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Autore: Anna Wanderer Love    26/04/2014    3 recensioni
-Skye? Dove sei?- Chiamò, ma sentì solo un singhiozzo fare eco alle sue parole.
Con un sospiro preoccupato mollò la borsa degli allenamenti per terra e chiuse la porta. Si passò una mano tra i capelli, dirigendosi verso il corridoio che portava alla camera.
-Skye? Che succede?- Arrivò davanti alla porta di ciliegio e provò ad aprirla, ma la trovò chiusa a chiave.
Aspettò per qualche secondo, ma i singhiozzi non diminuirono. Sempre più ansioso bussò piano sul legno. -Skye?
-Vattene via!- Grant trasalì all'urlo disperato della ragazza. -VATTENE VIA!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grant Ward, Skye
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Little moments'
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What Does It Means?

Skye camminava avanti e indietro nel salotto. Aveva gli occhi lucidi e le guance rigate di lacrime. Le ciglia sembravano imperlate di piccoli diamanti scintillanti che rotolavano sulle sue guance. Una volta Grant le aveva detto che amava il colore della sua pelle. Skye aveva osservato le loro braccia intrecciate e aveva notato forse per la prima volta la differenza di colore con la pelle bianca di lui. Non che fosse poi così scura.
La ragazza si passò una mano tra i lunghi capelli castani, spettinati, e un singhiozzo le sfuggì dalle labbra.
Prima che potesse fare qualsiasi cosa, però, sentì le chiavi girare nella serratura e scattò verso la camera da letto. Si chiuse dentro sbattendo la porta proprio mentre Grant apriva quella d'ingresso.
Sentendo il rumore il ragazzo si fermò, perplesso.
-Skye? Dove sei?- Chiamò, ma sentì solo un singhiozzo fare eco alle sue parole.
Con un sospiro preoccupato mollò la borsa degli allenamenti per terra e chiuse la porta. Si passò una mano tra i capelli, dirigendosi verso il corridoio che portava alla camera.
-Skye? Che succede?- Arrivò davanti alla porta di ciliegio e provò ad aprirla, ma la trovò chiusa a chiave. Mordendosi il labbro posò la fronte contro il legno, ascoltando con crescente preoccupazione il pianto della ragazza al di là della porta.
-Avanti, Skye. Ti sei tagliata? Non preoccuparti, sistemerò tutto. Come l'altra volta, no?
Aspettò per qualche secondo, ma i singhiozzi non diminuirono. Sempre più ansioso bussò piano sul legno. -Skye?
-Vattene via!- Grant trasalì all'urlo disperato della ragazza. -VATTENE VIA!
Cinque secondi dopo Skye gridò, mentre pezzi di legno volavano per tutta la stanza. Si riparò con le braccia, accucciandosi su sé stessa e piangendo a dirotto.
Grant, dopo aver controllato che la stanza fosse vuota, si inginocchiò precipitosamente accanto a lei.
-Skye- disse ansiosamente, guardando frenetico ogni centimetro del suo corpo per controllare che non fosse ferita, -Skye!
La ragazza singhiozzò più forte quando Grant la prese in braccio e la depose sul letto. Appena fu distesa sopra alle coperte color panna si ribellò alla presa salda del ragazzo e si voltò in modo da dargli la schiena. Inquieto, Grant le posò una mano sulla spalla, accarezzandole con dolcezza il braccio. Si chinò su di lei, baciandole la tempia. Al contatto con le sue labbra Skye sussultò, ma le sue dita estremamente fredde andarono a cercare la guancia del ragazzo. Grant intercettò la sua mano e la strinse forte con la propria, vedendo con piacere che lei non si sottraeva, stavolta. Le scostò una ciocca di capelli dalla fronte e con un sospiro si sdraiò dietro di lei, facendo aderire il proprio petto con la sua schiena.
-Skye- esordì serio, percorrendo con il palmo della mano il suo fianco -dimmi cosa non va.
Lei si rannicchiò ancora di più su sé stessa, ma strinse con forza le sue dita.
-Non posso- singhiozzò debolmente -mi odieresti.
Grant sospirò e le baciò la nuca, avvertendo chiaramente il brivido che le percorse la schiena contro il petto.
-Non ti ho sposata per odiarti, Skye- mormorò accarezzandole la guancia.
Skye tirò su col naso, rimanendo in un silenzio incerto.
-Va bene- la voce le si ruppe sull'ultima sillaba, e all'improvviso Grant si ritrovò a stringerla con forza mentre lei affondava il viso contro il suo petto.
-Ho dimenticato di prendere la pillola- confessò stringendo la stoffa grigia della maglia del marito.
-Non importa, Skye- la tranquillizzò Grant, ma aveva l'impressione che ci fosse anche qualcos'altro. Le accarezzò i lunghi capelli castani, ma lei rimase in un silenzio teso.
-Amore?- Grant non l'aveva mai chiamata così, e sentendo quello strano soprannome Skye sussultò violentemente, scoppiando di nuovo a piangere.
Grant si sentì serrare lo stomaco in una morsa di panico. Senza far caso alla rigidità del corpo della ragazza le afferrò i polsi e la obbligò a esporre il viso al suo sguardo. La scrutò preoccupato.
I suoi occhi, solitamente così dolci e allegri, erano vuoti e pieni di lacrime. Due ombre scure le circondavano gli occhi, segno che aveva dormito poco.
Si rifiutava di guardarlo negli occhi, e Grant ne fu intimamente ferito, anche se non lo diede a vedere.
Skye sussultò sentendo le labbra del marito posarsi sulle sue in un bacio confortante. Suo malgrado non riuscì a sottrarsi, anzi. Allungò le mani e afferrò le spalle di Grant, mentre lui la circondava in un abbraccio solido e caldo.
Dopo qualche secondo Grant si scostò e accarezzò la guancia della moglie con il dorso della mano, in una muta domanda.
Skye si alzò e spinse il marito, facendolo sdraiare. Poi si raggomitolò contro il suo fianco, posando la testa sul suo petto.
-Sono... sono incinta- mormorò dopo qualche minuto di silenzio. Sentì il ragazzo irrigidire ogni muscolo del corpo e serrò le labbra per non lasciarsi scappare un singhiozzo. Skye si aspettava che la guardasse deluso, incazzato oppure costernato.
Ma Grant non reagì come si sarebbe aspettata.
In meno di un secondo Skye si ritrovò immersa in un bacio che le tolse letteralmente il fiato, inchiodata sotto al corpo muscoloso del ragazzo. Dopo lunghi minuti Skye riuscì a sottrarsi alla presa delle sue labbra, ansimando.
-Che... che significa?- Mormorò col fiatone.
Grant le sorrise, i suoi occhi si illuminarono d’amore e di gioia. Le scostò una ciocca di capelli dalla fronte.
-Significa che non vedo l’ora di poter sentire nostro figlio.
Le grandi mani di Grant andarono a posarsi sulla pancia ancora piatta della moglie, in un gesto così intimo e pieno di dolcezza che Skye arrossì violentemente.
Una volta ripresasi dalla sorpresa, Skye si alzò sui gomiti e afferrò con prepotenza la maglia del marito.
-Allora perché non due gemelli?
Non fece nemmeno in tempo a finire la frase che Grant le tappò la bocca con un bacio appassionato.

 
   
 
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