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Autore: Ambaraba    26/04/2014    3 recensioni
Il suo compito era prendersi cura di lui. Lo avrebbe protetto sempre, da qualunque cosa, a qualunque costo.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Miles Matheson, Sebastian Monroe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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per proteggerti
Lo guardò dormire, lo accarezzò piano, appena appena un tocco lieve in punta di dita, per non svegliarlo.
Quello che provava per lui gli stava facendo esplodere il cuore. Quanto lo amava, cazzo, non aveva mai provato nulla di simile. Mai. Lui era l'unico destinatario di quel sentimento, lui era tutto quello di cui aveva bisogno. Non poteva immaginarsi una vita senza di lui. Sarebbe stato come smettere di respirare. E non si vive, senza respirare.
Lo accarezzò ancora, preso da un moto di tenerezza irrefrenabile nei suoi confronti. Viveva per vedere il suo sorriso. Viveva per vedere i suoi occhi illuminarsi. Non avrebbe mai permesso a nessuno di fargli del male. Il suo compito era prendersi cura di lui. Lo avrebbe protetto sempre, da qualunque cosa, a qualunque costo.
Bass era dolce, ingenuo, scoperto. Aveva bisogno di qualcuno al suo fianco che lo difendesse. E Miles era quel qualcuno.
Sentì un nodo stringersi in gola. C'era un pensiero che gli toglieva il respiro. Aveva paura di perderlo. E se non ce l'avesse fatta? Se non fosse stato all'altezza, se non fosse riuscito a proteggerlo? Temeva per l'incolumità di Bass più che per la propria. Non sarebbe mai riuscito a perdonarselo, se gli fosse successo qualcosa...
Si obbligò a non pensarci; scosse la testa più volte come se, così facendo, tutte quelle orrende possibilità che qualcosa potesse andare storto potessero finire sbalzate fuori dalla sua mente.
Bass emise un sospiro, muovendosi piano per cercare una posizione più comoda, nel sonno. Miles restò a guardare i suoi riccetti scomposti, e quei ciuffetti che immancabilmente gli finivano sulle orecchie, sfuggenti. Osservò la linea dritta del suo naso, i baffetti disordinati, le sue labbra di quel colore così invitante, che a volte sembravano a forma di cuore. Lo sguardo percorse la mandibola, l'accenno di barbetta con cui ormai si era abituato a vederlo. Amava tutto di lui. Amava come parlava, come si muoveva, il suo modo di ridere e di inclinare leggermente il capo quando chiacchieravano. Amava i suoi occhi azzurri, ora nascosti dalle palpebre chiuse contornate dalle ciglia chiare.
Miles si spostò per adeguarsi alla nuova posizione, come tutte le volte. Erano anni che nel loro letto, qualunque esso fosse, si svolgeva quella dinamica consolidata. Bass si muoveva, Miles si muoveva a sua volta per farlo stare comodo, si incastravano in un compromesso. Posavano la testa sullo stesso cuscino. Bass era il ritratto della serenità, disteso supino sotto le coperte, rilassato. Miles chiuse gli occhi, gli mise un braccio di traverso sul ventre per cingergli la vita. Chiuse gli occhi. Poteva sentire il suo profumo, così vicino, e il suo calore. Si sentiva così bene, vicino a lui. Come se tutto il resto, il mondo, i problemi, non esistessero. Come se il caos non potesse superare il confine della loro porta. Posò un bacio sulla sua spalla nuda, sempre ad occhi chiusi.
Stava quasi per addormentarsi, quando un mugolio sommesso lo svegliò.
Bass aveva gli occhi appena appena aperti, e aveva sollevato una mano per fargli una carezza sulla guancia. Miles sentì le sue dita sul viso, e quando vide la sua espressione assonnata sentì di nuovo, fortissimo, quell'istinto di tenerezza che lo aveva spinto ad accarezzarlo in silenzio, poco prima.
- Ti ho sentito... - sussurrò Bass, un accenno di sorriso. Un sorriso, un sorriso arruffato, rivolto a lui. Miles si sciolse.
- Scusa, non ti volevo svegliare, - mormorò, ma Bass scosse piano la testa, continuando ad accarezzarlo: - No, non ti scusare... Non riesci a dormire? - chiese, sempre a bassa voce.
Miles annuì. Restò a guardarlo senza dire niente. Avrebbe voluto ricoprirlo di baci fino a farlo addormentare di nuovo, condurlo a forza di carezze nel mondo dei sogni e tenerlo stretto, vegliare sul suo sonno e assicurarsi che nessun incubo venisse a disturbarlo.
- Cos'è che non ti fa dormire? - chiese ancora Bass, con tono dolce. Miles sentiva il suo tocco leggero, il suo tepore confortevole, e lo strinse un po' di più a sé. Aveva bisogno del suo calore, aveva bisogno della sua vicinanza. Aveva bisogno di lui, come sempre.
- Pensavo a te, - disse Miles, guardandolo negli occhi. Gli accarezzò un fianco. - A quanto ti amo, - aggiunse, e gli posò un bacio sulle labbra, delicato, un gesto affettuoso che serviva solo a sottolineare quanto gli volesse bene.
- Stai diventando troppo romantico... - gli disse Bass, guardandolo negli occhi e sorridendo. Miles annuì ancora: - Hai ragione. Ma vicino a te non posso farne a meno, - sussurrò, baciandolo di nuovo.
Bass gli fece un gesto, - Vieni qua -, voleva che si sdraiasse su di lui. Miles obbedì, bilanciando il peso per non pesargli addosso. Bass lo tenne abbracciato, stretto a sé. Miles si sistemò su di lui, trovò un ottimo rifugio nell'incavo del suo collo. Respirò a fondo il profumo familiare della sua pelle, chiuse di nuovo gli occhi. Bass passò le dita tra i suoi capelli finché il sonno non lo prese ancora. Gli piaceva, avere Miles su di sé. Lo faceva sentire un tutt'uno con lui, lo faceva sentire protetto.
- Ti amo anch'io, - gli sussurrò, un attimo prima di addormentarsi.
  
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