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Autore: Saphira96    26/04/2014    6 recensioni
Sara. Una ragazza sempre solare nonostante la sua maledetta malattia. Ma, nonostante sia dannata, la malattia aiuta Lorenzo a chiarire i sentimenti che prova verso la giovane. E ciò accade proprio nella sala in cui lui aveva giurato di non lavorare più: la sala operatoria.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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'Si vede che il destino ha pensato
 che non fosse arrivato il momento giusto per te,
per affrontare il tuo destino’
 
Mi aveva detto Sara una volta. Lo ricordo come fosse ieri quel momento, eravamo nel suo bar ed io non ero riuscito ad operare Marianna la mia paziente, almeno non direttamente. E Sara è sempre stata li, nel bene e nel male, a sostenermi. Ed io? Io come uno stupido andavo dietro a qualcosa di finito, perché solo dopo averla ottenuta mi sono reso conto che tra me e Veronica non poteva funzionare; almeno non di nuovo. Che stupido sono stato. Anche questa volta Sara era sempre li ad aspettarmi a braccia aperte per accogliere un uomo debole. Si, perché è questo che sono; un debole. Ho avuto l'amore a un piano di distanza e non me ne sono accorto...
 
Da quanto sono fermo in sala? Guardo l'orologio: un'ora da quando è arrivata con i soccorsi.
L'orologio...
 
"L’hai dimenticato stamattina" mi dice porgendomi l'orologio che ho dimenticato nella sua stanza dopo la nostra prima notte insieme.
"Ci vediamo dopo?" le chiedo imbarazzato dopo che abbiamo parlato della sera prima.
Lei sorride astutamente e mi risponde: "Io non scappo".
 
Apro la porta dell'ufficio di Oscar e lui mi guarda preoccupato. "Hai preso la tua decisione?".
"Si" rispondo.
Quando Oscar si allontana velocemente dalla stanza sono perfettamente sicuro: neanche io scappo.
 
Esco dall’ufficio e mi ritrovo inondato dalla mia famiglia: i Martini.
"Lorenzo allora? Cosa hai deciso, operi?" Mi domanda Libero tempestivo. Marco lo affianca agitato. "Lorenzo, cosa hai deciso? Lorenzo per la miseria mia sorella è lì dentro che rischia di morire, ogni minuto può esserle fatale" urla Marco portandosi le mani tra i capelli con un gesto disperato. Maria lo tranquillizza prendendogli la mano, ma il marito si allontana. Lo guardo mentre inizia a camminare per il corridoio dell’ospedale con fare nevrotico.
Io lo guardo ma non rispondo, e non perché voglio farlo soffrire, ma perché non riesco a connettermi con il mondo reale. Mi siedo. Prendo il cellulare e apro la galleria.
Sorrido.
Un giorno io e Sara ci siamo scambiati per sbaglio il cellulare e quando li abbiamo riavuti indietro io ho trovato la galleria piena di foto sue, mi aveva detto che era il telefono più triste che avesse mai visto. Ne apro una, è la mia preferita. Il sole le colpisce in pieno la faccia tanto da mettere in mostra il suo sorriso che fa concorrenza a quella palla gialla che porta luce. Già qui conosceva la sua malattia, a quanto pare, ma lei viveva senza darci molto peso. Ora capisco il suo modo di vedere il mondo, senza bianco e nero. Per Sara tutto ha un colore, chissà forse anche il mio stato d'animo in questo momento. Magari grigio...no, grigio no è troppo cupo non le farebbe piacere. Giallo forse, neanche è troppo luminoso cosa totalmente errata per uno che è stravaccato apaticamente. "Che cazzo ridi" urla Marco bloccandosi di botto e guardandomi "forse non ti è chiaro che mia sorella è chiusa in quella cazzo di stanza d'ospedale" continua. Discosto lo sguardo dallo schermo del telefono e lo guardo. "Può morire da un momento all'altro..." sussurra Marco, quasi implorandomi. Maria gli corre incontro e questa volta non la rifiuta.
"Non preoccuparti Marco, vedrai che Lorenzo farà la scelta giusta" annuncia Libero, che fino ad adesso è rimasto stranamente ad assistere, in silenzio accanto sua moglie Enrica.
Guardo mio zio. Ha gli occhi bagnati di lacrime, poi guardo Marco. All’improvviso riesco a sentire le loro voci e non come poco prima che mi apparivano lontane ed irraggiungibili.
Li guardo.
"Secondo te posso lasciare sola Sara proprio adesso che è lei ad avere bisogno di me?" domando più che a loro a me stesso, per questo non mi aspetto una risposta. Tutti sorridono alle mie parole, Marco si tranquillizza e si scusa per il suo comportamento. Mi alzo e mi dirigo verso la sala operatoria poi, mi volto e mi rivolgo ai Martini: "Scusatemi voi per avervi tenuti sulle spine. Non era mia intenzione"
 
"Avrai un’altra occasione per metterti alla prova, ne sono certa"
 
Il destino. Lei crede tanto al destino, per lei tutto quello che accade non accade per caso. Ho appena voltato il corridoio e torno a guardare la sua foto, premendo il tasto del menù per fare illuminare lo schermo. I suoi occhi azzurri mi guardano sorridenti, pieni di vita. Perché il destino mi ha fatto innamorare di Sara? Perché mi avrebbe fatto innamorare e poi messo di fronte a questa difficile situazione? Tento di immaginare lei, qui, accanto a me. Mi guarda e mi rivolge uno dei suoi solito sorrisi rassicuranti e poi inizia con tono allegro:"magari ha iniziato a lavorare già da anni. Da quando tu hai deciso di non operare più ed io ho scoperto la mia malattia" davvero sarà così? E se il destino per noi due avesse un finale tragico? Adesso l'ansia mi assale. Mi attanaglia lo stomaco. La mano mi trema. Mi sono rifiutato di operare pazienti, e se la paziente è la donna che amo? Se le succede qualcosa per causa mia non me lo perdonerò mai.
 
"Dottor Martini la sala è pronta" annuncia Sonia, l'infermiera. La ringrazio e la seguo verso la porta che da allo stanzino preparatorio per la sala operatoria.
 
Se in questo momento Sara fosse qui urlerebbe:"cosa è questo silenzio?" Lei odia il silenzio. Una volta mi ha detto che non riusciva a dormire e si rigirava nel letto come una cotoletta, secondo me c'era troppo silenzio, si sentiva troppo sola. Lei odia anche la solitudine.
L'infermiera mi inserisce il camice.
 
Ricordo la prima volta che l'ho incontrata, sull’aereo, ho pensato che era fastidiosissima. Ma è lì che mi ha detto che parlare le faceva meno paura.
 
L'infermiera mi inserisce i guanti e poi i copri scarpe, prima di entrare in sala operatoria mi alza la mascherina.
 
Emetto un lungo respiro e varco la soglia della stanza asettica.
 
L'equip medica è già pronta e aspettava solo me.
 
La guardo, li distesa su quel lettino. Chissà forse lei può aiutarmi per l'ennesima volta. Mi avvicino piano piano al suo orecchio e le sussurro:"Ehy raggio di sole, andrà tutto bene te lo prometto" e, stranamente, parlarle mi ha fatto sciogliere la tensione. E adesso so anche che colore è il mio umore: verde.
Si, verde proprio come la speranza che c'è nel poterla stringere tra le mie braccia. Rosso, proprio come l'amore che provo per lei.
Ma è anche giallo, proprio come il raggio che ha portato nella mia vita.
È arancione, proprio come quel tramonto che abbiamo visto in spiaggia quando siamo andati a cercare Tommy.
È azzurro proprio come i miei occhi che si rispecchiano nei suoi dello stesso identico colore.
 
Grazie a Sara la mia vita è diventata un arcobaleno, e non posso perderla proprio adesso che l'ho capito.
 
***
 
Non so da quanto tempo sono seduto su questa sedia, che tra l’altro è anche molto scomoda. Adesso capisco i parenti dei miei pazienti, e mi riprometto di regalare loro un sorriso di incoraggiamento in più. La mia famiglia è sempre qui, che aspetta. Marco è al quinto caffè che beve oggi, e Maria invece alla terza cioccolata. Si vede che placa il nervosismo mangiando. Zio Libero è seduto immobile, fissando il muro ed Enrica è poggiata sulla sua spalla, presa dalla stanchezza.
Ed io? Beh io non tocco cibo da quando sono uscito dalla sala operatoria, poi mi sono fatto cambiare i turni per appiantonarmi davanti la sua stanza finché non si sveglia. L’operazione è andata bene, potrebbe svegliarsi da un momento all’altro.
 
“Beh se non è destino questo…” puntualizza Sara dopo essere usciti dal cinema, nel quale ci siamo incontrati casualmente.
“Io direi che è più una congiura” scherzo.
E lei ribatte maliziosa.
 
Mi rivedo riferirle di nuovo le stesse parole quando lei, appena sveglia, viene a sapere che sono stato io ad operarla. Immagino la sua faccia ancora stordita dagli anestetici. Quasi mi viene da ridere, ma mi trattengo, non mi sembra il caso vista la situazione.
 
 
“Lorenzo” sussurra una voce amica “Lorenzo” ripete scuotendomi per il braccio. Socchiudo gli occhi, Oscar mi guarda sorridente. Mi sollevo dalla mia posizione sbilenca che avevo acquisito dormendo su questa orribile sedia e mi guardo intorno. Piano piano ricordo. Libero ed Enrica sono andati a prendere un caffè e Maria ha accompagnato Marco a prendere una boccata d’aria. “Ehy, Sara si è svegliata” annuncia Oscar.
Scatto in piedi e mi dirigo verso il vetro che da nella stanza. Lei e lì, con gli occhi semi aperti e prova a sorridere quando mi vede.
Ed io non posso fare a meno di notare che anche dopo aver rischiato di morire è bellissima.
Corro a mettermi il camice e tutte le precauzioni per entrare nella stanza e mi dirigo a grandi passi verso di lei. Lei prova a parlarmi, ad alzare la mano per salutarmi, ma io sono più veloce; le do il bentornata baciandola delicatamente sulle labbra e lei risponde al tocco.
 
Così quando mi stacco, ho appena in tempo di sussurrarle:”ti amo” e lei sussurra con non poca difficoltà: “ti amo”.
Poi, la stanza viene invasa dai Martini. Di norma non sarebbe possibile, ma vista la familiarità della famiglia con praticamente tutto il personale, questi si affrettano ad entrare uno dopo l’altro. Ed io mi limito a rimanere accanto a lei stringendole la mano.
 
“Sei come la muffa” le rivelai quella volta in cui siamo rimasti chiusi nella cantina, per prendere la macchinetta del caffè.
“Scusa?” mi domanda incredula.
“Un errore di laboratorio che ha salvato milioni di vite” continuo.
 
Ed è così, per la medicina oggi io le ho salvato la vita. Ma in realtà lei salva la mia, rendendola meravigliosa, giorno dopo giorno.

 
Angolo Saphira96 ~ Come avrete ben capito i pensieri di Lorenzo seguono i ricordi di episodi accaduti nelle puntate che abbiamo visto fino ad ora. Come mi è venuta in mente questa storia? Beh, da quando Sara ha aiutato Lorenzo nel superare le sue paure nell’operare, ho iniziato ad immaginare che la prima persona che Lorenzo opererà sarà proprio Sara.
Spero solo di non aver combinato un pasticcio e di non essere caduta nel banale!
 
Autrice ~ Saphira96
  
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