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Autore: Imperfect_perfection    26/04/2014    0 recensioni
Emma e Giulia, diciassettenni in una gita scolastica da cui impareranno il significato della parola amicizia, troveranno l’amore e anche tanti guai!
Alla presa con tradimenti, amori non corrisposti e scoperte dal passato cresceranno insieme e vivranno finalmente felici e contente… un po’ come nelle storie, la loro imperfetta storia!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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IMPERFECT STORY
 

CAPITOLO 1.
 
Forse l’idea di uscire in una città praticamente sconosciuta, senza ombrello (nonostante le nuvole minacciassero un acquazzone con i fiocchi) con il buio che si avvicinava, non era stata delle migliori.
Infatti in quel momento mi ritrovavo vagante per  delle stradine strette, illuminate dai lampioni e tutte completamente identiche, senza una casa di un colore diverso dal quel lilla stomachevole o con in giardino un’altalena, uno scivolo, una giraffa o una qualsiasi cosa che la rendesse riconoscibile.
No, tutte identiche e io facevo una fatica immensa a capire dove fossi dato che il mio senso dell’orientamento era pari a zero.
Sospirai ringraziano l’Altissimo che non piovesse, ma come nelle stupide scene da film, delle goccioline cominciarono a scendermi addosso trasformandosi poco dopo in un acquazzone tremendo.
Pestai i piedi a terra arrabbiata cercando di ragionare per ritrovare la strada di casa… se così potevo definire un insulso appartamento in un condominio di otto piani senza ascensore ( non che usassi l’ascensore dato che ero claustrofobica, ma la mattina precedente per mandar su le valigie sarebbe stato comodo)
Mi ricordai poi che qualcuno aveva inventato i cellulare così  lo tirai fuori da tasca e digitai sullo schermo il numero della mia compagna…non potevo chiamare la professoressa e rischiare la sospensione tornati a scuola!
Dopo vari squilli la mia compagna si degnò di rispondere
“ Che vuoi?” disse in modo piuttosto annoiato.
“ Giuly, tu sei la mia migliore amica giusto?!” chiesi
“ Giusto!” disse facendo risvegliare la sua voce dallo stato comatoso in cui si trovava prima
“ Quindi tu sei sempre disposta ad aiutarmi, giusto?” chiesi ancora
“ Giusto!”
“ Perfetto ora alza le tue belle chiappe e vieni a cercami che non so dove cazzo mi sono cacciata!”
“ Stai scherzando?!” chiese allibita
“ Secondo te?” urlai spazientita, cominciavo ad avere freddo e il cappuccio della felpa non serviva a ripararmi molto, ormai ero fradicia!
“ Come faccio a sapere dove sei? Ad uscire senza che la vecchia mi veda? E come ci vengo a prenderti? In deltaplano?!” mi urlò, spaccandomi un timpano. In effetti non avevo considerato questi problemini…
“ Chiamo la professoressa ?” mi chiese
“ Ma sei cretina?!” le urlai “ Non voglio rischiare la sospensione, rovinerebbe 3 anni di lavoro!”
“ Aspetta che chiamo il nipote della vecchia, magari ha la macchina” fece Giulia riattaccando
“ No,no non lasciarmi sola!” urlai al cellulare, ma ormai era tardi, la cretina aveva messo giù.
Sospirai affranta e feci un paio di respiri profondi, un attacco di panico era l’ultima cosa che volevo e affrontarlo da sola non era il massimo.
L’aria però non voleva saperne di entrare nei polmoni, cominciavo a vedere appannato a causa delle lacrime e avevo un blocco all’altezza dello stomaco.
“Ok Emma, non ora, non adesso, niente attacchi di panico!” Mi ripetevo, ma ormai ero inconsciamente consapevole che era tardi.
“ Serve aiuto?”
Persi dieci anni di vita quando una mano mi toccò la spalla e sentì una voce alle mie spalle
“ No” risposi veloce e con il respiro affannato.
Apparve davanti a me un ragazzo che mi prese per le spalle e cominciò a fare dei respiri profondi incitandomi ad imitarlo. Mi fissava negli occhi e respirava e io con lui.
Dopo poco riuscii a calmarmi e mi accorsi della strana situazione
“ Chi sei? Cosa vuoi? Non violentarmi” dissi allontanandomi dal ragazzo e poi divenni subito rossa per via delle figura epica che avevo fatto.
“ Tranquilla non ti violento, stai meglio?” chiese avvicinandosi.
“ Sì, ehm grazie!” dissi riconoscente
“ Figurati, mia sorella ha spesso attacchi di panico, so cosa fare e sono abituato” disse con aria altezzosa come per vantarsi.
Sbuffai sorridendo e poi ritornai alla realtà… ero ancora bloccata lì, però potevo chiedere informazioni.
“ Scusa sei di questa parti tu?” chiesi al ragazzo e mi concessi qualche secondo per osservarlo leggermente illuminato da un lampione. Non vedevo molto, capivo solo che fosse alto, magro e con le spalle grosse e muscolose.
“ Sì,abito qui, perché?” mi chiese sorridendo
“ Mi sono… come dire… persa. Sai sono in gita con la scuola, mi sono allontanata un po’ dalla casa della famiglia che mi ospita ed ora non so tornare indietro” spiegai imbarazzata
“ In che via si trova?”
“ Roncardelli” dissi ricordando miracolosamente il nome della via
“ E’ qui vicino” disse poi indicandomi con il dito la strada da percorrere e seguii attentamente,
“ Perfetto, sei stato molto gentile grazie di tutto” dissi veloce ricominciando a camminare
“ Che stupido che sono” sentii poi dire alle mie spalle e il ragazzo mi affiancò mettendomi sotto l’ombrello con lui
“ Non ti posso lasciar andare via sotto la pioggia  e senza ombrello, no?” mi disse sorridendo
“ Oh, ma non voglio farti perdere tempo” dissi fermandomi
“ Figurati, c’è solo la mia ragazza che mi aspetta a casa” disse sorridendo ancora, che avesse una paralisi facciale?
“ Chiamalo solo! Vai pure e grazie ancora!” feci per allontanarmi quando lui mi prese per il polso e mi riportò accanto a lui
“ Insisto!” disse
“ Dovrò farmi perdonare dalla tua ragazza allora” dissi ridendo insieme a lui.
 
 
Arrivata a casa ringrazia ancora il ragazzo, a cui stupidamente non avevo chiesto neanche il nome, e salii le otto rampe di scale. Stremata e fradicia, suonai alla porta e la vecchia che ospitava me e la mia amica venne ad aprirmi.
“ Tesoro vieni che ti asciugo” disse in modo dolce, quasi fossi un piccolo cagnolino bagnato.
Le sorrisi tirata e passando dal salotto vidi Giuly stesa sul divano
“ Ciao” dissi.
Lei si girò sorpresa “ Sei tornata!”
“ Già, e se non avessi incontrato un ragazzo che mi ha indicato la strada sarei stata ad aspettare un’ipotetica migliore amica che non sarebbe mai arrivata!” le dissi togliendomi la felpa bagnata e dandola alla vecchia signora che mi passava gentilmente un asciugamano
“ Avevo chiesto a suo nipote, ma la macchina non ce l’ ha” disse tranquilla tornando a sedersi sul divano.
Quanto poteva essere stupida? E come faceva ad essere la mia migliore amica? Ancora me lo chiedevo.
“ Posso andare a farmi una doccia?” chiesi alla vecchia
“ Vai pure cara”.
Andai verso il bagno e feci per aprire la porta, ma qualcuno mi anticipò dall’interno.
Ne uscì un ragazzo sui 18 anni, alto con i capelli neri e gli occhi azzurri… sicuramente il nipote della vecchia.
“ Scusami” dissi imbarazzata “ Tua nonna ha detto che potevo venire a farmi una doccia”
“ Tranquilla, a proposito vedo che sei tornata!” disse allegro
“ Sì, mi ha detto Giulia che non avevi la macchina per venire a cercarmi e ho chiesto informazioni”
“ Sinceramente stavo per uscire in motorino a cercarti” disse grattandosi la nuca
Gli sorrisi “ ti ringrazio”
“ Comunque piacere, Marco, non abbiamo ancora avuto la possibilità di vederci” disse porgendomi la mano
“ Piacere Emma” gliela strinsi
“ Allora Emma, quanto ti fermerete tu e Giulia?”
“ Una settimana, martedì prossimo torniamo a casa”
“ Bene…ora ti lascio fare la doccia, ciao Emma”
“ Ciao Marco” dissi entrando nel bagno e chiudendomi la porta alle spalle.
Andai davanti alla specchio con la tremarella e le guance rosse…quanto cazzo era carino quel ragazzo? Compimenti alla mamma!
Scossi poi la testa e mi tolsi i vestiti bagnati entrando nella doccia.
Mi lavai per bene e mi avvolsi nell’imbarazzante accappatoio fuxia che mia mamma mi aveva comprato apposta e mi diressi nella camera degli ospiti alla ricerca di qualcosa da mettere. A casa mia sarei stata tranquillamente un pigiama, ma qui non mi sembrava il caso, così scelsi un paio di leggins neri e una felpa azzurra di mio fratello, che avevo rubato…ormai lui non la usava, non più.
Mi risveglia dai brutti pensieri e scesi in salotto dove trovai Marco steso sul divano a fare zapping e la vecchia era in cucina a preparare la cena.
Mi avvicinai al divano e mi sedetti
“ Giulia?” chiesi
“ E nell’altro bagno a farsi la doccia” mi rispose Marco appoggiando il telecomando dopo aver alzato il volume… stava guardando “ DIARIO DI UNA NERD SUPERSTAR” dio, quando amavo quel telefilm!
“ Anche tu lo guardi?” chiesi indicando la tv e lui tutto preso dalla trasmissione annuii semplicemente.
Mi accomodai meglio e comincia a guardare il telefilm.
Poco dopo si unì a noi Giuly e appena finita la trasmissione la vecchia ci chiamò a tavola.
Ci complimentammo per l’ottima cena e io mi offrii per sistemare. La vecchia mi ringraziò dicendo che sarebbe andata a dormire nonostante fossero solo le 9, mentre Giuly si ritirò in camera per la consueta chiamata al suo amato fidanzato. Mi chiedevo come quel povero arazzo la sopportasse.
“ Serve una mano?” chiese Marco mentre sistemavo gli ultimi bicchiere nella lavastoviglie
“ Ho quasi finito, non preoccuparti” gli sorrisi concentrandomi poi su dove poteva essere sistemato il detersivo per la lavastoviglie.
“ Sotto il lavandino” mi indicò Marco e imbarazzata gli sorrisi recuperandolo e accendendo l’elettrodomestico.
“ Ti va di vedere un film?”
“ Va bene” accettai contenta sedendomi sul divano accanto a lui.
“ Cosa ti va di vedere?”
Indecisa optai per un film horror, i miei preferiti
“ Esorcista versione integrale?” propose
“ Ci sta!”
Fece partire il film e mi accomodai meglio. Lui si sedette accanto a me, forse troppo vicino perchè le nostre ginocchia si sfioravano, ma che dico si sfioravano, erano praticamente appiccicate. Cominciai ad arrossire e mi venne la tremarella…. Sembravo una dodicenne in crisi ormonale, ma che potevo farci: fidanzati, baci e coccole erano un tabù per me ed era decisamente imbarazzante dato che a 17 anni tutte avevano dato il primo bacio… tranne me.
Lui però sembrava molto tranquillo e totalmente preso dal film .
Poco dopo riuscii però a distrarmi e comincia a seguire il film fino a quando in una scena piuttosto “ horror” sussultai avvicinandomi a lui e spalmandomi praticamente addosso alla sua spalla .
Sussultai a mi allontanai imbarazzata mentre lui ridacchiava piano. Ripresi a guardare il film quando sentimmo la porta aprirsi e
“ Bu!”
Urlai come una deficiente mentre lui tirò un’imprecazione colorita.
Sentii poi la risata da iena di Giulia e scesi dal divano cominciando a rincorrerla per il salotto sotto lo sguardo divertito e ancora spaventato di Marco
“ Non farlo mai più cretina!” le urlavo e lei scappava veloce ridendo come una matta.
Poco dopo mi sdraiai sul divano stremata e mi raggiunse anche Giuly. Ricominciammo a guardare il film, ma Giulia sembrava nata per rovinarmi l’esistenza, infatti si stese comodamente costringendomi ad avvicinarmi ancora di più Marco, che senza tanti problemi alzò il braccio e me lo mise attorno alla spalla.
Giuly alzò un sopracciglio e io rossa come un pomodoro e tesa come un pezzo di legno rimasi immobile e fissare lo schermo.
Poco dopo mi rilassai e Marco prese ad accarezzarmi una spalla con i polpastrelli. Ero tutto un brivido, ma dovevo ammettere che fosse rilassante. Finimmo così di guardare il film e dopo essermi liberata con un po’ di imbarazzo dal braccio di Marco andammo a dormire. Ero davvero stanca!
 
Venni svegliata da un fortissimo rumore di qualcosa che si rompeva e doveva essere davvero perché fece svegliare anche Giulia. Accendemmo la luce e uscimmo dalla camera. Nella porta davanti alla nostra era affacciata la vecchia signora in vestaglia e dentro c’era Marco in pantaloni e senza maglia, sottolineo senza maglia, accucciato a terra.
“ Che è successo?” chiesi
“ Si è rotto i letto di Marco “ disse la vecchietta e lui si alzò da terra
“ Nonna te l’avevo detto che era vecchio e che non mi avrebbe retto” .
 Una gamba era spezzata e mi venne subito in mente la scena di Marco che cadeva, piuttosto esilarante, infatti comincia a ridacchiare seguita poi da tutti gli altri.
“ Dai, ora torniamo a dormire, tiro fuori la branda” disse Marco dirigendosi nella nostra camera e tirando fuori da sotto il mio letto una branda e sistemandola accanto.
“ Dormi con noi?” chiesi entrando nella camera e sorridendo alla vecchietta che stava tornando nella sua.
“ Vi da fastidio?”
Giulia non rispose già addormentata nel suo letto e io rimasi titubante
“ No, cioè fai pure” dissi imbarazzata rifilandomi nel letto.
“ Buonanotte Em” sentii dire accanto a me. Mi girai e mi sporsi un po’ dal letto per vedere Marco steso sulla piccola branda
“ Notte Marco”
 
 
 

CUCU’

 
Ciao a tutti! Eccomi qui con il primo capitolo della mia prima storia.
Cioè ne ho scritte altre, ma questa è la prima che posto, siate clementi.
Allora, la storia parla di Emma e Giulia in gita scolastica. Sono due diciassettenni molto diverse tra di loro, ma molto amiche che grazie a questa gita troveranno l’amore, capiranno il vero significato della parola amicizia, e molto altro, ma ora non sto qui ad anticiparvi troppo e mi scuso se il capitolo sembra noioso, ma è solo l’inizio.
Vi faccio notare che non ho voluto presentare i personaggi con una normale descrizione iniziale perché mi sembrava troppo scontato, ma si scoprirà tutto nel corso della storia.

Se avete voglia lasciate pure una recensione, anche negativa, per farmi sapere
se la storia può continuare o se è un obbrobrio e la devo cancellare per il benessere della comunità
Un bacio
 
Gaia <3 
  
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