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Autore: Gondolin    19/07/2008    7 recensioni
I Pink Floyd e Alessandro.
So, so you think you can tell
Heaven from Hell,
blue skies from pain?

"Ricordi? La tua anima era un diamante: preziosa più di ogni altra cosa, e incastonata in profondità, protetta dalle tue tempeste e dalla tua corazza."
Genere: Slice of life, Song-fic, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alessandro il Grande, Efestione, Filippo, Olimpia
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Personaggi: Filippo, Alessandro

Canzone: Welcome to the Machine @ pens_and_tunes (album challenge) e per il claim @ 3songfic

Album: Wish You Were Here (Pink Floyd)

Conteggio Parole: 628

Riassunto: Dopo le offese ricevute durante le celebrazioni del matrimonio di suo padre Filippo con la giovane Euridice, Alessandro ed Olimpiade si allontanano dalla Macedonia, ma ben presto ritorna in patria.

Note: Wish You Were Here e Shine On You Crazy Diamond erano già state pubblicate secoli fa, all'inizio della mia avventura di fanwriter. Da allora il mio stile è un po' cambiato e -spero- migliorato. Ma siccome quelle prime versioni erano piaciute tanto, e Kiki May in particolare sarebbe stata dispiaciuta di perderle, sappiate che si trovano ancora: qui.

Ad un certo punto Filippo dice che il futuro era alle loro spalle. Non sono io che ho le allucinazioni: i Greci ponevano il futuro dietro, poiché è celato, e il passato davanti, poiché lo conosciamo. Quindi per esempio nei gesti durante una conversazione, indicare con una mano alle proprie spalle sottintendeva un riferimento al futuro, mentre invece oggi lo stesso identico gesto si riferisce al passato. Ringrazio tantissimo la mia professoressa di storia e cultura della musica che mi ha insegnato queste cose.

Avrei tantissima voglia di urlare “complesso di Edipooooo!!!” come faccio sempre in classe, ma credo che mi tratterrò. Ops, l'ho scritto davvero. Scusate.

Disclaimer: Alessandro, Filippo, Efestione, Olimpiade e tutti gli altri sono solo di loro stessi. Ma visto che sono morti, suppongo che non siano di nessuno. Patrimonio comune dell'umanità. Quindi sono anche miei XD (no, davvero, seguite il mio ragionamento: Manfredi ha dovuto pagare i diritti a qualcuno per scrivere Aléxandros? No, appunto. E quindi io se volessi potrei pure lucrarci su, ma non lo faccio perché sono una fanwriter generosa XD)





Welcome to the Machine ~ Filippo


Mi sposo, Alessandro, sì, mi sposo! E, per le palle di Zeus, tua madre non riuscirà ad avvelenarti contro di me usando questa storia. Io sono il re, ricordalo, e ho il diritto di prendere tutte le mogli che voglio, così come potrai fare tu quando lo vorrai. Euridice è giovane, sì, e la sposo senza alcun motivo politico, la sposo perché mi piace, perché lo voglio fare, e sì, è incinta.

Non ho intenzione di dirtelo, non ho bisogno di prometterti niente, ma tu sei il mio primogenito e lo resterai qualsiasi cosa accada. Qualsiasi cosa, anche non salire al trono di Macedonia. Sai bene che quasi mai in questo nostro litigioso regno il figlio è succeduto al padre, come quasi mai il padre è morto di vecchiaia. Ma se vuoi davvero questo trono so che lotterai per averlo, qualsiasi cosa accada dopo che sarò sceso nell'Ade.


Welcome my son, welcome to the machine.

What did you dream?

It's alright we told you what to dream.

You dreamed of a big star,

He played a mean guitar,

He always ate in the Steak Bar.

He loved to drive in his Jaguar.

So welcome to the Machine.


Delle celebrazioni di questo matrimonio non ricordo quasi nulla a causa del vino. Il vino, Alessandro, il vino, causa di tanti mali anche nel tuo futuro, che ancora stava celato alle nostre spalle.

Attalo, il padre della mia novella sposa era più ubriaco di me, suppongo, quando ha offeso te e tua madre. Te, avrei anche potuto difenderti, ma quell'intrigante che preferisce la compagnia dei serpenti alla mia, lei no, non la difesi di certo, e non la difenderei ora se capitasse di nuovo. Lei, che lascia circolare leggende sul fatto che tu non sia figli mio ma di Zeus, come se Filippo, re di Macedonia, non fosse degno di lei o di te. Ma tu sei un mortale come me, figlio mio. Ricorda che chi fissa il sole senza distogliere lo sguardo si acceca.


Welcome my son, welcome to the machine.

Where have you been?


Quando ti vedo tornare non posso fare a meno di tirare un sospiro di sollievo. Tu e tua madre... due teste calde che ne basta la metà!

Lei è una strega, una straniera, selvaggia come le sue amate montagne dell'Epiro. Ma tu, Alessandro, tu sei il mio erede, mio figlio, il mio primogenito. Sono felice che tu sia tornato.

Non mi sono mai abbandonato ai molli sentimentalismi, e tutto quello che riceverai da me come padre sarà una pacca sulla spalla.

Come re invece dovrei preoccuparmi per il futuro della mia patria se non imparerai a controllare la tua ira. Non bastava la lite la sera del banchetto, te ne sei andato in Epiro da tuo zio, te ne sei andato senza lasciare che le cose si sistemassero con calma!

Ma di una cosa sono felice e fiero, Alessandro: dei tuoi amici. Ti hanno seguito tutti di loro spontanea volontà affrontando il gelido inverno sulle montagne per esserti vicini. Di uomini così potrai fidarti per tutta la vita, ricordalo. Efestione, Seleuco, Lisimaco, Tolomeo, Cratero, Perdicca, Leonnato, Filota hanno dimostrato quanto tu sappia ispirare un'incrollabile fedeltà, e che non importa dove, sarà te che seguiranno.

Ma nel frattempo, bentornato, figlio mio.


It's alright we know where you've been.

You've been in the pipeline, filling in time,

Provided with toys and 'Scouting for Boys'.

You bought a guitar to punish your ma,

And you didn't like school, and you

know you're nobody's fool,

So welcome to the machine.


E spero che tu sia tornato davvero, e che il tuo cuore non sia rimasto fra le grinfie di tua madre.

Mentre affrontavate le selve da soli, quali magie ha operato su di te? Mentre sopravvivevate alla neve quali misteri proibiti ti ha svelato, quella menade dannata? E alla corte di suo fratello?

Eppure sei cresciuto, sei più uomo di prima, e non ti rechi più agli appartamenti delle donne a cercare tua madre per ogni questione. Lei se ne rende conto, ha paura. Lo sento sin dalla sala del trono, sin da fuori della reggia, il puzzo della sua paura, come una lupa a cui minaccino di strappare i cuccioli. Sento anche le sue urla, e non sento le tue. Non so se pensare che non hai il coraggio di risponderle, o che non ti degni di farlo.

Ma nel frattempo, bentornato, figlio mio.




  
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