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Autore: F r o z e n    25/04/2014    3 recensioni
Peter si scostò di scatto e rispose acido:-Se affondate ancora di più le mani dentro le mie tasche finirete con il bucarmele!-
Uno dei bambini, quello più paffuto con la faccia ricoperta di efelidi, si lasciò scappare un riso che naturalmente non sfuggì al capobanda che gli sferrò violento un pugno sulla testa tonda:-Scemo!- gli aveva gridato prendendolo per i capelli e poi era sparito, seguito a ruota dall'intero branco di teppistelli.
Il bimbo rimase lì a guardare quelli che definiva amici sparire dietro al capo, Peter non poté fare a meno di provare un pò di compassione per quel bambino che con le lacrime agli occhi stava per sparire sconsolato, Peter fece un passo avanti e posandogli con delicatezza una mano sulla spalla lo richiamò.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: L'Ottocento
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-La prego signore, dateci un penny!- quei bambini lo stavano tampinando da più di mezz'ora orma, precisamente da quando era sceso da quello stramaledettissimo treno che l'aveva riportato a Londra, la sua città natale.
-Non ho niente bambini- borbottò:-Allontanatevi vi prego- ormai la sua voce aveva assunto un tono supplichevole che i bimbi sembravano ignorare bellamente, perché continuavano ad infilargli le mani nelle tasche scavando sempre più a fondo nel tentativo di trovare qualche penny in più di quelli che già gli avevano spillato fino a quel momento.
Peter si scostò di scatto e rispose acido:-Se affondate ancora di più le mani dentro le mie tasche finirete con il bucarmele!-
Uno dei bambini, quello più paffuto con la faccia ricoperta di efelidi, si lasciò scappare un riso che naturalmente non sfuggì al capobanda che gli sferrò violento un pugno sulla testa tonda:-Scemo!- gli aveva gridato prendendolo per i capelli e poi era sparito, seguito a ruota dall'intero branco di teppistelli.
Il bimbo rimase lì a guardare quelli che definiva amici sparire dietro al capo, Peter non poté fare a meno di provare un pò di compassione per quel bambino che con le lacrime agli occhi stava per sparire sconsolato, Peter fece un passo avanti e posandogli con delicatezza una mano sulla spalla lo richiamò.
-Come ti chiami?- 
-Mark- il bambino aveva gli occhi verdi lucidi di lacrime, le labbra piegate verso il basso e la faccia di uno che era veramente mortificato.
-Tieni- gli mise delle monete in mano e disse:-Sparisci prima che torni quel tipo!-
Il viso di Mark si illuminò e sparì correndo tutto felice tra la folla.
Peter sospirò e procette a passo spedito verso la vettura che lo attendeva.
-Buon giorno signor Hale- il maggiordomo si piegò su sè stesso, in una riverenza esagerata.
-Victor! Da quanto tempo!- Peter saltò in avanti e strinse tra le braccia il corpo del vecchio uomo che intenerito dal quel gesto affondò il viso nella sua spalla:-Siete veramente cresciuto signor Hale-
-Chiamami Peter, Victor!- il giovane sorrise solare passandosi una mano sul viso pallido.
-Auguri signorino!- mormorò l'uomo guardando il suo padrone salire sulla vettura saltellando quasi fosse un bambino.

Peter si ritrovò a pensare che Londra era veramente differente da Manchester, che l'aria londinese era totalmente diversa e quel odore nell'aria gli era incredibilmente mancato, nonostante tutti gli edifici sembravano simili tra di loro Londra risultava la celebrazione della borghesia, del benessere in cui una buona parte della popolazione credeva e possedeva.
Peter sorrise pensando che la morte del nonno paterno non era del tutto un evento catastrofino, almeno così lo definiva Victor, aveva l'occasione di rivedere i suoi amici d'infanzia, Micheal e George, dei vecchi parenti come Madame Sabine e Henry Gray.
Voleva tornare a vivere a Londra, era da parecchio tempo che ci pensava e ora che il nonno gli aveva lasciato in eredità tutti i suoi beni aveva l'occasione di ricominciare.

Quando arrivò davanti all'enorme villa per poco non gli mancò il respiro, tornare in quel luogo lo aveva turbato notevolmente e non aveva potuto fare a meno di tirare un sospiro pesante quando intravide la sagoma del corpo morto del nonno ricoperta dal velo bianco.
Era quasi macabro quello scenario, l'uomo era circondato di fiori d'ogni sorta.
-Dovevano mettergli delle pigne intorno, non delle margherite- bisbigliò osservando il profilo orripilante dell'uomo che gli stava davanti.
Insieme al suo arrivo a Londra, insieme alla dolcezza dei ricordi d'infanzia erano riaffiorati anche i vecchi ricordi, quelli terrificanti, di quando suo nonno lo picchiava con forza sulla schiena lasciando cicatrici indelebili, diceva che serviva a forgire il carattere, ma Peter sapeva che non sarebbe servito a nulla, lui era stato sempre fin troppo buono e perciò soggetto dei burberi cambiamente caratteriali del nonno.
Tirò un sospiro e si avviò verso il gruppo di parenti ch fingevano di compiangere la morte dell'uomo.
-Che piacere Peter, è da un sacco di tempo che non ti vedevamo a Londra!- Sabine gli sorrise cordialmente:-Tanti auguri per i tuoi vent'anni mio caro!-
Madame Sabine non era cambiata di una virgola, aveva mantenuto il suo aspetto fine e delicato anche se il viso aveva cominciato ad essere segnato da qualche ruga.
-Non credevo ve ne ricordaste!- esclamò il ragazzo colto totalmente alla sorpresa da quelle parole.
-Siamo veramente felici di averti qui con noi!- sia Micheal che George sollevarono il calice che avevano in mano e lo fecero tintinnare:-Abbiamo in mente una cosa speciale per te sta sera, caro Peter- disse George sottolineando caro scernendolo.
-Già- concordò Michael ridente:-Devi solo avere pazienza caro-
Loro due invece erano cresciuti, belli come due dei greci Micheal e George facevano invidia a qualsiasi altro ragazzo, con i loro capelli scuri e gli occhi chiari, simili a gemme scintillanti.
-Piantatela di prendere in giro questo povero ragazzo- Henry roteò gli occhi muovendo per aria il bicchiere e rivolgendosi a Peter disse:-Auguri ragazzo-
Peter finalmente si sentì a casa.
Quando finalmente George e Michael vennero a prenderlo fu come tornare indietro nel tempo, i due erano seduti l'uno accanto all'altro e ridevano mentre gli raccontavano tutto quello che era accaduto durante la sua assenza.
George si era sposato:-E' un vero supplizio Peter, tu non sposarti mai, mia moglie si chiama Celia Footh- si fermò un attimo:-L'hai mai sentito un nome più redicolo!?- Peter non poté che provare un pò di dispiacere per quella donna che nemmeno conosceva e che veniva continuamente schernita dal ragazzo di fronte a lui:-Adesso è pure incinta-
-Auguri!- gridò Peter felice.
-Ma cosa dici!?-
Peter affondò nel sedile scuotendo il viso con l'aria perplessa nel tentativo di sembrare più accondiscente possibile:-Scusa. No. Niente auguri.-
-E' l'inizio della fine, le donne parlano troppo e diventano irritanti quando cominciano a pretendere!-
-Basta chiacchere siamo arrivati!- esclamò Michael che nel frattempo era rimasto zitto, zitto in un angolino.
Peter si ritrovò di fronte ad un singolare edificio, non appena entrò gli venne voglia di scappare.
-Questo è un bordello!- esclamò arrossendo di botto e quando fece per andare i due ragazzi lo trattennero a forza spiangendolo verso l'interno e gettandolo tra le braccia di una donna dai lunghi capelli rosso fuoco.
-Sta sera ti godrai veramente la vita mio caro Peter- sorrise scaltro Michael.
-Sapete la cosa bella del matrimonio è che rende il tradimento necessario!- esclamò George:-Perciò divertiti mio caro!-
-Ti abbiamo preso una delle ragazze più belle- la donna dai capelli rossi lo trascinò via e gli intimò di stare attento ai gradini che lo avrebbero condotto al piano di sopra dove la fantomatica donna lo attendeva.
Aveva una paura folle, in vita sua non aveva mai sfiorato una ragazza, nemmeno con un dito e il solo pensiero di dover andare a letto con una donna che non conosceva gli metteva i brividi.
Era un posto angusto quello, da tutte le stanze provenivano gemiti soffocati, frasi sconnese e urla terrificanti che gli raggelarono il sangue.
La donna lo abbandonò di fronte ad una porta color ebano e sussurrò:-Entra-
Peter sparì il più velocemente possibile e per un attimo desiderò veramente sparire dalla faccia della terra, quello che però vide in quella stanza era un angelo.
Una creatura talmente bella da avvicinarsi di più ad una figura divina che a una prostituta, i lunghi capelli neri le scivolavano sulle spalle delicati come petali di rosa, gli occhi verdi lo guardavano voraci e le labbra carnose erano socchiuse pronte ad impossessarsi delle sue.
La donna si alzò dal letto, fece un passo avanti e gli passò una mano sul viso, mani morbide e delicate che sfioravano un viso che nemmeno sua madre aveva mai avuto il picare di toccare.
-Siete veramente meraviglioso My Lord- 
-Grazie- balbettò sotto voce cercando di allontanare il viso il più possibile da quello di lei e quando tentò di baciarlo sentì il cuore scoppiargli il petto, scappò, prese la rincorsa e si mise in piedi sul letto gridando a squarciagola completamente rosso in viso:-Io non l'ho, io no...- era talmente stordito da quella marea di emozioni che non riusciva nemmeno a parlare.
La giovane scoppiò a ridere:-Capisco My Lord- si avvicinò appena e gli porse le mani per aiutarlo a scendere:-Meglio per me se non ve la sentite, vorrà dire che prenderò il pagamento senza far nulla...- 
Peter rimase ammaliato da quella figura esilina che gli arrivava a malapena alle spalle, Peter posò le mani nelle sue e le strinse appena, si sentiva così in imbarazzo non era mai stato così a stretto contatto con una donna.
-Non vi dovete assolutamente preoccupare, piuttosto ditemi il vostro nome- 
-Peter- mormorò:-Peter Hale-
-Avete un nome veramente grazioso, suona così bene! Io invece mi chiamo Ann- 
-Sembrate un bimba- si lasciò sfuggire.
Lei rise ancora, una risata tenera e cristallina:-Hai proprio ragione!-
In quel momento gli sembro di volare, si sentì libero da tutto.







  
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