, passandosi stancamente una mano tra i capelli. 
-Di sicuro sei un Anomalo-, disse ironicamente Levi.
-Sono il vostro creatore! Se non ci fossi io, sareste finiti anche voi!-.
-Allora, signor creatore, mi renda giustizia!-, continuò Jean, battendo un piede a terra. -Sono il personaggio che tutti prendono di mira. Se Jaeger non se ne fosse uscito con quella storia del muso da cavallo, adesso sarei rispettato e non deriso-.
-Be', la stessa cosa si può dire per il mio rapporto con le patate-, s'inserì Sasha. -Ne ho mangiata una in tutta l'opera ed ora la gente si ricorda di me solo perché Shadis mi ha fatto fare cinquanta giri di campo per punizione!-.
-Sei una morta di fame comunque. Non provare a dare la colpa al Titano Isayama-, disse tagliente Mikasa, provocando una serie di gridolini che Sasha non si curò di soffocare.
-Vi lamentate tanto, ma sapete di essere due dei personaggi più amati della storia?-, fece notare il mangaka.
-Chi? Noi?-, domandarono in coro Jean e Sasha. 
-Certo-, annuì il disegnatore. -A tal punto che vi ho dedicato un intero OAV. Siatemene grati, almeno!-.
-Parla dell'episodio in cui hai disegnato Mikasa-, spiegò Armin all'amico. -Un episodio che ha sottolineato ancora una volta la mia debolezza fisica, tra l'altro-, si rabbuiò il giovane.
-C-Come sarebbe a dire? Vuol dire che adesso tutti sanno quanto io sia ossessionato da lei?-, balbettò Jean, indicando Mikasa con l'indice.
-Certamente. Sai com'è, girano brutte storie sul tuo conto...-, riferì con vaghezza Isayama.
-Brutte storie?-.
-Già-.
-Ma io non ho fatto niente di male-.
-Lo so-, annuì il mangaka, -però... Come dire? Diciamo che molta gente non ti vuole insieme a Mikasa-.
-Cosa?-, gridò Jean. -E perché? Non si rendono conto di quanto le sia devoto? Non sanno che... Ma allora, con chi dovrei far coppia?-.
-Con me-, sussurrò Armin, abbassando lo sguardo a terra. -O con persone ormai spirate-.
L'intera squadra si voltò verso il giovane Arlert, spostando subito dopo l'attenzione su Jean.
-Credo di non sentirmi bene...-, barcollò Kirschtein, cadendo a terra con sguardo catatonico.
-Armin, dovresti imparare a stare zitto, ogni tanto-, lo rimproverò Isayama. -Guarda cosa hai fatto!-.
-Ma doveva sapere come stanno le cose!-.
-Fate tutti silenzio, adesso!-, urlò Levi, stanco di quelle inutili chiacchiere. -Torniamo a noi, quattrocchi-.
-Non ti permetto di rivolgerti a me con questo tono-, provò a tenergli testa il disegnatore. -Magari Hanji ti lascia fare come vuoi, ma io non sono comprensivo allo stesso modo. Potrei decidere di fartela pagare cara, sai?-.
-Come se mi importasse-, lo liquidò il Capitano. -Mi hai fatto nascere nei bassifondi. Hai ucciso Petra. Mi hai costretto ad abbandonare il suo cadavere. Credi davvero che faccia differenza, per me, vivere o morire?-.
-Allora è questo, il punto-, rise ancora una volta Isayama, sprigionando tutto il proprio sadismo. -Volevi davvero sposare quella ragazza, eh?-.
-L'unica cosa che desideravo era un'opportunità. Ma tu me l'hai negata-.
-Dai, hai ancora Erwin-, sorrise malevolo il mangaka.
-Erwin? Vuoi davvero parlare di lui?-.
-Perché no?-.
-Di' la verità, aspiri ad essere fatto a pezzi su due piedi?-, lo minacciò Levi.
-No. Ma mi piacerebbe sapere cosa pensi di lui-.
-Che è pazzo almeno quanto te. E che non era assolutamente necessario fargli saltare via un braccio come se nulla fosse!-.
-Ma adesso ha un'aria più vissuta...-. 
-Più vissuta un accidente!-, esclamò il Capitano. -Per poco non ci lasciava le penne!-.
-Cosa credi? Che in guerra vada tutto bene?-, gli fece notare Isayama.
-Non venirmi a parlare di guerra, brutto ipocrita! Vorrei vedere te al nostro posto. Non dureresti mezza giornata, te lo assicuro!-.
-Ehi, la parola chiave di questa storia è "realismo". Titani a parte, intendiamoci-, specificò il disegnatore. -Non si è mai sentito parlare di battaglie in cui tutti sopravvivono-.
-D'accordo. Posso accettare la morte della mia squadra, per quanto sia stata poco sensata. Ma allora spiegami perché hai ucciso quel tipo, Hannes, o Marco Bodt. Ti rendi conto della fine spaventosa a cui li hai condannati?-,
-Ma era necessario!-.
-Mi hai portato via l'unico amico che avevo-, disse in un soffio Jean, continuando a tenere lo sguardo fisso a terra. -Era il solo che mi capiva. E ancora non si sa cosa gli è successo di preciso-.
-Non vorrei sembrare cattivo, ma non ti conviene nominare quel ragazzo. Non fai che alimentare le dicerie di cui ti parlavo prima-, sibilò Isayama.
-Ma sentitelo? "Non voglio sembrare cattivo". Sei così buono che meriteresti una medaglia, guarda!-, sbottò per l'ennesima volta Levi.
-Non vorrei interrompervi, ma dobbiamo recuperare Eren-, ricordò loro Mikasa. -Se non ci sbrighiamo, perderemo le tracce della carrozza della Gendarmeria-.
-E di Historia non ti preoccupi?-, disse Armin. 
-Bene o male deve diventare Regina. Finirebbe all'interno del Wall Sina in ogni caso-.
-Ackerman, questo mi dice che non hai capito nemmeno mezza parola del piano di Erwin-, la squadrò Levi.
-Mi sono limitata ad ascoltare fino a "Eren e Historia saranno consegnati alla Reeb Company". Non mi interessava sapere altro-, disse con inespressività la ragazza, mentre il Capitano si dava una manata sul viso, in segno di rassegnazione.
-Ora che vi siete sfogati potete fare silenzio?-, chiese Isayama. -Devo decidere chi uccidere tra di voi-.
-Ma allora sei cretino!-, gridò Levi. -Dopo tutto questo discorso, ancora non ti è chiaro che dobbiamo sopravvivere tutti?-.
-Ma alla fine del capitolo precedente ho detto che la Squadra di Soppressione è sulle vostre tracce... Non posso farvi rimanere tutti illesi-.
-Ti posso concedere al massimo dei ferimenti gravi-, iniziò a contrattare Levi. -E per "gravi" intendo difficili da curare. Ma ciò non significa che ci ammazzerai tra due mesi!-.
-No, no, qualcuno deve morire. Ti rendi conto che non ci sono vittime nelle vostre fila dal capitolo cinquanta?-.
-Oh, poverino!-, il Capitano fece finta di addolcire la voce, come rammaricato. -Che c'è, sei in astinenza?-.
-E comunque hai eliminato tutta la Reeb Company, oltre a raccontare dell'uccisione della madre di Historia. Scusa se è poco-, notò Armin, prendendo coraggio e dicendo la sua.
-Arlert ha ragione. Hai avuto la tua dose di sangue, quindi lasciaci in pace-, confermò Levi.
-Mi dispiace, non posso accogliere le vostre proposte. Allora, vediamo un po'... Dobbiamo sfoltire questa squadra. Oggettivamente, siete in troppi. Il precedente Gruppo di Ricognizione contava meno membri-.
-Uccidi Sasha-, disse Mikasa, indicando la compagna con un cenno della testa. -Senza di lei non avremo più problemi con i rifornimenti di cibo-.
-Tu sei pazza. Pazza!-, scoppiò in lacrime la ragazza. -Ho tutta una vita davanti, non posso morire adesso!-.
-Allora sacrifica Armin-.
-Mikasa, che diamine ti prende?-, esclamò sconvolto il giovane. -Ci conosciamo da quando eravamo bambini! Siamo amici!-.
-Ma tu sei uno degli ostacoli che mi separano da Eren-, spiegò l'altra, oscurandosi in volto. -Se tu morirai, finalmente Eren sarà costretto ad ascoltarmi sempre. Nessuno potrà dividermi da lui-.
-Ackerman, se non fosse per la tua abilità, ti lascerei volentieri al tuo triste destino-, esalò Levi.
-Se Mikasa muore, io morirò con lei-, disse Jean, riprendendosi momentaneamente dallo shock subito.
-Ma tu sei il mio preferito!-, ripeté per la seconda volta Isayama, battendo di nuovo le mani sulla scrivania per sovrastare le voci ormai accavallate di tutti i suoi personaggi.
-Perdonate l'intrusione...-.
Una figura indistinta si fece strada tra gli alberi, venendo pian piano allo scoperto. Procedeva con andatura irregolare, come se fosse priva della vista.
-Attento, gira a sinistr...!-.
Il nuovo venuto andò a sbattere la fronte contro un tronco. Barcollò leggermente, ma riuscì a restare in piedi, tastandosi immediatamente il bernoccolo già comparso sotto la frangia dei suoi capelli.
-Eren!-, gli corse incontro Mikasa, prendendolo per mano e accompagnandolo dagli altri. -Stai bene? Ti hanno fatto del male?-.
-Come hai fatto a scappare?-, domandò Jean, evitando di soffermarsi sulle dita ancora incrociate dei suoi compagni.
-E dov'è Historia?-, aggiunse Levi, pronto ad incolparlo di non essere riuscito a liberarla.
-Non sono fuggito-, spiegò Eren, sputando l'ultima lama che Reeb gli aveva nascosto sotto la lingua. -Sono ancora nelle mani della Gendarmeria-.
-Jaeger, non mi sembra il momento adatto per scherzare-, disse il Capitano, alzando un sopracciglio e reprimendo la voglia di schiaffeggiarlo.
-Signore, non le sto mentendo! Lo chieda anche anche a lui-, Eren indicò Isayama non appena fu privo della benda che la Squadra di Soppressione lo aveva costretto ad indossare.
-Tu!-, chiamò Levi, rivolgendosi al mangaka. -Che storia è questa?-.
-Non ne ho idea-, alzò le mani l'uomo. -Ma immagino che Eren sia riuscito ad oltrepassare la vignetta in cui lo avevo collocato, nella pagina precedente. D'altra parte, se siete tutti vivi e vegeti, anche lui può muoversi a suo piacimento. Perché vi stupite che sia qui?-.
-Ecco, è proprio così-, annuì il ragazzo. -Io e Historia vi sentivamo urlare e alla fine ho deciso di venire a controllare che cosa stava succedendo. Allora, qual è il problema?-.
-Il problema, razza di stupido, è che questo tipo ci vuole uccidere-, disse Levi.
-Di nuovo?-, esclamò Eren. 
-Già. E ci ha chiesto di scegliere chi far morire-.
-Ma è disumano!-.
-Esatto-.
-Come può farci una cosa del genere?-.
-Dovresti domandarlo a lui-, disse a denti stretti Levi, accennando ad Isayama.
-E voi cosa avete detto?-.
-Io ho proposto uno tra Sasha e Armin-, rispose Mikasa, mentre i due nominati ricominciavano a protestare.
-Ma allora non sarebbe meglio far fuori Jean? È disegnato così male che i lettori potrebbero davvero scambiarlo per un cavallo-, disse Eren, dopo aver lanciato un'occhiataccia alla ragazza.
-E io starei rischiando la mia vita per salvare questo idiota?-, gridò Kirschtein, rivolgendosi direttamente a Isayama. -Perché non lo togli di mezzo una volta per tutte?-.
-A dire la verità, ci ho pensato parecchie volte...-.
-E allora cosa aspetti?-.
-Il momento buono-.
-Ma Jaeger non doveva essere la speranza dell'Umanità?-, obiettò Levi.
-Non credo di dovervi ricordare quanto sia incapace-, tossicchiò il mangaka. -E comunque basta con questo casino. Allora, chi posso uccidere? C'è qualche volontario?-.
-Guarda che non siamo in Hunger Games...-, disse Connie, senza scomporsi troppo.
-Come fai a dire di no? Soffriamo la fame e moriamo dalla prima pagina dell'opera!-, esclamò Sasha.
-Questa era buona, Ragazza Patata. Davvero buona-, si complimentò poco entusiasticamente Levi.
-Uffa, fate la conta, se proprio non riuscite a decidervi-, propose Isayama. -Anzi, la faccio io. Io sono l'autore, io scelgo chi uccidere-.
-Fermo!-.
Una sottile voce femminile interruppe il dibattito. Stavolta a fare capolino tra gli alberi fu Historia, priva di benda e dunque libera di muoversi naturalmente.
-Sei riuscita a saltare anche tu-, le sorrise Eren. -Ma non avresti dovuto. Ti avevo detto di aspettarmi...-.
-Lascia stare, per favore. Chi fa da sé, fa per tre-, lo bloccò la ragazza. Poi, guardando Isayama e il resto della squadra, disse: -Si può sapere perché state urlando? È un'ora che provo a dormire, in attesa che voi mi liberiate. Perché ci state mettendo così tanto?-.
-Cara la mia principessina, si dà il caso che il qui presente autore abbia voglia di farci a brandelli, tanto per cambiare-, spiegò sinteticamente Levi. -E deve sapere chi siamo disposti a sacrificare-.
Historia non proferì parola.
-Spero che abbiate preso la decisione giusta-, disse dopo qualche minuto di riflessione.
-È ancora aperto il ballottaggio tra Sasha e Armin-, ci tenne a ricordare Mikasa.
-Capitano, lei non ha nulla da aggiungere?-, Historia interrogò Levi.
-Personalmente avrei optato per dei ferimenti gravi-.
La futura regina si oscurò in volto. Incrociò le braccia sul petto ed esclamò: -È tanto difficile proporre il massacro dei nostri rapitori?-.
-Cosa?-, fece Eren, senza capire.
-Sì, ciao, continua a dormire in piedi-, lo rimbrottò lei, scuotendo la testa. -Signor Isayama, facciamo un patto-, disse ancora la ragazza, parlando con il mangaka.
-Dimmi-.
-E comunque dovresti chiamarmi Vostra Altezza, visto che mi hai assegnato questo ruolo nello scorso capitolo. Mi hai quasi fatta strangolare, imbecille!-.
-Chiedo perdono, Maestà-, inchinò la testa il disegnatore.
-Molto meglio. Ascoltami, adesso: tu non ucciderai nessuno dei miei compagni. Questa squadra non sarebbe più la stessa, se uno dei componenti venisse a mancare. Le loro vite servono per proteggere la mia, capito? Quindi vedi di non fare brutti scherzi, altrimenti chi verrà a salvare me e questo imbambolato di Eren? O magari è la volta buona che ci rendi utili a qualcosa, oltre a ridurci sempre come ostaggi del nemico?-.
-Altezza, cosa dovrei fare, allora? Si perderà tutto il realismo!-.
-Non se il Capitano Levi e Mikasa uccidono quelli della Squadra di Soppressione. Vedi? Abbiamo trovato un compromesso: tu avrai la tua dose mensile di sangue e morte, mentre io e i miei compagni saremo salvi-.
-Historia, sei un genio!-, esclamò compiaciuto Eren.
-Non sono io ad essere un genio, ma voi a comportarvi come ritardati! Ed ora, se permettete, me ne torno dai miei rapitori. Tutto sommato quella carrozza è comoda ed io sono davvero stanca. Non voglio più sentirvi urlare, chiaro? Buona notte a tutti-.
La ragazza scomparve di nuovo tra gli alberi, lasciando senza parole i presenti.
-Be', che dire? Tutto è bene quel che finisce bene-, sorrise Isayama.
-Quella faccia non è per niente rassicurante-, borbottò Levi. -E potrai dire questa frase solo quando Eren entrerà nella sua stramaledetta cantina!-.
-A proposito... Quando arriveremo a Shingashina?-, domandò Jaeger.
-Stupida zucca vuota, preoccupati di non essere fatto fuori dalla Squadra di Soppressione, prima!-, lo riprese Levi, dandogli un colpo sulla testa.
-Ehi, non toccare Eren!-, si mise tra i due Mikasa, facendo scudo al fratello adottivo.
"Eccoli che ricominciano", pensò Isayama, osservandoli litigare. "In fondo, non posso ucciderli adesso. Devo pur sempre riempire altri sette tankobon! Se li elimino adesso, nessuno comprerà più il manga. E io di certo non posso vivere d'aria".
Soppesò l'idea di introdurre qualche nuovo personaggio per sopperire all'eliminazione di uno degli attuali beniamini, ma fu costretto a scartare questa ipotesi.
Dove avrebbe trovato un'altra come Mikasa, fissata con Eren? 
Dove avrebbe trovato un altro isterico come il giovane Jaeger?
Di certo non poteva sostituire Jean, visto che era il suo preferito. E gli assicurava anche un certo numero di vendite, vista la sua popolarità.
Levi era essenziale. Altrimenti non avrebbe iniziato uno spin-off completamente dedicato a lui.
Armin era l'unico stratega della squadra, quindi non poteva essere ceduto così facilmente.
Sasha e Connie erano gli unici che portavano un minimo di allegria. Senza di loro, la storia avrebbe perso quell'unico barlume di leggerezza che ancora si poteva respirare di tanto in tanto.
Poi c'era Historia. La seconda chiave che avrebbe portato avanti la trama. Impossibile pensare di ucciderla.
"Quasi quasi sacrifico Erwin", si disse Isayama, mentre i suoi personaggi continuavano a bisticciare. "Un braccio è già andato... Magari gli stacco anche l'altro. Poi una gamba. E infine... Uhm, si può fare".
-Ragazzi, per questo capitolo siete salvi. Però la prossima volta mi aspetto delle nomination. E colui che ne riceverà il numero maggiore, otterrà un biglietto per visitare il mondo parallelo in cui vivono tutti quelli già morti. Siete contenti?-.
A quelle parole, cadde il silenzio. Le diatribe cessarono e i personaggi guardarono Isayama.
"Ah, è così, allora", sorrise malignamente il mangaka. "Le minacce funzionano sempre".
-Ti odiamo. Sei un bastardo-, urlarono in coro i presenti, mentre Historia, nella pagina precedente, si tappava le orecchie con entrambe le mani per riuscire finalmente a riposare.
 
   
 
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