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Autore: Mapiamica    25/04/2014    3 recensioni
E se Candy fosse fuggita con Terence dal collegio', verso l'America? Cosa sarebbe successo?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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AL LAVORO

Capitolo VII

I due novelli sposi si svegliarono che il giorno era già inoltrato da un bel pezzo. Terence salutò sua moglie con un bel bacio e un sorriso smagliante. Si sentiva raggiante, euforico e in gran forma come non mai. Aveva intenzione di andare a trovare lavoro al più presto. Pensava che sarebbe stata una buona idea seguire il suggerimento del suo amico e testimone di nozze Henry Brenson: sarebbe andato alla Compagnia Hathaway chiedendo di fare un provino, omettendo naturalmente la sua conoscenza col dottore e la parentela con Eleonor Baker.

Informò Candy delle sue intenzioni mentre facevano colazione in cucina. A dire il vero la giovanissima signora Granchester aveva fatto del suo meglio ai fornelli, preparando uova strapazzate con prosciutto, pane tostato, caffè nero, tè, budino al creme caramel e frutta fresca ma il risultato non era stato dei migliori. Poco importava però a suo marito, troppo contento e soddisfatto di stare con lei.









 
  • < >Sai Terry, anch’io penso di lavorare, anzi ieri ho avuto fortuna. La signora Barcley, la portinaia, mi ha dato un indirizzo. C’è una famiglia che cerca una governante per i bambini. Poi ho un altro indirizzo per un lavoro come sarta in un laboratorio teatrale. Penso di andarci oggi. – gli annunciò la ragazza risoluta.E tu quale preferiresti? – le chiese Terence curioso.Beh, io amo i bambini e quindi preferirei il posto da governante, ma non so se mi prenderanno così giovane e senza referenze… - disse Candy un po’ sconfortata.Oh, vedrai che con la tua simpatia e parlantina sciolta conquisterai tutti. E poi potrai sempre dire che hai studiato in una delle migliori scuole inglesi. – la consolò il marito allargando le braccia per stringerla in un abbraccio. Per un po’ dimenticarono i loro propositi lavorativi, proiettandosi in un loro mondo, fatto di tenerezze e coccole.
Qualche ora più tardi uscirono di casa incamminandosi ognuno verso il proprio obiettivo lavorativo. Terence si avviò verso il viale dei teatri, che non era lontano da casa. Quando trovò il teatro che cercava entrò e chiese al portiere del signor Hathaway. L’uomo gli domandò cosa volesse dal direttore e regista. Il ragazzo gli rispose che voleva parlare con lui. Il portiere stava per rispondere qualcosa ma una voce femminile lo interruppe. Terence si girò e vide una bella ragazza bionda, con grandi occhi azzurri, che avanzava verso di lui.





 
  • < >buongiorno, cerchi il signor Hathaway? Dovrai aspettare, è in teatro per i provini. O, se vuoi fare un’audizione, devi andare da quella parte a destra, troverai il palcoscenico. -Grazie signorina. – disse Terence, precipitandosi verso la direzione indicatagli dalla ragazza che lo fissava sbalordita. Susanna Marlowe, questo il suo nome, era rimasta colpita dalla bellezza e dal portamento di quel ragazzo e sperò di poterlo rivedere presto. C’era qualcosa in lui che l’attirava come una calamita e si ripromise di fare di tutto per rivederlo.

Terence nel frattempo era entrato nel teatro dove si stavano facendo le selezioni per il nuovo spettacolo shakespeariano che Robert Hathaway intendeva allestire. Si trattava del "Re Lear" e il regista, attore e produttore stava cercando gli interpreti fra le centinaia di aspiranti attori che affollavano la platea. Aveva già esaminato tanti provini e scelto i migliori per le parti principali ma gli restava ancora qualche ruolo da assegnare.
Aveva quasi finito i provini quando gli si presentò un giovanotto alto, molto bello, dal portamento fiero e dall’aria altera e risoluta. A prima vista gli ricordava qualcuno ma non sapeva dire esattamente chi.













 
  • < >Come si chiama, giovanotto? – gli chiese incuriosito. Terence Graham, signore. – rispose il ragazzo, che aveva deciso di usare il suo secondo nome come cognome. – Da dove arriva? – domandò il regista notandogli un leggero accento anglosassone. Sono nato a New York ma ho vissuto a lungo a Londra. – gli rispose Terence leggermente infastidito da quella domanda. E perché vuol fare l’attore? Chi gli ha detto il mio nome? – il teatro mi ha sempre affascinato, c’è qualcosa di magico, d’irreale in esso eppure è anche così assolutamente vero. La sua fama non poteva non arrivare in Europa e a Londra in particolare, visto che è l’unico regista americano a portare Shakespear nel modo originale in cui lo intendono gli inglesi. Io sono perfettamente d’accordo con lei, ritengo che il Baldo deve essere rappresentato puristicamente, senza manipolazioni. –

Hathaway rimase colpito dalle parole di quel giovanotto. Non sapeva se erano sincere o dettate da adulazione e interesse ma gli piaceva il suo modo di fare spigliato e diretto. Così gli chiese cosa avesse preparato come pezzo da recitare e quando Terence iniziò a declamare "Essere o non essere…" dell’Amleto restò sbalordito dalla veemenza e dal fervore che ci metteva. Quel ragazzo aveva un grande talento ed era sicuro che un giorno sarebbe diventato uno dei migliori interpreti shakespeariani. Così, quando ebbe finito gli comunicò che poteva considerarsi assunto a tempo indeterminato e che poteva cominciare a studiarsi la parte del Re di Francia.
Terence tornò a casa euforico e abbracciò e baciò Candy che era rientrata da poco. Le raccontò tutto e poi volle sapere come era andata la sua giornata.
Candy gli disse che anche lei era stata fortunata perché era stata assunta come governante per tre bambini rimasti orfani di madre. Tralasciò però di dire al marito che il padre dei piccoli era giovane e di bell’aspetto, per non farlo inquietare, sapendo quanto fosse geloso e insicuro. A sua discolpa c’era da dire che nella casa vivevano i genitori del suo principale, il che la rendeva più tranquilla.
Si ripromise comunque che avrebbe detto tutto a Terence al momento giusto, quando sarebbe stata sicura che avrebbe capito le ragioni del suo silenzio. Così si limitò a comunicargli che avrebbe cominciato a lavorare il giorno dopo. Terence annuì e la strinse forte, baciandola con tenerezza.
(continua)
 
  
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