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Autore: RylaiNephireTWG    26/04/2014    0 recensioni
“La vittoria in questa guerra infinita è già stata segnata dal destino... Allora perché è finita così? Non dovresti essere qua a terra in un enorme pozzo di sangue. Dovresti stare lassù a trionfare. Giuro che ti vendicherò. Che il massacro abbia inizio.” - Riley Lawrance Nephire.
Genere: Drammatico, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A Blade Into The Blood

Capitolo 2: In un nuovo mondo
 
La guerra è l'unico modo per determinare il proprio valore. Ecco perchè sciendiamo in battaglia. – Riley Lawrance Nephire

 

Cosa è successo nell’ultima ora? Cosa è accaduto realmente? Non sono sicura di essere ancora in grado di controllare il mio corpo in questo stato. Non ho neanche la certezza di essere cosciente…
Non mi ricordo più niente. Solo qualcosa di remoto… come se gli avvenimenti recenti non fossero mai stati presenti. Attenzione! Ripresi memoria. Lyrow… cosa gli avranno fatto? Intanto un mio occhio si aprì. Anche l’altro. Le immagini erano tutte sfocate… cercai di mettere a fuoco in fretta. Con grande sorpresa mi risvegliai in una camera da letto rossa come il sangue. Sollevai la schiena e mi misi a gambe incrociate. Mi accorsi subito che ero in un letto matrimoniale. Tutto era rosso sangue. Le coperte e le fodere dei cuscini. Tutto. Era comodo. Tutto era in seta. Oh! Notai delle finestre decorate con delle tende deliziose di un bordeaux acceso. Dovevo assolutamente vedere dov’ero. Scostai una tenda intravedendo un paesaggio a dir poco... surreale. Notai subito che non ero più nella mia dimensione. Frugai nella tasca in cerca di una bussola. La trovai. Notai subito una grande differenza con le dimensioni in cui ero stata: il cielo era nero, le piante crescevano con un colore opaco, non verdi, ma rosse. La terra era grigia, gli animali erano… delle specie completamente diverse. Dei coniglietti con tre occhi rossi e le macchie nere e grigie saltellavano qua e là. Sinceramente questa dimensione, seppur bizzarra, mi piaceva. Era come vivere nei miei sogni, come sempre diversi dalla realtà. Lontana da tutti. Lontana dal mondo. Lontana da me stessa. Una voce profonda suonò da dietro le mie spalle. Sentii una presenza. Qualcosa di caldo… Cos’era? Avevo paura a voltarmi, ma due mani mi presero dai fianchi, obbligandomi a girarmi…
-Vedo che ti sta piacendo questo nuovo mondo…- disse quella voce profonda, ovviamente non umana. Non risposi e non parlai. Non avevo davanti un umano… Non era un alieno, perché in fondo qualcosa di umano ce l’aveva… Era forse… un demone? Non saprei precisarne la specie, ma umano di sicuro non è.
-Oh…Già, questo posto è davvero meraviglioso... Ma arriviamo al punto. Chi saresti tu?- chiesi in modo non troppo intimidito, ma bensì provocante.
-Chi sono io non t’interessa. Prima di tutto, devo sapere chi sei tu, piuttosto- ribatté sempre con la sua voce intrigante e misteriosa
-Riley Lawrance Nephire. Adesso però esigo di sapere chi sei tu.- risposi io.
-Aatrox, la Lama dei Darkin, se davvero lo volevi sapere- continuò.
-Adesso dimmi, per quale motivo, e con quale razza di stregoneria mi hai portata qui?-
-Hmm…potrei anche decidere di non dirti tutto…in effetti non sarebbe molto divertente non lasciare un pizzico di mistero anche qua…E poi se ti dicessi come ho fatto a farti arrivare qua mi sfuggiresti...-
-Beh, io non ti garantirei la mia fiducia se non mi dici tutto- e così dicendo presi di scatto il mio amato coltellino sempre insanguinato e glielo puntai all’altezza della gola, minacciosa.
-Non mi fai paura, dolcezza- con un gesto veloce mi strappò dalle mani il mio amato coltellino e lo puntò contro di me.
-Non ti conviene metterti contro di me- aggiunse con un sorriso sulle labbra.
Avvicinò sempre di più l’arma contro il mio collo.
-Ti avverto: non mi provocare- rise e allontanò il coltello. Me lo restituì porgendomelo con una grazie incredibile, ma sempre non togliendo le mani dai miei fianchi.
-Ah, altre due cose: che fine ha fatto mio fratello? Seconda cosa: toglimi le mani di dosso se non vuoi finire in un bagno di sangue-
-Prima cosa: non sono intenzionato a dirtelo. Seconda cosa: io faccio quello che mi pare e piace- continuò Aatrox.
Bene. Vuole il gioco duro? Allora giochiamo da duri. Cercai di liberarmi dalle sue possenti braccia, ma invano. Era troppo forte per me. Se avessi giocato d’astuzia sarei finita io nel cosidetto “bagno di sangue”. Se gioco da duri perdo. Ambigua la cosa. Anche molto astinente. Hmph. Persisteva. Non potevo far niente. Cosa voleva da me?
-Cosa vuoi da me?- feci una smorfia che lo divertì molto.
-Mai provato con un “perfavore”?- disse Aatrox
Altroché quel che pensavo di lui. “Gioca a fare il duro”. No. Secondo me gioca a far l’educato. Insopportabilmente odioso.
-Perfavore, mi potrebbe liberare signor demone?- chiesi con molta fatica e un tocco di sarcasmo.
Nel preciso istante che finii la frase mi liberò dalla sua presa. Se aggiungevo il “Grazie” l’avrei reso più gentile? Bah.
-Grazie- dissi fredda e distaccata-
-Prego- ci rise sopra.
Dannazione. Cosa c’era di così tanto divertente in me? Si vede che a lui come a Matthew piace ridere. Non le capisco certe persone. Sempre allegre. Bah. Si allontanò da me chiudendosi la porta alle spalle. Appena fui sicura che lui si fosse allontanato mi avvicinai alla porta e l’aprii con cautela. Avevo intenzione di scoprire di più da quell’essere dall’aspetto malvagio. Mai giudicare libro dalla copertina. Un corridoio sempre rossa Vintage si apriva davanti a me. Quadri su quadri e le luci ornate d’oro impreziosito con dei rubini facevano strada a quell’enorme galleria. Era una sorta di castello nobiliare, sicuramente non con lo stesso stile orientale Ioniano. Allora sì: mi sarei decisa davvero a seguirlo. Seconda porta dalla fine della galleria. Prima uscita a destra. Quattro giri a destra. Ma cos’era? Un labirinto? Ero proprio dietro di lui: sperai che non si girasse. Tre giri a sinistra. Sempre dritto. Aprire la porta. Distratta, sbattei contro il suo petto: era girato verso di me. Oh, adesso? Bene.
-Sei brava a giocare a nascondino…- disse il demone.
-Già. Purtroppo il gioco è finito…Cosa vorrai farmi adesso?- gli risposi scorbutica.
Poi mi accorsi di essere nella stanza principale. Una sala del trono gigante. A dir poco inquietante.
-Fai la disubbidiente eh? Allora farò in modo di impedirtelo…- ride. Cosa ha da ridere ancora? Oddio le persone così allegre. Hmph. Uccidimi e basta. Basta che la smetti di ridere.
-Adesso cosa vorresti farmi?- faccio la faccina dolce. Cosa potrebbe mai farmi?
-Non sai contro chi ti stai mettendo contro…Lo sai anche tu che non ti conviene…-
Si avvicinò pericolosamente a me armato di una spada. Quella spada… sembrava che fosse viva. Era dello stesso colore rosso della pelle di Aatrox. Emanava calore, come se fosse parte di lui. Si avvicinò ancora di più. Io non avevo paura. Non ho mai provato questo sentimento in vita mia. Neanche durante la guerra tra Demacia e Noxus. Attraversai miliardi di campi minati, tra un’esplosione e l’altra. Impugnai il mio primo fucile a dieci anni. E adesso un demone con una spada grande quanto il mio corpo dovrebbe intimidirmi? Affatto. Non provai nemmeno a indietreggiare. La mia mente non conosceva la paura. Mi sbatté contro il muro violentemente, e mi minacciò con la spada all’altezza della mia gola.
-Credi di farmi paura?- risposi con una certa naturalezza.
-Dovresti averne…- ribattè. Mise una mano vicino al mio viso, dandomi una carezza delicata.
-Sei così delicata… Indifesa. Sarebbe un vero peccato ucciderti…- continuò il demone divertito.
Ne ho abbastanza. Davvero. Mi decisi a estrarre la mia pistola e di puntargliela contro. Era ora di usare il mio caro CZ14. Semplice ma efficace. Con un colpo rapido la estrassi e gliela puntai all’altezza della testa.
-Vediamo chi ride adesso.- gli dissi a bassa voce.
-Vedo che ti sei armata…Tanto so che non hai la forza di sparare- rise.
Basta ridere. Avrei dovuto davvero caricare il colpo? Certo, e non avrei esitato. Quando volli premere quel dannato tasto, la mia mente si bloccò: mi faceva male la testa. Era come se una scarica elettrica mi avesse attraversato il corpo. Persi i sensi. Caddi di nuovo a terra… Come nella nube nella dimensione con Lyrow. Vuoto totale.

 

Angolo autrice

Hey, eccoci al secondo capitolo! Volevo chiedervi un parere sulla storia, notando l'assenza di recensioni. Spero di sapere la vostra opinione e come migliorare, almeno comincierò dal quarto a dal quinto capitolo, dato che il terzo in teoria è già fatto. Spero che vi divertitate a leggerla, anche se scrivo per passione. Bene, detto questo smetto di rompervi le scatole...Quindi vi saluto, e al prossimo capitolo!

-RileyNephireTWG
  
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